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Mar 10, 2019 3753volte

Sara Dossena, personal best alla maratona di Nagoya

Sara Dossena impegnata in una mezza di Vittuone, nel corso della preparazione Sara Dossena impegnata in una mezza di Vittuone, nel corso della preparazione A.Barbieri

Forse comincia a non sorprendere più questa ragazza lombarda, che nella maratona giapponese di Nagoya, gara totalmente riservata al femminile (il che è un valore in più, data la mancanza di compiacenti pacer maschi), mette a segno un crono di assoluto rilievo: 2:24:00, che letteralmente polverizza il suo precedente personal best (2:27:53, Berlino 2018). Si tratta del terzo miglior tempo italiano “all time”, dopo quelli di Valeria Straneo (2:23:44, 2012) e Maura Viceconte (2:23:47, 2000).

Il passaggio alla mezza appare un po’ veloce rispetto alla seconda metà di gara, 1:11:17 contro 1:12:43, ma ciò è dovuto ad una prima parte leggermente più favorevole e al fatto che ha piovuto dopo circa 1 ora e 30 di gara.

Eppure si tratta solo della sua terza maratona, inevitabile pensare che ci possano essere ulteriori margini di miglioramento nella specialità.

Una sorpresa? Non certo per lei. Facile raccontare le cose dopo, ma questo è ciò che aveva dichiarato prima:

C’è solo da correre - le parole di Sara  - perché sto bene, arrivo qui preparata e parto fiduciosa. Anche gli ultimi allenamenti mi hanno detto che i ritmi nelle gambe ci sono, mi piacerebbe migliorare il record personale. La maratona è comunque una gara diversa da tutte le altre, lunga e imprevedibile, in cui conta la testa, ma non solo. Se si finiscono le energie prima del traguardo, non c’è niente da fare. Per me questa sarà la prima esperienza in una maratona tirata dall’inizio alla fine. Di solito né a New York né in un campionato come gli Europei si parte forte, visto che si pensa soprattutto alla posizione e alla tattica. Nelle altre ero arrivata in fondo ancora piuttosto fresca, stavolta è tutto da scoprire”

Insomma, rispetto per la distanza e le possibili difficoltà, ma anche consapevolezza dei propri mezzi, del proprio stato di forma, della voglia di riuscire. Dopo la botta di New York 2018, quando non aveva potuto gareggiare per infortunio, si è ripresa alla grande ed ecco il risultato.

Questo il commento del suo coach, Maurizio Brassini:

"Questa gara l’abbiamo studiata da tempo, la scelta di correre forte la prima mezza era assolutamente voluta, si pensava proprio ad un passaggio intorno a 1:11:30, ecco perché ha tirato per restare con le prime. Tutte correvano in questo modo, sapevano di rischiare qualcosa ma era giusto così. E la preparazione era improntata in questo modo. Doveva arrivare al km 34 col tempo di 1:55, e così è stato. Non è un percorso veloce come quelli delle maratone europee, il che mi fa pensare bene e positivo in prospettiva. Oggi Sara è molto più podista di ieri, ha abbandonato quasi totalmente la bicicletta".

Beh, visti i risultati… avanti a tutta, complimenti a Sara, ma decisamente anche al suo coach.

Per la cronaca la gara si è risolta a favore della namibiana Helalia Johannes (2:22:25), davanti alla keniana Visiline Jepkesho (2:22:58), terzo posto per Valary Jemeli (2:23:01). Sara Dossena è settima, in una manifestazione di alto livello.

Nelle prossime settimane sarà la volta delle altre azzurre a proseguire il percorso verso i campionati mondiali di Doha (settembre 2019), con la partecipazione ad una maratona: Giovanna Epis, Catherine Bertone, Valeria Straneo, Anna Incerti.

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