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Maurizio Lorenzini

Maurizio Lorenzini

appassionato di atletica, istruttore Fidal e runner

SERVIZIO FOTOGRAFICO DI ROBERTO MANDELLI

Sono Beatrice Chebet e Gideon Rono Kipkertich a vincere la 91^ edizione del cross internazionale V Mulini. Secondo posto per Yeman Crippa.

15 gennaio 2023. Sembrava la volta buona per vedere ancora un italiano vincere alla V Mulini (l’ultimo è stato Alberto Cova, nel 1986), lo faceva pensare il buono stato di forma di Crippa, un cast complessivo di atleti di non altissimo livello, e invece ci si deve accontentare del secondo posto, a solo 5 secondi dal vincitore. Una sorpresa? Fino ad un certo punto per gli addetti ai lavori: Gideon Rono Kipkertich è atleta di nemmeno 20 anni (li compirà a febbraio), quindi categoria promesse, ma in netta crescita, vanta già 13’16 sui 5.000 metri e 27’11 sui 10.000. Crippa, dopo una partenza incerta che lo ha costretto a recuperare molte posizioni, ci ha provato fino in fondo; erano rimasti solo loro due a contendersi la vittoria, ma quando Rono ha “cambiato” non c’è stato nulla da fare. E adesso il pensiero è tutto per l’esordio in maratona, a Milano, il 2 aprile.

Terzo posto per il tunisino Jhinaoui Mohamed Amin.
Nei primi 10 anche Nekagenet Crippa, Michele Fontana e Luca Alfieri, rispettivamente in quinta, nona e decima posizione.

Gara femminile invece tutta keniana, con le atlete che prendono letteralmente il volo già nelle prime battute di gara; si staccano decisamente Lucy Mawia (Kenya) e Beatrice Chebet, con quest’ultima che a un giro dalla fine chiude la partita, andando a vincere con 15 secondi di vantaggio. Terzo posto per l’atleta del Burundi Celestine Nyomukunzi. Buon quinto posto per Giovanna Selva (C.S. Carabinieri).

Le altre italiane nelle prime dieci posizioni, in questo ordine: Elisa Palmero (C.S. Esercito), Gloria Giudici (Atl. Valle Brembana), Silvia Oggioni (Atl. Gavirate), Letizia Di Lisa (G.S. Virtus), Vivien Bonzi (Recastello Radici Group).

Il tempo è stato clemente, la pioggia che sembrava dovesse arrivare … non c’è stata. Crescono i numeri di partecipazione, con oltre mille classificati a cui è doveroso aggiungere le categorie degli esordienti; è sempre uno spettacolo vederli all’opera.

6 gennaio 2023. Si dice che il Campaccio sia il cross più bello e … è proprio così. In una giornata quasi perfetta per correre (no pioggia o neve, e temperatura 8-11 gradi) si sono viste gare belle e quasi tutte combattute fino all’ultimo per le prime posizioni.

Livello alto nella gara maschile (5 giri, poco meno di 10 chilometri), certamente per la presenza dei “soliti” africani, ma molto ben partecipata anche dagli atleti italiani. Restano in otto dopo i primi tre giri; quando sembra che l’ugandese Oscar Chelimo prenda in mano la gara succede che si scatena la bagarre ed è proprio Yeman Crippa a dare fuoco alle polveri: ovviamente l’entusiasmo del numeroso pubblico presente spinge Yeman a dare proprio tutto, ma questa sua azione all’ultimo mille ha scatenato la reazione tra Balew Birhanu (Barhain) e Rodrigue Kwizera (Burundi); vince quest’ultimo, al termine di una volata combattutissima e risoltasi sotto la finish line, infatti entrambi sono stati accreditati dello stesso tempo. Crippa chiude al terzo posto, ad una manciata di metri, che resiste al ritorno di Oscar Chelimo. Poco prima della partenza avevo stuzzicato Yeman–ma si può battere questo Chelimo?- la risposta è stata “te lo dico dopo … ma ci provo”. E ci è riuscito. E ora sotto con l’esordio in maratona, pare proprio che sarà a Milano, il prossimo 2 aprile.                                                             

Bene un po’ tutti gli italiani, in particolare Yohannes Chiappinelli, Iliass Aouani (al rientro alle gare, dopo il covid), Mattia Padovani e Luca Alfieri, classificatisi rispettivamente in 7^,8^, 10^ e 11^ posizione, tutti sotto i 30 minuti.

