Da Tuttadritta a T-Fast, ovvero le beccate tra i capponi
Il 14 aprile si è disputata a Torino la prima T Fast 10 K, che in realtà sarebbe la 17^ Tuttadritta se Chiabrera non avesse deciso di battere cassa a Team Marathon agli inizi di quest’anno ricevendo un deciso “non compro”.
Chi invece ha comprato i marchi Turin Marathon, Turin Half Marathon e Tuttadritta è l’organizzatore emergente, la Base Running di Alessandro Rastello e Alessandro Giannone, che due anni fa si è inventata la Maratona a tappe e lo scorso anno aveva fatto domanda, non accettata, per la Maratona Reale tra Venaria e Torino.
Da qui la proibizione a Team Marathon di usare i “marchi”, nonostante fossero nel calendario nazionale fin da novembre dello scorso anno.
Sono scesi in campo anche gli studi legali dei due contendenti, fino all’ultima boutade di Turin Marathon, nel frattempo riaffiliatasi alla FIDAL, che sul suo sito reclamizza la Turin Marathon il 3 novembre contro la T Fast 42 K, cosa poco credibile sulla base dei regolamenti FIDAL e del veto dell’assessore Finardi a due maratone su Torino, ma tutto fa spettacolo e mai dire mai.
Conseguenza immediata la levata di scudi della Città Metropolitana di Torino per bocca dell’assessore, che promette prima dell’estate un regolamento delle manifestazioni nella città di Torino ormai oltre il livello di guardia: tra FIDAL, EPS e non competitive siamo tra le 20 e le 30, cifre in continua evoluzione.
Altra conseguenza, da prevedere, ieri la T Fast 10 K ha visto arrivare sul traguardo della Palazzina di Caccia di Stupinigi 2431 podisti (1073 agonisti e 1358 non competitivi) contro i 4437 dello scorso anno (1360 + 3077), oltre 2000 in meno. Considerando che lo scorso anno la prima prova della Maratona a tappe, che quest’anno si chiamerà Tuttadritta, vide la partecipazione di 1568 podisti (538 + 1030), è pensabile che , forse, alla fine della fiera, si andrà in pareggio, ma ne valeva la pena ?
Intanto si è scatenata la “guerriglia” tra i supporter delle diverse fazioni: la UISP , dopo il “ringraziamento” a Base Running per la “morte” di Vivicittà a Torino, ha consegnato ieri la Coppa Vivicittà 2019, messa in palio fra le Società tesserate UISP, al GS Interforze col maggior numero di partecipanti.
E i podisti ? la partenza da via XX settembre è certo penalizzante rispetto a quella da Piazza San Carlo, ma non peggio, ad esempio, di quella della Santander di due settimane fa; inoltre il percorso è ancora più dritto di prima avendo evitato anche le piccole deviazioni delle rotonde, in conclusione i tempi registrati sono stati tra uno e due minuti inferiori a quelli della Santander e circa un minuto meno dello scorso anno.
Per chi non guarda il tempo resta la gioia di un percorso unico e suggestivo, che mantiene inalterato il suo fascino qualunque sia il suo nome (anche se chiami carciofo una rosa, sempre rosa rimane).
Più umile il dopocorsa, un piattino di pasta, che gli alpini portavano a rate forse sperando di non doverne cuocere altra, cinque premi di categoria : una maglietta con la scritta 42^ Stratorino …
Alla fine del lauto pasto pensavo alle beccate reciproche dei capponi di Renzo nei Promessi Sposi del grande Alessandro Manzoni (anche lui Alessandro…)
“Lascio pensare al lettore, come dovessero stare in viaggio quelle povere bestie, così legate e tenute per le zampe a capo in giù, nella mano di un uomo il quale, agitato da tante passioni, accompagnava col gesto i pensieri che gli passavan a tumulto per la mente (....) e dava loro di fiere scosse, e faceva sbalzare quelle teste spenzolate; le quali intanto s’ingegnavano a beccarsi l’una con l’altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura”.
E’ un’immagine che dovrebbe essere meditata dalla FIDAL, dagli Enti e anche dagli organizzatori; è ora di mettersi intorno a un tavolo e trovare le soluzioni più idonee per garantire non solo la sopravvivenza, ma il rifiorire del podismo, come quando al via della Stratorino eravamo in VENTIMILA.
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