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Rodolfo Lollini

Rodolfo Lollini

Eccoci oggi in compagnia di Enrico Tirel a cui chiediamo di parlarci di Africa Athletics

Africa Athletics è un progetto nato da un idea comune del sottoscritto, Mario Pavan e Luigi Vescovi, con lo scopo di portare l’atletica nei paesi dell’Africa in cui questo sport non è conosciuto.

Che sport praticate o avete praticato in passato?

Io sto correndo da diversi anni per l’atletica Biotekna di Marcon. La mia prima società è stata l’ANA Atletica Feltre per la quale ho partecipato ai mondiali giovanili U20 a Barcellona. Ho gareggiato in molti campionati italiani di categoria, ottenendo diversi podi. Luigi è un giocatore di rugby mentre prima praticava il canottaggio. Mario ha giocato per diversi anni a basket a Pavia e poi ha scoperto l’atletica leggera.

Domanda retorica, perché l’atletica?

E' stata scelta perché è uno sport dove le vittorie sono tue e le sconfitte pure, purtroppo o per fortuna sei solo a correre, ed è questo che ti forma a credere in te stesso, prima di tutto. Noi crediamo che questa disciplina sia un potente mezzo educativo con il quale trasmettere i valori dello sport e della vita, togliendo i ragazzi da quelle dinamiche sconvenienti che i loro paesi quotidianamente offrono.

Puoi descrivere per sommi capi il Vostro progetto in Malawi?

Il Malawi è stato scelto grazie alle nostre importanti conoscenze logistiche da quelle parti.  Abbiamo circa 160 bambini, principalmente in quattro scuole a Monkey Bay, Namazizi, St. Louis e Marine, seguiti da 24 insegnanti che stiamo formando in quanto l’impostazione del progetto permette la continuazione anche durante la nostra assenza. Per la precisione va detto che sono coinvolti anche altri insegnanti e bambini della zona, provenienti da altre scuole.

Le “borse di studio” a cosa servono?

Consentono di distribuire ai ragazzi un pranzo, libri scolastici, uniformi oltre che per i trasporti e le lezioni d’inglese. Il costo della borsa è di 360 dollari, laggiù con un dollaro al giorno riesci a vivere

Il sogno per il futuro?

Costruire una vera pista di atletica. Al momento ci arrangiamo con acqua e un po’ di calce, facendo dei solchi nella terra per segnare le linee. Tuttavia ci piace restare con i piedi per terra e già acquistare un terreno dove poter fare le attività e che i ragazzi possano chiamare “campo d’allenamento“ sarebbe un grande sogno.

Come si può aiutarVi o mettersi in contatto con Voi?

Potete donare materiale tecnico, ostacoli, pesi e giavellotti, scarpe ed abbigliamento tecnico, anche usato se in buono stato

Oppure con versamenti alla ONLUS a questo IBAN: IT45 C 05034 11301 000000011077

Sui social media cliccando qui: https://www.facebook.com/africathletics/ oppure con una mail indirizzata a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Il sito del progetto è invece questo: www.africathletics.com dove si possono effettuare donazioni PayPal

 

Ieri mattina l’accogliente centro sportivo Angelo Borri ha ospitato una manifestazione con una formula nuova che ci aveva incuriosito e di cui Vi avevamo già accennato la settimana scorsa. Si tratta delle Survivors series. Una serie di batterie ad eliminazione su un percorso di cross da 1200 metri. Si correva su un tracciato ricavato all’interno del centro, dietro la bella pista bicolore ad 8 corsie. Percorso piano ed abbastanza scorrevole, salvo per le molte inversioni ad U, classiche di questa disciplina. Buona la tenuta del fondo che ci ha convinti a non usare le scarpe chiodate. Il meccanismo della gara, proposta dal vulcanico Stefano Longo (pettorale nr 1 nella foto), prevedeva una prima prova a cronometro individuale che serviva per qualificarsi e formare le quattro batterie dei quarti di finale. Seguivano due batterie in semifinale e la manche conclusiva con gli otto atleti “superstiti”.

