Roberto Annoscia
Minervino Murge (BT) - 8° Trofeo Balcone delle Puglie
10 marzo - Gara semplice ma ottimamente organizzata, senza business ma per la sola esaltazione del gesto atletico: in sintesi ecco l’ottava edizione del Trofeo Balcone delle Puglie che si è svolta a Minervino Murge, paese della Puglia Imperiale, inserito nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia.
Ad organizzare la ASD Marathon Minervino, presieduta dall’abile Michele Di Palo, società non di grandi numeri, ma basata su un gruppo unito ed efficiente: il loro unico obiettivo è stato accogliere al meglio i podisti convenuti e lasciar loro un buon ricordo della manifestazione. Obiettivo senz’altro raggiunto, tutti gli atleti ed accompagnatori sono andati via davvero soddisfatti, ogni fase si è svolta ottimamente.
Giornata climaticamente primaverile, soleggiata ma non eccessivamente calda, l’ideale per correre: il cielo pulito favoriva poi il godimento degli ampi panorami, donde il titolo di “Balcone delle Puglie”.
Vasti gli spazi per parcheggiare, in Villa Faro si ritirano in velocità le buste contenenti i pettorali e, poco distante, i ricchi pacchi gara. Infatti, oltre alla busta contenente diversi prodotti alimentari e una borsa al cui interno era contenuta un’utilissima sciarpa, ecco l’aggiunta di un fascio di rape, quanto mai ben accette da tutti i partecipanti. Ah, dimenticavo, il costo dell’iscrizione era di 6 euro per gli uomini e di solo 4 per le donne…
Nel centro della Villa quanto mai utili i bagni chimici posizionati; già montato anche l’ampio palco per la cerimonia di premiazione finale, posto davanti al Faro, monumento eretto nel 1932 dal regime fascista ma davvero caratteristico, senza entrare nelle matrici politiche.
A presentare la manifestazione il buon Michele Di Tonno, bravo atleta locale che se l’è ben cavata in questo ruolo, sfruttando volontà e simpatia, chiaramente pur non avendo tempi e cognizioni di chi lo svolge abitualmente.
338 gli iscritti Fidal, “pochi ma buoni" direbbe qualcuno, tutti pronti a correre una seria gara di atletica. A loro si aggiungono 100 'liberi', speriamo di ritrovarli presto tesserati.
Cominciano in tanto le operazioni di riscaldamento dei muscoli, l’orario di partenza si avvicina. E, in effetti, ben presto i giudici cominciano a invitare gli atleti a mettersi dietro la linea di via, sotto l’arco innalzato dall’alba su Viale Giuseppe Di Vittorio, appena fuori Villa Faro. Larga la sede stradale, non vi sono problemi, gli atleti sono ordinatamente pronti a partire.
Piacevole la presenza sin da quest’ora del locale Sindaco, Maria Laura Mancini, che accompagna le fasi di partenza. Echeggiano le note de “Il mio canto libero” di Lucio Battisti, la canzone preferita di Raffaele Renna, podista locale al quale è dedicato il memorial, che troppo presto ha lascito i suo cari a causa del maledetto male. Ma, come sempre, il colpo di pistola cancella ogni emozione e lascia spazio alla corsa, all’impegno, al lavoro dei muscoli, dei polmoni, al sacrificio, al piacere…
Il percorso di Minervino è altamente tecnico, basta guardare l’altimetria del paese per rendersene conto, non presenta sostanzialmente tratti in piano, si scende o si sale, si sale o si scende. E se nella discesa ci si illude, bisogna dar sfoggio a tutte le proprie capacità fisiche e mentali nelle salite, soprattutto in quell’ultima che porta verso il traguardo all’interno di Villa Faro.
Tutti sono giunti provati: il tracciato ti impegna e ti stanca, ti porta magari inconsciamente ad aumentare in discesa, ma ben resto ti presenta un conto sulle salite, dando la sensazione che siano interminabili.
Tracciato sostanzialmente chiuso al traffico, solo qualche testone di automobilista non ha voluto attendere e ha attraversato alcune strade centrali, per fortuna senza alcun danno.
Da sempre in testa, accompagnato per un buon tratto da Catalano, Rodolfo Guastamacchia (Atleticamente Modugno), forte anche della tanta esperienza e di due precedenti vittorie in questo trofeo che lo portano a gestire al meglio le forze, va a cogliere il successo – il terzo - in 36:02, regalando qualche secondo all’abbraccio con la mamma, la sua prima fan che lo applaude seduta su una panchina all’interno della Villa.
