Huangyaguan (Cina), 18 maggio: Maratona della Grande Muraglia
E’ inutile perder tempo a scegliere l’agenzia viaggi italiana per partecipare alla The Great Wall Marathon. L’una vale l’altra, nel senso che non fanno niente. Tutto è meticolosamente organizzato da “Albatros Adventure Marathons”, società danese specializzata in manifestazioni d’avventura in siti di eccezionale bellezza naturale o di rilevante significato storico-culturale. Hotel, ristoranti, guide turistiche, itinerari ed eventi collaterali sono fissi e prestabiliti, e non sono ammesse varianti. Solo il viaggio aereo, difficilmente gestibile in modo univoco per una gara che raccoglie partecipanti provenienti da tutti il mondo, è lasciato all’iniziativa del singolo o alle agenzie convenzionate. I cinesi per adesso stanno a guardare, e imparano. Sono consapevoli che soltanto un’organizzazione europea può portare dalle loro parti un così alto numero di danarosi occidentali. Al momento opportuno, salutato l’ospite, si metteranno in proprio.
L’avventura inizia martedì 14 maggio, ed ha avuto ritmi cinesi di fatica. L’Airbus Industrie A380-800 dell’Emirates parte da Roma-Fiumicino alle 15:25 per atterrare alle 23:25 a Dubai; riparte alle 04:00 per giungere a Beijng (Pechino) alle 15:25 di mercoledì 15 maggio. Le pratiche burocratiche sono relativamente veloci nonostante l’immensità dell’aeroporto. Procede, invece, a passo d’uomo il bus che ci porta all’hotel, accerchiato da un’infinità di macchine. Trenta anni fa, quando ci sono stato per la prima volta, infinite erano le biciclette e numerosi come le formiche erano i pechinesi che nei prati circostanti praticavano il Qi gong, la ginnastica dolce, vecchia di 4.000 anni, che abbinata al respiro, senza farti sudare, rilassa il corpo, rallenta la mente, diminuisce lo stress, e ti riempie di energia vitale. E’ buio quando si giunge al Radisson Blu, 4 stelle.
Suona alle 5:00 la sveglia, giovedì 16 maggio. Il pullman ci porta a Huangyaguan, distante 117 km. Rose a non finire lungo i moderni viali di Pechino (24 milioni di abitanti), e siepi tagliate a formare rigorose figure geometriche. Lo spettacolo continua nell’autostrada e nelle strade secondarie, ai cui bordi i tronchi degli alberi sono trattati con bianco-calce per 1 m di altezza.
A Huangyaguan appare la Grande Muraglia. Lunga circa 8.000 km, è disposta lungo i confini settentrionali della Cina, e va dal Mar Giallo fino alle propaggini del deserto di Gobi. E’ alta 7- 8 m, larga 6,5 m, ha torri di guardia scaglionate a 120 m di distanza una dall’altra che consentivano, mediante segnali luminosi, di trasmettere l’allarme alle guarnigioni. Fu iniziata nel V secolo a. C., ebbe un’accelerazione dei lavori tra il 221 e il 207 a.C. e fu ultimata nei secoli XV e XVI. Venne concepita come una linea fortificata fra il mondo cinese e quello turbolento dei cavalieri barbari delle steppe. Di fatto, si rivelò una protezione insicura contro i terribili e potenti invasori provenienti da nord e ovest. Fu inutile quanto la linea Maginot, aggirata una prima volta dai tedeschi nel 1940 e una seconda volta dagli alleati nel 1944.
Huangyaguan è una delle circa 32 sezioni visitabili in cui è suddivisa la Grande Muraglia, e vi si accede mediante due ingressi: Huangya Pass (ingresso principale, ingresso ovest) situato a 250 m s.l.m. e il Taiping Mountain Stronghold (ingresso est) situato a 400 m s.l.m. La distanza tra i due ingressi all’interno della muraglia è di 3,5 km, ed è questo il tratto di Muraglia attraversato dalla maratona. Poco dopo la partenza, si penetrerà nella Muraglia da Taiping Mountain e si uscirà da Huangya Pass; poco prima dell’arrivo si rientrerà da Huangya Pass e si uscirà da Taiping Mountain. Pertanto, il percorso effettivo nella muraglia propriamente detta sarà di 7 km.
Il Marathon Village è situato in Yin Yang Square adiacente lo Huangya Pass. E’ questa piazza il luogo della partenza e arrivo della maratona, e dove per un paio d’ore ci vengono fornite dettagliate notizie sulla gara.
Terminato il briefing, una fila di bus trasferisce atleti e accompagnatori al Taiping Mountain, presidiato dall’imponente statua del generale Qi Jiguang, sotto la cui supervisione fu costruito questo tratto di muraglia. Da questa entrata posta in altura, una delle sette meraviglie del mondo appare in tutta la sua maestosità. Sotto i nostri occhi si allunga un serpente di pietra merlato, rinforzato da bastioni, disseminato di torri di forma diversa e di avamposti. L’interno è un susseguirsi di scalinate che smorzano l’altimetria. Segue il profilo irregolare della montagna, e in alcuni punti è così ripido e scosceso da dare l’impressione che s’inerpichi in maniera verticale, lunga scala che si elevi fino al cielo.
Il tratto di Huangyaguan è considerato una miniatura della Grande Muraglia. Venne costruito nel XV sec., ma è tutto rifatto con mattoni e malta del XX sec., ad eccezione della torre detta “N° 5” riproposta con pietre senza malta come era in origine.
