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Mar 26, 2019 Gregorio Fornarini

Stramilano per sessantamila: non passa la Ferrari!

Tutto quasi pronto Tutto quasi pronto Roberto Mandelli

C’è un uomo in giacca e cravatta. Sta guidando la sua Ferrari gialla in centro a Milano. E anche se è domenica, sta andando ad una riunione con importanti clienti. Dopo poco viene fermato da un blocco stradale. Non si può passare, ci sono le forze dell’ordine che hanno bloccato la strada. Lui un attimo aspetta. Poi guarda le lancette dell’orologio, poi il blocco stradale e di nuovo le lancette. A quel punto l’uomo in giacca e cravatta sulla Ferrari gialla urla: “Fatemi passare, ho i clienti giapponesi!”. Certo, ma quella mattina c’è qualcosa di trascendentale ed epico. Ed è la grandeur di Milano: passano i 7000 della Stramilano. Forse tra i 7000 ci sono anche i giapponesi, e il milanese in giacca e cravatta deve contarli uno ad uno per vedere se i suoi clienti sono tra i podisti.
Questo è il clima che si vive a Milano: strade chiuse, chi non corre delira, chi corre o è tra i 50 mila della 10km o tra i 7 mila della 21,1km. E’ la grandeur lombarda, tra le più importanti di Italia ed Europa. Era il 2016 la prima volta che la corsi, e all’epoca non mi ero ancora trasferito a Milano. Ora mi sono allenato a fare la mezza “di casa”.
A differenza di chi è a favore della corsa “naturale”, io sono un sostenitore della corsa “semplice”: devi avere meno cose possibili addosso (solo abbigliamento sportivo), se arrivi coi mezzi alla gara e in giornata, meglio; se fai la trasferta è meglio farla in gruppo, mai fare percorsi nuovi da soli, essere in grado di fare almeno 15 km senza bere, e se bevi è meglio che ci siano fontanelle sul percorso, perché più “snella” la corsa, meglio è. Per me è una manna non dover far strada per andare quindi alla gara: esco di casa, e il raccordo che c’è fino a piazza Castello è il riscaldamento.
Inizio con le procedure standard: consegna borsa al deposito, riscaldamento, stretching, qualche allungo e poi la parte più importante: le pubbliche relazioni pre gara. Ad una gara così partecipata è impossibile non trovare qualcuno che si conosce. Così qualcuno che sa che ho l’abitudine di arrivare presto mi fa “Ma alle nove ti stai già scaldando? Sei qui dall’anno scorso?”. - Non proprio… sono lì solo dalle sette di mattina. E sono arrivato a piazza Castello a passo di Moonwalk.
E allo stesso modo entro in griglia di partenza un attimo prima dello sparo. 3… 2… 1… boom si parte.
Purtroppo vedo una ragazza travolta dalla massa, che cade a terra, e altri che non riescono ad evitarla. Qualcuno le allunga la mano (ma solo per darle una mano). Poi a parte quell’incidente tutto il resto della gara è tranquillo, almeno secondo la mia esperienza. Durante la gara corro con Mara Minato fino a metà, poi sono costretto a proseguire da solo. Ma fortunatamente ho trovato altri con cui correre fino alla fine al mio stesso passo. Chiudo in 1:33:22, 777° assoluto su 7600 iscritti circa.
Dopo, con l’ex socio Valerio Carpi, andiamo in bar a farci una birretta: questi tipo di ristoro lo chiamo “la sacrosanta dieta dello sportivo”

Valutazione della gara (da 0 a 5 stelle)
Location e logistica: 5 stelle . Milano è sempre Milano, percorso in centro , piano, curve morbide ad eccezione di una indicativamente al 2 km a gomito
Servizi e personale: 4 stelle. Personale comprendendo sicurezza, forze dell’ordine, medici, e non dimentichiamoci i volontari e giudici FIDAL. Nei servizi c’erano ristori con spugnaggi, gare separate per partenze e orari, deposito borse presente e ristori presenti a distanza costante. Non do 5 stelle per l’assenza di docce e spogliatoi.
Organizzazione in generale e servizi in più dell’ordinario: 5 stelle. Organizzazioni varie tra società, comune, medici etc perfettamente cordinati tra loro. Flusso di persone gestito dando il pacco gara giorni prima della gara, partenza gestita a griglie, expo organizzata durante la consegna dei pettorali, un ottima risposta da parte del mercato (52 mila alla 10km e 7600 persone alla 21).
Organizzazione percorso: 4,5 stelle. Le due gare, 10 km e 21 km, gestite in due partenze e orari separati, fatte in pieno centro e gestite con griglie. In generale ho notato tifo su tutto il percorso soprattutto indipendentemente dal punto della gara. Unica pecca: la mezza sul mio gps misurava 21,38. Anche se non penso c’entri la società organizzatrice, ci sono state alcune persone travolte dalla massa alla partenza, che comunque non si sono fatte male al punto di dover chiamare l’ambulanza. Il motivo per cui non do 5 stelle, seppur molto veloce come percorso, è proprio per una questione di precisione: non era esattamente 21,0975 km. Infatti il mio tempo sarebbe stato un minuto in meno.
Media aritmetica: 4,5

NdR. Pareri rispettabilissimi; immaginiamo che il meno ‘probabile’, cioè provabile, sia quello sulla lunghezza effettiva, per una gara che dovrebbe avere tutte le certificazioni possibili coll’unico sistema consentito a livello ufficiale (attendiamo comunque indicazioni da altri che l’hann corsa).

Quanto all’organizzazione e alla “figura” generale, quest’anno ci sono mancate le proverbiali foto di Roberto Mandelli in giro lungo il percorso (dove ha rimediato in parte Carlo Vincenzi con le sue inquadrature davanti alla Scala e in altro punto del percorso, dove compaiono molti, ma non tutti i protagonisti ‘normali’, sia della 21 sia della Stramilano per tutti), e le riprese dall’alto al traguardo: e sappiamo che non è colpa di Mandelli ma delle ferree leggi del mercato. Però pensiamo che sia un punto in meno rispetto agli altri anni.

Quanto agli incidenti, il silenzio dei comunicati ufficiali è rotto da una serie di pezzi su “Leggo.it”, in particolare l’ultimo di Ernesto De Franceschi da cui ci permettiamo di stralciare, dando a Paolo Stefanini, atleta degli Urban Runners ma soprattutto medico all'ospedale Bassini di Cinisello Balsamo, il merito di aver salvato un collega 52enne che dopo un’ora e mezzo di gara aveva perso i sensi mentre correva la mezza maratona agonistica. Poco prima di lui una sua compagna di squadra, Ginevra Annoni, e un’altra atleta (ci risulta il nome di Sara, maratoneta e, nella vita, infermiera), si erano fermate a prestare i primi soccorsi, rimuovendo una barretta appena ingoiata che lo stava soffocando; poi è arrivato il dottor Paolo che l’ha rianimato con massaggio cardiaco. Il pronto intervento con defibrillatore e ambulanza di servizio ha completato il salvataggio del corridore, ricoverato in ospedale e ormai fuori pericolo.

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