Si sa che i confronti nella corsa campestre, anche se si tratta della stessa gara, sono sempre difficili perché condizioni meteo, fondo e variazioni di percorso anche minime possono incidere, tuttavia nella gara maschile sono stati ben undici gli atleti che hanno chiuso sotto i 30 minuti, il miglior risultato da molti anni a questa parte.

Gara femminile (3 giri, poco meno di 6 chilometri) tirata sino agli ultimi metri, con Daniel Rahel che dopo una lunga volata batte per soli due secondi l’esperta keniana Margaret Kipkemboi, giunta terza alla recente Boclassic. Segue Miriam Chebet (Kenya). L’eritrea Rahel, 22 anni, aveva già buoni risultati su distanze gare simili o equivalenti (10.000 mt e 10 chilometri), tutti ottenuti nel 2022, incluso il secondo posto proprio al Campaccio. La vittoria di oggi testimonia ulteriormente la sua crescita.

La campionessa europea di corsa campestre in carica, Nadia Battocletti, ha combattuto sino all’ultimo con avversarie molto quotate, vincendo la volata per il quarto posto; migliora quindi il risultato del 2022, quando giunse sesta.  

Programma gare degli assoluti completato come segue, con i vincitori/vincitrici:

Allievi/e, Simone Vittore Borromini (Atl. Toscana Jolly), Giulia Bernini (Atl. Empoli Toscana);  Cross corto m/f, Jean de Dieu Butoyi (Burundi), Silvia Gradizzi (Cus Pro Patria); gara internazionale junior maschile, Andrea Ribatti (Imperiali Atletica).

Non potevano certo mancare i numerosi amatori, sempre più affezionati e presenti al Campaccio, ma a questo ci ha pensato il collega Rodolfo Lollini, LEGGERE QUI IL RELATIVO ARTICOLO.

Si, davvero un gran bel “prodotto” questo Campaccio, unico rammarico è stato quello di non poterlo correre, anche se da “spettatore attivo” (facevo parte del gruppo giudici gare) ho potuto vivere in buona parte le gare.

Mercoledì, 04 Gennaio 2023 23:51

Doping in Kenya: sarà un’altra Russia?

5 gennaio 2023. Ricorrono con sempre maggiore e preoccupante frequenza i casi di doping che coinvolgono atleti keniani, ma forse è l’intero continente africano a trovarsi nel mirino. Talvolta si tratta di “missed test”, ovvero di atleti più volte irreperibili in occasione dei controlli, che spesso avvengono fuori dalle gare; altre volte invece è stata proprio accertata la presenza di prodotti dopanti (testosterone, eritropoietina, etc.) quando i test sono avvenuti nel contesto di manifestazioni.

I nomi degli atleti keniani? Tanti, ne citiamo solo alcuni: Marius Kipserem, Philemon Kacheran, Justus Kimutai, Alex Korio. Questi in qualche modo fecero ancora più notizia perché si trattava delle “lepri” che aiutarono Kipchoge nell’impresa di correre la maratona sotto le due ore.  E poi Mark Kangogo, Lawrence Cherono. Anche in campo femminile, è notizia recente la squalifica di Diana Chemtai Kypiokei, Purity Cherotich Rionoripo (LEGGERE QUI) e Betty Wilson Kempus.

Stiamo parlando di atleti di alto livello, uomini che hanno corso la mezza maratona ben sotto i 60 minuti e/o la maratona sotto le 2h05’, vincitori delle più importanti gare a livello internazionale (Boston, Praga, Chicago, Parigi).

