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Mag 02, 2022 Claudio Romiti 1148volte

Collestrada (PG), “Sulle Strade del Colle” che portano a un ristoro “come si deve”

Collestrada (PG), “Sulle Strade del Colle” che portano a un ristoro “come si deve” Comitato organizzatore

1° maggio - Dopo la splendida “Per le vie della ceramica” di Deruta,  corsa la domenica precedente, il primo maggio si è disputata la seconda prova del Circuito Endas umbro: “Sulle Strade del Colle, sesta edizione del trofeo Aspen.”  La kermesse sportiva, come sempre, si è svolta con partenza e arrivo in prossimità del suggestivo borgo medievale di Collestrada, ridente frazione del comune di Perugia.
Il percorso, lungo circa 11,5 km, ha attraversato le amene campagne circostanti, presentando due caratteristiche ben distinte: sostanzialmente pianeggiante per i primi 6 km di gara, e particolarmente impegnativo nella seconda parte, con la presenza di una dura salita di oltre un km, la quale portava i concorrenti all’interno di Brufa, anticamente denominato Castel Grifone, altro suggestivo borgo medievale.  Senza contare i successivi  e ripidi saliscendi su strade sterrate che, prima dell’ultimo, lungo rettilineo finale, hanno messo a dura prova I concorrenti.  

Tra gli uomini ha trionfato ancora, dopo il successo di Deruta, il giovane Marco Melchiorri dell’Atletica Winner Foligno, il quale ha regolato con oltre un minuto di distacco Simone Falomi, di quasi trent’anni più anziano, che corre per la Dynamyc Fitness.

Molto più combattuta, al contrario, la gara femminile, con tre veterane del podismo umbro a contendersi il primato. L’ha spuntata Irene Enriquez, dell’Atletica Avis Perugia, davanti a Sara Cortona dell’Atletica il Colle, la società organizzatrice. Terza, a completare il podio è giunta Emanuela Varasano dell’Atletica Capanne.  Le tre agguerrite podiste sono giunte al traguardo in un fazzoletto di appena ventuno secondi. Il che la dice lunga sull’intensità agonistica della loro prova.
Come nota dolente, così come sta accadendo da tempo nelle nostre amate competizioni, si segnala ancora una volta un notevole calo nella partecipazione. Basti pensare che, rispetto ai 332 atleti classificati nel 2019, anno precedente al Covid-19, ieri ne abbiamo contati 217, ovvero oltre un terzo di concorrenti in meno.  Tutto questo, occorre aggiungere,  si è registrato in una delle competizioni meglio organizzate e, così come nel caso di Deruta, svoltasi in totale assenza di auto o di altri mezzi inquinanti.

Evidentemente, complice probabilmente una buona dose di irrazionale paura per un virus che sembra aver da tempo perso la sua aggressività anche in considerazione dell’altissima percentuale di vaccinati con tre dosi, sono in molti gli atleti e i dirgenti di lungo corso che ancora esitano a rientrare nel piccolo mondo antico del podismo amatoriale. E da questo punto di vista non aiutano certamente i demenziali protocolli della Fidal, la quale, così come è accaduto anche a Collestrada (dal momento che “Sulle Strade del Colle” era anche gara Fidal), avrebbero imposto, come a Deruta, la regola del ristoro ad personam sigillato dentro una “asettica” busta di plastica. Per fortuna però, dal momento che l’attuale normativa lo consente, la società organizzatrice ha potuto contare sull’ottima collaborazione della Proloco del posto la quale, non ricadendo ovviamente sotto la giurisdizione degli sceriffi della Fidal, ha potuto realizzare un sacrosanto, ricco e ben meritato ristoro finale.

Resta comunque il problema di quanto meno aggiornare, non  solo per la Fidal,  i citati protocolli che, più che fermare un virus oramai endemico, sembrano sempre più efficaci a disincentivare la già scarsa partecipazione alle gare.

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