Lizzano in Belvedere (BO) – Corno alle Scale Trail: certificato di eccellenza
23 settembre - Prima edizione di questa gara, dal percorso breve ma intenso e impegnativo, con partenza e arrivo a Lizzano in Belvedere sulle montagne bolognesi, e che ha costituito la terza tappa del “Circuito Trail dei Parchi dell’Emilia Romagna” (il cui ultimo appuntamento sarà il 14 ottobre al Lago Santo Modenese con una gara di 22 km).
Possiamo dire che la società organizzatrice, dopo questo ennesimo successo di iscrizioni ( 255 contro le 150 previste) e l’ottima gestione di tutti i servizi entra di diritto in quel ristretto numero di organizzatori con “Certificato di Eccellenza” che permette a noi corridori di poter scegliere a occhi chiusi le loro gare sapendo di non avere sgradite sorprese.
Francesco “Checco” Misley ha saputo in pochi anni creare, con il suo Mud e Snow Team, una squadra di primissimo livello come valore degli atleti iscritti, e di alta professionalità nel creare e poi gestire gare sul territorio emiliano che, nulla avendo da invidiare a competizioni blasonate nella galassia del trail, potrebbero invece costituire modello per colleghi organizzatori forse un po' troppo temerari che si lanciano in “imprese“ le più lunghe al mondo, per poi dover tirare i remi in barca assai prima del traguardo.
Il percorso, tracciato con perizia da Francesco Montanari - che evidentemente di trail qualcosa mastica visto che nessuno ha avuto l’ardire di perdersi - ha sparato subito un botto da quasi mille metri di dislivello passando in meno di 6 km dai 600 metri di Lizzano ai quasi 1500 del Monte Grande, non facendo mancare ai concorrenti un tratto di vero e proprio vertical lungo circa 800 metri, dove i bastoncini risultavano più d’intralcio che d’aiuto dovendosi spesso utilizzare le mani in alcuni passaggi praticamente verticali: salendo ho ringraziato che non piovesse e che il terreno fosse in perfette condizioni.
L’amico Francesco, che alla partenza mi aveva dato alcune dritte sul tracciato, mi spiegava che lo scorso anno il tratto era stato inserito in senso inverso, cioè in discesa, e sono certo che sia stato impegnativo.
La salita era saggiamente interrotta dal primo ristoro liquido al quarto km sul Monte Pizzo che, considerate le temperature quasi estive, è risultato assai utile; una volta scollinato, e iniziata la discesa verso località Bagnadori (sesto km), punto di ristoro liquido e solido, ai meno accorti la gara poteva apparire come cosa fatta, vedendo una planimetria in prevalente discesa fino al traguardo. In realtà, sempre su indicazioni di chi aveva tracciato, ho cercato di non strafare in discesa visto che nei cinque km finali dopo il borgo di Pianaccio il bellissimo sentiero all’interno del bosco era un classico “mangia e bevi” dove però il “mangia” era assai più del “bevi”, con strappi in salita di forte pendenza e non propriamente brevissimi.
Riposanti invece i due km finali, questi veramente in discesa, che riportavano al palazzetto dello sport sede logistica della gara.
A vincere sono stati, ex aequo, i supertitolati Christian Modena e Daniele Pigoni, giunti appaiati anche se il chip ha premiato il trentino Modena assegnandogli un secondo in meno (1.44:49). Tra le donne, ha vinto la reggiana Giulia Botti in 2. 07:28, nove minuti davanti ad Antonella Bignardi. Ma i giudici hanno atteso fino alle 5 ore e 24 delle ultime arrivate, distanziate di quaranta minuti dalla terzultima: una “cortesia” che non tutti gli organizzatori di trail applicano.
