Cervinia (AO): Cervino X-Trail, con “Benedetta” di nome e di fatto
7-8 luglio - Una vera festa del trail quella che si è sviluppata nel fine settimana sulle Alpi Valdostane ai piedi del Cervino. Gli organizzatori dell’A.S.D. Cervino Trailers, con il sostegno del comune di Valtournenche, hanno portato ben 314 concorrenti sui sentieri di una delle più spettacolari valli alpine, divisi nelle due gare di sabato 7 e domenica 8 luglio rispettivamente di 55 km con dislivello positivo di 3.400 mt. e 27 km con 1.450 di dislivello: 132 partenti sulla gara lunga e 182 sulla più breve.
Aggiungiamo che per il giorno 11 agosto è prevista una nuova doppia sfida con un vertical di 1000 mt in salita e, a seguire, la stessa gara ma in discesa: e abbiamo un quadro completo di questo vero festival del trail.
Per venire alla cronaca, posso parlare della gara lunga alla quale ho partecipato, seppur con risultato di classifica al limite della decenza, anche se - come mi ha detto il volontario che presidiava l’attraversamento di un piccolo nevaio a tre km dall’arrivo - l’importante è arrivare in salute; e in questo ho certamente centrato l’obbiettivo.
Se mai ce ne fosse stato il bisogno, la Val d’Aosta ha fatto valere la sua regola: qui le salite sono salite e in discesa non ci si riposa; risultato: 3.400 metri di dislivello richiedono un tributo di sudore e fatica ben superiore che non su altre parti delle Alpi se non addirittura sui nostri Appennini dove qualche km per correre e “tirare il fiato “ lo trovi sempre, e gli stessi 3.400 D+ te li trovi spalmati su percorsi assai più dolci.
La partenza della gara alle 6 del mattino con aria frizzante e temperatura intorno ai 6 gradi, in una peraltro limpidissima giornata, vede subito un notevole impegno con la salita del sentiero n.13 che porta al rifugio Oriondè e che fa guadagnare 500 mt di quota in meno di 5 km, passando dai 2020 mt di Cervinia ai 2500, dai quali si ridiscende immediatamente verso la parte alta dell’abitato di Cervinia per riprendere subito quota fino ai 2520 mt di Plan Maison: dopo 8,5 km di gara e 911 mt di dislivello alle spalle, qui troviamo un primo ristoro assai gradito.
Da questo momento si rimarrà su quote oscillanti tra i 2.000 e i 2.300 mt fino alla località Servaz al 33° km, che con i suoi 1517 mt costituirà il punto più basso della gara e nel contempo il cancello orario delle 8 ore.
In questa prima parte di gara, pur se impegnato a mantenere un passo che mi permettesse di passare il cancello, non ho potuto fare a meno di godere di panorami a dir poco spettacolari (non voglio parlare di fiato mozzato, per quello ci pensavano le salite), come nel passaggio sul pianoro della Salette , punto di arrivo della funivia Cime Bianche, che ti fa percepire la grandezza della corona di vette che ti circondano a 360°. (Per non perdermi nulla sono risalito tramite la citata funivia, con Marina la domenica mattina, per una “passeggiata” di sei/sette km con 400 metri di salita, giusto per defaticare e bermi una birra in alta quota).
Dopo il cancello del 33° km si avranno una decina di km sui 1.800 mt di quota che alterneranno tratti relativamente tranquilli a salite lunghe e impegnative: durante la più ostica di queste si è verificato un episodio degno di essere inscritto nel manuale del perfetto “Spirito Trail “.
