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Rodolfo Lollini

Rodolfo Lollini

A pochi giorni dalla Roma By Night Run, una mezza maratona nel centro della capitale, come un fulmine a ciel sereno una mail dell’amministrazione comunale colpisce il comitato organizzativo. La comunicazione riguarda un preventivo per le prestazioni dei vigili urbani che devono essere distribuiti sul percorso allo scopo di bloccare il traffico. Un conto da 25.800 euro. Si tratta di una novità ed un costo non preventivato dagli organizzatori che ora si trovano nella necessità di prendere a breve decisioni drastiche in quanto la corsa, prevista venerdì prossimo 7 settembre, a queste condizioni non si può fare. Anche se magliette e medaglie sono già state ordinate, è impossibile scaricare sui 2500 partecipanti previsti un ulteriore onere di 10 euro a testa, come da facile divisione. E’ quindi possibile che la gara venga annullata. Per gli organizzatori sarà un bagno economico, ma certamente inferiore alla “bolletta” dei vigili.

Vi terremo informati sugli sviluppi della vicenda, anche se ancora più importanti sono gli scenari che ne seguiranno. Se questa regola verrà mantenuta, organizzare una corsa podistica a Roma risulterà impensabile, almeno a queste condizioni economiche. E se qualcuno accetterà di pagare la bolletta, resta da capire quanti runner saranno disponibili a pagare cifre d’iscrizione nettamente superiori, necessarie per far quadrare i conti. Regola che poi non è così chiara, nel solito labirinto tutto italiano di decreti trasformati poi in leggi, circolari esecutive e prassi locali, dove l’amministrazione non concede alcun sussidio alla gara, ma poi offre il servizio dei vigili a titolo gratuito

Di certo questo nuovo costo non riguarda solo il mondo della corsa e quindi anche tante altre manifestazioni sportive, calcio in primis, dovranno sottostare a questa regola. O ci saranno figli e figliastri? “Tassa” che peraltro è già attiva in altre città come Milano, dove non è un caso che molti organizzatori di eventi medio-piccoli si siano “rifugiati” all’interno di parchi e comunque di zone escluse al traffico. Pratica che peraltro aiuta ad evitare di ottemperare a tutti gli obblighi della famigerata Circolare Gabrielli, emessa nel giugno 2017 e relativa alle manifestazioni pubbliche. Un altro bel mal di testa per chi ha ancora il coraggio di organizzare una gara su strada. Per quei pochi che resistono poi interviene la FIDAL con tasse, calendari, regolamenti e label gold, silver e bronze, a dare la mazzata finale.

Venerdì, 31 Agosto 2018 16:43

Perde la scarpa, ma vince i 3000 siepi!

Se qualche volta vi è capitato di non fare attenzione all’allacciatura delle scarpe prima di una gara, se vi siete dati del dilettante quando avete dovuto correre per chilometri in situazione di disagio, con un piede che ballava nella scarpa, ebbene sappiate che siete in buona compagnia.

Ieri a Zurigo, mica un meeting qualunque, bensì una delle tappe più importanti della Diamond League, il circuito più prestigioso dell’atletica leggera, è successo di peggio. Ed a sbagliare non è stato un giovane alla prime armi, bensì Conseslus Kipruto, semplicemente il campione olimpico e mondiale in carica sui 3000 siepi.

Persa la scarpa dopo soli 500 metri, il keniano non si è perso d’animo ed ha proseguito per i restanti due chilometri abbondanti, fitti di ostacoli e riviere senza batter ciglio. Poi,  visto che c’era, ha pensato anche di vincere la gara, in un finale allo sprint dove ha avuto ragione del marocchino El Bakkali per soli 4 centesimi.

Quindi, se anche voi siete in grado di vincere con un piede scalzo, se quando vi fermate per allacciarvi la scarpa poi riuscite a recuperare sul vostro avversario, non vi diciamo nulla. In caso contrario lasciateci raccomandare la massima attenzione a questi particolari praticando una doppia allacciatura o dei nodi di sicurezza.

