
Si è corsa oggi la Utlac 15, versione ridotta di un menù di gare ben più ampio e impegnativo, eppure la fatica garantisco che è stata tanta.
10 maggio 2025. Il cielo ha risparmiato i partecipanti, infatti la pioggia come d’incanto ha smesso di scendere proprio in corrispondenza dello start, ovviamente il percorso era tutt’altro che asciutto.
Un primo chilometro in piano, giusto per un minimo di riscaldamento, i più veloci sfilano via, gli altri, dopo l’attraversamento sul lago, all’ingresso del Parco del Monte Barro, sono tutti d’accordo: si cammina, grazie ad un tratto di 7/800 metri con pendenze limite ribaltamento. Seguono, fino a poco dopo il km 4, dei sentieri anche corribili ma poi si prende il Sentiero delle Creste e la salita diventa davvero faticosa, perfino qualche passaggio dove ci si aiuta con le mani; e non è una cattiva idea, visto che le gambe dopo le precedenti salite ti hanno abbandonato. Da queste parti si raggiunge il punto più alto del percorso, a 768 metri, mentre il dislivello totale D+ è di 740 metri, a fronte di una lunghezza dichiarata di km 13,5. Ogni tanto si scorgono delle viste panoramiche davvero belle, che la nebbia riesce a nascondere solo in parte.
Finalmente si scende, anche se spesso su tratti piuttosto tecnici, scivolosi, le rocce sono bagnate e il fango non manca. Il ristoro è in corrispondenza della Baita degli Alpini di Galbiate, c’è tutto quello che deve esserci per recuperare le energie, almeno in parte.
Da qui a mio avviso la parte più godibile del percorso (salvo alcuni tratti), sentieri boschivi, sempre tendenti a scendere; si procede facilmente, sia pure sempre con la difficoltà del fondo bagnato. Penultimo chilometro che ripercorre il tratto di andata, quindi con notevole pendenza, le gambe dovrebbero aiutare a controllare la velocità, ma … non ci sono più. Si attraversa nuovamente il ponte e ci si perde un pochino, Lecco si è svegliata e la gente passeggia, c'è parecchia confusione e si vedono meno fettucce che ti suggeriscono dove andare, ma con la (sia pur poca) lucidità rimasta, sai che devi proseguire sul lungo lago, arrivo in zona Monumenti ai Caduti, stesso punto da dove si era partiti.
Riporto qualche informazione essenziale sulla cronaca della gara; vittoria al maschile per Mirko Bertolini (La Recastello Radici Group), tempo 1h12’11, tra le donne Concilio Daiana (O.S.A. Valmadrera). Mi piace evidenziare il secondo e terzo posto delle gemelle Gandin (Polisportiva Pagnona), Eleonora e Isabella, sono classe 2003. Infine, giusto notare nella mia categoria (M60-69) lo svizzero Luca Borlini, che la vince chiudendo in 1h39’20 (!!); praticamente quando sono arrivato io aveva fatto la doccia e credo non solo quella.
Note in ordine sparso
Per chi piace la “corsa in natura” qui siamo al top, qualche tratto tecnico di troppo (è un trail, suvvia!) ma il percorso è complessivamente molto gradevole.
Forse un ristoro in più ce lo metterei, fortunatamente la giornata era fresca; del resto il regolamento dice chiaramente “ corsa in regime di autosufficienza”. E poi forse noi “stradisti” siamo abituati ad essere molto (troppo?) coccolati.
Percorso ben segnato, oltretutto con fettucce di colore arancione, impossibile non vederle, e posizionate correttamente, sia prima che dopo gli eventuali cambi di direzione.
L’immagine dell’altimetria non era fedelissima, quantomeno nel mostrare le pendenze in gioco; qui è una cosa strana, ci sono organizzatori che per 100 metri dislivello , magari su un tratto di 2,3 chilometri, mostrano salite che sembrano delle arrampicate di grado 6+, altre che “spianano” il percorso. Mah.
ALTIMETRIA PERCORSO (i chilometri in realtà non sono 15, ma 13)
Non mi piace mai commentare dei pacchi gara, non lo considero un elemento che qualifica nel bene o nel male una manifestazione, tuttavia qui era davvero di qualità.
Parcheggi complicati e molto costosi, capisco che siamo in centro città, ma qualche facilitazione in più potrebbe esserci per chi affronta una discreta spesa, magari perché non viene da vicino.
All’atto della registrazione ho avuto problemi di caricamento del certificato medico sportivo sulla piattaforma Wedosport, che (giustamente o meno) impone questo passaggio; continuava ad apparire il bollino rosso, ma in realtà quando mi sono presentato al ritiro pettorale armato di certificato ed evidenza della registrazione presso Fidal … mi hanno detto che era tutto a posto.