Al 40° km, in piena crisi del “chi me l’ha fatto fare?“, appunto su una salita tanto dura quanto lunga, stavo dando il massimo per raggiungere una concorrente che mi precedeva di alcune decine di metri (che in quelle condizioni equivalevano a kilometri) con la quale ci eravamo già scambiati la posizione un paio di volte, essendo lei più lesta in discesa e io un pelo più costante in salita; quando a bordo sentiero un concorrente seduto su un sasso, bianco come la neve (il concorrente non il sasso intendo) ci dice di sentirsi male, con crisi di nausea e diarrea. Gli offro un po’ di zenzero che ho sempre con me, ma non riesce a deglutire nulla, la situazione non è delle migliori e Benedetta (di nome e di fatto ) avvisa col cellulare gli organizzatori dando indicazioni sul luogo e le necessità. Purtroppo abbiamo superato un ristoro da 2/3 km e il prossimo sarà fra tre km: distanze lunari per una persona in difficoltà su un sentiero monotraccia in forte salita.
A quel punto Benedetta mi sussurra di essere un medico, e per dovere morale decide di rimanere ad attendere i soccorsi invitandomi a ripartire: cosa che molto vigliaccamente dopo un paio di esitazioni faccio. A mia parziale discolpa, la considerazione della totale inutilità della mia presenza e il fatto che il malato non era sicuramente in pericolo.
Proseguendo ho poi incontrato il personale di soccorso che stava raggiungendo il posto e al quale ho dato le indicazioni sulla situazione di alcuni minuti prima.
Un vero encomio alla dott.ssa Benedetta Grisone del team “Novara che corre”, che ha dimostrato vero “Spirito Trail “ anteponendo la necessità di aiutare un “collega“ alle proprie legittime ambizioni di terminare una gara.
Va detto che nonostante la sosta forzata Benedetta ha concluso la sua gara arrivando al traguardo poco dopo chi scrive, che in realtà sarebbe stato certamente superato nella parte finale della gara, tutta in discesa.
Tornando alla cronaca, giunti al 43° km e all’ultimo ristoro, ormai assai scarno, mangio il panino che mi sono portato da casa, e riparto per gli ultimi 12 km che ci porteranno dai 1835 mt della località La Luge ai quasi 2.400 delle ultime cime prima della discesa su Cervinia.
Nell’ottimo briefing pregara, gli organizzatori avvertivano che la gara “iniziava” in questi ultimi 12 km: e in effetti un lunghissimo traverso oltre quota 2000, tra l’altro raggiunta in pochissimi km, e poi una serie di salite su cascate di pietre con numerosi guadi di torrenti e attraversamenti di brevi tratti innevati - di cui l’ultimo leggermente più lungo attrezzato con una fune di sicurezza -, rendevano molto impegnativo questo tratto in considerazione anche dei km già nelle gambe.
In tutto questo mi è rimasta negli occhi dopo un ennesimo scollinamento l’immagine di un Cervino con un cappuccio di nuvole bianche alla sommità come se si accingesse ad andare a dormire, che si stagliava su un cielo che accennava ad assumere i colori di un tramonto spettacolare quanto tutta la giornata appena trascorsa: tanta fatica … non per nulla !
Per dare qualche opinione assai in breve: organizzazione molto buona; sicurezza: qui la sanno fare; tracciatura fatta più con bolli di vernice che con fettucce, ma in ogni modo efficace; ristori numerosi e ben forniti anche per noi delle retrovie (eccezion fatta per l’ultimo); pacco gara nella media; pasta party: non ne ho usufruito.
Piccola nota a margine: in due brevi tratti di gara ho camminato fianco a fianco alla pluri campionessa Lisa Borzani ( due volte vincitrice del Tor de Geants e di altre decine di gare) della quale mi onoro di essere amico da molti anni, e che camminava, avendo un problema di infiammazione a un ginocchio, solo per fare un po’ di allenamento. Inutile dire che lei con una gamba sola andava il doppio di me con entrambe.
Gara assolutamente da consigliare ma da non affrontare con scarso allenamento fidandosi della distanza non eccessiva.
1 commento
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Mercoledì, 11 Luglio 2018 21:26
inviato da Benedetta Grisone
Grazie davvero, ma vorrei aggiungere un ringraziamento ad un altro runner, credo Donato Troiano che si è prodigato con il telefonino per condividere la posizione!!!!
Ci vediamo alla prossima gara
Benedetta
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