Col ritorno dalle vacanze per molti runner riprende l’attività agonistica e dunque potrebbe essere utile fare una breve riflessione sul ruolo cruciale dei Giudici di Gara. Quindi per coloro che se lo fossero perso, riproponiamo un bel video del nostro canale Youtube, realizzato dai Giudici FIDAL Emiliani, sottolineando come la loro presenza sia indispensabile non solo in pista, ma anche per le gare su strada.

Dura solo un minuto e mezzo: non perdetevelo.

Mercoledì, 22 Agosto 2018 09:46

Debutto in maratona per Fiona May

Il prossimo 25 Agosto, a Todi, Fiona May farà il suo esordio in maratona, ma è inutile che cerchiate altri dettagli della manifestazione sull’aggiornatissimo calendario di Podisti.net, in quanto la prestazione della bicampionessa mondiale di salto in lungo a Göteborg nel 1995 ed Edmonton nel 2001, avrà luogo in un teatro.

Come tanti esordienti sulla distanza, anche Fiona comincerà con una prova molto difficile, ovvero i 42 chilometri nella grande mela. Il titolo dell’opera è infatti “Maratona di New York” ed anche a livello recitativo non stiamo parlando di un’opera prima ma di quello che oramai possiamo definire un “classico contemporaneo” essendo stato messo in scena per la prima volta quasi trent’anni or sono con rappresentazioni in varie lingue in tutto il mondo. Unica variazione rispetto al testo originale riguarderà il sesso dei due protagonisti,  in quanto si tratterà di una versione al femminile. Al fianco della May l’attrice Luisa Cattaneo.

Fiona che ha già maturato alcune esperienze televisive, avrà a che fare con nuove difficoltà tra cui la recitazione dal vivo anche se non saranno certo qualche centinaio di spettatori ad intimorire una campionessa che si è esibita in stadi stracolmi. L’altro aspetto inusuale riguarderà il fatto che la May dovrà correre, recitando per quasi un’ora durante lo spettacolo. In bocca al lupo a Fiona e si ricordi che a differenza del salto in lungo, a teatro ha solo una prova a disposizione e dunque non può esordire con un "nullo".

Giovedì, 16 Agosto 2018 15:31

Malagò, pensaci Tu!

Caro Giovanni,
scusa se Ti chiamo per nome, mi permetto in quanto siamo quasi coetanei e ci occupiamo entrambi di sport, sebbene a livelli ben diversi. So bene che sei molto impegnato nel cercare di convincere amministrazioni locali e politici ad organizzare un’olimpiade,  mettere una pezza ai disastri avvenuti nel calcio, festeggiare molti altri sport per i loro successi continentali, ma qui c’è un problema da risolvere. Urgente.

Mi riferisco alla FIDAL ed ai suoi vertici, che sono riusciti nella difficile impresa di scontentare tutti, tranne loro stessi.

Le società di base, poco sostenute, non ne possono  più dei crescenti balzelli e della concorrenza “sleale” tramite la Runcard.

Gli atleti master di vertice si sentono abbandonati a loro stessi in occasione delle manifestazioni internazionali, dove i dirigenti presenti fanno del loro meglio, praticamente senza disporre di risorse. Pensa che non viene nemmeno offerta una divisa della nazionale…

Gli spettatori, appassionati di questo sport hanno dovuto assistere all’ennesima debacle. A livello di vertice i risultati, desolanti, sia in termini di medaglie che di atleti in finale, sono sotto gli occhi di tutti. Salvo poi leggere comunicati federali trionfali che dimostrano come gli scriventi o non siano a contatto con la realtà oppure mentano, sapendo di mentire.

I giornalisti. Non c’è un media che abbia promosso la recente spedizione azzurra agli europei di Berlino, a partire dai cronisti e commentatori RAI Bragagna e Tilli.

Il vento di rinnovamento è stato boicottato. Stefano Baldini ha appena pubblicizzato le sue dimissioni che a suo dire volevano essere silenziate ed annunciate soltanto in settembre dal presidente FIDAL.

Caro Giovanni, per favore muoviti in prima persona. Non sperare che questi se ne vadano di loro spontanea volontà. Grazie e scusa per il disturbo.

