Il mio tragicomico Krashtrail a premio!
6 giugno - Premessa: il prossimo anno entrerò nella categoria F70. Se per malaugurata ipotesi il prossimo anno deciderò di iscrivermi a questo Trail, mia sorella sarà autorizzata a farmi internare. Il Krash non è un trail, bensì "IL TRAIL".
Ho molta stima per il gruppo della Leopodistica, organizzatore anche del famigerato “Trail del Cinghiale”, sempre da queste parti, e non ho proprio voluto mancare in questo 2021. Lo confesso, mi sono iscritta sulle ali dell'entusiasmo, senza guardare la descrizione del percorso e senza appurare cosa fossero questi “calanchi”.
Partenza di mattina dal campo sportivo di Errano, rispettando tutte le regole anticovid dettate dai “protocolli”. Per quanti non lo sapessero, Errano è al 95mo km della 100 del Passatore, quindi località ben nota a quasi tutti i podisti.
Fa caldo, ma siccome è previsto maltempo verso mezzogiorno, parto vestita come un palombaro e con dentro lo zaino guanti, berretto di lana, giacche ecc. Partenza scaglionata con mascherina per i soliti 500 metri. Si sale subito verso Castel Reniero e si continua lungo un susseguirsi di saliscendi circondati da distese di ginestre.
Arrivo al primo ristoro al nono chilometro, ed è il primo assaggio della simpatia che contraddistingue i romagnoli. Sto andando bene, e penso che le dieci ore di tempo massimo siano troppe anche per la lumacona che sono.
Riparto correndo e incrocio molti gruppi di ragazzi e ciclisti che stanno percorrendo l'anello del Carnè. Il percorso è balisato benissimo, ma ad una svolta in mezzo al bosco, un gruppo di ragazzi si ferma proprio davanti al cartello che indica di salire. Di fronte c'è una bella discesa e io prendo quella. Fortunatamente altri sono incorsi nel mio stesso errore e stanno ritornando indietro. Lancio qualche imprecazione ai ragazzi e riprendo la giusta via.
Continuo tutta felice perchè transito per le colline della Vena del Gesso e rivivo un escursione fatta con il Cai di Bologna proprio in quella zona. È mezzogiorno, sono a 24 km e inizio le salite dei calanchi. I quali sono profondi solchi di argilla tutti in cresta dove non c'è alcuna vegetazione.
E, come da previsioni meteo, inizia a piovere: bastano pochi minuti e le scarpe pesano un paio di chili in più. Non riesco ad andare avanti, continuo a cadere e a scivolare indietro, sembro un ippopotamo che si rotola nel fango. Finalmente, dopo uno sforzo unico, riesco a rimettermi in piedi e a ripartire.
Sono ultima di tutti, infangata fino alle orecchie e con le scarpe che non riesco neppure a sollevare. Che fatica e quanto fango. Per fortuna arrivo nel cortile di una casa abbandonata e trovo un rubinetto. Mi lavo alla carlona e via. Verso le 14 inizia la salita del "Muro del pianto": un salitone vertical che non finisce più. In cima trovo i volontari del Soccorso Alpino (sadici) che un po’ si lamentano perché è piovuto poco…Avevo i bastoncini in mano, glieli avrei dati in testa.
Infangata da far spavento ripasso per il primo ristoro del mattino. Quanti sorrisi, quanti applausi (sono sempre ultima). Penso che mancano circa 10 km all'arrivo e sono certa saranno senza fango. ILLUSA! ancora fango, ma è riapparso il sole e fa un caldo tremendo. Non arrivo più.
Verso le quattro del pomeriggio, si ripassa per Castel Raniero e vedo una vespetta che mi viene incontro. È Yuri che mi comunica che contrariamente alle mie fosche previsioni, Errano non è stato spostato e manca un chilometro all'arrivo. Bugia, ne mancano quasi due, ma pazienza. Vedo il campo sportivo con il gonfiabile e sento il "sadico" Marco che mi strilla di darmi una mossa.
9 ore e 11 minuti . Scopro che sono penultima e vengo pure premiata: seconda donna Over 50. Che ridere, io sono quasi Over 70!
http://podisti.net/index.php/in-evidenza/item/7295-errano-di-faenza-ra-5-krash-trail.html
Sono stati tutti bravissimi e il Krash Trail è una meraviglia.
Quasi quasi dico a mia sorella che non mi faccia rinchiudere.
Ed ora incrocio le dita e aspetto il Cinghiale.
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