In totale, da inizio 2022, sono venti quelli sanzionati con lunghe squalifiche, fino a 6 anni. Un fenomeno che quindi non è più isolato ed ha attivato l’attenzione di World Athletics, la federazione mondiale di atletica leggera. Il presidente, Sebastian Coe, in una intervista avrebbe ricevuto rassicurazione dal governo keniano che per combattere la piaga investirà 25 milioni di dollari, per aumentare test e controlli. Speriamo davvero che ciò avvenga.

Siamo di fronte ad un potenziale caso Russia (bandita dalle manifestazioni per quattro anni, poi ridotti a due), quindi doping di stato che porterebbe all’esclusione del Kenya? Personalmente non lo credo, doping di stato in Kenya mi pare improbabile, non fosse altro per questioni organizzative. Di certo il problema è grosso, e il sospetto che i numeri potrebbero crescere ancora c’è tutto.

Ma come è possibile un numero così elevato di atleti importanti, quasi sempre assistiti da manager di alto livello? Per come la vedo io, sgombro subito il campo da possibili illazioni di connivenza, non fosse altro per questioni di interesse; gli atleti sono un patrimonio da accudire con molta attenzione, un atleta élite che si perde per strada (per doping ma non solo) costituisce un danno economico non indifferente. Se in fondo non è difficile trovare buoni atleti in Africa, molto più complicato è trovare e gestire i fuoriclasse, donne da 2h15/16 in maratona, o uomini che nella mezza corrono sotto i 58/59 minuti. Poi, è ovviamente una questione di immagine, un danno tutt’altro che irrilevante per la reputazione.

Il problema non è di facile soluzione, ci vorrebbe certamente un forte e sostanziale intervento di Athletics Kenya (attualmente è il paese che presenta più casi), condizioni contrattuali più decise da parte dei manager (ma queste mi risultano già esserci, in buona misura); purtroppo i controlli sono complicati in Kenya, non so nemmeno se esistono laboratori dedicati in Kenya, perché è chiaro che non si tratta di semplici esami del sangue e delle urine.

Poi c’è un altro fatto che complica notevolmente le cose, il cosiddetto  “whereabouts” (sostanzialmente la reperibilità che devono dare gli atleti). A parte le distanze (enormi in Kenya), c’è un problema culturale, la conoscenza della lingua è limitata e immagino sia complicato seguire le procedure, in particolare per gli atleti seguiti marginalmente dai manager, o non seguiti affatto. Certo che si può semplificare tutto sostenendo che se vuoi fare l’atleta devi metterti nelle condizioni di farlo, però … non è così semplice.

Infine, ma a mio avviso è la cosa che forse preoccupa di più in assoluto, è la facilità con cui in Kenya si trovano  prodotti specificamente dopanti, perché non si tratta di cortisone, per riuscire comunque a correre o sostenere allenamenti impegnativi: sono prodotti esclusivamente finalizzati al miglioramento delle prestazioni. Pare ci sia un vero e proprio business, un commercio anche su larga scala, e quando ci sono di mezzo i soldi, tanti soldi, le cose diventano molto più complicate.

P.S. la (mia) foto mostra la fase di una corsa ad Eldoret (Kenya), probabilmente la gara di corsa campestre più famosa in tutto il Kenya. La categoria è quella che corrisponde alla nostra ragazzi/allievi. Da notare che diversi di loro corrono a piedi scalzi. L'auspicio è che da "grandi" prendano la strada giusta. 

SERVIZIO FOTOGRAFICO

Luca Magri ed Eva Grisoni vincono con buon margine la terza edizione della mezza maratona di Lemine

18 dicembre. Mezza maratona ma anche una 10 chilometri corse oggi da 250 atleti, nel ricordo di un caro amico, Gigi Gritti, che se ne è andato a soli 57 anni.

Freddo, ma neanche troppo, sul percorso di 10 chilometri (circa) da ripetere per raggiungere i fatidici 21097 metri; infatti è bene ricordare che questa gara, è certificata e omologata Fidal. Un percorso che qualcuno ha definito “mosso”, altri impegnativo, ma altrettanto vario e, come si dice in gergo “allenante”. In totale sui due giri sono 200 metri di dislivello, certificati dall'esperto Dario Giombelli, misuratore e arbitro internazionale della Federazione di atletica leggera.

