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Apr 30, 2018 Alexio D'Alessio 2277volte

Morlupo (RM) – 18^ Corsa per la Liberazione

Morlupo Morlupo Foto Wikipedia

Decido in extremis, la mattina del giorno prima, di partecipare a questa gara, dato che per problemi di mancanza di permessi è stata annullata quella a cui ero iscritto.

Morlupo è un paesino a nord di Roma, e questa gara, a cui l’anno prima hanno partecipato alcuni compagni di team, è piena di saliscendi.

Arrivo sul posto del ritrovo circa un’ora prima della partenza; dopo aver pagato la quota d’iscrizione, ritiro il pettorale sprovvisto di chip.

A circa un quarto d’ora dallo start, mi avvicino in zona partenza-arrivo, per fare stretching e mi bagno i capelli poiché il caldo si fa già sentire.

Chiedo ad un runner come sia il percorso: purtroppo, mi dà delle informazioni che si riveleranno ben diverse dalla realtà, dicendomi tra le altro essere lungo meno di 11 km.

Alle dieci lo speaker dà il via, dopo un imbarazzante “un, due e tre”; dopo 4-500 metri di una strada stretta in leggero falsopiano, inizia un susseguirsi di saliscendi, in cui si vede già qualche runners che fa fatica in salita, mentre io riesco a difendermi bene anche in ascesa, che non è il mio forte.

Comincio a “studiare” i corridori che ho a fianco o poco davanti, noto che c’è qualcuno che va molto più forte di me nei tratti in salita, ma che riesco a distanziare nei pochi tratti in piano e nelle discese; non guardo quasi mai il mio GPS, per andare a sensazione e per cercare di gestirmi, anche se non so cosa mi aspetta.

Quasi al cartello del 5° km vedo i primi passare in senso opposto: capisco che poco più avanti ci sarà il giro di boa, inizio a contare gli “avversari” per sapere in che posizione mi trovo; difatti, appena dopo una discesa abbastanza ripida di 4-500 metri, ecco la transenna che comanda di girare, con la presenza di due addetti dello staff organizzativo, di cui una annota i numeri de pettorali dei concorrenti e l’altro “gestisce” il ristoro con di bicchieri d’acqua. Sono undicesimo assoluto, mi fermo un attimo per rinfrescarmi e riparto, vedendo che ho a ridosso una decina di runners a poche decine di metri.

La salita che affrontiamo è un “muro” di 4-500 metri, sono costretto a camminare per circa 30 secondi nel tratto iniziale più duro e sono superato da tre atleti, che mi daranno l’obiettivo di riprenderli prima della fine.

Fino al 9° chilometro si susseguono i saliscendi, sulla strada dell’andata in senso contrario: continuo a fare un po’ l’elastico, arrancando parecchio in salita e recuperando secondi e posizione in discesa e nei pochi tratti in piano.

Appena dopo il cartello del 9°km, svoltiamo a destra, non siamo più sulla strada dell’andata ma passiamo in strade secondarie, non prive di qualche salitella corta ma ripida; chiedo più volte agli addetti dell’assistenza gara quanto manchi al traguardo, ma nessuno mi dà la distanza giusta, abbiamo già superato i 10 km quando inizia una discesa poco ripida e piena di curve, lunga più di un km, che ci porta nella piazza della partenza/arrivo: concludo gli oltre 11 km di percorso al 12°posto assoluto, in 54’27”, ad una media ben al di sotto dei 5min/km.

Appena superato il traguardo, mi viene consegnato, con mia grande sorpresa, il biglietto del primo di categoria; dopo essermi un po’ritemprato al ristoro finale, ritiro il premio di categoria, una coppa (…l’insaccato) e, dopo aver riconsegnato il pettorale, il pacco gara alimentare, a dire il vero un po’ scarno per la quota d’iscrizione, considerando che non era previsto neanche il chip di rilevazione tempo.

I vincitori risultano essere: tra gli uomini Smail El Hataf (Atletica Il Campanile) in 44’59”; tra le donne, classificandosi anche 21esima assoluta, Paola Tattoli (Forhans) in 56’58”.

 

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