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Apr 13, 2020 3458volte

Maratone della Speranza: avanti tutta!

Il Duomo di Milano, uno scorcio sul Lido di Gozzano (sede partenza Quadrortathon); alcuni dei protagonisti Il Duomo di Milano, uno scorcio sul Lido di Gozzano (sede partenza Quadrortathon); alcuni dei protagonisti

Partita l’iniziativa “Maratone della Speranza”, dopo Milano Resisti Marathon (5 aprile) è stata la volta della “Donando sul Lago Dorato”, il lago d’Orta, che ogni anno ospitava la Quadrortathon. Pronti, via ed i risultati sono già più che lusinghieri, siamo già a quota 17.000 euro….. già, perché per una volta non si racconta di iscritti e classificati, di personal best e di grandi atleti. No, il progetto vuole fortemente sostenere la raccolta di fondi, beneficiario è la Protezione Civile, ma può essere qualunque altra destinazione a sostegno economico dei grandi problemi del nostro paese.

Ognuno ha affrontato la sua prova in solitudine, ovviamente, per il rispetto delle regole; ognuno lo ha fatto come credeva e soprattutto come poteva. I più fortunati avevano un giardino o un corsello dei box, ma non si sono per nulla scoraggiati nemmeno quelli che hanno dovuto arrangiarsi sul balcone, o dentro il proprio appartamento.

Ad ognuno era richiesto di raccontare la propria esperienza, lo hanno fatto in molti. Devo dire che diversi post mi hanno colpito, certamente ho avvertito all’inizio un po’ di tristezza, è difficile per persone abituate a macinare chilometri inventarsi qualcosa, ma poi ha avuto il sopravvento la bella sensazione di chi volesse “fare”, il desiderio di “esserci”, di partecipare anche senza chip e pettorale. Ho estratto alcuni di questi racconti, talvolta accorciandoli, ma evidenziando i passaggi più curiosi, interessanti. Anche in qualche modo emozionanti.

Pasquale Castrilli Sacerdote

Ho corso la Milano Marathon il 2 aprile 2017. Una delle mie 13 maratone corse finora. Ho bei ricordi di quella giornata in un contesto nuovo per me: conosco poco Milano e la Lombardia… Correre oggi la Milano Resisti Marathon mi ha riportato inevitabilmente a quel giorno. Solo che oggi ho corso i miei 12 km in casa, o meglio nel giardino di casa, in Sicilia, dove vivo da sei anni. La ‘reclusione’ di questi giorni è un po’ più leggera con questa bella iniziativa delle 11 maratone. Anch’io spero di correrle tutte. Un pensiero per i medici e gli infermieri e per quanti sono in prima linea per contrastare il coronavirus. Ho fatto la mia parte donando qualcosa all’Ospedale papa Giovanni XIII di Bergamo.

Ettore Comparelli, socio CSMI

"Week end bestiale! Dopo la 1° Straincasa di ieri, corsa in salita sulle scale di casa oggi ho partecipato alla prima delle "11 Maratone della speranza" ideate la Paolo "CosiParlòZaratustra" Gino, presidente del Club Supermarathon Italia: la Milano RESISTI Marathon, la gara di casa. Ho partecipato in "modalità staffetta" partendo dai Giardini Comparelli per dare il cambio in Piazzale sa-Lotto. Mi ha fatto compagnia Mister Ciop mentre faceva colazione. Cricetando tra giardino e parcheggio box ho completato i 10 chilometri della mia frazione della staffetta Marziana "Pelegrìn che vien da Marte, el và el biròch" conLaura Michelucci, Masssimo Colombo e Giovanni Gaboardi. Al termine il ristoro di Maria Grazia era come sempre all'altezza della situazione e ... mi ha riempito di gioia!"

Paolo Farina socio CSMI

Correre una maratona in giardino, su un marciapiedi di mezzo metro, rasente alle mura di casa.

Correre non essendo preparato…………su un circuito di poco più di 40 metri, per circa mille giri, con 4000 curve ad angolo retto…..Correre e portare a termine i 42,195 metri in 6h46’…..Correre e sapere che qualcuno ti starà dicendo: “Chi te lo fa fare?”, “Così pensi di cambiare il mondo”, “Hai la capa fresca”, “Sei un incosciente, un privilegiato, pensa a chi non sta bene!”