Dopo una cronometro che per i migliori è stata di riscaldamento e dei quarti di finali tattici, dove la velocità è stata modulata al fine di assicurare ai primi il passaggio del turno, dalle semifinali è stata battaglia vera. La vittoria è andata a Matteo Geninazza (pettorale nr 22) che nella finale ha corso in 3’36”, precedendo Riccardo Serra (nr 16) e Marco Bolognini (nr 14) rispettivamente di 3 ed 8 secondi. Al femminile successo di Roberta Vignati davanti a Lavinia Perrone e Valentina Guariglia, anche se per le donne si è preferito optare per la formula della somma dei tempi nelle quattro prove, non essendo necessarie eliminazioni.

La mattinata, ben organizzata della Pro Patria ARC di Busto Arsizio, comprendeva anche il Campionato Provinciale di Staffetta di Cross giovanile, con terzetti che gareggiavano con la formula 3x2x600m per la categoria ragazzi/e e 3x2x800m per la categoria cadetti/e. Complimenti ai campioni/campionesse provinciali:

Ragazze: Pro Patria Busto Arsizio (Toia-Eschillo-Tettamanzi)

Ragazzi: OSA Saronno (Cogo-Risi-Volonté)

Cadette: Pro Patria Busto Arsizio (Bellora-Tovaglieri-Fabris)

Cadetti: Pro Patria Busto Arsizio (Nebuloni-Tarantino-Garavaglia)

La manifestazione open ha visto al via anche terzetti fuori provincia. A tal proposito vanno segnalate le prestazioni delle Ragazze dell’Atletica Valcamonica (Cortinovis-Manai-Ravelli), delle Cadette della 100 Torri Vigevano (Costa-Benzoni-Selley) e dei Cadetti dell’AV Sporting Team di Travagliato (BS) (Rida-Bertoletti-Carasi) che hanno siglato i migliori tempi di giornata nelle rispettive categorie.

Prima di lasciare Busto Arsizio abbiamo conosciuto anche gli amici di Africa Athletics, presenti con il loro stand. Ma della loro ONLUS Vi parleremo in dettaglio in un prossimo articolo, perché se lo meritano.

Qui di seguito alcune immagini scattate da Andrea Crespi

Survivors Series Cross Busto Arsizio

 

 

Mercoledì, 21 Novembre 2018 09:12

Record mondiale su tapis roulant: 264 km in 24 ore

A Bergen, città natale di Bjørn Tore Taranger, non ci sono tante occasioni per divertirsi e passare il tempo. Il trentanovenne norvegese suona la batteria in una punk band e poi corre. Tanto. Infatti nel 2017 ha conquistato il decimo posto nel Campionato del Mondo di 24 ore a Belfast, in Irlanda.

Quando nevica molto ed uscire diventa complicato, il tatuatissimo ultrarunner corre sul tapis roulant. Il problema è che si è fatto prendere la mano ed ha progettato di battere il record mondiale sulle 24 ore. Record che non è più una stravaganza o una robetta per la quale basti chiamare i giudici e sei sicuro di ottenere il risultato, bensì una cosa che sta diventando maledettamente seria.

L’obiettivo era quello di superare Luca Turrini che nel 2017 aveva corso ben 261.18 km alla velocità di 10,8 km/h o come si dice in gergo a 5 minuti e 33 secondi al chilometro.

Partito alle ore 10 dello scorso 11 ottobre, il bersaglio è stato centrato alle 9.43 del giorno successivo, per una distanza totale alla fine delle 24 ore, pari a 264,52 km che si traduce in un ritmo medio di 5:26 al chilometro ovvero 11,02 km/h.

L’italia perde quindi la titolarità del record, ma fortunatamente non quella del fornitore dell’affidabile tapis roulant usato anche in questa occasione.

Lunedì, 19 Novembre 2018 13:37

Detroit: si sposano durante la maratona

Di promesse di matrimonio, con relativi anelli di fidanzamento ne abbiamo visti tanti, anche in occasione di eventi sportivi o semplici allenamenti. Di matrimoni, molto meno. A Detroit ci hanno pensato Whitney Black e Steven Phillips che arrivati al miglio 13,1 equivalente alla mezza maratona, si sono sposati. Festeggiando anche la piena riabilitazione di Whitney che una decina di anni fa era uscita malconcia da un grave incidente stradale che l’aveva costretta a ben 21 (ventuno!) interventi chirurgici. Nel mezzo, per non farsi mancare nulla, era stata vittima di un investimento e le prospettive di poter riprendere anche soltanto a camminare sembravano remote.

