Discovery Kenya - Live report from Kenya Cross Country
Un viaggio piuttosto lungo, tre voli per raggiungere Eldoret, complessivamente sono quasi 24 ore.
E cosa fa un podista per smaltire la fatica? che domanda…corre! o almeno ci prova. Già, perché a queste altitudini (2100 metri) si fa fatica persino a camminare. Mi dico che è solo l’effetto della stanchezza, del cambio del clima, che domani sarà meglio…forse.
Il mio albergo, un simil resort, è spartano secondo i canoni europei, in realtà l’unica cosa che manca è una buona connessione internet. E’ posizionato poco fuori la città di Eldoret.
Il 28 gennaio è il grande giorno , si è corsa oggi la 27^ edizione del Discovery Kenya Cross Country, a poca distanza dalla città ,la più importante gara di corsa campestre in Kenya; hanno partecipato davvero tutte le categorie giovanili, fino ai senior donna e uomo, rispettivamente sulle distanze di 8 e 10 km.
Uno spettacolo unico, indescrivibile. Il comitato organizzatore è composto tanti grandi atleti ed ex atleti, uno su tutti: Paul Tergat. Conoscevo le sue capacità tecniche, ora ho scoperto anche il grande uomo che c’è dentro.
Il percorso, articolato su un giro da 2 chilometri, è sostanzialmente piatto e veloce, anche se non mancano proprio le curve. Molti lo hanno corso a piedi scalzi e le scarpe chiodate le vedo apparire solo con gli Under 20, e nemmeno tutti le calzano. I tempi di accredito sono notevoli, al femminile mediamente sono pari a 3’20/km, al maschile intorno a 3’/km.
Gabriele Rosa (la Rosa & Associati organizza la manifestazione unitamente alla Athletic Kenya Central Rift), coordina, vigila, dirige con discrezione tutte le fasi di una manifestazione complessa, eppure tutto gira bene.
Difficile trasmettere le emozioni vissute in questa giornata; è una sorta di nostro Campaccio, però alla radice quadrata, qui le categorie partono da Under7 (corrono 500 metri). Spettacolari questi bambini, molti sono scalzi, altri hanno calzature assolutamente improbabili per correre (lo fotografie che pubblicheremo ne danno ampia prova).
Nel pomeriggio si forma un gruppetto di runner del gruppo che qualcuno ha già definito il “Rosa Team” (ma lui, sarà d’accordo?): andiamo sulle famose strade rosse, non si trova un metro di piano, tantissime le ondulazioni e il fondo è molto “variegato”. L’atmosfera è a suo modo magica, persone che vivono in condizioni davvero difficili, ma al tuo passaggio tutti ti sorridono e ti salutano, i bimbi in particolare, ti dicono "how are you" se gli rispondi in genere non sanno più cosa altro dire, ma è bellissimo.
Mille altre cose da scrivere e descrivere, rimando tutto ad un possibile diario di bordo, al mio ritorno.
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1 commento
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Martedì, 30 Gennaio 2018 22:14
inviato da Giovanni Ferraris
Ho vissuto questa esperienza nel 2003. Indimenticabile. I bambini? Commoventi. Io, in quell’occasione, ho visitato diversi training camp e corso nei loro pressi. Tra le piantagioni di te delle Nandi Hills. Ho ancora nelle orecchie i risolini dei bambini nascosti dietro staccionate o cespugli. Bambini che ti guardavano con le scarpe, non ai piedi, ma in mano. Per non consumarle? Potrei continuare all’infinIto...
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