Certamente questo di allenarsi è stato il primo pensiero di Luca Magri, forte atleta della Recastello Radici Group, che ha lasciato la neve ed i meno 6 di Schilpario per correre questa mezza; alla fine non ha avuto avversari, tuttavia il suo tempo finale di 1h08’54 (anche considerando i 200 metri di dislivello) dimostra che … si è allenato sul serio. Secondo posto in 1h16’10 per Pietro Foppolo (Atl. Valle Brambana), che nel finale stacca di poco l’atleta Locale Luca Arrigoni (Pegarun), che ha chiuso in 1h16’20.

Gara femminile che ha visto prevalere in 1h25’11 Eva Grisoni (Lykos Triathlon Team), davanti ad Ilaria Bianchi (1h27’30-Le Castello Radici Group)  e Silvia Maria Pasquale (1h30’39-Ortica Team).

Gara di contorno è stata una 10 km, formalmente non competitiva, che ha visto Stefano Manzinali e Simona Corna risultare i più veloci.

Come si è detto, percorso piuttosto tecnico, con diverse ondulazioni che lo hanno reso più vario e persino divertente, a seconda di come lo si è corso e vissuto. Ottima la logistica presso il bocciodromo di Almenno San Salvatore, all’interno di un bel centro sportivo. Nessun problema di parcheggi o difficoltà di percorso, eccezion fatta per un breve tratto un pochino scivoloso all’interno dell’oasi del parco del Brembo.

Certamente un periodo anomalo per organizzare gare su strada in Lombardia, ma credo che il coraggio e la passione del presidente Giorgio Pesenti e del suo staff Pegarun siano stati ben premiati dalla partecipazione e dalla soddisfazione di chi ha voluto esserci.   

Un dato di cronaca viene dal controllo antidoping realizzato a cura del Ministero della Salute, per i primi/e quattro classificati/e (solo urine). Aumentano quindi i controlli in gare dove non si ritiene possano esserci, perché non si deve sempre e solo pensare alle gare top e alle super prestazioni,  dato che uno degli obiettivi primari nella difficile battaglia al doping è la tutela della salute.

 

11 dicembre 2022 - Bene, molto bene l’Italia a questi campionati europei corsi nello splendido scenario del parco La Mandria.  Se in qualche modo pareva meno complicato il compito di Nadia Battocletti, autrice di una fantastica gara nella categoria U23 (6 chilometri), l’impresa nella staffetta mista pareva meno facile, ed invece ne è venuto il regalo di una medaglia d’oro all’Italia al termine di una prova davvero spettacolare.

Nadia Battocletti ha condotto la sua gara sempre davanti, è parsa in pieno controllo sin dal primo metro, poi a circa 1000 metri dall’arrivo è andata via con una progressione che non ha lasciato scampo all’inglese Megan Keith. Italia argento nella classifica a squadre grazie ai contributi di Aurora Bado (14esima), Giovanna Selva (16esima), Anna Arnaudo (19esima), Sara Nestola (20esima) e Ludovica Cavalli (30esima). 

Molto più avvincente e incerta fino all’ultimo la staffetta mista (4 x 1,5 km); Pietro Arese chiude la prima frazione in netto vantaggio, dando il cambio a Federica Del Buono, che viene prima raggiunta e poi superata, ma resta in scia alla coppia di testa. Yassine Bouih parte a razzo e dopo metà giro ha già raggiunto e staccato i suoi avversari. Ultimo cambio con Gaia Sabbatini, ha un vantaggio di pochi secondi che perderà nella zona delle salite, ma non perde certo la testa; con una progressione irresistibile raggiunge e affianca la spagnola, per poi superarla grazie ad una fantastica volata. 

