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Set 09, 2019 Sebastiano Scuderi 6637volte

Assoluti di Canelli, cronaca di un naufragio

Gruppo femminile di testa Gruppo femminile di testa Bio Correndo - https://deandreafausto.blogspot.com

Domenica 8 settembre (76 anni dall’armistizio) va in scena a Canelli (la città delle cantine sotterranee di Gancia, Bosca e tante altre ditte che hanno portato gli spumanti locali a essere proclamati patrimonio mondiale Unesco) il Campionato Italiano Assoluto di corsa su strada dei 10 km: 937 iscritti, compresi noi 263 “tapascioni” impegnati nel Campionato regionale di società su strada.
A Canelli si svolge da 25 anni la manifestazione “Sulle strade dell’assedio” con partenza  nella città vecchia davanti al Comune, 300 concorrenti al massimo e non di grande caratura, quindi nulla da dire se si parte in un budello: ma questa volta speravo che non fosse così.

Arrivo a Canelli e trovo le indicazioni logistiche, che a un certo punto si biforcano: da una parte gli spogliatoi del campo sportivo (a circa 600 metri), dall’altra il ritrovo e la consegna dei pettorali.
Arrivo al parcheggio, 300 metri di camminata e trovo il primo gonfiabile di colore azzurro senza indicazioni, solo il logo dello sponsor,  davanti al Comune; 100 metri più in là, nel punto più stretto, un altro gonfiabile, dovrebbe essere l’arrivo.
Cominciamo male, penso.
Cerco il deposito borse, ma non c’è; per fortuna ci sono sei gabinetti chimici, almeno quelli.

Prima partenza alle 9 con le Allieve impegnate su sei km.
Lo speaker, chiaramente alle prime armi, collocato alla partenza cerca di scaldare l’ambiente; non c’è un altro speaker all’arrivo, ma non è un Campionato Italiano?
Primo passaggio delle 30 Allieve con un quintetto in testa, al secondo passaggio lo speaker  “lancia la volata”, le ragazze di testa pensano di essere arrivate in quanto sul dispositivo tecnico si parla di due giri, e scattano verso la vittoria del titolo italiano, ma il battistrada in bicicletta prosegue. Medaglia al collo prontamente ritirata alla prima, Arianna Reniero: “C’è ancora da fare un pezzetto per arrivare ai 6 km” (i due giri sono di 2900 metri). Ripartenza e la provvisoria “campionessa italiana” diventa quinta.

Ricorso della Società e lunghe discussioni: alla fine il titolo va alla savonese Aurora Bado, arrivata con 10” di vantaggio sulla Reniero.

Partono le 180 Junior, Promesse e Senior femminili, il numero contenuto consente una partenza senza grossi problemi, che però si presentano all’arrivo: chissà perché il battistrada sbaglia  a contare e fa compiere un giro supplementare alle atlete, che così coprono 12,900 metri, in quanto il percorso per gli assoluti è su due giri da 3550 metri e uno (non due) da 2900. Per evitare questi disguidi non si potrebbe mettere un contagiri gestito da un giudice come si fa in pista?

Ma non basta: il patatrac capita alla partenza dei 450 Junior Promesse e Senior maschili, un numero di partenti spropositato per uno spazio così angusto: o si fanno due serie in base ai tempi o si creano delle gabbie di partenza, è in palio il titolo italiano, non la fiera della Douja.

Pietro Riva, albese delle Fiamme Oro, tra i favoriti, viene travolto in partenza assieme ad un altro atleta, arrivano due ambulanze per assistere gli infortunati, mentre il gruppone percorre il primo giro in poco più di 11 minuti e si trova la strada completamente ostruita: stop della gara, ovviamente.
Per colmo di sfortuna la terza ambulanza disponibile è partita con Michela Cesarò stramazzata a terra dopo l’arrivo delle donne, si parla di appendicite (notizia da verificare), così bisogna aspettare che le ambulanze rientrino da Asti, dove tutte quelle disponibili sono impegnate in una importante manifestazione.

La nuova partenza viene data due ore dopo, alle 12,30, sorvolando su un altro problemino regolamentare che non ha avuto (spero) conseguenze sulla manifestazione: la call room. A cosa serve? a verificare l’identità degli atleti che si devono presentare con un documento di riconoscimento almeno 20/30 minuti prima della partenza. Verificata la loro identità gli atleti DEVONO restare in uno spazio CHIUSO dal quale non devono/possono uscire (per ovvi motivi). La call room di Canelli era un tavolino all’uscita di una stradina a fianco del Municipio con due giudici che registravano il documento, ma poi l’atleta scorrazzava tranquillamente sulla strada senza alcun controllo. Non si poteva fare DENTRO il Municipio e far riscaldare gli atleti nel giardino interno con un giudice al cancello? Oltre a tutto, con la pioggia dalle 8 alle 9 le giudici si son dovute spostare in un riparo improvvisato.
Alla seconda partenza degli Assoluti, gli atleti rimasti (molti sono andati a casa) avrebbero dovuto ripassare dalla call room (nelle DUE ore di attesa 20 minuti si potevano trovare).
In compenso, dalla call room sono dovuti passare anche i Master della gara regionale, con conseguente affannosa ricerca del proprio documento d’identità.
Nel frattempo, tornando allo sport 'giocato',  Lorenzo Dini  conquista il titolo italiano precedendo Nekagenet Crippa, della Trieste Atletica e Omar Boumer della Pol. Sant’Orso. Tra le donne,  Fatna Maraoui prevale su Giovanna Epis e Valeria Straneo (davanti a loro sono giunte, ‘fuori concorso’, Clementine Mukandanga, del Runner Team ’99 di Volpiano ed Asmae Ghizlane del Caivano Runners).

Noi poveri tapascioni, re-identificati, alle 13,30 finalmente possiamo partire: dei 260 iscritti la metà è andata a casa, hanno la mia comprensione, “il caffè è un piacere, se non è buono che  piacere è ?” diceva una vecchia pubblicità. Di bollicine forse ne hanno avute abbastanza.

Informazioni aggiuntive

Fonte Classifica: Comitato Organizzatore

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1 commento

  • Link al commento Alessandro cevrero Giovedì, 12 Settembre 2019 10:12 inviato da Alessandro cevrero

    A questo disastro aggiungiamo anche il pacco gara: consegnato entro le 9.15. chi parte alle 11.30 doveva arrivare più di DUE ORE E MEZZA PRIMA per ritirarlo. Molti sono rimasti senza. Oltre al danno la beffa. Gara molto negativa, non penso di partecipare mai più.

    Rapporto

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