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Mar 19, 2018 Paolo Brambilla 3316volte

Vittorio Veneto, Eroica 15-18 Marathon: diario di 14 “eroi”

Calcaterra e l'allegra brigata Calcaterra e l'allegra brigata Paolo Brambilla

Una corsa “eroica” la maratona del 18 maggio 2018 a Vittorio Veneto, una edizione unica in occasione del centesimo anniversario della fine della grande guerra; e una corsa bella, bella, bella, tra i luoghi della guerra, con partenza dal Viale della Vittoria e arrivo alla Piazza del Popolo, passando dal 26 chilometro per la “ salita degli eroi”, 150 metri di dislivello spaccagambe pressoché da camminare, il tutto in compagnia di un pacer d’eccezione: Giorgio Calcaterra. Che dire, una bella corsa che si è snodata lungo percorsi completamente inibiti al traffico, nel silenzio di una giornata dalle tinte invernali, fitte nuvole grigie per fortuna senza pioggia. Un percorso non banale con i suoi seicento metri di dislivello positivo totale condensati principalmente nei primi due terzi di gara, che regalano sul finale un lungo tratto in discesa dove lasciare girare le stanche gambe, condizione ideale per Fabio, maestro della corsa in discesa. Una corsa inaspettata per me, chiusa in quattro ore e mezzo, un vero successo e una gioia indescrivibile per una maratona regalami il 6 marzo in occasione del diciottesimo del mio figlio più grande: il mio regalo per la festa del papà, in anticipo di due settimane! Fino ad allora non avevo in previsione nessuna corsa, ma Carla con la complicità di Maria, la bionda, e Massimo mi hanno iscritto per la distanza regina ... ero molto dubbioso, lì per lì avrei preferito la mezza ma hanno avuto ragione … la maratona, molto meglio, un esperienza unica. L’inaspettato regalo mi aveva gettato nel panico più completo: leggendo il biglietto credo di essere rimasto veramente di stucco con un espressione che nascondeva la felicità per la carambata. Consapevole di non avere una vera preparazione specifica, mi faccio prendere da un’ansia fomentata dal terrore di non riuscire a finirla. Come essere sereno? nelle gambe ho solo un 30 km percorso due settimane prima a Salsomaggiore, in condizioni meteo estreme.

I compagni di avventura sono la certezza di una trasferta all’insegna del divertimento: al gruppo rodato, in questo giro si è aggiunto Lorenzo, il ‘gigante buono’, un giovincello poco più che maggiorenne dalla stazza di un armadio a due ante e dall’appetito insaziabile, che affronterà la sua prima gara competitiva cimentandosi nella mezza maratona con Marco, il nostro Speedy Gonzales, con Vera e Rosmarino … Tutti gli altri sono iscritti per la maratona: questo sulla carta … ma non andrà proprio così. Partenza dai rispettivi domicilii scaglionata su quattro differenti equipaggi: il primo dal parcheggio del centodiciotto con itinerario a tappe intermedie per cantine vinicole seguendo il fiuto del cowboy, il secondo guidato dalla Highlander Angela … la donna inossidabile dal podio sicuro, il terzo direttamente da Fano con Fabio maestro di corsa in discesa, e l’ultimo dalla coppia d’assalto capitanata dall’imprevedibile Rosmarino guru della corsa alternata stop and go. Il viaggio si presenta subito in salita, come la corsa dell’indomani, mettendo in difficoltà l’equipaggio: una foratura all’auto del cowboy ci obbliga ad un cambio di programmi; dopo la sosta ad una nota cantina di Sirmione, ci porta a Verona alla ricerca di un gommista prontamente trovato con l’ausilio della tecnologia; l’attesa della riparazione viene superata con uno spuntino frugale, dove (caso vuole) una associazione di pronto soccorso ha un piccolo stand promozionale … Maria la bionda e Cristina Robocoop ne approfittano per controllare pressione e saturazione, tutto ok, parametri perfettamente nella norma, possono correre serenamente … e così faranno. Io sono troppo in ansia per la gara, non mi misuro, già ipotizzo un mio probabile ritiro, se poi i valori fossero fuori dai limiti il morale precipiterebbe sottozero con evidenti nefaste conseguenze, molto meglio restare nel dubbio. Alla domanda “tutto bene?” tutti hanno ricevuto da me, fino ad un minuto prima della partenza, la stessa laconica ed ermetica risposta “per niente”.

