Ultrabericus, 12 su 12 (anzi una in più): e voglio anche il 2024!
Vicenza/Padova, 19 marzo - Ultrabericus trail, dodicesima edizione. Sono monotona però a mio parere, è il trail meglio organizzato che ci sia. Nel 2020, causa pandemia, non si disputò come manifestazione. Io però testarda come sempre, non volli rinunciare e quando aprirono per pochi mesi l'Italia la feci comunque. Assieme a due compagne e con lo zainetto volli fare anche quell'anno i 65 km previsti.
Quest'anno quindi, essendo "edizione dispari", il percorso sarebbe stato un po’ più lungo. Lo riconfermo, amo i Colli Berici più dei miei Euganei e stimo moltissimo i componenti di questa organizzazione che non lascia nulla al caso.
Piccola precisazione. In qualità di "senatrice" ho l'iscrizione gratuita e anche questo lo considero un atto di gentilezza nei confronti di quei pochi rimasti che hanno partecipato a tutte le edizioni. Quest'anno c'era la novità della maratona, ma indipendentemente da ciò, i numeri degli iscritti erano elevati.
Circa 1800 persone, e la parte del leone era sul percorso lungo.
Sabato 18 mattina, giornata stupenda e partenza dalla meravigliosa Piazza dei Signori di Vicenza a fianco della Basilica Palladiana. Tutti i vicentini lungo le transenne facevano un tifo da stadio. Io, donna più vecchia e terza assoluta in ordine di età. Prima di me due uomini.
Dopo i saluti, sinceri e non di facciata del Sindaco, alle 10 via assieme a quelli della maratona e delle coppie. Giro d'onore lungo Corso Palladio e subito salita verso il Santuario di Monte Berico. Quanti amici , quanti saluti. Le maglie arancioni della mia squadra, Limena Run, si fanno notare da tutti. Eravamo una marea! Qualche tratto con "l'imbuto" in particolar modo in salita, ma nessuno si spazientisce. I primi sono già passati quindi possiamo procedere in fila indiana.
Primo cancello, ore 12,10. Lo passo con largo anticipo. Cavoli, è la prima volta che non mi assale l'ansia del cancello. Sono a Villa di Arcugnano e mi sto veramente divertendo. È un continuo saliscendi e il terreno arido e sassoso non mi concede distrazioni. E ormai, come consuetudine, quando sono in discesa, mi tremano le gambe. Il ricordo del volo non mi abbandonerà più.
Arrivo al secondo cancello a Pederiva di Grancona, pure qua con largo anticipo. Che meraviglia, sono diventata bravina...Dev'essere il mio giorno fortunato perchè mi unisco a tre ragazze, Renata, Alessandra e Paola. Assieme a queste compagne di viaggio arriverò al traguardo.
Inizia la salita verso San Donato, terzo cancello e cambio delle staffette. Ristoro super. Ho mangiato sabato tanti di quei datteri che uno mi prende in giro dicendomi che diventerò una "cammella". Purtroppo dopo San Donato iniziano i crampi e mi devo fermare un po’: le mie compagne mi aspettano e dopo alcuni minuti, zoppico ma riparto.
Inizia a fare freddo ma per fortuna parto sempre con giacche che possono sfidare anche la neve. Invecchiando aumentano non soltanto le rughe ma anche il freddo alle vecchie ossa. Arrivo a Torretta di Nanto, quarta barriera oraria. Il vantaggio non è molto ma mi accontento. Trovo Marietto, Massimo, Denis e tanti altri amici che mi applaudono. Mi rianimo.
Inizia il buio e pure un tratto di ciclabile che benedico. Un po’ di asfalto mi sta bene. Ed ecco Torri di Arcugnano. Mancano meno di 10 km. Il più è fatto anche se ci sono ancora parecchie salite da fare. Proseguo fino ad incontrare una malefica discesa che mi terrorizza. E anche qua ho modo di verificare che questa organizzazione è veramente TOP TOP. Due begli Alpinoni mi accompagnano. Uno davanti e uno dietro cercano di farmi passare la fifa. Dai ragazze, dico alle tre moschettiere, non manca molto.
Sotto di noi Vicenza illuminata ci mette le ali ai piedi. Passiamo a fianco di Villa Valmarana ai Nani che contiene gli affreschi di Giambattista e Giandomenico Tiepolo e corriamo tenendoci per mano verso l'arrivo. Renata, Alessandra, Paola ha un po’ rallentato; e io nel mezzo. Pollini mi prende in braccio e mi fa fare il volo dell'aereoplanino. È una tradizione anche perchè sono abbastanza leggera.
Conclusione? Ricordate il film con Don Camillo quando il vecchio dr. Spiletti si fa portare nel paesello di montagna dove l'irruento prete è stato esiliato? A un certo punto dice: quando si è nelle mani di Don Camillo, si può stare tranquilli. Quando i trail vengono organizzati dagli Ultraberici, si può stare ancora più tranquilli.
Nel 2024 avrò più di 71 anni, spero di poter esserci ancora.
Grazie a tutti.
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