Trail del Cinghiale: ottima la 10^, per il parroco e per Natalina
Palazzuolo sul Senio (FI), 5 novembre - Quando romagnoli e toscani si mettono insieme per organizzare, spesso ne esce un ottimo risultato, come si è verificato nel weekend dedicato al “Trail del Cinghiale” numero 10. Da una parte la massima disponibilità dell’Amministrazione Comunale di Palazzuolo sul Senio e di tutta la popolazione, mettendo in campo la conoscenza dei luoghi e la sapienza di tante associazioni; dall’altra l’Asd Leopodistica che da Faenza ha coinvolto altri tra cui l’Associazione Nazionale Carabinieri e le Guardie Ecologiche Volontarie.
Così i 1.100 concorrenti iscritti, dei quali sono partiti in 912 ed arrivati entro il tempo massimo 865, si sono potuti divertire senza preoccuparsi, ed il clima che si è respirato incoraggia per il futuro. Una tre giorni ricca di polenta e ribollita, birra blanche al pepe, musica, giochi pirotecnici e tante emozioni, come la prima partenza di venerdì alle 22, con 200 concorrenti scattati accendendo le lampade frontali per la ultratrail 107K (D+ 6.400 metri), che lasciando il paese hanno formato una scia luminosa, quasi una cometa.
I primi 3, nonostante un paio di scrosci copiosi subiti durante la mattina del sabato, hanno viaggiato ad andature mai viste prima, tanto che il reggiano Simone Corsini, già oro al Grand Trail di Courmayeur ed argento al Tor, ha completato l’opera in 13.24’34”, alla fantastica media di 7’31”/km.
“Mi sono divertito - ha commentato al termine il 30enne del team Mud&Snow - e pensavo di andare anche più veloce, ma sono contento. L’organizzazione è stata perfetta e certosina, e voglio smentire chi ancora pensa che i trail sugli Appennini siano inferiori a quelli alpine: il Cinghiale presenta dei tratti molto complicati e se non si dispone della tecnica di base, si rischia di saltare.”
Dopo 53’49” ha chiuso il piemontese Nicola Poggi, davanti al bergamasco Loris Bonzi (a 1.08’41”). Nella top ten anche 3 stranieri, a testimonianza del valore dei 60 non italiani che si sono presentati ad una delle 4 prove, ad esempio dominando al femminile la 60K (D+ 3.850 m.), con la belga Flore de Meester, in 8.32’33”, davanti all’estone Marjaliisa Umb (a 26’12”).
L’ultra dei 107 km tra le donne ha visto un testa a testa tra due debuttanti, dove ha prevalso la lughese Daniela Valgimigli (Liferunner), che in 17.17’32” (media 9’42”/km) ha preceduto la lombarda Francesca Tentorio di appena 2’13”.
Le altre vittorie sono tutte italiane. Al maschile nella 60K ha prevalso il marchigiano Samuele Raffaelli (Avis Aido Urbino) in 6.48’06”, nella 33K (D+ 1.910 m.), il trevigiano Marco Tramet, in 3.15’43”, nella 15K l’altro marchigiano Giovanni Pazzaglia (Pol. Montecchio 2000), mentre tra le donne Irene Saggin (Ultrabericus Team VI) nella 33K, col tempo di 3.50’58” e nella “short” l’udinese Anna Gubiani (Atletica Buja), in 1.34’14”.
Ha commentato Marco Gurioli Presidente dell’Asd Leopodistica: “Volevamo che questa decima edizione fosse una festa per tutti, dagli atleti ai volontari e così è stato. Ci preme sottolineare che gli atleti e accompagnatori hanno apprezzato il grande calore con cui il paese li ha accolti. La tecnicità e la bellezza dei sentieri percorsi è stata riconosciuta da tutti come una splendida cornice dell’evento.
Andrea Tronconi, presidente dell’Asd Seniobike: “Siamo soddisfatti del successo della manifestazione e dell’ottimo funzionamento della macchina organizzativa”.
Gian Piero Moschetti, Sindaco di Palazzuolo sul Senio: “Il nostro ringraziamento va a tutti gli atleti che hanno partecipato ed animato la corsa. Si tratta di un vero capolavoro della collaborazione e del volontariato che unisce in nome dello sport tutta la cittadinanza e volontari. Personalmente faccio i complimenti al nostro parroco, Don Alessandro classificatosi 34° su 350 nella 15 km. Siamo già pronti per l’anno prossimo in cui diventeranno disponibili i nuovi tratti di sentiero e le nuove attrezzature, finanziate grazie ad un contributo ottenuto dalla Regione Toscana”.