Invece ce l’ha fatta. Ha ripreso a camminare e poi a correre e lo scorso 21 Ottobre ecco la singolare cerimonia, con i due ragazzi in speciali magliette che raffiguravano i classici vestiti da cerimonia. Dopo cinque minuti, terminata la celebrazione, gli sposini sono ripartiti, chiudendo regolarmente la gara in 4h47’. Felicitazioni alla coppia.

Venerdì, 16 Novembre 2018 17:25

Survivor series: un nuovo modo di fare cross

Segnaliamo volentieri la manifestazione della Pro Patria ARC di Busto Arsizio che avrà luogo presso il campo sportivo Angelo Borri, nella mattinata di domenica prossima 25 Novembre. Letto frettolosamente il nome della gara, temevamo che le Survivor series fossero un’altra di quelle competizioni dove sei costretto a scalare alberi, passare indenne campi minati, nuotare nel fango e tanto altro ancora. Il tutto inframezzato da banali corsettine. Invece è cross vero, autentico. Solo running, ma con qualche novità. 

Si gareggia sulla distanza di 1200 metri, in quattro manches.

La prima sarà una cronometro con partenze individuali distanziate di 20 o 30 secondi (in funzione del totale dei partecipanti) un atleta dall’altro.

Ai quarti di finale si qualificheranno i migliori 32 atleti di sesso maschile e femminile, che saranno divisi in 4 batterie da 8 partecipanti ciascuna.

Alla terza fase, la semifinale, passeranno 16 atleti, i primi 3 classificati di ogni batteria più i migliori 4 tempi tra gli atleti non qualificati automaticamente.

In finale saranno ammessi 8 atleti seguendo lo stesso criterio, i migliori 3 di ogni semifinale, più i migliori 2 tempi tra gli atleti non qualificati direttamente.

Premesso che la gara è aperta a tutti, ma con un occhio di riguardo per gli “assoluti”, siamo curiosi di vedere la risposta in termini di partecipazione e se in futuro la stessa formula verrà copiata anche dai master. Di certo frazioni più corte rispetto ai 10 chilometri circa dei cross classici, strizzano l’occhio anche ai mezzofondisti, mentre i fondisti vorranno difendere il loro terreno di gara.

Il programma della manifestazione bustese comprenderà anche il Campionato Provinciale di Staffetta di Cross giovanile, con terzetti che gareggieranno con la formula 3x2x600m per la categoria ragazzi/e e 3x2x800m per la categoria cadetti/e.

C’è un detto veneto che recita più o meno così: “Xe pèso el tacòn del buso”, ovvero è peggio la toppa del buco. A Montebelluna lo conoscono molto bene e lo mettono anche in pratica. Per riparare la locale pista di atletica, ormai martoriata da moltissime buche, hanno utilizzato il linoleum. Si, avete capito bene. Linoleum o comunque un prodotto analogo. Vi ricordate? Quello che si usava decenni or sono nelle palestre scolastiche e che trasformava i locali in autentiche patinoire, dove l’unico sport praticabile era appunto il pattinaggio su ghiaccio.

Risultato, la pista che prima non era omologata ma comunque praticabile, ora è inaccessibile agli atleti dell’Atletica Montebelluna. Nemmeno quando non piove. Se poi è umido, allora si può pensare ad un nuovo sport, l’atletica-pattinaggio. Magari facciamo in tempo ad inserirlo nel programma olimpico dei giochi di Milano-Cortina, se mai ce li assegneranno.

Sempre grazie alle informazioni pubblicate da "La Tribuna di Treviso", apprendiamo che l’amministrazione correrà presto ai ripari. Da un lato c’è poco da essere ottimisti, visto le numerose situazioni provvisorie italiane che poi diventano provvisoriamente... definitive. Dall’altro, considerato come i veneti hanno prontamente reagito anche alle ultime, ben più gravi, catastrofi naturali, per una volta vogliamo essere ottimisti.