Sempre determinato, con il suo tipico gesto degli “occhiali”, ecco l’arrivo di Luigi Catalano (Amatori Atl. Acquaviva), che chiude secondo… con un un secondo in più. Al terzo posto, inconfondibile con la sua solita andatura e il naturale sorriso, ecco Michele Uva (Free Runners Molfetta), che va a completare il podio in 36:44. Un po’ provato ma senza alcuna intenzione di mollare, ecco arrivare il figlio d’arte Angelo Nanula (Atletica Trinitapoli), quarto in 37:48; segue Giuseppe Matarrese (A. Maratoneti Andriesi), ancora in rodaggio, quinto in 39:17. Bravissimo, Antonio Paolillo (Barletta Sportiva) è sesto in 39:32, davanti a Nicola Bellomo (Dynamyk Fitness Palo del Colle), un po’ “rallentato”, ottavo in 39:48, seguito da Luca Cannone (A. Maratoneti Andriesi), che ha quasi gestito l’impegno, nono in 40:29. Decimo Rosario Mancino (Pod. Santo Stefano Cerignola), che chiude in 40:32, meritandosi la giusta citazione.
In campo femminile torna al successo l’ottima Raffaela Filannino (Atl. Disfida di Barletta), che taglia il traguardo in 44:22, precedendo la sempre brillante Silvana Iania (Free Runners Molfetta), seconda in 45:33, e la caparbia Francesca Riti (Montedoro Noci), terza in 46:00. Gara quasi tattica per Mariacarmela Landriscina (Trani Marathon) che conclude in quarta posizione in 48:44 davanti alla tenacia di Cinzia Ammirato (Atletica Monopoli), quinta in 50:42. Molto brava è Mariarosaria Unico, sesta in 52:04, seguita dal validissimo duo dell’Atletica Tommaso Assi Trani formato da Valentina Botta, settima in 52:22, e da Santa Pappalettera, ottava in 53:05. La dinamica Francesca De Luca (Barletta Sportiva) è nona in 53:23, sull’attivissima Antonella Colasanto (Free Runners Molfetta), decima in 53:32.
320 sono gli atleti giunti al traguardo, tutti meritano un plauso per aver portato a termine un percorso da ricordare.
Ma è subito pronto l’abbondante ristoro predisposto dagli organizzatori: focaccia, mozzarelle, gelato, frutta, acqua, tutto a continua disposizione degli iscritti, con una generosità unica. La giornata calda invita a stare al sole, a distendersi, ma l’inizio della cerimonia di premiazione ci riporta all’ordine.
Si parte con il ricordo di Raffaele Renna, sul palco sale l’intera famiglia, tutti hanno partecipato alla non competitiva, onorando con tanto di maglia celebrativa il ricordo di Raffaele. E, in particolare lo ricorda la sorella, raccontando quanto Raffaele amasse lo sport, la lealtà, i giusti valori, l’aria… Una medaglia premia ciascuno di loro, la famiglia riceve e dona una targa al presidente Michele, sono momenti toccanti…
Ma non ci si può mai fermare, si prosegue con la consegna dei premi ai primi tre arrivati maschili e femminili, tutti premiati con splendidi trofei e un ricco cesto di prodotti alimentari e – mi dicono – un paio di scarpe.
A seguire è la volta dei primi cinque di ciascuna categoria: tris di vini per tutti, per i primi tre ulteriore bottiglia con annessa simpatica medaglia.
E’ ora la volta delle società per numero complessivo di atleti giunti al traguardo: vince la Barletta Sportiva (53) su Podistica Santo Stefano Cerignola (26), Pro Canosa (22), Assi Trani (21) e Atl. Amatori Corato (17).
Un premio onora anche la prima società di fuori regione, l’ottima Polisportiva Re-Cycling di Bernalda, con Federico e Patrizia a ritirare il cesto; un riconoscimento è offerto a tutte le società giunte da lontano.
E con il meritato premio consegnata allo sportivissima Sindaco, che ha seguito la gara dalla partenza alle premiazioni, e la foto di gruppo degli organizzatori, si conclude questa pregiatissima manifestazione.
Troppo facile porgere i complimenti alla Marathon Minervino, posso solo dire che qui ha vinto lo sport puro, senza interessi commerciali e politici, lo sport autentico; personalmente, ogni qualvolta potrò, sarò con piacere a Minervino, sul Balcone delle Puglie.
Mo Farah bissa il successo nella Vitality Big Half a Londra
10 marzo - Secondo successo consecutivo alla The Vitality Big Half di Londra per Mo Farah, che s’impone in 1h01:15, rallentato dal vento e dai crampi allo stomaco, seppur migliorandosi di 25 secondi rispetto al 2018 (il personale è 59:32).
Farah ha preceduto il belga Bashir Abdi, compagno di allenamento, secondo in 1h01:16, e il keniano Daniel Wanjiru, terzo in 1h01:17.
