“Forrest Gump” Caporaso si inventa un nuovo record
Torino - Alla fine ce l’ha fatta, Enzo Maria Caporaso ha concluso domenica 11 novembre l’ultramaratona “59 alla terza”.
Vediamo brevemente lo svolgimento di questa “odissea”.
Dieci anni fa, il 13 aprile con la Maratona di Torino, Caporaso stabilì il record di 51 maratone in 51 giorni; per festeggiare l’evento e iscrivere nuovamente il suo nome nel Guinness dei primati si è inventato 59 alla terza: cioè festeggiare gli anni compiuti, 59, e l’anno di nascita, 1959, correndo 59 maratone consecutivamente.
In un primo momento aveva cercato di coinvolgere Milano con Run TO MI, due “maratone” di 42,400 km il 12 luglio a Torino al Parco Ruffini e il 29 a Milano al Parco Nord, ma alla fine Milano ha declinato l’invito ad organizzare nove delle 59 maratone; restava solo il Comitato Fidal Piemonte col quale affrontare i problemi burocratici conseguenti.
Primo e insormontabile di questi, la competenza esclusiva della Fidal Nazionale per le maratone, dunque Caporaso avrebbe dovuto fare richiesta alla Fidal Nazionale per il 2019; last but not least il costo di approvazione di 900 euro a maratona per un totale di 53.100 euro, a parte la tassa di partecipazione gare! Si è quindi adottato il termine “ultramaratona”, 22 giri del percorso omologato di 2.009 metri all’interno del Parco, pari a 44,204 km.
Ma non bastava, il 6 ottobre era in programma la 100 km delle Alpi, come arrangiarla? Soluzione: partenza da Torino e arrivo a Baldissero Canavese, traguardo appositamente stabilito.
Altra gara presente in calendario il 4 novembre era la Maratona di Torino, 42,195 km: la soluzione scelta ad hoc è stata l’omologazione di 2.009 metri prima della linea di partenza, con il via 11 minuti in anticipo rispetto allo start della maratona.
Secondo problema operativo: mettere a disposizione almeno quattro giudici per 59 giorni per sei ore e mezza, il tempo massimo stabilito. Con la penuria di giudici e l’abbondanza delle manifestazioni in calendario era come la quadratura del cerchio, ma alla fine tutto si è risolto, anche se con una settimana di ritardo rispetto all’obiettivo di far coincidere l’ultimo giorno con la Maratona di Torino. E il 14 settembre alle 11 è partita l’avventura.
Non sono stati due mesi facili: le condizioni del tempo, soprattutto nel secondo mese, i guai fisici inevitabili, con una dolorosa periostite che ha fatto temere il naufragio dell’impresa, il sostegno e la partecipazione di molti amici altrettanto amanti delle lunghe distanze lo hanno però portato al traguardo: primi fra tutti Vito Piero Ancora, 34 presenze, Angela Gargano e Michele Rizzitelli giunti da Barletta, presenti 26 e 25 volte.
Difficile fare una valutazione della manifestazione.
Dal punto di vista tecnico, su una distanza non standard, seppur omologata, senza nessuna motivazione economica, ma solo amatoriale di partecipazione, la migliore prestazione è risultata quella di Stefano Romano 3h26’00”, quasi 13 km/ora; se parliamo di Caporaso per lui l’importante era finire, quindi ha corso al risparmio correndo 53 volte sopra le 5 ore, solo nell’ultima prova ha corso al suo ritmo abituale in 4h33’20”
Dal punto di vista numerico 123 atleti per un totale di 391 presenze-gara con una media di 6,6 ad ogni tappa, nonostante il costo dell’iscrizione fosse di 15 euro (20 la domenica), una cifra ragionevole considerando la complessità della gestione, una maglia tecnica come premio di partecipazione e medaglia agli arrivati nel tempo massimo di sei ore e mezza.
Un esempio da imitare, così presentava il suo tentativo di record Caporaso; torna alla mente Forrest Gump, che la gente aveva preso come esempio e guida, anche se alla fine, dopo più di tre anni di corsa, ammetteva di non sapere per quale motivo stesse correndo.
NdD. Fa piacere leggere il nome di Vito Piero Ancora tra i ‘compagni’ dell’impresa di Caporaso, seppure a debita distanza numerica (non fosse mai che volesse usurpare i record!): ricordiamo che dieci anni fa, in occasione del precedente “Guinness” di Caporaso, Ancora avrebbe voluto accodarsi all’impresa, ma ne fu dissuaso in maniere alquanto, diciamo così, persuasive. [F.M.]
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