Siamo stati catapultati fin quassù non per fare i turisti, ma per familiarizzare con il percorso. Ci tocca fare i 3,5 km che ci separano dall’altra uscita posta in basso, e raggiungere la piazza. E’ una serie innumerabile di gradini in mattoni o pietra di diversa forma, altezza e larghezza, che bisogna salire e scendere senza che ci sia un solo metro di percorso piano. Quelli in pietra sono scivolosi, ma provvidenziali corrimano danno sicurezza. L’ultimo chilometro è una lunga scalinata verticale che piomba a precipizio nella sottostante piazza, non proprio l’ideale per chi soffre di disturbi labirintici. Ci sono 30 gradi, l’aria è afosa e il tasso di umidità alto. Si spera in condizioni meteorologiche più favorevoli il giorno della gara, altrimenti saranno guai. Per il pernottamento si parte per Jixian distante 45 km.
La giornata di venerdì, 17 maggio, è dedicata al turismo. Si visitano il mercato locale e le Tombe Qing, ultima dinastia cinese caduta nel 1912, e pranzo a base di specialità locali.
Il giorno della maratona, sabato 18 maggio, la sveglia suona prima che il gallo canti. Il pullman parte alle 5:00 e impiega un’ora per raggiungere la località della gara. Tutti visi occidentali quelli che affollano Yin Yang Square; gli occhi a mandorla bisogna cercarli con il lumicino, e non è detto che siano cinesi. La Muraglia ricorda loro fatiche, sudori, morti, invasioni e guerre:
“Si costruisce la muraglia, con grida roche e tristi;
La luna e la via lattea sembrano basse al suo confronto.
Ma se non le toglievano, le ossa bianche dei morti
Sarebbero giunte all’altezza della Grande Muraglia.”
Sul palco si alternano bande in costumi orientali che suonano musiche occidentali. Siamo in pieno maggio, il termometro segna 28°, l’umidità è alta, e all’improvviso risuonano le note di Jingle Bells. Non mancano danze ed esercizi ginnici come riscaldamento pre-gara. I neozelandesi non resistono alla voglia di sfoggiare il Haka, che dovrebbe essere una danza di guerra per spaventare gli avversari. Roteano e spalancano gli occhi, digrignano i denti, fanno linguacce, emanano suoni acuti e striduli, si percuotono violentemente il petto, gli avambracci e le cosce. Più che intimidire, fanno ridere.
Dalle 7:30 viene dato il via alle cinque ondate di partecipanti, distanziate di 10 minuti. Usciti dalla piazza, ci si inoltra nei tornanti di una strada di montagna che in 5 km sale da 250 a 400 m. A questo punto si entra nella Grande Muraglia propriamente detta attraverso il Taiping Muntain. Ha inizio una scalinata con un cammino di ronda largo 5 m che permette una corsa spedita. Si entra e si esce da torrette di avvistamento e avamposti. In 2,5 km si raggiunge il punto più elevato del percorso situato a quota 493 m, da cui si ammira un bel panorama delle zone circostanti. Poi si comincia a scendere, i gradini sono stretti e si formano frequenti imbottigliamenti, sono scivolosi e ci si aggrappa ai corrimano. In 1 km si giunge verticalmente a 250 m per planare nella piazza, dove dopo 8,5 km termina la Fun Run. Si sono contati 2582 gradini.
Usciti dalla piazza, la maratona e la mezza maratona abbandonano la muraglia e imboccano strade asfaltate o sentieri ghiaiati: si corre lungo la Highway Streth fino al villaggio di Duanzhuang. Successivamente si raggiungono Xiaying e Chedaoyu. Si viene a scoprire un’altra Cina, con abitati attraversati da strade fangose e case da terzo mondo. La campagna si presenta ubertosa, coltivata a pere, mele e noci a non finire. Al 24° km si sale fino a 390 m per scendere a 290 m e risalire a 340 m al 28° km. Tutta pianura fino al 34° km, dove si ritorna in piazza. Qui, o si transita entro 6 ore o si viene tassativamente fermati.
Si rientra nella muraglia per correrla in senso inverso, da Huangya Pass a Taiping Mountain. Dopo tanti chilometri, la scalinata verticale di 1 km si presenta come un muro insuperabile. Ci si aiuta facendo leva sul corrimano, procedendo carponi o prendendo fiato col sedersi su qualche gradino. Generale è la convinzione dell’essere aumentati i gradini in questa seconda tornata. Quando si esce, i gradini sono stati complessivamente 5164. Gli ultimi 5 km sono di facile discesa. In Yin Yang Square bisogna giungere entro 8 ore, e non si fanno sconti.
Percorso perfettamente segnalato e presidiato, assistenza medica eccellente, buoni i ristori e acqua in abbondanza. 645 gli arrivati nella maratona, 628 nella mezza maratona e 206 nella Fun Run. A gara ultimata il pullman ci porta a Pechino per il pernottamento.
Domenica, 19 maggio, visita turistica in Piazza Tienanmen, alla Città Proibita, Tempio del Cielo, Altare Circolare, Celeste Volta Imperiale, Tempio della Preghiera e pranzo per assaggiare la famosa anatra alla pechinese. In serata, Gala Dinner, tanta musica, filmato della gara, cocktail e buffet al Beijing International Hotel Convention Center.
Lunedì, 20 maggio, alle 03:30 il bus ci porta all’aeroporto. Ci attende un volo a ritroso di 16 ore, più 4 di attesa.
Non si può finire di parlare di Cina senza aver menzionato almeno una volta Mao, autore di 40 milioni di morti e altrettanti aforismi: “Non sei un vero eroe se non sali sulla Grande Muraglia”.
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