Già. Proprio così. Un pazzo, un irresponsabile, un narciso, un sognatore. Un megalomane.

Eppure…. c’è un oppure. C’è sempre un oppure. Perché la realtà è ambivalente e non si riesce mai a mettere tutti d’accordo: ognuno la legge come può e vuole. Si può correre per incoscienza, per dipendenza da endorfine, per narcisismo e mania di protagonismo. Oppure no.

Oppure si può correre perché non ci si arrende. Perché si avverte il dovere di seminare speranza. Perché si crede nel potere dei segni. Perché si vuole attivare una catena di solidarietà. Si può correre per chi non ce l’ha fatta e per i suoi cari che lo piangono. Per chi sta lottando e per chi se prende cura. Per le tre sirene spiegate che senti riecheggiare mentre porti avanti la tua fatica. Per i due amici a cui hai dedicato questa gara: Vincenzo, strappatoci 10 giorni fa; e poi lei, l’amica che non vuol essere nominata, ma che sta correndo la maratona più difficile, e tu ti senti piccolo piccolo…

Si può correre con centinaia di amici del Club Supermarathon Italia che stanno facendo la stessa cosa, ora, insieme a te, sulle terrazze, nei garages o nei salotti delle loro case. Si può correre con gli amici di sempre, i “Festaioli”, che non sai quando rivedrai. Ma che sono qui con te: e dentro di te. Si può correre con chi non ha mai corso, ma che oggi mette le scarpette di ginnastica e posta video dal suo balcone per non farti sentire solo.

Si può correre per chi ti ama e tu ami. Ma anche per chi non ti conosce né capisce. Si può correre per Milano, perché il 5 aprile ci sarebbe stata la maratona di Milano e noi del Club Supermarathon abbiamo voluto lanciare la “Milano Resisti Marathon” e oggi siamo tutti di Milano: anch’io, terrone che ora vive e lavora al Nord.

Si può correre per seminare resilienza. Oppure no. Oppure sì. In-sì-eme. A ognuno la sua scelta. 

Paola Grilli socia CSMI

Ho corso oggi dopo un mese, (ultima gara ..Le terre di Siena.)..sono partita alle 9 per la prima volta dovevo correre la Milano Marathon.. oggi diventata la Milano Resisti Marathon.. ho pianto sono sincera... pensando a chi non é riuscito a combattere contro questo nemico "invisibile "...e nello stesso tempo ho gioito e ringraziato Dio per il dono della vita...

Questo invece è un bel pensiero ed un augurio di Ettore Comparelli

Quest'anno il mio uovo di Pasqua non è dolce ma brusco. Questo frutto (made in Maria Grazia) però rappresenta la forza della vita: è nato, cresciuto e sopravvissuto al gelo e umido nord. E' aspro ma forte e resistente e pronto a godersi il calore dell'estate che sta per arrivare. Dobbiamo essere come lui: resistiamo a questo momento difficile e la vita ci saprà ridare di nuovo le grandi gioie degli affetti e dell'amicizia. BUONA PASQUA A TUTTI E CHE LA FORZA SIA CON NOI.

Chiudo con un copia/incolla, un passaggio di una lunga e bella lettera, del presidente del Club Supermarathon, Paolo Gino.

….Sul lago (d’Orta) adesso la sera c’erano le rondini che al tramonto erano padrone del cielo. Adesso potranno fare le loro picchiate nei cortili deserti e nelle discese che vanno verso la riva. Mio papà che coi suoi 85 anni si è isolato in alta montagna, dice che i caprioli sono tornati i veri padroni dei boschi e dei sentieri e le volpi non han più bisogno di esser furbe. La natura è libera e noi siamo rimasti prigionieri nelle nostre case. Si questa vita è imprevedibile al di là delle più azzardate e complesse previsioni degli esperti, di poeti e menestrelli.
Buona corsa domani e per ricordare questa brutta Pasqua ribalterei la frase finale del film: ”Viaggio in Inghilterra”:
IL DOLORE DI OGGI FA PARTE DELLA FELICITA’ DI DOMANI

Per ultimo, ma non meno importante, gli auguri pasquali. Clicca qui:

GLI AUGURI DEL CLUB

 
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