Al ritiro dei pettorali Rosmarino, da calabrese focoso, incitato da Marco, vedendo la medaglia appositamente coniata per la maratona stupisce tutti modificando l’iscrizione e passando dalla mezza alla maratona! Gli diamo tutti del pazzo, se io mi sento impreparato lui lo è ancora di più! Salvo allenamenti di nascosto di cui non abbiamo avuto modo di sapere, è reduce da una trasferta in Germania a base di birra e crauti, nessun allenamento sulle lunghe distanze se non la mezza di Bergamo durante la quale la Bionda, una donna! gli ha dato più di sette minuti di distacco, ferendo pesantemente il suo orgoglio di maschio del sud. La cosa fa sorridere tutti, e mi rincuora, se ci prova lui … perché non posso provarci anch’io? Dopo il cambio iscrizione, passata l’iniziale euforia, l’ansia incomincia a prendere anche lui, che la stempera fumando con Elena, e poi con un pesante e rumoroso riposino pomeridiano. Il gruppo si ritrova compatto alla cena pre gara, per comodità la scelta ricade su buffet presso l’albergo dove si passerà la notte … Oltre all’orario da ospedale, una cena a buffet veramente triste in un contesto da mensa aziendale, il tutto illuminato da una luce bianca fredda di faretti a led. Mangiare guardando il tavolo delle colazioni coperto da un lenzuolo bianco suscita, fra l’altro, lo sguardo perplesso della mitica Angela, una vera Highlander che però domani si riconfermerà prima di categoria nei master settanta.

Ritrovo ore otto e un quarto, consegna borse nelle tende militari appositamente montate dagli alpini, interminabile fila al bagno per lo scarico, foto di gruppo ed avvicinamento alla zona di partenza … vediamo Calcaterra, mitico, ci avviciniamo per una foto che ci concede con grande discrezione regalandoci la possibilità di postarla.

Il nostro Fabio, uomo dalla corsa veloce in discesa, si posiziona per correre un pezzo con Calcaterra che farà il pacer delle 3h30 … ritrovatolo all’arrivo con il solito sorriso da orecchio a orecchio ci racconta di averlo anche superato nelle prime discese; e scopriamo che anche Lorenzo non solo ha terminato la sua prima gara con un buon risultato cronometrico ma è anche stato premiato con il secondo posto di categoria; senza dimenticare Marco con il best time sulla mezza riconfermato l’ottimo stato di forma. Vera invece ormai è una veterana della corsa, e si fa trovare bella fresca come una rosa.

Torniamo alla gara dei 42 e rotti: si parte tutti insieme, per me la strategia è cercare di risparmiare le energie in modo tale da arrivare alla “salita degli eroi” con abbastanza fiato e gambe in modo da poterla affrontare camminando senza problemi, perché finita la salita saremo intorno al trentesimo chilometro, ed è li che inizia la maratona. Inizialmente l’idea è seguire il palloncino delle 5 ore, ma non riesco, e mi accodo a quello delle quattro ore e mezza con Maria Massimo e Rosmarino; il resto della truppa procede secondo la propria strategia di stare intorno alle cinque ore. Durante il percorso, per i primi dieci chilometri Rosmarino procede secondo la sua tecnica dello start and go, si ferma, cammina un pochino e poi riparte e mi supera … lo fa per alcune volte e poi nonostante i miei consigli di conservare le energie prende e va … non mi preoccupo … sono certo di ritrovarlo intorno al trentesimo. Ma sbaglierò di brutto, saranno stati i gel, sarà stato il peperoncino …. fatto sta che ha varcato l’arco di arrivo dandomi ben dieci minuti, un impresa che l’indomani racconterà ai colleghi e amici … per noi un insegnamento: se vuoi … puoi. Corro per un tratto con Massimo e Maria che la sera prima, durante la cena buffet da ospedale, ha scommesso con le due sciure di farsi bionda se arriverà entro le cinque ore … se continua così credo che da lunedì sarà “la Bionda” … e in effetti dovrà pagare pegno, passando il traguardo subito dopo di me.

Massimo uomo dal passo veloce ci saluta e parte per riprendere Rosmarino e ristabilire l’ordine cosmico, perché va bene che arrivi prima di me … ma prima di lui è inconcepibile! Mi fermo a tutti i ristori, mangio banane e bevo coca cola in abbondanza, i gel inizio a prenderli poco prima della salitona, che affronto da subito camminando con il terrore di non riuscire più a correre al termine del tratto di oltre un chilometro e mezzo. E invece … il cervello comanda e le gambe rispondono, anche grazie al chiassoso incitamento dei ragazzi in carrozzella spinti da stupendi volontari che caso vuole, fino al trentesimo, stavano costantemente alle mie spalle. L’importante per me, come per tutto il gruppo, era arrivare, è una maratona da affrontare come una avventura ricordando la storia passata per non dimenticare perché, come cantava De Gregori … la storia siamo noi, siamo noi padri e figli! Passato il trentaduesimo chilometro la tensione si scioglie completamente, ne mancano solo dieci, incomincio a sorridere, male che vada camminando al traguardo ci arrivo, la medaglia dell’Eroica sarà al mio collo, anch’io sarò “eroe”.Gli ultimi chilometri sono tutti in discesa, un vero toccasana, che mi permette di fare un arrivo lungo il rettilineo che porta a piazza del Popolo in scioltezza a testa alta, non ingobbito dalla fatica come in altre occasioni. Partimmo in 14, più o meno giovani e più o meno forti, per tornare tutti “eroi” con la nostra medaglia al collo a brindare con una pinta di birra. Una corsa unica, un’organizzazione impeccabile. Grazie per la bella esperienza.

https://www.youtube.com/watch?v=jGZA8sO5Nlk

Informazioni aggiuntive

Fotografo/i: Daniela Gianaroli

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