Olginate (LC) - Ghost Town Trail
Andrea Rota e Martina Bilora sono i vincitori della seconda edizione della Ghost Town Trail
11 aprile 2022. Bella l’idea di far “rivivere” una cittadina morta in età tutto sommato molto giovanile. Nata tra il 1960 e il 1970 doveva diventare un polo di attrazione, a due passi da tutto: la città dei balocchi qualcuno scrisse, ma anche alberghi, ristoranti, discoteche. Poi tutto si interruppe parzialmente nel 1967 a causa di una frana, probabilmente provocata dai tanti lavori che avevano sconvolto l’equilibrio geologico della zona; rimessa in sesto è arrivata la seconda mazzata, nel 1976, da qui l’abbandono e Consonno divenne una “città fantasma”.
Buona idea farla rivivere in qualche modo, da qui il progetto della Ghost Town, nata grazie alla ASD G.E.F.O. (Gruppo Escursionisti Falchi Olginatesi), ed alla collaborazione col Comune di Olginate.
Un trail tutto sommato abbordabile ai più, con 16 chilometri abbondanti (così riportano i GPS dei partecipanti) e un dislivello positivo complessivo di 750 metri.
Il percorso: premesso che chi vi scrive è tutto fuori che un trailer, provo a descriverlo così come l’ho vissuto. Dopo un chilometro facile a fianco del lago di Olginate (sostanzialmente si tratta di un allargamento del fiume Adda) ci si dirige in collina, con vari tratti piuttosto impegnativi che si alternano ad altri in falsopiano, che facilitano il recupero. Più o meno velocemente si raggiunge il punto più alto del percorso, in vetta al Monte Regina (811 mt), Da qui si scende leggermente in quella che fu la cittadina di Consonno: un paesaggio davvero tetro, si percepisce facilmente quanto sia azzeccata la definizione di città fantasma, ed è un peccato, per i panorami che si possono scorgere e per i boschi che si attraversano nei dintorni.
Dopo Consonno (634 metri di altezza) si inizia a scendere più decisamente, brevi tratti su asfalto (immagino resti della strada dei tempi che furono) ed altri facili e molto belli su sentieri boschivi. Le difficoltà arrivano dopo il km 11, quando si incontrano dei tratti molto impegnativi, per discese particolarmente ripide e su fondo molto sconnesso. Non so se meritano la definizione di “single track”, ma garantisco che stare in piedi non era così semplice (almeno per me). Ma la vera vigliaccata di chi ha approntato il percorso è stata verso il km 13: stai scendendo più o meno bene, vedi il paese di Olginate, senti lo speaker in lontananza e …devi risalire per una cinquantina di metri di dislivello, quando ormai le gambe ti hanno quasi totalmente abbandonato.
Tornando alla gara: quella maschile un po’ più combattuta, così dicono i tempi finali: vince Andrea Rota (Osa Valmadrera) davanti a Danilo Brambilla (Falchi Lecco) e Alessandro Riva (GSA Cometa).
Apparentemente senza avversarie Martina Bilora (GEFO K-Team), che ha lasciato a quasi dieci minuti Sara Toloni (Runway Milano); terzo posto per Cristina Sonzogni (Elle Erre).
I numeri della gara: 389 gli atleti iscritti, 375 i partenti, 341 i classificati. Sono numeri importanti, che hanno indotto gli organizzatori a chiudere anticipatamente le iscrizioni. Giusto così, del resto nel mondo trail (anche quelli meno esasperati) entrano in gioco importanti elementi di sicurezza. A proposito di questo ho trovato ottimale il presidio del percorso, in particolare nei tratti più complicati c’erano davvero tanti addetti ad assistere, avvisare su ciò che ti aspettava. Ristoro finale super abbondante, con l’immancabile birra che continua ad essere la bevanda più amata dai runner.
Bella manifestazione (tra l’altro nel calendario Fidal, cosa tutt’altro che scontata per questa tipologia) e bene organizzata. Qualche osservazione si può fare sui parcheggi, non facili, soprattutto nella prospettiva della probabile crescita. Un ristoro in più poteva starci, faceva caldo; ne hanno probabilmente un po’ sofferto quelli che viaggiavano “leggeri”, ma del resto la raccomandazione (non obbligo) degli organizzatori era quella di attrezzarsi, perché si correva in regime di autosufficienza.
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