Si sono svolti ieri a Ravenna i campionati nazionali di maratona, nella totale assenza di atleti di vertice. Non vogliamo fare nomi, in quanto il nostro discorso è generale e non indirizzato a chi ieri ha vinto ed a cui facciamo i complimenti. Però non si può fare a meno di notare come il titolo italiano maschile sia stato assegnato con tempi pari a 2h19’. Per salire sul podio è stato sufficiente chiudere in 2h22’.

Ancora più eclatante la situazione al femminile, dove la campionessa si è laureata col tempo di 2h59’19”. Per carità, brava lei che si è anche migliorata di diversi minuti rispetto al suo personal best, ma stiamo parlando di un’atleta che fa altro nella vita. Insomma una semiprofessionista o meglio una dilettante. Nell’accezione positiva del termine, sia ben chiaro. Fra le donne, la terza classificata è arrivata dopo 3h04’.

Francamente ci domandiamo che senso abbia far svolgere una manifestazione valida per il titolo a Novembre e nella pressoché totale assenza di azzurri ed azzurre. Ora ci rendiamo conto anche noi che di maratone, in stagione non se ne possono fare troppe, che ci sono ingaggi e premi più interessanti altrove, ma allora forse è meglio gareggiare solo per i titoli master. Bastano quelli a far crescere di numero i partecipanti e rendere felici gli organizzatori.

Era inevitabile. Da una parte la FIDAL che cerca di rubare i tesserati alle povere società con la Runcard. Dall’altra chi salta la federazione e risparmia tutti i suoi balzelli con le corse “non competitive” che di non competitivo spesso hanno solo l’etichetta. In mezzo le povere società cercano di fare qualcosa, ma tra tasse, calendari con regolamenti cervellotici (ma nomi fashion, come bronze, silver e gold ;-), vigili urbani da pagare, decreto Gabrielli e relativi costi da soddisfare, non sanno più come fare.

Poi ci sarebbero i runner che per esempio a Bologna aspettano da tempo di avere una maratona che non arriva mai ed allora cosa fanno? Dicono ciao FIDAL, tirano una pernacchia a chi cerca solo di fare business a loro spese e si organizzano una maratona autogestita.

Senza rotture per i certificati medici (perché tanto alle non competitive non ci sono…). Si va bene, senza servizi, ma provate a pensare come vengono trattati i maratoneti in tante occasioni, seppure a fronte di costi d’iscrizione non a buon mercato. E dunque domani a Bologna partirà un giro alla buona tra amici. Leggendo il cartello/regolamento, pare che se vorrete viaggiare a sei al chilometro, starete sicuramente in compagnia.

GALLERIA FOTOGRAFICA PODISTI.NET 

Dopo un lungo filotto di edizioni caratterizzate dal bel tempo, una pioggia incessante ha contrassegnato la mattinata di domenica 28 Ottobre. Malgrado ciò, grazie alla perfetta organizzazione del GS Montestella, all’encomiabile sforzo dei volontari, alle ampie aree al coperto a disposizione presso il Centro Scolastico di via Natta, gli atleti hanno potuto prepararsi, gareggiare e cambiarsi lavarsi nelle migliori condizioni possibili, offrendo tutti i servizi che un runner desidera quando gareggia. Dagli ampi parcheggi al deposito borse, al cronometraggio automatico, ad un ristoro adeguato a fine gara e così via.

I risultati tecnici dei primi classificati sono stati di assoluto rilievo. René Cuneaz ha trionfato in 30’45” su un percorso bagnato e che prevedeva tanti cambi di direzione all’interno del Parco di Trenno e la cui lunghezza era anche leggermente superiore ai canonici 10km. Tanti complimenti al valdostano. Secondo posto per il compagno di squadra Zahir Zohair in 31’34”. Dopo la coppia del CUS Pro Patria Milano, a soli 4” dal secondo, è arrivato Alessandro Turroni dello Sport Project VCO. In campo femminile vittoria per Silvia Oggioni dell’Aeronautica Militare, in 35’42”. Ilaria Dal Magro (Atletica Lecco-Colombo), conferma il secondo posto dell’edizione 2017 col tempo di 36’45”, precedendo di soli 5” Claudia Gelsomino della Cardatletica.