Quarto il gallese Dewi Griffiths in 1h03:17, quinto l’altro britannico Chris Thompson in 1h03:41, solo sesto l’ex detentore del record mondiale di maratona, Wilson Kipsang, in 1h04:07.
La gara è partita da Tower Bridge per finire a Cutty Sark (Greenwich).
Anche in campo femminile, la britannica Charlotte Purdue bissa la vittoria dello scorso anno, affermandosi in 1h10:38, davanti alle connazionali Stephanie Twell, seconda in 1h11:33, e Charlotte Arter, terza in 1h11:44.
Farah, che prenderà parte alla prossima Maratona di Londra in programma il prossimo 28 aprile, ha dichiarato: “Le condizioni non erano ideali oggi, con vento e pioggia, sono quindi contento della mia prova e della vittoria. La mia preparazione sta andando bene in vista della Maratona, infatti non mi sentivo per nulla stanco. Correre a Londra poi è sempre entusiasmante”.
Più sentita la voglia di tornare in pista, dopo la maratona: "È possibile, dopo la maratona prenderò una decisione su quello che voglio fare. In fondo, mi manca la pista, guardando i campionati europei indoor in TV volevo essere là…"
Legese e Aga, l'Etiopia domina la Tokyo Marathon
3 marzo - Sono Birhanu Legese e Ruti Aga i vincitori della 13^ Tokyo Marathon, per la seconda doppietta etiope nella storia di questa maratona, IAAF Gold Label road race e prima Major del 2019.
Il 24enne Legese, 55° nel ranking mondiale di maratona, si è imposto in 2:04:48, secondo crono più veloce nella storia di questa manifestazione; la 25enne Ruti Aga, 10^ nel ranking mondiale femminile della distanza, ha vinto in 2:20:40, terzo tempo più veloce realizzato in questa gara da una donna.
Purtroppo le cattive condizioni meteorologiche, con temperatura bassa e pioggia, hanno penalizzato gli atleti: Legese ha infatti dichiarato che in condizioni migliori avrebbe potuto chiudere in 2:03.
Comunque entrambi i vincitori hanno ottenuto la prima vittoria della carriera sulla distanza, pur non realizzando i primati personali.
Assente, purtroppo, Kenenisa Bekele, bloccato da una frattura da stress.
La gara maschile, sotto la guida dai pacemakers, ha visto il passaggio al 5° km in 14:37, al 10° in 29:09 e al 15° in 43:56. Il gruppo di testa, composto da dieci ottimi atleti (Legese, Bedan Karoki, Dickson Chumba, Seifu Tura, Simon Kariuki, Yuki Sato, Shogo Nakamura e Suguru Osako e i due pacer) è passato alla mezza in 1:02:01.
Ma ben presto le cattive condizioni climatiche e il ritmo troppo forte hanno fatto sentire il loro peso, con Osako, Nakamura, Tura, Kariuki e Sato che progressivamente si sono staccati dal gruppo al comando, e invece Karoki, Chumba, Legese e i due pacer rimasti a condurre. Al 29° km, Osako, il recordman giapponese, si è addirittura ritirato.
Al 30° km, passaggio in 1:28:16, il campione uscente Chumba ha perso contatto dai fuggitivi Legese e Karoki, che abbandonati come da programma anche dai pacer, hanno cominciato il duello per la vittoria.
Intorno al 35° km (passaggio in 1:42:57), l’azione decisa di Legese, che ha cominciato a distanziare Karoki, fino ad affermarsi come detto in 2:04:48, a soli 33 secondi dal pb stabilito al suo debutto sulla distanza a Dubai nel 2018. Karoki, ha chiuso in seconda posizione in 2:06:48 (pb), con Chumba, due volte vincitore della gara, terzo in 2:08:44, la sua peggior prestazione a Tokyo.
Quarto Kariuki in 2:09:41, seguito dai giapponesi Kensuke Horio, Masato Imai, Takuya Fujikawa e Daichi Kamino, tutti qualificati per i trials giapponesi di maratona. Deludenti viceversa Nakamura e Sato, partiti troppo forte, e poi finiti rispettivamente 15° e 16°.
Anche la gara femminile ha registrato passaggi molto veloci al 5° km in 16:34, al 10° in 33:04 e al 15° in 49:25. Il gruppo di testa composto da sette atlete (Ababel Yeshaneh, Ruti Aga, Florence Kiplagat, Helen Tola, Shure Demisse, Yebrgual Melese e Bedatu Hirpa), ha superato la mezza in 1:09:44, in vantaggio sul record della corsa.
