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Mar 07, 2021 2568volte

Torun (POL) – Report sul Campionato Europeo indoor

7 marzo 2021. Si è conclusa la rassegna europea di Torun col botto di Marcell Jacobs che porta a casa l’oro nei 60 metri. Questa la notizia più importante in chiave azzurra per una spedizione che, a mio avviso, non è da considerare negativa. Delusione per l’argento di Tamberi? Nedasekau ha imbroccato il salto della vita, Gimbo stavolta no. E portiamo a casa anche il bronzo di Dal Molin nei 60 metri hs, che ha corso ad un centesimo dal suo primato

Erano 44 gli azzurri in gara, un numero certamente elevato in relazione alle obiettive possibilità di medaglia, ma non era certo questo l’obiettivo principale per la maggior parte degli atleti. Per molti si trattava di fare importanti esperienze, basti pensare che c’erano ben 14 under 23 e 2 under 20, infatti l’età media era di soli 24 anni. Solo 5 avevano portato a casa medaglie in precedenti occasioni (Chiara Rosa, Tamberi, Del Buono, Trost, Dal Molin).

Si chiude con un oro (Jacobs), un argento (Tamberi) ed un bronzo (Dal Molin). Non so valutare quante medaglie si potevano portare a casa, certamente qualche motivo di rammarico c’è. Probabilmente migliorabile il risultato della staffetta 4 x 400 metri maschile, dubbi sulla disposizione degli atleti, condivisi anche da esperti della specialità. Qualche atleta non ha reso come poteva, ma vedo il bicchiere più pieno che vuoto, quantomeno in prospettiva. In ordine sparso su quelle che mi sono parse le cose migliori viste qui: Luminosa Bogliolo con 7:99 abbatte finalmente la barriera degli 8 secondi nei 60 ostacoli. Dario Dester alla sua prima importante esperienza internazionale finisce sesto nella finale dell’Eptathlon. La 4 x 400 femminile (Borga, Mangione, Marchiando, Coiro) con 3:30:32 polverizza il precedente primato italiano di 3:31:55. Tobia Bocchi è quarto nella finale del salto triplo. Il debuttante Franck Brice Koua (19 anni), nei 60 ostacoli con 7:70 ha realizzato la migliore prestazione italiana under 23. Larissa Japichino? Tanta pressione attorno a lei, non si può sempre migliorarsi, torna a casa con un quinto posto (6,59) ed una buona esperienza. Brava Laura Strati, sesta con 6,57, non lontana dal suo personale di 6,66.

800 METRI UOMINI

Gara avvincente, risolta sul rettilineo finale: doppietta della Polonia, con Patryk Dobek che vince in 1:46:81 davanti a Mateusz Borkowski (1:46:90). Medaglia di bronzo per l’inglese Jamie Webb (1:46:95).

Bene Simone Barontini, che esce in una semifinale proibitiva, ma dopo aver portato il suo primato personale a 1:48:78 nella batteria delle qualificazioni. Bene anche Gabriele Aquaro, a pochi centesimi dal suo miglior risultato, 1:48:73 contro 1:48:88 realizzato qui a Torun.

800 METRI DONNE

Contava vincere, allora si corre per quello, anche qui gara tattica vinta dall’inglese Keely in 2:03:88 (si pensi che Eleonora Bellò aveva vinto la sua batteria in 2:03:80!); secondo e terzo posto per la Polonia, rispettivamente con Joanna Jozwik (2:04:00) e Angelika Cichocka (2:04:15). Certamente buona prestazione per Elena Bellò, che ha vinto la sua batteria in 2:03:80 e poi corso la semifinale in 2:03:61, così avvicinandosi molto al suo personale di 2:03:45. Eleonora Vandi si piazza al quarto posto (2:04:97) nella sua semifinale. Un po’ sotto le attese Irene Baldessarri, miglior tempo nelle due gare di 2:05:44.