Gara Senior maschile: grande l’attesa per Yeman Crippa ma anche per Jakob Ingebritsen. Spavalda la tattica di Yeman, in testa almeno sino a metà percorso (10 chilometri, scarsi). E poi … poi è cominciata la gara del norvegese, che prima è risalito nelle prime posizioni, dopo un avvio quasi nella pancia del gruppo, e a seguire ha letteralmente cambiato passo nel finale di gara. Chapeau, è parso di un altro pianeta. Yeman Crippa al quarto posto, a soli due secondi dal bronzo. Gli altri italiani: Yohanes Chiappinelli (8°), Osama Zoghlami (13esimo), Neka Crippa (22esimo), Pasquale Selvarolo (46esimo). Complessivamente ottima la prestazione di squadra, argento ad un solo punto dalla Francia. 

Alla fine sono quattro le medaglie azzurre, due oro e due argento, seconda nel medagliere dopo la Gran Bretagna e prima della Spagna. 

Ecco le altre gare in programma col piazzamento del migliore italiano:

Under 20 uomini: Konjoneh Maggi, 37esimo

Under 20 donne: Lucia Arnoldo, 32esima

Under 23 uomini: Marco Fontana Granotto, 14esimo

Senior donne: Nicole Svetlana Reina, 21esima

4 dicembre 2022. Davvero notevole la prestazione odierna di Giovanna Epis, che con 2h23'54 realizza il suo primato personale (precedente 2h25'20) e si posiziona al terzo posto nella classifica italiana all time, dopo Valeria Straneo (2h23'44) e Maura Viceconte (2h23'47). Un passaggio alla mezza in 1h11'54 faceva addirittura presagire il nuovo record italiano, mancato di soli 10 secondi.

Gara stellare come ormai sono abituati da queste parti, con il debuttante Kevin Kiptum che vince in 2h01'53, dopo aver realizzato proprio qui a Valencia il suo personale nella mezza, 58'42. Secondo posto, e nuovo record personale di 2h03'00 per Gabriel Geay (Tanzania) e terzo per un altro esordiente, Alexander Mutiso (Kenya-2h03'29).

La gara femminile vedeva l'esordio sulla distanza della fenomenale Letensebet Gidey (Etiopia), primatista mondiale sui 5.000, 10.000 metri e mezza maratona; grande il suo tempo finale di 2h16'49 che tuttavia non le basta per vincere; si piazza infatti seconda dietro la connazionale Amane Beriso, che realizza il terzo miglior crono di sempre, 2h14'58. Terzo posto per la keniana Sheila Chepkirui (2h17'29). Sono state ben 7 le atlete che hanno chiuso con un tempo inferiore a 2h19'. 

Tra gli italiani Daniele D'Onofrio chiude in 2h12'47, a un minuto dal suo personale di 2h11'43 (Siviglia 2022). Ma un'altra impresa di notevole prestigio viene a sorpresa dalla valdostana Catherine Bertone; corre la sua maratona in 2h34'14, tempo che le vale la nuova miglior prestazione master di categoria W50. Con un passaggio alla mezza in 1h15'19 si poteva addirittura pensare al nuovo primato mondiale (2h31'05), ma qualche problema di pancia l'ha costretta ad un paio di pit stop. Buona prestazione anche per Barbara Bressi, alla sua seconda maratona si migliora con 2h39'27.

 

Dal sito Fidal riprendiamo tempi e primati in maratona delle donne italiane

2h23:44 Valeria Straneo, Rotterdam 15 aprile 2012
2h23:47 Maura Viceconte, Vienna 21 maggio 2000
2h23:54 Giovanna Epis, Valencia 4 dicembre 2022
2h24:00 Sara Dossena, Nagoya 10 marzo 2019
2h25:17 Franca Fiacconi, New York 1 novembre 1998
2h25:28 Bruna Genovese, Boston 17 aprile 2006
2h25:32 Anna Incerti, Berlino 25 settembre 2011
2h25:36 Sofiia Yaremchuk, Francoforte 30 ottobre 2022
2h25:57 Maria Guida, Carpi 10 ottobre 1999
2h26:10 Rosaria Console, Berlino 25 settembre 2011