Al 25° km Melese ha perso contatto dalle compagne di fuga, rimaste in sei al comando fino al 35° quando Aga ha alzato il ritmo affermandosi in 2:20:40, lontano dal suo pb di 2:18:34, ottenuto a Berlino l’anno scorso: anche qui hanno pesantemente influito le condizioni meteo.
Secondo posto per la connazionale Tola in 2:21:01 (pb), davanti all’altra etiope Demisse, terza in 2:21:05, a soli sei secondi dal suo pb (2:20:59 al debutto), E’ il primo podio interamente etiope nella storia di questa maratona.
La keniana Kiplagat è quarta in 2:21:50 (il suo miglior tempo da Chicago 2016), davanti alle etiopi Hirpa, quinta in 2:23:43, e Yeshaneh, sesta in 2:24:02. Settima la prima giapponese, Mao Ichiyama, in 2:24:33, al debutto sulla distanza; ottava la keniana Joan Chelimo Melly, quarto tempo all-time sulla mezza, ma al debutto in maratona, in 2:26:24; nona Rose Chelimo, campionessa mondiale nel 2017 a Londra e vincitrice dei Giochi Asiatici nel 2018 a Giacarta, in 2:30:35.
Classifiche
Uomini
1 Birhanu Legese (ETH) 2:04:48
2 Bedan Karoki (KEN) 2:06:48
3 Dickson Chumba (KEN) 2:08:44
4 Simon Kariuki (KEN) 2:09:41
5 Kensuke Horio (JPN) 2:10:21
6 Masato Imai (JPN) 2:10:30
7 Takuya Fujikawa (JPN) 2:10:35
8 Daichi Kamino (JPN) 2:11:05
9 Ryu Takaku (JPN) 2:11:49
10 Tadashi Isshiki (JPN) 2:12:21
Donne
1 Ruti Aga (ETH) 2:20:40
2 Helen Tola (ETH) 2:21:01
3 Shure Demise (ETH) 2:21:05
4 Florence Kiplagat (KEN) 2:21:50
5 Bedatu Hirpa (ETH) 2:23:43
6 Ababel Yeshaneh (ETH) 2:24:02
7 Mao Ichiyama (JPN) 2:24:33
8 Joan Chelimo Melly (KEN) 2:26:24
9 Rose Chelimo (BRN) 2:30:35
10 Ruth Chebitok (KEN) 2:31:19
San Sperate (SU) - Campionati Italiani master di corsa campestre
3 marzo - San Sperate, 24 km da Cagliari ma assegnata amministrativamente al Sud Sardegna (provincia di recente istituzione), ha ospitato l’edizione 2019 dei Campionati Italiani Master di corsa campestre: sui prati del parco di Pixinortu sono stati assegnati gli scudetti di società più i titoli individuali per le categorie over 35.
In una bella giornata di sole, con clima quasi di primavera, per la seconda volta consecutiva è la fortissima Atletica Paratico (provincia di Brescia) ad aggiudicarsi entrambi i titoli, maschile e femminile.
Tra gli uomini, è seconda la Dynamyk Fitness Palo del Colle che precede gli emiliani dell’Atletica Avis Castel San Pietro; quarta ancora una formazione pugliese, la Montedoro Noci, quinta Cagliari Atletica Leggera.
Tra le donne è seconda, dietro Paratico, l’Atletica 85 Faenza che precede il Circolo Minerva Parma, terzo; quarto posto per Cagliari Atletica Leggera su Atletica di Lumezzane, quinta.
Diciannove i titoli individuali assegnati (10 maschili e 9 femminili), ecco l’elenco dei neo campioni italiani:
UOMINI
SM35 (6 km): Yassine El Fathaoui (Circolo Minerva Parma)
SM40 (6 km): Gianluca Borghesi (Atl. Avis Castel San Pietro)
SM45 (6 km): Graziano Zugnoni (Gp Santi Nuova Olonio)
SM50 (6 km): Said Boudalia (Cagliari Marathon Club)
SM55 (6 km): Domenico Caporale (Daunia Running)
SM60 (4 km): Claudio Faraoni (Atl. Di Marco Sport)
SM65 (4 km): Celestino Usai (Atl. Valeria)
SM70 (4 km): Luciano Faraguna (Atl. Paratico)
SM75 (4 km): Franco Melas (Pod. San Gavino)
SM80 (4 km): Giuseppe Addis (Atl. Buddusò)
DONNE
SF35 (4 km): Chiara Giachi (Atletica 2005)
SF40 (4 km): Claudia Pinna (Cus Cagliari)
SF45 (4 km): Patrizia Tisi (Atl. Paratico)
SF50 (4 km): Enrica Carrara (Atl. Lumezzane)
SF55 (4 km): Elena Fustella (Atl. Lecco Colombo Costruzioni)
SF60 (3 km): Giovanna Cavalli (Atl. Paratico)
SF65 (3 km): Silvia Bolognesi (Cambiaso Risso Running Team Genova)
SF70 (3 km): Maria Grazia De Colle (Gs Quantin Alpenplus)
SF75 (3 km): Marta Billi (Atl. 85 Faenza).
