18^ Cracovia Marathon: uwaga! voda, voda, voda…
28 aprile - La maratona di Cracovia ha fatto registrare il nuovo record maschile sulla canonica distanza di km 42,195, esattamente come verificatosi in quella della concomitante di Londra. Nella maggiore maratona polacca, il keniano Cyprian Kotut ha fermato il cronometro con un dignitoso 2h 9’ 18”. Se avesse gareggiato a Londra, però, si sarebbe classificato “solo” dodicesimo a 7 minuti e 19 secondi dal suo connazionale Eliud Kipchoge che là ha vinto con lo stratosferico tempo di 2h 2’ 37”, dopo essere divenuto detentore anche del primato mondiale sulla distanza in 2h 1’ 36” stabilito il 16 settembre 2018 a Berlino. Ma la maratona di Londra, come si sa, al pari di quella di New York, è diventata una macchina da soldi, infatti c’è bisogno di un portafogli a soffietto per iscriversi e per soggiornare nella megalopoli britannica. Perciò la faccenda, per quanto mi riguarda, non mi attrae e preferisco optare per mete economiche.
La maratona di Cracovia è bella e ben organizzata e rispecchia l’attuale invidiabile andamento economico e socio-culturale della Polonia, dove si prevede che, quest’anno, il P.i.l. si attesterà a un + 3,8%. Ho avuto conferma durante il soggiorno di quattro giorni nella capitale culturale (ne ha pieno titolo) della Polonia, che i polacchi sono un gran popolo. Si sono risollevati dall’invasione nazista e poi da quella comunista e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: Cracovia (come i dintorni, in particolare Wieliczka) è una città meravigliosa con rilevanti monumenti e parchi curatissimi, servita da una fitta rete di mezzi pubblici efficienti e puliti. Insomma, c’è alto senso civico tra la gente, ivi compresi i pochi disperati che ho incontrato, in cui ho notato con stupore, abituato generalmente dalle mie parti a fare lo slalom tra le deiezioni canine sugli ammalorati marciapiedi, che questa dignitosa gente non gettava a terra nemmeno i mozziconi delle sigarette contribuendo così al decoro della città. Facendo i dovuti paragoni con quello cui si assiste a Roma (una discarica a cielo aperto), c’è solo da vergognarsi, e non ci basta andare avanti con le rendite del fu Impero romano e del Rinascimento. Non se ne può più: perciò diamoci una svegliata! armiamoci di ramazza come la dignitosa persona anziana che raccoglieva nella giornata grigia e uggiosa di sabato, le poche cicche di sigaretta tra i binari della stazione ferroviaria di Oświęcim-Brzezinka (Auschwitz/Birkenau), doverosa escursione per qualche ora di raccoglimento.
Le previsioni meteo sono state rispettate: “Uwaga! voda” (attenzione acqua). La maratona di Cracovia si è svolta tutta sotto la pioggia continua ma non fastidiosa, a parte il freddo vento contrario che soffiava sul lungo Vistola fino al possente castello di Wawel. Due grandi tendoni in Piazza Mercato accoglievano i maratoneti per ripararsi dall’acqua. Venerdì, invece a Cracovia era scoppiata l’estate tant’è che nell’ostello dove ho alloggiato a pochi passi dalla partenza/arrivo nella citata scenografica e vastissima Piazza Mercato, si è dormito con le finestre aperte. Bizzarrie climatiche non poi così rare in questa stagione, contrariamente a quanto avvenuto poi domenica durante la maratona soprattutto al rientro nella “Stare Miasto” (città vecchia) in cui ho assaggiato il vento freddo che arrivava dai Carpazi, che Primo Levi definiva feroce.
Dei 5302 partenti si sono classificati in 5183. La partecipazione straniera è stata marginale. Il percorso, a parte la parte iniziale e finale, si snoda lungo la periferia della città ed è in parte condiviso con la viabilità ordinaria. Se devo sollevare qualche osservazione sulla manifestazione, ho registrato che la corsia riservata ai maratoneti in alcuni tratti aveva una spazio limitato, tuttavia con l’ottimo stato del manto stradale, le pozze non profonde in cui sono incappato sono state veramente poche. I rifornimenti sono risultati fitti, se non esagerati, con alimenti solidi già dal primo ristoro, compresa la cioccolata. L’acqua fredda, però ha mi creato dei problemi intestinali. Forse i pieroghi che ho gustato a cena (imparentati coi ravioli) hanno fatto da catalizzatore, imponendomi tre soste forzate. In merito non avevo il coraggio, pur in uno stato di impellente necessità, di andare per cespugli, tanto è curato l’arredo urbano anche nella periferia: sarebbe stata un’offesa imperdonabile alla città, e ho usufruito dei WC chimici disseminati lungo il percorso. Una città in festa per la maratona, un centro storico splendidamente addobbato per l’occasione, un arrivo sotto la magnifica cattedrale di Santa Maria nella città di San Giovanni Paolo II: non si può pretendere oltre.
Un po’ di orgoglio nazionale si è in me destato durante la visita al Museo nazionale di Cracovia davanti all’opera di messer Leonardo da Vinci “La Dama con l’ermellino”. Infine, consentitemi l’unica nota stonata nei confronti dei polacchi: per Dio, non esagerate con l’aglio! le zaffate che ho dovuto subire durante il mio soggiorno sono risultate insopportabili!
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