 

Le maratone di Giovanna Epis


2h39:28 (5) Firenze, 29 novembre 2015
2h38:20 (4) Roma, 10 aprile 2016
2h35:37 (11) Francoforte, 30 ottobre 2016
2h34:13 (6) Milano, 2 aprile 2017
2h32:31 (9) Amsterdam, 15 ottobre 2017
2h29:41 (6) Siviglia, 25 febbraio 2018
2h29:11 (6) Rotterdam, 7 aprile 2019
rit. Doha, 28 settembre 2019
2h28:03 (1) Reggio Emilia, 13 dicembre 2020
2h35:09 (32) Sapporo, 7 agosto 2021
2h25:20 (10) Valencia, 5 dicembre 2021
2h29:06 (5) Monaco di Baviera, 15 agosto 2022
2h23:54 (15) Valencia, 4 dicembre 2022

 

 

Lunedì, 28 Novembre 2022 14:42

La nicotina è doping?

Chi lo sostiene, o quanto pone il dubbio, è un medico dello sport francese, esperto in cose di doping.

Si tratta di Jean-Pierre de Mondenard, già medico ai tempi del Tour de France, autore di numerose pubblicazioni in materia di doping, tra queste il “Dictionnaire du dopage” (anno 2004).

Prima di entrare nel dettaglio è bene chiarire subito che qui non si tratta della nicotina che si assume attraverso le sigarette, tipo quella che quel folle ha (avrebbe? Il dubbio di una farsa c’è tutto) assorbito in quantità industriale durante una maratona ( IL COLLEGA RODOLFO LOLLINI LO HA RACCONTATO QUI).

Per Jean-Pierre de Mondenard, il dubbio c’è tutto, e a questo proposito riferisce di una serie di studi (pubblicazioni sulla rivista "Forensic Science International") effettuati su sportivi praticanti in diverse specialità (hockey su ghiaccio, lotta libera, il bob, il football americano, lo sci, il basket) e che avrebbero tratto benefici dall’utilizzo della nicotina, essenzialmente attraverso masticazione del tabacco o derivati (pasticche, chewingum alla nicotina ecc.).

La prima considerazione, che pare ovvia, è la pericolosità diretta e indiretta riguardo l’assunzione senza controllo della nicotina, ma Mondenard va oltre; sostiene che la nicotina è uno stimolante ed un rilassante, e può migliorare la concentrazione. Insomma, se non è doping vero e proprio come comunemente lo si intende, può comunque alterare le prestazioni, producendo qualche vantaggio. In qualche modo la pone sullo stesso livello della cannabis, invece proibita per tutti gli atleti agonisti.

Di certo se la lotta al doping passa attraverso la tutela della salute qualche riflessione viene da farla.

Giusto comunque ricordare che la nicotina, di certo non quella presente nelle sigarette, di fatto è anche un farmaco che, se utilizzato sotto stretto controllo medico, può avere effetti benefici contro malattie come la schizofrenia e l’obesità.

Domenica, 27 Novembre 2022 21:43

Doppietta etiope alla Maratona di Firenze

Dominio etiope in una maratona corsa in condizioni meteo ottimali, vincono Debele Fikadu Kebele e Tesema Atsede Baysa.

CLASSIFICA PDF - 7 novembre 2022. I numeri certificano la ripartenza della maratona di Firenze che dopo un difficile 2021 (3750 classificati), peraltro in "buona" compagnia con molte altre gare, raccoglie 7500 iscritti (dati comitato organizzatore); al momento risultano quasi 6.000 atleti classificati entro il tempo massimo delle 6 ore previste dal regolamento. Classifiche comunque in via di definizione e conferma. 

Gara maschile molto incerta fino a poche battute dall'arrivo, quando l'etiope Kebele taglia il traguardo al primo posto in 2h08'45, sfiorando di pochissimo il record della manifestazione (2h08'40, anno 2006), ma anche il proprio personal best (2h08'36, Dubai 2019); secondo posto per il keniano Samuel Lomoi (2h09'00) e terzo per l'atleta del Bahrain Abdi Hibrahim Abdo (2h10'58).

