Roma - 2^ Mezza maratona vista da un pacer
Seconda edizione di questa manifestazione, a cui partecipo per la prima volta, dato che lo scorso anno corsi la 10 km abbinata.
La novità di questa edizione sono che si correrà solamente la distanza dei 21,0975km e che è stato modificato il percorso, rendendolo più spettacolare, dato che si percorreranno parecchi km della Regina della Capitale, “correggendo” dei difetti tipici di una prima edizione.
Mi rende ancora più orgoglioso partecipare quest’anno, dato che sono stato scelto per far parte del dream team dei pacemaker, che dovranno “aiutare” i 4 mila runner, di 53 nazionalità diverse, che prenderanno parte alla manifestazione.
La partenza sarà ad onde, con il primo start alle ore 21; io sono nella terza onda, per l’andatura di un’ora e cinquanta; noi pacemaker ci ritroviamo in piazza del Popolo, alle 18, per briefing, vestizione, foto ed altro.
La piacevole novità, anche per noi “colleghi”, è la presenza come pacemaker dell’ora e trenta del grande Giorgio Calcaterra; tra di noi ci sono alcuni provenienti da diverse parti d’Italia e tre, addirittura, dalla Repubblica Ceca.
Dopo aver lasciato le borse, ad un’ora dalla partenza, inizia la festa: siamo presentati su palco in ordine di tempo da rispettare e l’adrenalina inizia a salire.
A circa venti minuti dalla prima partenza entriamo nell’area a noi riservata, in attesa di “ricevere” chi dovremo sostenere per oltre 21 km; decidiamo tra noi pacer la strategia di gara.
Fortunatamente non c’è l’umidità pazzesca dello scorso anno, a tratti tira anche un leggero venticello.
Dopo la partenza delle prime due onde, ci schieriamo in prima fila, dato che il nostro obiettivo è fissato dal gun time.
Puntuale vien dato lo start; riusciamo fin da subito a fare la nostra andatura correndo per 500 metri in via del Corso, per poi imboccare via Condotti, piena di gente, con la visione spettacolare della Scalinata di Trinità dei Monti, ed attraversiamo Piazza di Spagna in un fiume di gente; questo km è leggermente più lento e da qui, praticamente, percorriamo gli ultimi 3 km della Maratona di Roma, passando dal traforo e scendendo verso Piazza Venezia tramite via IV Novembre.
La nostra strategia di pacer è quella di cercare di essere più o meno costanti al passo medio previsto per l’andatura, nonostante le “asperità” del percorso; decidiamo di stare due davanti e uno leggermente più indietro, alternandoci per tutto il percorso; quando mi guardo intorno, vedo che ci stanno seguendo parecchie persone.
Prendiamo la spettacolare via dei Fori Imperiali, dove c’è tanta gente che ci incita, per arrivare alla salitella che ci fa “superare” il Colosseo e facciamo la susseguente discesa di San Gregorio, che ci porta verso viale Aventino, dove è collocato il primo ristoro con acqua e sali, dove rallentiamo leggermente per far bere gli atleti che guidiamo.
Dopo la Piramide Cestia, prendiamo Viale Ostiense, percorrendo le corsie preferenziali al centro della carreggiata, in cui scarseggia la luce, ma siamo aiutati da fiaccole messe per terra che creano una bella atmosfera.
Il nostro ritmo è abbastanza lineare ed ai 10km la nostra media è quella prevista; è piacevole una postazione di acqua nebulizzata, appena prima del ristoro del 10° km.
Un momento delicato, che ci era stato preannunciato nel briefing pregara, era il superamento degli ultimi palloncini dell’onda che ci precedeva, che avviene come previsto intorno al 13° km, avvenuti in maniera agevole.
Man mano che passano i km, l’umidità ed il caldo si fanno sentire, ma grazie ai luoghi stupendi in cui corriamo, si percepiscono meno; verso il 15esimo km, torniamo in pieno centro, con l’ultima difficoltà rappresentata dalla salita di via dei Cerchi che, seguita da una breve discesa, ci porta in Piazza Venezia, per poi imboccare via del Corso, per poi girare a sinistra: in questo punto ci sono tanti spettatori ed un punto di speakeraggio.
E torniamo sul Lungotevere Arnaldo da Brescia e poi su quello delle Navi, che affrontiamo in un senso e nell’altro dopo un giro di boa, costituito da un isolato, in cui è bello essere incitati ed incitare chi corre dalla parte opposta rispetto a noi.
Arrivati in piazza Augusto Imperatore, invitiamo chi sta bene ad allungare per concludere ben al disotto dell’ora e 50 (il tempo che noi dobbiamo rispettare); ci rimettiamo su via del Corso, di cui percorriamo gli ultimi 5-600 metri di rettilineo finale, e concludiamo festeggiando mano nella mano nel gun time di 1 ora 49 minuti e 56 secondi… La soddisfazione più grande è che molti runners, che abbiamo “accompagnato”, dopo aver tagliato il traguardo ci vengono incontro per ringraziarci.
Dopo di ciò, mi tolgo gli adesivi del chip, torno indietro piano piano, per spronare chi deve concludere, fino a che incontro un mio amico che vedo in difficoltà, lo aiuto spronandolo e correndogli al fianco per fargli finire la gara.
Tagliamo il traguardo, ci viene messa al collo la bellissima medaglia da finisher, per poi dirigerci verso il punto di ristoro finale, per ritirare un sacchetto con prodotti alimentari.
Per la cronaca, i vincitori sui quasi 4 mila arrivati sono i favoriti della vigilia: tra gli uomini il keniano Julius RONO, con il tempo di un’ora e nove minuti netti; tra le donne, la connazionale Carolyne RUTTO, che si classifica anche 29esima assoluta con il tempo di un’ora 22 minuti e 58 secondi.
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