Polignano a Mare (BA) - 10^ CorsAmare
3 marzo - Bella, bellissima Polignano a Mare; bella, bellissima la CorsAmare.
L’Atletica Polignano ha celebrato la decima edizione della propria manifestazione, organizzandola ottimamente, tanto da ottenere immediati ed unanimi elogi da parte di tutti i partecipanti.
E, d’altronde, è oramai una consuetudine venire in questa perla del nostro mare e partecipare ad una gara che soddisfa in ogni senso e lascia la voglia di tornare l’anno prossimo.
Gli organizzatori, sagacemente presieduti da Eugenio Scagliusi, hanno dato fondo a tutte le loro risorse per offrire il meglio agli ospiti e confesso che ci sono riusciti. Altro elemento di grande intelligenza degli organizzatori è far tesoro di ogni critica, sfruttandola per migliorarsi nella successiva edizione.
Ritrovo fissato in Piazza Moro, in pieno centro: la difficoltà nel trovare parcheggio nelle strade e stradine centrali è risolta dal’indicazione di tre parcheggi: San Francesco e Madonna d’Altomare, gratuiti… sino a mezzogiorno; Stazione, completamente a costo zero.
Bagni chimici in zona partenza, più le solite strutture fisse, risolvono l’altro grande problema mattutino dei corridori.
Inizialmente ben organizzata la consegna delle buste contenenti pettorali e chip, diventa più caotica con il passare del tempo all’arrivo della “massa”, anche per colpa del riscontro di alcuni pagamenti effettuati con bonifico: per l‘anno prossimo, un doppio punto di consegna snellirebbe le operazioni.
Un po’ distante il punto di distribuzione del ricco pacco gara, contenente vari prodotti alimentari: l’iscrizione prevedeva due opzioni, 6 euro senza e 7 con pacco; tutti scelgono la seconda possibilità.
Giornata fantastica, giustamente calda e soleggiata, l’ideale per correre, anche con poco vento, un gran vantaggio quando il percorso si svolge in una città di mare.
Presenta Paolo Liuzzi, valore aggiunto per ogni manifestazione, splendido, arguto, ironico, onni…citante, neologismo per dire che ha citato tutti i partecipanti.
La convenzione con il centralissimo bar permette di prendere un caffè a soli 70 centesimi.
Punto di partenza fissato poco prima del Ponte di Lama Monachile, dove la strada è ancor più larga: gli atleti, ultimato il loro riscaldamento, si schierano dietro il punto di via, in maniera insolitamente ordinata.
Spicca la presenza della Miss CorsAmare, una fantastica fanciulla vestita di nero con tanto di fascia, a dare l’incoraggiamento ai partecipanti.
Tutto pronto, ecco l’ok dal percorso e lo sparo che dà il via alla corsa e libera i podisti. 1144 gli iscritti Fidal, si aggiungono oltre 200 cosiddetti liberi: lungo il fiume dei podisti, con le facce che denotano impegno, voglia di correre, di divertirsi, di esserci. In corsa anche Cosimo Girolamo, campione di volontà, corre sulle due stampelle e su una gamba, ma il sorriso non gli manca mai.
Il tracciato si avvia in direzione sud, il primo giro di boa e l’imbocco sulla restaurata Via Roma, per attraversare Polignano vecchia e uscire dall’Arco Marchesale sul Ponte di Lama Monachile e proseguire in direzione nord, verso San Vito. Nuovo giro di boa, comincia ora il tratto più bello e caratteristico, si scende a livello del mare sul tratto di sterrato e sabbia; ecco la fantastica Cala Paura, si corre sul cordolo di roccia sul mare, autentico spettacolo. Una serie di gradini riporta in alto, riecco la strada, si costeggia la statua di Mimmo Modugno, la svolta e via verso il traguardo in leggera salita sul lungo rettilineo che permette unici sprint. Tracciato spettacolare, ma non facile, continui i cambi di pendenza, si fatica ma… con piacere. Percorso blindato al traffico, continuamente sorvegliato, con ristoro a metà distanza, distanza di circa 10 chilometri.