Domenica, 12 Agosto 2018 22:09

Quello che mi è piaciuto a Berlino

Dopo gli aspetti negativi, raccontati nell'articolo che potete leggere cliccando qui, proviamo adesso a vedere il bicchiere mezzo pieno di questo agosto a Berlino. 

Ci è piaciuto molto il bronzo-oro di Yeman Crippa. Terzo al traguardo, ma con una mentalità vincente, uno che ha l’oro in testa e non ci riferiamo solo al colore dei capelli. 

Abbiamo apprezzato anche la parolaccia sfuggita in diretta a Filippo Tortu, che a caldo, dopo la gara, ad un cronista che cercava di suggerirgli la scusa della tosse, precisava che la tosse non c’entrava “unorganogenitalemaschile”. Non siamo fautori della volgarità, ma l’onestà intellettuale ci è piaciuta molto. Meno i media generalisti che hanno classificato come deludente un 10”08 ottenuto in un contesto molto competitivo, con atleti che sono andati sotto il primato di Filippo. 

Perfetto l’happy end per Daisy Osakue, la ragazza vittima del lancio di uova che aveva messo in dubbio la sua partecipazione. Daisy non ha fatto atto di presenza. E’ andata in finale, poi è entrata nelle prime otto ed infine ha stampato un ottimo quinto posto. Nel frattempo aveva “perdonato tutti”. 

Brava la Palmisano, super i maratoneti/maratonete, ma vogliamo chiudere con Yohanes Chiappinelli e non soltanto per la medaglia e la prestazione sopra le aspettative, bensì per un altro motivo. Nato ad Addis Abeba, è un ragazzo adottato da due coniugi senesi all’età di sette anni. Come il connazionale Yeman Crippa, adottato insieme ad otto fratelli da una coppia milanese. I nostri campioni sono stati adottati per amore, non per vincere medaglie come hanno fatto altre nazioni con disinvolte naturalizzazioni di professionisti già adulti.

Domenica, 12 Agosto 2018 22:04

Quello che non mi è piaciuto a Berlino

Si chiudono oggi i XXIV campionati europei di atletica. Lungi da me cercare una sintesi precisa, ecco qui di seguito alcune immagini che mi sono restate impresse di questa manifestazione berlinese, cominciando da ciò che non mi è piaciuto.

Iniziamo con l’organizzazione, perché quando qualcosa non funziona, qui a Podisti.net cerchiamo di non infierire, ma al tempo stesso non facciamo sconti a nessuno, figurarsi se chi manda avanti la baracca non è una società di provincia con risorse e personale limitati, ma nientemeno che la European Athletic Association. Confessando di non avere seguito ogni minuto di competizione, almeno un paio di appunti vogliamo farli. Il primo riguarda la marcia. Fare correre insieme uomini e donne sullo stesso percorso non ci è sembrata un’idea geniale. Anche perché, su un circuito breve, le partenze scaglionate sono un brodino caldo. Ad un certo punto, tra testa della corsa maschile, femminile e  doppiati di entrambi i sessi, non si capiva più nulla, complice una regia internazionale un po’ addormentata. Che dire poi del tracciato. In certi punti abbastanza stretto tanto da rendere problematici i vari sorpassi. Male. Però il vero capolavoro è stato il calendario gare che ha programmato la finale dei 400 metri femminile e dopo un ora e mezza la finale della staffetta 4x400! Fenomeni. L’avessero fatto ai campionati provinciali li avremmo presi in giro per mesi.  

Passiamo ora ai nostri risultati. Ovviamente ci sono anche degli aspetti positivi, ma ne parleremo nel pezzo gemello. Cari amici, il banco piange. Siamo quindicesimi nel medagliere. Virtualmente sedicesimi, visto l’assenza della Russia per le note vicende di doping. Preceduti oltre che dai paesi con popolazione simile alla nostra, anche dalle varie Bielorussia, Ucraina, Norvegia, Svezia, Grecia, Belgio, Olanda, Polonia. Se guardiamo indietro, ovvero ad Amsterdam 2016, siamo riusciti nell’impresa di far peggio, in quanto nella capitale olandese ci piazzammo noni, con sette medaglie, ma due del metallo più pregiato. Tristezza. Anche perché abbiamo rivisto diversi atleti che nel momento cruciale si son letteralmente spenti, una volta raggiunto l’obiettivo qualificazione per i campionati. Altri che come al solito, nella marcia si sono fatti puntualmente squalificare. Chi, nella frazione finale di una staffetta, trovandosi in terza posizione si è sciolta, chi invece ha sbagliato il passaggio del testimone.

