
Maurizio Lorenzini
Recensione Hoka Bondi 9, una scarpa per tanti ... piedi
8 aprile 2025. Oggi è, o dovrebbe essere, più facile di ieri scegliere le scarpe, l’offerta è davvero ampia, ma proprio per questo un podista, magari alle prime armi, potrebbe faticare un po’ di più a trovare il prodotto giusto per le proprie esigenze.
Allora inquadriamo subito queste Bondi 9: vanno davvero bene per la maggior parte dei podisti, semplicemente perchè appartengono alla categoria cosiddetta “massimo ammortizzamento”, quella che è, o dovrebbe essere, la preferita da chi non ha problemi di appoggio (magari causa eccessiva pronazione). Una volta si sarebbe definita categoria “A3”, in realtà si tratta di una classificazione ormai superata, grazie ai diversi materiali utilizzati rispetto a tempo addietro.
Il drop, quindi lo “sbalzo”, la differente altezza tra tallone e avampiede è di 5 mm, se vogliamo un po’ ridotto, ma ancora nei limiti, magari richiede un minimo di adattamento se si è sempre corso con scarpe aventi drop particolarmente elevati (10-12 mm). Si ricorda che le due situazioni contrapposte comportano svantaggi e svantaggi; con un drop elevato si lavora molto più di tallone, la corsa può risultare più confortevole, caviglia e polpacci “lavorano” meno, e questo può essere il limite. Al contrario, un drop basso, o addirittura zero, favorisce una corsa più naturale, un appoggio più avanzato ed un maggior coinvolgimento del piede e dei polpacci. Proviamo a dire che per chi comincia o non corre molto sono meglio le scarpe con drop alto, però è una buona idea nel tempo, attraverso il giusto adattamento, passare a “sbalzi” più contenuti. Questo discorso vale per chi corre in piano, perchè in salita tendenzialmente è meglio utilizzare scarpe più alte posteriormente, perchè il gesto tecnico quando si sale prevede già una sollecitazione importante di tendini e polpacci.
Tornando alle nostre Bondi 9 il produttore ci racconta questo:
“Le Bondi 9 sono caratterizzate da una nuova intersuola in schiuma EVA applicata tramite un processo innovativo, che offre una corsa morbida e ammortizzata, divenuta sinonimo di Bondi. La schiuma è più leggera, più resistente e più dinamica, e conferisce una maggiore resistenza e comfort. Inoltre l'intersuola presenta geometrie rinnovate e un Active Foot Frame™ concentrato sul retropiede per migliorare il supporto e il controllo. Infine, 2 mm di altezza dello stack in più e un MetaRocker™ fluido garantiscono una corsa morbida e ammortizzata.
La tomaia strutturata in tessuto con traspirabilità variabile secondo le zone crea una sensazione più confortevole, mentre il nuovo collarino sagomato 3D offre una sensazione ancora più morbida e una calzata più comoda. La suola della Bondi 9 è rifinita in Durabrasion Rubber per proteggere le zone ad alta usura, assicurando trazione, passo dopo passo”.
Ci ho corso “dentro” per circa 150 km e posso confermare che il confort è elevato, si sono adattate subito e bene ai miei piedi, e i miei piedi a loro. Un passaggio importante: peso 72 chili e corro con le Bondi 9 ad un ritmo di 5’/km, per un totale di 30-40 km/settimana, prevalentemente in piano, anche perché a Milano e dintorni il massimo del dislivello che puoi trovare è rappresentato dai cavalcavia; ho un appoggio sostanzialmente neutro, una leggera pronazione, accentuata anche dai ritmi lenti a cui corro, che però non vale la pena correggere.
