Maratona di Londra: vincono Kipchoge e Kosgei, bene Rachik
Sfida spettacolo doveva essere e così è stato, anche se la padronanza assoluta di Kipchoge è stata chiara. Di certo non è stata Mo Farah contro Eliud Kipchoge, troppa differenza, perlomeno allo stato attuale. Benissimo Yassine Rachik, polverizza la sua precedente miglior prestazione (2:12:09), chiudendo al nono posto in 2:08:05.
Ha vinto Eliud Kipchoge col tempo record della manifestazione, 2:02:38 (precedente 2:03:05), a seguire due etiopi, Geremew (2:02:54, nuovo record personale) e Mule Wasihun (2:03:15).
Una gara che ha visto ben presto i protagonisti formare un gruppetto e correre su ritmi con proiezioni finale sotto le due ore e due minuti! (passaggio 5 k = 14:23, 10 k = 29:05) . Ritmi che hanno consigliato a Mo Farah di defilarsi in fondo, talvolta staccarsi, sempre assistito da una lepre a lui dedicata. Qui non ci si può certo dire che sia stata la sua consueta scelta di partire da dietro, di certo non vale quei tempi (o quantomeno non ancora). Sono tre le lepri affiancate a fare il ritmo, non c’è vento, ma stare “a ruota” ad oltre 20 km/h è vantaggioso. Yassine Rashik corre sin dall’inizio su tempi notevoli (passaggio ai 10 k in 29:49). Dopo il km 30 non ci sono più pacer, la testa della gara vede Kipchoge sempre in testa con Geremew, Kitata e Wasihun. Inizia la selezione, lenta ma inesorabile: prima di stacca Kitata, poi Wasihun e poi Geremew, davvero troppo forte Kipchoge, che pare aver controllato la gara in ogni singolo momento.
Tra le donne vince Birgid Kosgei in 2:18:20, nuovo record personale, davanti a Vivian Cheruiyot (2:20:25), quindi doppietta keniana. Terzo posto per l’etiope Roza Dereje, tempo finale 2:20:51. Solo quinta Mary Keitany, una delle favorite.
Una gara femminile relativamente più tranquilla, si corre per buona parte sopra i 3’20/km. Esplode dopo la mezza e ancora di più verso il km 30, con Kosgei, Cheruiyot e Dereje che staccano Keitany. E’ poi la volta di un’accelerazione impressionante di Birgid Kosgei, che vola diversi chilometri appena sopra i 3’/k. La gara sembra essere ad una svolta, ed invece Cheruiyot torna sotto. La Kosgei potrebbe avere un impatto negativo sotto il profilo psicologico e invece non è così: riparte, e questa volta l’azione è quella buona e definitiva.
Intanto giusto rilevare che c’è un bel pezzo di Italia in questa maratona di Londra 2018: Birgid Kosgei e Mosinet Geremew sono atleti della Rosa Associati, complimenti. Poi volevo ricordare una mia bella esperienza in Kenya, ci sono stato nel 2018 a visitare e “vivere” alcuni Training Camp del dottor Gabriele Rosa. Tra questi quello di Kapsait, quasi 3.000 metri di altezza, un posto dove è lecito chiedersi come si faccia a vivere, non c’è niente. Qui ho conosciuto Brigid Kosgei, uno scricciolo di poco più di 40 chili; aveva appena terminato un duro allenamento in salita, dopo questo ha fatto un altro po’ di strada per andare a prendere l’acqua con i secchi per farsi la doccia. Durante il pranzo ho chiaccherato a lungo con lei: timida, dolce, sempre sorridente, quasi imbarazzata dell’importanza che le veniva associata. Il dr. Rosa mi disse “guardala bene, e ricordala, questa è una grande atleta che molto presto diventerà grandissima”.
Eccola qua, a vincere Londra, dopo Chicago. Difficile pensare si fermi qui.
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