Sempre in tema di numeri, se non ci fermiamo alle sole medaglie, ma alla somma dei piazzamenti nei primi otto posti delle varie gare, il cosiddetto “placing table”, scopriamo che rispetto all’ottavo posto con 78 punti di Amsterdam 2016, questa volta ci siamo fermati a quota 58, scendendo al nono posto. 

E non ditemi che c’erano molti giovani perché un minorenne norvegese ha fatto doppietta 1500/5000. Non provate nemmeno a sostenere la tesi che fare sport in Italia sia una cosa difficile in quanto in contemporanea con l’atletica, si sono svolte le rassegne continentali di ciclismo, nuoto e canottaggio, con ben altri risultati per i nostri colori. 

Per i pochi sorrisi, leggete il prossimo articolo, cliccando qui.

Con colpevole ritardo diamo questa curiosa notizia, ovvero il record mondiale sulla mezza maratona femminile ottenuto dalla statunitense Cynthia Lauren Arnold, una trentaquattrenne di Polson, nel Montana. Lo scorso 15 luglio, alla Missoula Half Marathon, ha fermato i cronometri sul tempo di 1h29’08”. 

Beh, starete pensando, bel tempo, ma di che record si tratta? Un primato un po’ particolare, in quanto stiamo parlando del record spingendo una carrozzina a tre posti. I passeggeri erano i figli della Arnold a cui quest’impresa è venuta in mente subito dopo il concepimento del terzo bebè. 

Tempo che migliora di circa diciotto minuti la precedente miglior prestazione mondiale e che ha consentito all’atleta di conseguire il 14° posto assoluto al femminile, oltre a farla salire sul podio di categoria, si spera senza la carrozzina… 

Complimenti dunque a Cynthia ed ai tre pargoletti, rispettivamente di 6 anni, 3 anni e solo 11 mesi che sono restati buoni buoni a guardare il panorama e gustarsi dei lecca-lecca, mentre la mamma li portava in giro a quattro al chilometro.

Oggi ritorniamo volentieri a parlare di solidarietà per aggiornarVi sull’ottimo risultato ottenuto con la raccolta di materiale tecnico da donare in Ciad. Tutto nasce grazie alla volontà di Tommaso Ravà che da ex runner di buon livello, continuava ad allenarsi anche durante i suoi soggiorni africani dettati da motivi di lavoro. In questa maniera è entrato in contatto con il mondo dei corridori ciadiani. Gli cediamo la parola.

Per prima cosa vorrei ringraziare te e Podisti.net perché siete stati i primi a pubblicizzare questa iniziativa col Vostro articolo del 13 marzo scorso. Abbiamo avuto una risposta enorme e vorrei ringraziare il mio club, la Pro Patria Atletica, Gigi Baglioni del Corrigiuriati, Maurizio Toloi (La Michetta), Mauro Oliva (Ortica), Beatrice Carli Moretti (Skulls), Maria Sole Massa (Road Runners), Loris Pagani (Montestella), Francesco Murianni (Urban Runners), Matteo vecchia di Don Kenia Run, Aldo Cappelli e tanti altri, dai top-runner a tapascioni dal cuore grande. Scusate se non cito tutti, chissà quanti sto dimenticandomi, ma la risposta è stata eccezionale ed in diversi casi i donatori anonimi, in quanto hanno lasciato il loro contributo ai luoghi di raccolta.

Facciamo qualche numero

Abbiamo raccolto circa 400 chilogrammi di materiale, principalmente scarpe, magliette e canottiere (N.d.R.: in proporzione, meno pantaloncini, ricordiamocene per la prossima volta ;-). Visti i costi proibitivi per il trasporto, sembrava si fosse offerto il Comune di Milano, ma poi non se n’è fatto niente; portiamo in Ciad poco alla volta, con il bagaglio personale, durante i nostri viaggi di lavoro. Al momento siamo già a metà dell’opera.