Pasta party completo e birra compresa per gli atleti, costo di soli 5 € per gli accompagnatori; pacco gara con prodotti alimentari, cronometraggio con chip fornito già montato su fascetta con strip per essere fissato alla caviglia (piccole cose che fanno le differenze), spazio a volontà e zero fila per essere serviti … tutto bene? No, qualcosa di stonato deve pur esserci : la fila al sole per ritirare la birra compresa nel pacco gara (causa macchina spillatrice di tipo casalingo, che andava al ralenty peggio di chi scrive quando è in salita ), e il fatto che chiedendo un secondo bicchiere, ovviamente a pagamento, si dovesse andare dentro al palazzetto per pagare e poi tornare al sole in fila: penso che, come me, molti abbiano rinunciato riducendo l’incasso della giornata . Peccato veniale.
Breve considerazione a margine: nei minuti precedenti la partenza dalla piazza di Lizzano mi sono soffermato ad osservare quanto il mondo del trail sia cambiato in questi dieci anni passando dall’essere uno sport semi sconosciuto, praticato da pochi malconsigliati con attrezzature e materiali forse un po' approssimativi ma con molto “ Spirito Trail “, diventando ora qualcosa di molto “fashion”, dove il brand indossato (per intenderci quasi sempre quello di quel famoso e saggio Re ebraico associato alle miniere, così non facciamo pubblicità, come non la facciamo all’attuale presidente francese) sia diventato importante, e dove il “come me la tiro io che faccio trail “ sia la parola d’ordine.
Non potrebbe comunque essere diversamente, se la speaker ufficiale della gara, prima della partenza, facendo cosa da lei ritenuta carina si piazza in mezzo a un gruppo di fanciulle già in posa per la solita foto dell’ “io c’ero“ e parlando al microfono coram populo si rivolge al fotografo con una testuale domanda “siamo abbastanza figheee ???“ per poi, una volta eseguito lo scatto fatidico, rivolgersi al gruppo delle atlete con un, sempre testuale, “ vi adoro già ragazze!“
Sono un orso, lo so, ma in un simile contesto mi sento un filo a disagio: qualche anno fa il “tracciatore” Francesco Montanari dichiarò per iscritto che per lui “il trail è anarchia“: sono completamente d’accordo!
3 commenti
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Venerdì, 28 Settembre 2018 19:35
inviato da Maria
E' stimolante leggere le tue riflessioni Massimo, anch'io pratico il trail da più di 10 anni e l'ho visto molto cambiare nel tempo. Anzi, direi che ho visto molte ramificazioni sporgere ed evolversi dalle radici - da quel movimento un po' folle (passami il termine) che c'era, fino a diventare un albero complesso, strutturato e ed imponente!
E' come se, adesso, ci fossero davvero tanti modi per vivere e praticare il trail, interpretazioni individuali che si esprimono in una miriade di colori. E ci rifletto molto, osservo e vedo il fluire del tempo, lo scorrere delle anime - ognuno diverso... E dove per Francesco, (che conosco e stimo!) "il Trail è Anarchia"... per me il trail è sempre stato Punk. Non riesco a viverlo (personalmente) in un altro modo. Sarebbe interessante vedere come altri lo 'sentono'!
Maria - l'inglese -
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Venerdì, 28 Settembre 2018 18:01
inviato da massimo muratori
La birra andava benissimo tanto che ne avrei preso un secondo bicchiere per mia moglie, la fila al sole non mi andava ( e ad altri come a me ) così abbiamo diviso il bicchiere omaggio.
Da come la penso io non è il materiale che conta tuttalpiù gambe , motore e ...testa !
Ci vediamo al lago Santo ( occhio che sarà tosto ) -
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Venerdì, 28 Settembre 2018 10:19
inviato da maddalena
allora io, che corro con materiale sdozzo perché ho pochi soldi da spendere e son senza bastoncini, vado bene! ;-)
comunque non mi aspettavo una cosa così dura! felice comunque di aver giurato che ci mettevo meno di 4 ore e ce ne ho messe 3 e 51 minuti!!
a un certo punto mi sentivo morire, ma adesso ho già la voglia di venire anche a quello del Lago Santo...
ps. va là che la birra andava comunque bene, vedrai che la prossima volta di spillatrici ne mettono 6 :-D
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