Favorito della vigilia ed effettivo vincitore: Giovanni Auciello, palese tesserato per l’Atletica Casone Noceto, un lungo palmares di successi, campione europeo master di categoria di mezza maratona, al rientro dopo tre mesi 'sabbatici', si afferma in solitaria in 31:49. Serio e deciso, Francesco Quarato (Team Pianeta Sport Massafra) è secondo in 33:02 a precedere Rodolfo Guastamacchia (Atleticamente Modugno), plurivincitore della Maratona di Bari, insegnante di sport, terzo in 33:17. Ecco la bella gioventù, lo splendido duo Angelo Didonna (Amatori Atletica Acquaviva) e Giuliano Gaeta (Montedoro Noci), dopo una lunga corsa insieme chiudono rispettivamente quarto e quinto, entrambi in 33:32; segue il combattivo Gianni Rizzi (Atl. Leone san Marco Pordenone), sesto in 33:47.
Sempre generoso, Nicola Mastrodonato (Pedone Riccardi Bisceglie) è settimo in 34:25, davanti al solare Michele Uva (Free Runners Molfetta), ottavo in 34:43, e a chef Nicola Conte (Atl. Cisternino Ecolservizi), nono in 34:52. Decimo posto per il caro Fabio Gervasi, siciliano tesserato per la Castelnuovo Monti, in 35:01, all’ultima gara in Puglia al momento: torna presto Fabio! E, a proposito, di graditi ospiti, undicesimo Simone Trussardi (G. S. Alpi Sovere) in 35:26.
Come tra gli uomini, anche la gara femminile vede vincere la favorita: il sorriso dolce, ma grintoso di Daniela Tropiano (Atletica Monopoli) conquista il successo in 40:18, buon viatico per la Roma-Ostia di domenica prossima. Infiniti applausi per Anna Rita Cazzolla (Bitonto Runners), che s’impegna e migliora, ottima seconda in 41:39. E ancora Bitonto, questa volta la Nuova Atletica, è sul podio con la determinata Milena Casaluce, terza in 42:21.
La bravissima Francesca Riti (Montedoro Noci) è quarta in 43:13, sulla caparbia Maddalena Carella (La Fenice), quinta in 43:31, e sulla mai doma Stella Giampaolo (Atletica Monopoli), sesta in 44:01. Altra emergente, Lavinia Orlando (Dof Turi) è settima in 44:15, inseguita da Ornella Donghia (Nadir on the road Putignano), in rodaggio, ottava in 44:30. Sempre positiva, Adriana Dammicco (Atletica Bitritto) è nona in 44:38, davanti all’irriducibile Rosita Rella (N.E.S.T. Lecce), decima in 44:48.
1076 gli arrivati, chiudono Tiziana Catella (Taras Taranto), al femminile, in 1:24:47; nonno Vincenzo Mirizzi (Atletica Bitritto), al maschile, in 1:25:47.
Ottima le predisposizione della zona arrivo, bentransennata, blindata ai non addetti, con uscita posteriore verso la zona ristoro; esemplare anche la gestione dei liberi, cui è stato dedicato un diverso traguardo.
Ristoro con consegna di sacchetto contenente acqua, un frutto e una barretta energetica; segue il ritiro di mezzo litro di latte.
Immediato l’inizio della cerimonia di premiazione, sull’ampio palco montato nel centro della piazza, vitalizzata anche da bancarelle di vari artigiani. Alla presenza del consigliere comunale con delega allo sport, Arianna Liotino, di un alto funzionario della Banca sponsor e del presidente della Fidal Bari, Francesco De Mattia, sono chiamati subito sul palco i due vincitori Auciello e Tropiano. Per loro il cesto alimentare, un orologio e un chilo di cozze (o mitili, che dir si voglia). E, a questo punto, il presidente Scagliusi annuncia il furto di diversi chili di cozze, gesto davvero ignobile.
Si prosegue, intanto, con i primi cinque di ciascuna categoria, maschile e femminile, tutti premiati con cesto, più l’aggiunta delle cozze per il primissimo/a.
L’estrazione del pacchetto per la Maratona di Malta, offerto dalla Vivi e sorridi di Bari, è vinto da (se ricordo bene) Maria Maringelli dell’Avis in corsa Conversano.
E l’Avis in corsa Conversano vince anche la graduatoria dei team con più atleti al traguardo, con 45 rappresentanti; seguono Amici Strada del Tesoro (43), Dof Turi (39), Atletica Monopoli (38) e Nadir on the road Putignano (37).
Ultimo atto l’estrazione dei premi della lotteria, sempre emozionante.
E così la manifestazione è davvero finita, la foto di gruppo dei soci dell’Atletica Polignano libera tutti gli addetti, già pronti a smontare e pulire. Troppa stanchezza al momento induce il presidente Scagliusi ad insinuare il dubbio che ci possa essere un’undicesima edizione; da parte mia la convinzione che, realizzato quanto di buono hanno fatto, Eugenio e collaboratori siano già al lavoro per il 2020, per farci vivere queste emozioni, per farci tornare alla CorsAmare.