A chi hai consegnato?

Ai quattro principali club di N’Djamena, al consorzio degli sportivi sordomuti ed a tanti altri ragazzi, ricevendo il ringraziamento dei beneficiari, a partire dal Presidente FTA, la federazione di atletica, Hisseine Ngaro.

La raccolta prosegue?

Non finisce mai! Potete contattarmi tramite Facebook oppure consegnare al mio indirizzo lavorativo: Spazi d’Avventura - Via Capranica, 16 - 20131 - Milano tel. +39 02 70 637138  www.spazidavventura.com .  Al campo Giuriati non è più possibile.

Ciao Tommaso, la prossima volta riparleremo del tuo “pupillo” Alì Mahamat Hissein, un ragazzo del Ciad che hai praticamente adottato, ospitandolo a casa tua. Consentendogli in questo modo di allenarsi adeguatamente e così di partecipare ai mondiali U20 ed ai campionati africani di atletica, attualmente in corso ad Asaba, in Nigeria.

Lo scorso 28 luglio, col pezzo intitolato:"FIDAL, Infront e Fastweb: arrivano soldi nelle casse federali” il collega ed amico Maurizio Lorenzini descriveva su queste colonne gli accordi siglati dalla Fidal con questi due importanti partner. Ossigeno per le casse federali e trionfale comunicato stampa che includeva alcuni brani degli interventi da parte degl’importanti invitati: il Presidente CONI Malagò, il Presidente FIDAL Giomi, l’AD Infront De Siervo, il capitano degli azzurri Fabrizio Donato. Si anticipavano progetti legati all’attività élite, come: “sponsorizzazione della maglia azzurra” il “Golden Gala Pietro Mennea” e la “Rome Half Marathon Via Pacis”.

Fino a qui nulla di strano, un’attenzione dovuta e naturale per i vertici del movimento, ma non è su questo punto che vorremmo attirare la Vostra attenzione, quanto sulla base che a nostra conoscenza è fondata su attività giovanile e master.

Ecco, di master e delle povere società che fanno i salti mortali per arrivare a fine anno non se ne parla proprio. Al contrario si esalta la famosa e famigerata Runcard. Copiamo ed incolliamo un brano del comunicato: “Infront, a seguito di una procedura competitiva, si è impegnata a garantire alla Federazione 12,9 milioni di euro come minimo garantito per i 6 anni dell’intero accordo, oltre a un revenue sharing al raggiungimento di determinati obiettivi legati al progetto Runcard, che oggi è considerata la best practice nell’ambito del tesseramento collegato ad attività di fidelizzazione e creazione di community. Lo sviluppo della Runcard rappresenta, infatti, uno degli ambiti più sfidanti per Infront, che arricchirà di contenuti e servizi la piattaforma, a favore di tutti i soci”.

Insomma, caro tesserato FIDAL per una società. Non sei una “best practice”. L’eccellenza è lasciare la società, tesserarti Runcard per entrare nel magico mondo delle community dove verrai coccolato e fidelizzato. Ed Infront farà di tutto per agevolare il popolo dei Runcard, che ormai anche grazie a sconti e promozioni, ha raggiunto quota 100.000. L’obiettivo è “ampliare la base praticanti”, ma i Runcard, gli altri servono solo a fare numero, pagare tesseramenti, tasse gara, adempiere a numerosi obblighi e stare zitti. Perché la FIDAL penserà soltanto ai Runcard in quanto, come è stato scritto, ai 12,9 milioni di euro, con il “revenue sharing” di soldi se ne potranno aggiungere altri se i Runcard compreranno e si moltiplicheranno. Si pescherà dai liberi, ma anche tra i tesserati FIDAL che non vivono il gruppo sportivo e che già considerano un’opportunità di risparmio i 30 Euro chiesti per la Runcard contro i 60/70 che le società devono chiedere, se vogliono mantenere in piedi l’organizzazione societaria richiesta dalla FIDAL.

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