Deruta riporta la corsa “Per le vie della ceramica”
24 aprile - Dopo due anni di stop forzato a causa della paura virale, in quel di Deruta si è svolta la 9° edizione della gara amatoriale denominata “Per le vie della ceramica”. Una competizione di 12 km da sempre organizzata in modo impeccabile, in uno splendido scenario naturale totalmente privo di mezzi a motore. Per Katiuscia Vichi, agguerrita neopresidente della società organizzatrice, la Podistica Avis Deruta, si è trattato di un vero e proprio battesimo del fuoco, per così dire, con circa 300 concorrenti al via. Un numero che non eguaglia alcune delle precedenti edizioni della kermesse, ma che di questi tempi, nei quali troppi fattori stanno ancora penalizzando il settore, possiamo considerarlo un grande successo.
Non solo, la stessa Vichi si è fatta promotrice della rinascita del Circuito Endas - previsto su 5 gare, di cui quella di Deruta è stata la prima-, alla cui classifica finale concorreranno solo gli aderenti a questo ente di promozione. Un circuito sostanzialmente scomparso dopo la “geniale” introduzione della Runcard la quale, come ben sappiamo, ha sostanzialmente prosciugato gli iscritti a questi importanti canali per la diffusione capillare del nostro sport.
Di fatto, sembra che la pandemia abbia determinato ai danni di una Fidal sempre più monopolistica ciò che possiamo definire come l’eterogenesi dei fini. Infatti, con la caduta della partecipazione alle competizioni, la drastica riduzione degli sponsor e l’abbandono dell’attività da parte di tanti praticanti e dirigenti, sembra che i bistrattati enti di promozione, che non impongono i costi di affiliazione a livello della stessa Fidal, stiano riprendendosi parte dello spazio che l’ente pubblico si era conquistato con un tratto di penna, così come la ripartenza del Circuito Endas dell’Umbria starebbe a dimostrare.
Tornando alla gara di Deruta, che anche per chi scrive ha costituito un ritorno alle competizioni dopo oltre due anni (lunga astinenza dovuta essenzialmente ad una idiosincrasia con le misure anti-Covid per le corse podistiche, che ho sempre considerato sproporzionate alla bisogna). E debbo dire che, pur correndo nelle retrovie e con enorme fatica, l’occasione non poteva essere migliore. Partenza e arrivo nel magnifico borgo di Deruta, arroccato su una verde collina, con una salita finale di circa un chilometro la quale, caratterizzata da un pendenza crescente, è certamente stata nei pensieri degli atleti nel lungo intermezzo di una decina di chilometri, in gran parte su tratti sterrati costeggianti il biondo Tevere, il cui unico rumore che si poteva udire era quello dello scalpiccio dei atleti che procedevano verso il traguardo alla spicciolata.
Ottimo come sempre il cronometraggio effettuato dalla Dream Chrono - società nata in Umbria dai quattro classici amici-podisti al bar, e divenuta in breve tempo una realtà di caratura nazionale-, il quale ha registrato l’arrivo dei due trionfatori di giornata: il millennial Marco Melchiorri, dell’Atletica Winner Foligno tra gli uomini, e Silvia Tamburi, beniamina locale che corre da sempre per l’Atletica Avis Perugia.
Ma al di là di tutto, il completo ritorno ad una perduta normalità dei contatti umani che ha sempre caratterizzato questa disciplina è stato un premio ancor più bello del pur ricco pacco gara che tutti i partecipanti hanno ricevuto.
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