Vito Intini, record mondiale di 24h su tapis roulant
Ennesima, grande impresa di Vito Intini, che ha stabilito il nuovo record mondiale di 24 ore su tapis roulant percorrendo 265,200 chilometri e superando l’atleta norvegese Bjørn Tore Kronen Taranger, che deteneva il precedente primato sulla distanza con 264,520 chilometri.
Il 50enne Vito ha corso nella sua Putignano, sul tapis roulant posizionato sotto il chiostro del Comune, cominciando alle ore 12 del sabato, sempre seguito dai suoi compagni di squadra, gli Amatori Putignano, e dal pubblico che non ha fatto mai mancare l’incitamento.
Vito si ripreso il “suo” record: il 10 dicembre 2017, durante l'Expo della Maratona di Reggio Emilia, aveva conquistato il mondiale percorrendo in 24 ore 253,830 chilometri, poi superati dal suddetto norvegese lo scorso ottobre.
"Riuscire a superare la natura e quindi essere capaci di fare qualcosa per cui non siamo programmati è una sensazione inimitabile", le parole del felicissimo Vito.
L’evento è rientrato nelle manifestazioni a corollario della 625^ edizione del Carnevale di Putignano, famosissimo in tutto il mondo.
Avanti pure coll'antidoping: un anno a Elisabetta Ferrero
Nuova squalifica per doping, che colpisce la ultramaratoneta piemontese Elisabetta Ferrero, seconda nello scorso ottobre alla 100 km delle Alpi in 9h58:06.
Ecco il testo del comunicato ufficiale NADO:
“La Prima Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping, nel procedimento disciplinare a carico della sig.ra Elisabetta Ferrero (tesserata FIDAL), visti gli artt. 2.3, 4.3.1 4.5.1 delle NSA, afferma la responsabilità della stessa in ordine all’addebito ascrittole e le infligge la squalifica di 1 anno, a decorrere dal 25 febbraio 2019 e con scadenza al 24 febbraio 2020. Condanna la sig.ra Ferrero al pagamento delle spese del procedimento quantificate forfettariamente in euro 378,00”.
Nel suddetto comunicato, gli articoli citati delle Norme Sportive Antidoping riguardano l’elusione del controllo, e consentono la riduzione della pena per assenza di colpa o negligenza significativa.
Ecco, di seguito, il testo degli articoli:
2.3 Eludere, rifiutarsi od omettere di sottoporsi al prelievo dei campioni biologici. Eludere il prelievo dei campioni biologici, ovvero, senza giustificato motivo, rifiutarsi di sottoporsi al prelievo dei campioni biologici previa notifica, in conformità alla normativa antidoping applicabile.
4.3.1 Per le violazioni degli articoli 2.3 (Eludere, rifiutarsi od omettere di sottoporsi al prelievo dei campioni biologici) o 2.5 (Manomissione o tentata manomissione del controllo antidoping), il periodo di squalifica sarà pari a 4 (quattro) anni. Tuttavia, nel caso di mancata presentazione alle operazioni di prelievo del campione biologico, qualora l’Atleta sia in grado di dimostrare che la violazione delle norme antidoping non è stata intenzionale (secondo quanto definito dall’articolo 4.2.3) il periodo di squalifica sarà di 2 (due) anni.
4.5 Riduzione del periodo di squalifica per assenza di colpa o negligenza significativa.
4.5.1 Riduzione delle sanzioni comminate per sostanze specificate o prodotti contaminati relative a violazioni degli articoli 2.1, 2.2 o 2.6.
4.5.1.1 Sostanze specificate. Qualora una violazione delle norme antidoping riguardi una sostanza specificata e l’Atleta o l’altra Persona siano in grado di dimostrare l’assenza di colpa o negligenza grave, il periodo di squalifica corrisponderà a un richiamo con nota di biasimo e nessun periodo di squalifica (misura minima) o 2 (due) anni di squalifica (misura massima), a seconda del grado di colpa dell’Atleta o dell’altra Persona.
Spagna: doppietta etiope nella Maratona di Castellon
24 febbraio - Doppietta etiope nella nona edizione della Maratón BP Castellón, in Spagna, con vittorie di Andualem Belay, che batte anche il record della corsa, e di Lemelem Berha.
Belay ha preso il comando della corsa a partire dal 30 km staccando gli avversari: ha tagliato il traguardo in solitaria in 2h08:16, stabilendo il personale (migliorato di 1:43) e il nuovo record della corsa battuto di 1:53, finora appartenente allo spagnolo Carlos Castillejo (2011).
