Cison di Valmarino (TV) - 4° Trail del Gevero
Basterebbero le credenziali di presentazione: 46 km, 3.260 metri di dislivello positivo, data 5 novembre, per catalogare la gara tra quelle di non scarso impegno.
Aggiungiamo le previsioni meteo che davano pioggia praticamente certa per gran parte della giornata, mettiamo che la pioggia si è tramutata in tempesta con venti che, sul crinale del Col de Moi a 1358 m. di quota, a mio avviso hanno raggiunto gli 80/90 km/h rendendo la pioggia una vera scarica di mitraglia, e la temperatura molto vicina a quella di magazzino frigorifero; non dimentichiamo i sentieri trasformati in ruscelli e le discese in vere piste di pattinaggio sul fango, aggiungiamo una spruzzata di “tratti altamente tecnici “ come avvisavano i cartelli messi sul percorso dagli ottimi organizzatori, e avremo una discreta idea di quanto sia stata la 4° edizione del Trail del Gevero.
Gli organizzatori, ”Associazione Amici del Rifugio dei Lof”, hanno dovuto affrontare una condizione meteo al limite della praticabilità dovendo, a gara in corso, modificare il percorso accorciandolo di circa 8 km per evitare l’ascensione al succitato Col de Moi; da molti commenti a fine gara però tale decisione ha creato alcuni inconvenienti, non essendo stata recepita in modo univoco dai concorrenti: alcuni dei quali hanno effettivamente accorciato il percorso mentre altri hanno comunque fatto l’integrale. Personalmente ho incrociato un concorrente che correva in direzione opposta alla mia proprio all’inizio della salita in questione, alla mia domanda su chi stava sbagliando strada mi ha detto di essere stato deviato dagli organizzatori, mentre chi scrive e almeno un’altra decina di corridori siamo saliti alla cima come da programma originale.
Deviazioni a parte, un doveroso riconoscimento va all’organizzazione per aver comunque saputo gestire la competizione in totale sicurezza mantenendo sul percorso decine di volontari; che sfidando freddo acqua e vento erano a presidiare i punti più pericolosi e i vari incroci. I ristori sono sempre stati forniti di cibi dolci e salati e bevande calde, e sono certo che in quelle condizioni non deve essere stata cosa di poco conto.
Parlando del percorso possiamo semplificare, dicendo che il non indifferente dislivello è ben distribuito su tutta la gara con tre salite e relative discese: nei primi 18 km che sommano circa 1600 mt positivi portandoci sulla cima del Monte Cimone con un ultimo tratto veramente impegnativo su rocce a fortissima pendenza, per poi discendere al 24° km da dove si riprende un carosello di salite e discese con il punto più alto della gara (Col de Moi), fino al 40° km dove inizia la discesa che porterà al traguardo. Non si deve pensare però che si parli di autostrada, in quanto proprio qui sono concentrati quei “tratti altamente tecnici” che, ancor più con fondo scivoloso, chiedevano la massima attenzione e non troppa fretta (confesso che la necessità di scaldarmi un pelo mi ha indotto ad un’andatura non consona ai miei soliti standard di prudenza, ma il santo protettore dei tapascioni mi ha tenuto d’occhio).
Carino il tratto finale di circa 1 km che costeggia un torrente e percorre una passeggiata attrezzata all’interno di un parco; purtroppo come per il resto della giornata la nebbia ha limitato la visibilità a pochi metri vietandoci la veduta di paesaggi che si possono intuire di notevole bellezza.
Pasta party di buon livello con ottima pasta al ragù o pasta e fagioli, salumi e acqua, e a un prezzo onesto anche per gli accompagnatori; pacco gara con un bellissimo e utile gilè tecnico di nota marca.
Concludendo, una bella gara con terreni per tutti i gusti: sentieri monotraccia, carraie corribili, salite e discese dure e tecniche, asfalto quasi nulla, panorami (ci fidiamo …) notevoli.
Ordine di arrivo della 46 km
1° Fulvio Dapit 4h 48’ 24”
2° Christian Modena 4h 49’ 39”
3° Enzo Romeri S. T.
Donne:
1° Cristiana Follador 6h 16’
2° Tina Sbrissa S. T.
3° Federica iachellini 6h 28’
Partenti 257
Arrivati 225
Gara 26 km
Partenti 529
Arrivati 515
Staffetta 46 km
Partenti 19
Arrivate 17
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