A questo link si possono trovare le classifiche: www.endu.net/it/events/trail-del-cinghiale/results.
Il commento di Natalina Masiero
Gruppo meraviglioso, Thomas über alles
Percorsi completamente rinnovati e a mio parere più belli nonostante i forti dislivelli, in particolar modo sulle due prime distanze. Più interessanti perché nella 60 km non sono più previsti i tre anelli con il passaggio per ben due volte vicino al traguardo, ma anello unico con 3800 metri di dislivello. Purtroppo, seppur sogni il percorso più lungo, mi sono dovuta accontentare anche quest'anno di farne sessanta.
Altra novità del 2022 é stata la data. Non più a fine novembre ma all'inizio, forse per evitare i lunghi tratti di fango che ci fanno fare tanti capitomboli. Organizzazione sempre perfetta. Venerdì pomeriggio, veloce consegna dei pettorali e di un ricchissimo pacco gara. Altro punto a favore della Leopodistica, gruppo organizzatore, lo scrupoloso controllo di tutto il materiale obbligatorio. BRAVI!
All'alba di sabato, dopo una notte trascorsa presso il Santuario di Santa Maria della Neve a 1 chilometro e mezzo dalla partenza, pure io sono partita. I grandi eroi della 107 km erano partiti alle 22 di venerdì. A pochi chilometri dalla partenza, per non smentire il detto "Cinghiale bagnato, Cinghiale fortunato", é iniziata a cadere la pioggia.
Sono in compagnia di alcuni amici, ma quando iniziano le discese mi abbandonano e io rimango ultima (come sempre oramai). Mi raggiungono le SUPER-Scope Mauro e Thomas e proseguo con loro. É tutto un alternarsi di salite e discese immersi in boschi di faggete dove regna il silenzio.
Mi vergogno, sempre la più vecchia e sempre ultima. Allora allungo un po' il passo e riesco a recuperare qualcuno. Fortunatamente il primo cancello sito al 28° km é stato allungato di mezz'ora, non più 5 ore ma cinque ore e mezza. Arrivo con tre minuti di anticipo accolta da ovazioni e incitamenti. Un volontario mi dice "Natalina stavo aspettando proprio te con le braccia aperte". “Cancello” situato davanti alla Chiesa di San Pietro di Piedimonte, bellissima chiesa del 1300 chiamata così proprio perché si trova ai piedi del Monte Carzolano dove nasce il fiume Senio.
É uscito il sole e dopo aver assaggiato un pezzo di crostata al ristoro di stile Cinghiale, riparto. Thomas, scopa n. 1 mi fa compagnia ed essendo del luogo mi illustra ampiamente tutti i tratti del percorso. Caldo, vento e panorami mozzafiato.
E arriviamo ai terribili gradoni. Sono enormi pezzi di roccia, in salita ovviamente, alti più di me. Bisogna saltarli e non so come fare. Thomas mi aiuta e riesco a proseguire. Arrivo a Lezzole e in cielo ci sono i colori più belli dell’arcobaleno. Inizio a sentire la fatica, ma capisco anche che riuscirò a farcela. L'angelo-scopa mi spiega la storia dei piccoli paesi abbandonati sulle montagne, i ruderi di abitazioni dove pure il suo bisnonno era vissuto, e così il tempo passa piacevolmente.
Inizia a fare buio e arriva anche qualche eroe dei 107 km. Che bravi! Tutti ragazzi. Maledetta vecchiaia.
Sono orba come una talpa quindi il mio “personal trainer" (tra parentesi, ha meno della metà dei miei anni), mi dice dove mettere i piedi perché ci sono ancora tante salite, ma soprattutto tante discese su roccia e fango. Dai Nata mi dice quando ci sono tratti abbastanza agevoli, corricchia così sciogli le gambe, dai dai. E io cerco di corricchiare, ma sono stanca. Vedo le luci del paese e mi rianimo. Ecco Palazzuolo, sono le 19,44 e dopo aver suonato la campana, altra chicca del Trail del Cinghiale, taglio il traguardo con un’ora e 20 minuti di anticipo sul tempo massimo. Evviva, non sono neppure l'ultima.
Il merito non é stato mio ma della scopa Thomas cui rivolgo un sentito grazie.
Con tutti questi santuari, spero che la Madonna mi conceda la forza per tornare anche il prossimo anno perché (come ripeto sempre) il Cinghiale merita il premio Oscar.
GRAZIE a tutti, siete un gruppo meraviglioso.
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