Etiope anche la vittoria al femminile, con Tesema Atsede Baysa che chiude in 2h25'12, nemmeno lontanissima dal primato di Lonah Salpeter, 2h24'17. Secondo posto al Kenya, con Rodah Jepkorir Tanui (2h26'21) e terzo in 2h28'00 per la ruandese Clementine Mukandanga; prestazione notevole quest'ultima, per un'atleta che gareggia spesso in Italia e che realizza il proprio personale a 37 anni, precedente 2h30'16 (Reggio Emila 2021).

Primo italiano è Khalid Jibari (Athletic Club Alperia-2h21'32), secondo Andrea Soffientini (Dinamo Sport-2h26'36), autore di una prova estremamente regolare, con passaggio alla mezza in 1h13'10. I due atleti si piazzano rispettivamente in 7^ e 9^ posizione.

Prima italiana è Denise Tappatà (Stamura Ancona-2h51'00), seconda Federica Proietti (Calcestruzzi Corradni-2h53'59).  

 

 

Martedì, 08 Novembre 2022 21:48

Brixen Dolomiten Marathon alza bandiera bianca

8 novembre 2022. Peccato, il calendario delle corse in montagna perde una gara bella ed apprezzata, che conosco bene anche per aver partecipato. Eppure le cose, dal punto di vista della partecipazione, non erano andate al meglio nel 2022 (meno circa 15% rispetto al 2021) peraltro in anno di difficile ripresa per tutto il settore.

Le aspettative di crescita erano troppo elevate per una gara complicata e costosa da organizzare? Può darsi, ma conoscendo gli organizzatori sono certo abbiano fatto di tutto per continuare questa bella avventura. Confido vivamente che si tratti solo di un arrivederci, e non un addio. 

Ecco la comunicazione del Comitato Organizzatore:

A tutti gli atleti appassionati di corsa 

la Brixen Dolomiten Marathon 2022 – con tutte le sue corse – è stata ancora una volta un successo completo. Che si tratti della maratona vera e propria, del Dolomites Ultra Trail, del Dolomites Ladinia Trail o della Villnöss Dolomites Run, i tempi personali sono stati raggiunti con un tempo splendido, le impressioni sono state ottime e il panorama delle Dolomiti ha potuto essere goduto in tutta la sua colorazione e unicità. Altrettanto unica è stata l'apertura, venerdì sera, del più grande weekend podistico dell'Alto Adige: la Women's Run Brixen. 

Da 12 anni ci sforziamo di migliorare e ampliare il nostro evento, il tutto su base volontaria. Siamo un piccolo gruppo di appassionati corridori che hanno messo in piedi un evento davvero fantastico nel loro tempo libero. E forse questo è anche il segreto della Brixen Dolomiten Marathon: è un evento di corridori per corridori!

La sfida finanziaria e soprattutto burocratica è diventata sempre più ampia negli ultimi anni. Il nostro piccolo team di OC non è più in grado di far fronte a questo enorme sforzo supplementare nel tempo libero. Ora è necessaria una piattaforma operativa professionale per soddisfare i desideri dei partecipanti, degli sponsor e degli aiutanti. 

Ci sono state diverse discussioni con l'Associazione Turistica di Bressanone e il Comune di Bressanone. Le nostre richieste e i nostri suggerimenti sono stati presentati in un piano a 3 e 5 anni. Purtroppo non è stato possibile trovare una soluzione accettabile per noi e soprattutto per i partecipanti, gli sponsor e gli aiutanti. 

Per questo motivo abbiamo deciso a malincuore che la Brixen Dolomiten Marathon 2023 non avrà luogo. 

La Women's Run Brixen, invece, che fa parte di questo progetto, si svolgerà nel 2023. 