1500 METRI UOMINI

Gara condizionata da una scorrettezza: avrebbe vinto l’esperto Lewandowski ma Ingebtrigtsen era stato costretto a mettere un piede fuori dalla pista perché spinto da un atleta polacco; dopo una prima squalifica del fortissimo norvegese è stato accolto il ricorso. Andrò controcorrente ma credo che la decisione dei giudici sia stata tutt’altro che facile, non era così scontata la decisione; Ingebrigtsen cerca un passaggio interno dove forse non c’è, l’atleta polacco non poteva certo farlo accomodare facilmente, anche se in effetti il braccio era molto largo. Comunque ha vinto il più forte, giusto così. Italiani? Joao Bussotti, Pietro Arese e Federico Riva, tutti eliminati nelle batterie di qualificazioni e relativamente lontani dai loro personal best, peraltro appena ottenuti agli italiani di Ancona nel caso di Pietro Arese e Federico Riva. Gare troppo tattiche per correre forte? Può darsi, ci torno nel commento finale.

1500 METRI DONNE

Vince la belga Elise Vanderelst, suo il tempo di 4:18:44, davanti all’inglese Holly Archer (4:19:91) e la tedesca Hanna Klein (4:20:07). Qualificazioni difficili per le azzurre, con Federica Del Buono che ci prova con coraggio, forse anche incoscienza, mettendosi in testa nei primi giri, poi probabilmente finisce per pagare un ritmo che non ha ancora nelle gambe; suo il tempo di 4:12:79. Tutto sommato discreto esordio per Gaia Sabbatini, quarta nella sua batteria in 4:17:21.

3000 METRI UOMINI

Jakob Ingebrigtsen, che doppia il successo sui 1500 metri, ribadisce la sua superiorità: disarmante per gli avversari corrergli contro. Il norvegese vince con apparente facilità in 7:38:20 (suo record personale); secondo posto per il belga Isaac Kimeli (7:49:41 e terzo per lo spagnolo Adel Mechaal (7:49:47).

Unico italiano presente Yassin Bouih, eliminato nella batteria di qualificazione alla finale, dove si è piazzato quinto in 7:56:66 (tre batterie, passavano i primi tre più i tre migliori tempi). Lontano dal suo personale di 7:47:98, peraltro realizzato nel 2021.

3000 METRI DONNE

Assente dalla rassegna la campionessa in carica Laura Muir (personale di 8:26:41) la gara si corre su tempi non eccezionali. Gara tuttavia avvincente, soprattutto nella parte finale: vince l’inglese Amy Eloise Markovc (8:46:43), davanti alla francese Alice Finot (8:46:54); terza Verity Ockenden (GBR, 8:46:60).

Non benissimo Ludovica Cavalli e Giulia Aprile, perlomeno per i tempi realizzati: chiudono in 9:14:85 e 9:17:66, lontane dai loro personal best (9:05 e 9:09).

Una doverosa nota di merito a parte per l’olandese Femke Bol: ha vinto la medaglia doro nei 400 metri, doppiata col successo nella staffetta 4 x 400 metri, ma ciò che più ha impressionato è la bellezza della sua corsa, un’incredibile facilità del gesto atletico. Ne sentiremo parlare a lungo.

Un’altra nota riguarda gli italiani, nel mezzofondo: nel valutare le prestazioni si è spesso parlato di gare troppo tattiche, che nella maggior parte dei casi non hanno permesso loro di ottenere buoni riscontri cronometrici. Mancanza di coraggio? Inesperienza? Tutto materiale su cui discutere, per gli appassionati di atletica ma anche e soprattutto per i tecnici di settore.

Infine, spiace un po’ non raccontare di tutte le altre gare e specialità, d’altra parte questa rivista si occupa di corsa ed è inevitabile restare soprattutto in questo ambito.

IL MEDAGLIERE DEI CAMPIONATI EUROPEI 2021

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