Secondo posto per l’altro etiope Chalu Deso, staccato di quasi cinque minuti, in 2h13:12; terzo il keniano Stanley Bett in 2h13:38.
Il primo spagnolo a tagliare il traguardo è stato Octavio Sanchis, sesto in 2h26:05.
Anche in campo femminile vince l’Etiopia, con Lemelem Berha che si afferma in 2h28:52, migliorando il proprio primato personale di quasi un minuto (2h29:42 a Kosice nel 2013 il precedente).
La keniana Helen Jepkurgat è seconda in 2h31:33, seguita dall’altra etiope Bashanke Imoshe, terza, staccata di tre minuti (2h34:33).
Prima spagnola è risultata Elena Ugena, sesta in 2h51:56.
Apprezzato il nuovo tracciato, più centrale e piatto.
Nella concomitante 10 km successo per l’etiope Haimanot Mateb in 28:18 (record del tracciato) sul keniano Isaac Kiprono, secondo in 29:06, e sullo spagnolo Alberto Sánchez, terzo in 29:22.
Tra le donne vittoria per la etiope Chaltu Negesse in 32:33 sulla connazionale Alemaddis Eyayu, seconda in 33:34, e sulla spagnola Isabel Checa, terza in 34:38.
3400 i partecipanti nell'insieme delle due manifestazioni.
Godfay Bhera e Kisorio vincono la Guadalajara H.M.
24 febbraio - La 33^ edizione della Electrolit Guadalajara Half Marathon, in Messico, IAAF Gold Label road race, registra i successi del keniano Matthew Kisorio e della etiope Afera Godfay Berha.
Ed è proprio la 27enne etiope a guadagnarsi i titoloni grazie al suo crono, 1h08:53, che rappresenta la miglior prestazione femminile all-time sulla distanza in terra messicana, finora detenuta dalla britannica Paula Radcliffe che nel 2000 vinse in 1h09:07 la mezza di Veracruz.
Godfay, in compagnia della keniana Joyce Chemkemoi, è passata al 5° km in 15:58, con un vantaggio di 5 secondi sull’altra keniana Naomi Vaati. Il passaggio al 10° km è avvenuto in 32:06, con un vantaggio di 22”, esteso poi a 35” al passaggio al 15° km in 48:41.
Da quel momento per Godfay, con un personale di 2h23:54 in maratona a Shanghai nel 2018, non ci sono stati più dubbi sulla vittoria, ottenuta però con 22 secondi in più rispetto al personale sulla distanza (1h08:312 a Usti nad Labem nel 2016). Godfay diviene così la seconda etiope a vincere questa manifestazione dopo Shewarge Alene Amare, che si era affermata nel 2010 e 2011.
Chemkemoi chiude seconda in 1h10:06, Vaati è terza in 1h10:17.
Quinta la prima messicana, Esmerala Rebollo, in 1:12:52 (pb).
In campo maschile Mathew Kisorio si è imposto in 1h01:48, migliorando notevolmente il precedente primato della corsa appartenente al connazionale Julius Kipyego Keter in 1h02:31 nel 2011.
La corsa ha visto passare un gruppo di nove uomini al 5° km in 14:13; gruppo di testa ridotto a quattro atleti al 10° km superato in 29:06. Da qui è cominciata l’azione decisiva di Kisorio che è partito in testa passando al 15° km in 43:42, con un vantaggio di 34 secondi sugli inseguitori, fino ad ottenere il meritato successo.
Il podio è stato completato dai connazionali Rhonzas Lokitam Kilimo, secondo (come nel 2018) in 1h02:43, e Justus Kangogo, terzo in 1h02:47.
Il primo messicano è stato Juan Luis Barrios, quinto in 1h03:06.
I due vincitori hanno ricevuto il premio di 150000 pesos messicani (7.830 dollari).
13.568 i finisher.
Due titoli italiani indoor per Domenico Caporale
Quello appena trascorso è un fine settimana che Domenico Caporale difficilmente dimenticherà, per la conquista di due titoli italiani ai Campionati Indoor di Atletica Leggera ad Ancona. Sabato, con uno sprint all’ultimo giro, si prende la vittoria ed il primato SM55 dei 3000 metri in 9:35.74, sottraendolo a Mauro Pregnolato, che alla fine di gennaio, sulla pista di Padova aveva ottenuto 9:36.04. Domenica invece va a conquistare un altro titolo, questa volta nei 1500 m, affrontando una gara tattica e come suo solito, con una volata dell'ultimo giro, si conferma campione italiano.
Per Domenico Caporale, quest’anno tesserato per la Daunia Running, si tratta di altri due titoli che impreziosiscono il suo già ricco palmares.