Si è corso quasi sempre nel verde, all’interno del Parco di Trenno e nel parco del Centro Scolastico di via Natta, da dove è partita e si è conclusa la gara. Oltre che per questa connotazione, il Trofeo si è confermato essere un evento sostenibile anche per altri aspetti. La vicina stazione della Metropolitana MM1 ha consentito a molti partecipanti di recarsi sul luogo usando i mezzi pubblici ed i volontari hanno raccolto in maniera differenziata i rifiuti a fine gara.

Molto rapide sono state tutte le operazioni di consegna pettorali, borse e pacco gara. Le classifiche sono state esposte in bacheca pochi minuti dopo l’arrivo degli atleti. Stessa cosa dicasi per le premiazioni che si sono concluse già alle ore 11.25 malgrado l’alto numero di categorie coinvolte ed una giornata oggettivamente complicata dal meteo. Si è trattato di un momento molto toccante, in quanto alcuni riconoscimenti erano dedicati ad atleti gialloverdi che corrono in paradiso, come Cristina Lena a cui dal 2009, anno della sua prematura scomparsa a soli 44 anni, è intitolato alla sua memoria il trofeo.

A livello numerico, i finisher sono stati 777, di cui 188 non competitivi. Una cifra inferiore a quella di molte passate edizioni, complici un calendario ogni anno sempre più fitto di eventi ufficiali e non, assieme all’inclemenza del tempo che ha tenuto a casa anche diversi iscritti.

Ringraziamo vivamente tutti gli enti e le organizzazioni che ci hanno aiutato e con cui abbiamo collaborato, una lista lunga, ad ulteriore testimonianza della complessità organizzativa del nostro evento. Con l’augurio di non avere dimenticato nessuno, un grazie al Comune di Milano, al Municipio zona 8, al Comando dei Vigili Urbani zona 8, all'AMSA ed ai gestori del Centro Scolastico di via Natta tra cui la Polisportiva Garegnano per il supporto offerto, le strutture messe a disposizione, nonché il presidio del circuito stradale cittadino. Grazie alla FIDAL ed ai suoi Giudici di Gara; al servizio di soccorso sanitario, alla società per il rilevamento cronometrico, agli altri club di running del circuito Corrimilano, ma non solo, per la collaborazione. Grazie ai nostri sponsor, ai media per la copertura giornalistica; ai volontari, sia i membri del GS Montestella che gli altri collaboratori, perché senza il loro prezioso lavoro, la manifestazione non avrebbe potuto aver luogo.

Grazie infine a tutti gli atleti partecipanti per la preferenza accordata. L’appuntamento per la prossima edizione è già fissato per la stessa data, Domenica 28 Ottobre 2019.

Concludiamo segnalando l’indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. al quale è possibile inviare i Vostri suggerimenti di cui cercheremo di fare tesoro, con l’obiettivo di fornire un servizio sempre migliore.

Rodolfo Lollini - Ufficio Stampa GS Montestella

www.trofeomontestella.it  

Prendete un bel po’ di luoghi comuni, tipo la disciplina dei giapponesi, la loro assoluta abnegazione, lo spirito di appartenenza all’azienda dove si lavora oppure all’università per la quale si studia, una manifestazione agonistica ed un team a rappresentare l’organizzazione stessa, in gara con altre società. Mescolate bene ed ecco il risultato che ne è scaturito domenica scorsa.

Siamo nella prefettura di Fukuoka ed è in corso un Ekiden, ovvero una maratona a staffetta con sei componenti per squadra. Rei Iida, giovane universitaria, è nel gruppetto delle prime quando cade e si frattura una gamba. Ritiro? Nemmeno per sogno. La diciannovenne rifiuta gli aiuti offerti dai volontari e continua a carponi per circa 200 metri, fino alla zona del cambio. Ora le serviranno almeno quattro mesi per guarire, nel frattempo si è scusata con il coach e tutte le compagne per la sua “pessima prestazione”.

ECCO IL FILMATO CON LA CADUTA E GLI ULTIMI METRI DAL NYPOST.COM

 

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