Il Presidente, Christian Jocher

 

 



6 novembre 2022. Dopo due anni complicati per il Covid si torna a correre per le vie di New York, 51esima edizione. Tra gli atleti al via i campioni uscenti del 2021, Albert Korir e Peres Jepchirchir. Vincono i due keniani Evans Chebet e Sharon Lokedi.

Gara maschile

Dopo pochi chilometri prende il largo il brasiliano Daniel Do Nascimento che allunga decisamente sino ad accumulare un vantaggio sul gruppo di un minuto e mezzo al km 10, dove è passato in 28’42 ( a due secondi dal suo personale sui 10.000 metri!). Daniele Meucci, unico italiano elite al via, resta nel gruppo di testa per diversi chilometri.

Passaggio ai 21097 metri che, letto così, pare una follia: il brasiliano non solo porta il suo vantaggio ad oltre due minuti, ma realizza un incredibile 1h01’22 (a 20 secondi dal suo personale sulla mezza, altro dato incredibile). Segue il gruppo in 1h03’35; Meucci poco distante passa in 1h04’03, decima posizione.

Colpo di scena al km 28, pit stop per il brasiliano, si avvicina decisamente Evans Chebet (vincitore della maratona di Boston 2022 e l'atleta col miglior tempo di accredito al via, 2h03'00), che nel frattempo ha staccato gli avversari, ma non così nettamente. Al 105esimo minuto di gara crolla letteralmente Do Nascimento, si ferma e si sdraia a terra, gara finita.

Chebet pare lanciato verso la vittoria, con Shura Kitata, El Aaraby e Abdi Nageeye a una manciata di secondi, al km 35.

Km 41, Chebet mantiene un esiguo vantaggio su Kitata (12 secondi), ormai è una partita a due, segue Nageeye a un minuto.

Vince Evans Chebet col tempo di 2h08’41, con l’abbraccio di Claudio Berardelli (suo allenatore) e Gianni Demadonna (suo manager); secondo posto per Shura Kitata (2h08’53), terzo Abdi Nageeye (2h10'31), di nazionalità olandese, originario del Marocco. Evans Chebet ha corso 12 maratone nel corso della sua carriera, non andando mai peggio del 4° posto, invece vincendo gare di altissimo prestigio, come Boston, Valencia e oggi New York.

Ottima prestazione per Daniele Meucci, che nonostante un calo nella parte finale conclude in ottava posizione, tempo 2h13'29.

Gara femminile

Al passaggio della mezza maratona, in 1h12’07, sono una dozzina le atlete a condurre, tra queste Hellen Obiri, due volte campionessa del mondo sui 5.000 metri (2017 e 2019).

Km 30, sono  rimaste in tre: Obiri, Gotytom Gebreslase, Viola Cheptoo, che sembrano avvantaggiarsi sul resto del gruppo ma poco dopo vengono raggiunte da Lonah Salpeter e Sharon Lokedi, all’esordio sulla distanza.

Km 40, sono rimaste in tre: Salpeter, Lokedi e Obiri, che segue a pochi metri. Di qui a poco attacco deciso della Lokedi, ma Salpeter resta vicino. All’altezza di Colombus Circle si rientra in Central Park, dieci metri separano le due atlete. Vince la Lokedi, una vittoria sorprendente, e con un tempo eccellente, 2h23’23, secondo posto per Salpeter (2h23’30) e terzo per Gebreslase (2h23'39). Una curiosità: La Lokedi è l'ottava atleta a vincere all'esordio nella storia della NYCM. 

Presenza italiana in calo (2222 vs 2844 nel 2019), tuttavia in base al numero degli iscritti risulta sempre la nazione più numerosa, dopo gli Stati Uniti e prima di Francia (1948) e Gran Bretagna (1915).

Questi i migliori risultati degli uomini: 1) Daniele Meucci, 2h13'29 2) Pietro Sartore, 2h37'25 3) Luca Quarta, 2h38'05 

e questi delle donne: 1) Vannina Dal Santo, 3h07'12 2) Gabriele Lanci, 3h08'41 3) Paola Rodriguez Giustiniani, 3h15'06

 

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