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Apr 30, 2019 Massimo Muratori 2019volte

Vezzano sul Crostolo (RE), 2° Trail delle Terre di Canossa

La partenza La partenza Marina Muratori

Difficile pensare che sulle prime alture reggiane, nelle terre di Canossa, si potesse tracciare un percorso trail di 42 km con tale varietà di terreni e con scorci  panoramici così suggestivi .

Si deve perciò dare atto all’ Atletica Reggio di aver avuto buon occhio nell’organizzare questa  seconda edizione del Trail delle Terre di Canossa che ha visto alla partenza 287 atleti suddivisi nelle tre distanze, che prendevano il nome dai punti salienti dei percorsi cioè Castello di Rossena  per la 42 km 2100 mt D+ con 73 concorrenti, Castello di Canossa per la 23 km 1050 mt D+ , la più partecipata  con 146 partenti e, infine, il Monte Gesso a definire la 10 km 600mt D+ con i suoi 68 al via.

Dicevo di un percorso, quello dei 42 km a cui ho partecipato , scaturito da una giusta miscellanea di sentieri, strade poderali, sentieri monotraccia, praterie, prati coltivati da circumnavigare ai bordi e, a volte, anche da attraversare su percorsi tracciati per l’occasione; e infine tratti asfaltati che, è la prima volta che mi capita, mi sono sembrati meno di quei quasi 7 km dichiarati dagli stessi organizzatori, che nel road book parlavano di un 16% di asfalto.

Da ricordare i vari attraversamenti di numerosi borghi medievali  (17 quelli dichiarati, ma non li ho contati),  molti dei quali perfettamente restaurati, il Bosco della Pentoma, la Riserva Naturale della Rupe Campotrera (per chi scrive il punto di maggior fascino di tutto il percorso), il Castello di Rossena, punto di controllo orario al km 27,5 da passare entro le sei ore dalla partenza, la base del Castello di Canossa .Tutto ciò ha reso piacevole la gara contribuendo non poco ad alleviare le fatiche di un tracciato comunque impegnativo con i suoi 2.100 metri di dislivello positivo ottenuti con salite mai troppo lunghe ma notevoli per pendenze e susseguentisi a brevi distanze l’una dall’altra in un mix taglia gambe in perfetto “stile appenninico“ .

Parlando brevemente della citata rupe Campotrera, si tratta di un massiccio vecchio di 170 milioni di anni formatosi a seguito di eruzione vulcanica sottomarina in quello che era l’Oceano Ligure-Piemontese, e che poi ha “viaggiato“ per molti km galleggiando su terreni argillosi fino a stabilirsi in terre reggiane: il contenuto di ferro delle rocce vulcaniche è responsabile del colore rossastro di questo enorme sperone roccioso di  450 metri slm, e da qui deriva il nome Rossena a indicarne la caratteristica. Posso dire che arrivare ai piedi di un simile Sasso dopo la discesa di un ripido sentiero nel bosco e attraversare la radura che si trova alla sua base è stata una vera sorpresa, e la sensazione provata di essere in un luogo fuori dal tempo  valeva la fatica della gara.  

La cronaca esige per completezza la menzione dei dettagli tecnici: partendo dalla sicurezza quasi mai ho visto uno spiegamento di forze della Croce Rossa così imponente e distribuito su tutto il percorso con fuoristrada, quad, ambulanze e decine di volontari;, passiamo alla tracciatura non eccessiva ma sufficiente, anche se a volte posizionata non perfettamente (dopo una curva e non prima ): credo comunque che nessuno si sia perso; ristori a livello di una maratona stradale come numero, addirittura otto tra liquidi e solidi (era possibile fare a meno di provviste personali); logistica molto buona per parcheggi, servizi docce (calde anche per noi delle retrovie) , pasta party con due portate abbondanti servite direttamente ai tavoli, pacco gara con ben tre bottiglie di vini locali e vari prodotti alimentari (finalmente cose utili e non la solita maglietta). Piccola caduta di stile la medaglia : un semplice dischetto di legno dipinto di bianco con le scritte a pennarello del percorso, data e finisher, corredata da un pezzetto di spago talmente corto da non poterlo nemmeno mettere al collo. Sarò antiquato ma a me la medaglia piace come ricordo di una gara, e deve avere un minimo di appeal; quando è di legno già non entra tra le mie preferite, e se poi non è proprio bellina non mi dice nulla.
Ovviamente è parere personale che nulla toglie al valore di una gara che ha tutti i numeri per crescere e diventare un punto di riferimento per le gare emiliane e non solo, e visto che il passaparola in questi casi è buona pubblicità, mi sento sicuramente di consigliare a tutti questo giovane Trail delle Terre di Canossa.

I vincitori. 42 km: Glauco Nedrotti e Rossella Munari (Sampolese)

23 km: Alessio Gatti (ASD 3T) e Jane Bethany Thompson (Atletica Reggio)

10 km: Claudio Franchi (Atl. Castelnovo Monti) e Sabrina Polito (Atletica Reggio)

Informazioni aggiuntive

Fotografo/i: Domenico Petti
Fonte Classifica: Uisp Reggio E.

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