Le Bondi 9, ammortizzano o sono reattive? Sento spesso parlare di scarpe ammortizzanti/protettive e di scarpe reattive/performanti, ma anche di miracolose scarpe che ti proteggono e ti fanno anche andare forte. Non esistono! Una scarpa che protegge è ovviamente più strutturata e pesante, un’altra con la quale gareggiare e fare allenamenti veloci è più leggera e meno protettiva, ovviamente. Ecco quindi che i brand più importanti per gli amatori (che rappresentano il 90% del mercato) sono sempre alla ricerca di una soluzione che rappresenti il miglior compromesso possibile. Per non andare in confusione e sbagliare nelle scelte, oltre ad avere ben chiaro quanto scritto sopra, una buona soluzione è quella di alternare due paia di scarpe, secondo il tipo di allenamento o gara che si deve fare. A mio avviso nelle Bondi 9 il compromesso è ben riuscito, ottima scarpa da allenamento ma anche per distanze, come mezze e maratone, a condizioni di non avere problemi di appoggio e di non pesare troppo (diciamo 80 chili e oltre). Invece è ragionevole pensare che chi corre a ritmi veloci, diciamo vicino ai 3’/km sui 10 k e 3’30/km sulla mezza, possa trovare meno soddisfazione, salvo che per le classiche uscite lente/rigeneranti, ma credo non siano questi ultimi il principale target di Hokaper le Bondi 9.
Una divagazione sulla durata delle scarpe che, ebbene si, durano meno di una volta (e costano di più). Quando si devono cambiare? Difficile rispondere in modo preciso, di certo per le tipologie massimo ammortizzamento e stabili (le “vecchie” categorie A3 e A4) almeno 500-600 chilometri si dovrebbero fare (quelle intermedie e in genere più leggere, categorie A1 e A2, durano di meno).
Però le variabili sono tante, riassumo le principali.
La superfice su cui corriamo, l’asfalto consuma battistrada e stressa l’intersuola più rapidamente; il ritmo a cui corriamo, più è lento e più la scarpa tenderà ad usurarsi maggiormente; se il nostro appoggio non è omogeneo; se calziamo le scarpe sbagliate; se siamo un po’ pesanti…
Però non guardiamo solamente il battistrada, potrebbe anche avere un consumo omogeneo (determinato da appoggi neutri) anche dopo 7-800 chilometri, invece l’intersuola potrebbe aver perso gran parte della sua capacità di ammortizzare. Infine, “sentitevi”; nel corso degli anni chi corre avrà una sensibilità sempre maggiore e facilmente si accorgerà da solo quando è il momento di cambiare scarpe.
Le scarpe oggi durano di meno e pesano anche di meno, la (grande) differenza la fanno i materiali utilizzati, quella bella sensazione di confort, morbidità, probabilmente si paga anche in termini di durata.
Quanto dureranno le mie Bondi 9? Ve lo racconto più avanti.
Castellanza (VA) – Liuc Run a Carlo Bedin e Ilaria Menatti
6 aprile 2025. Nuova edizione e nuovo percorso per questa gara di apertura del circuito Running People, capace di coniugare la competizione vera e propria con tutti quelli che invece hanno scelto di correre o camminare per le vie di Castellanza e Legnano, che sono stati in netta prevalenza.
Un percorso complessivamente non proprio veloce, ma che ha toccato i punti più importanti e significativi delle due cittadine.
Gara competitiva che al maschile ha visto la vittoria di Carlo Luciano Bedin, forte atleta del Vanotti Running Team, che con i tempi di 15’05 e 30’50 ha già avvicinato la barriera rispettivamente dei 5 e 10 chilometri nelle corse su strada. Secondo posto per Simone Paredi (Atletica Pidaggia), categoria SM45, ma che si prende il lusso di battere spesso atleti ben più giovani di lui. Terzo gradino del podio per l’atleta in gara dal passato più prestigioso, Andrea Giacomo Secchiero (Polisportiva Moving), davvero tanti titoli italiani e prestazioni di rilievo nelle specialità triathlon e acquathlon.
Gara femminile che si è risolta sin dalle prime battute, con Ilaria Menatti (Bracco Atletica) che ha preso il comando già nei primi chilometri. E’ giovane (classe 2003) e vanta interessanti risultati nel mezzofondo. Secondo posto per la forte master (categoria SF55) del Team Attivasalute; terza posizione a Cecilia Maria D’Andrea (Pro Patria ARC).
Mi sono cimentato anch’io, ero curioso di conoscere questa nuova corsa e il modo migliore per farlo era … correrla. Un percorso certamente non veloce, per i continui cambi di direzione ed alcuni passaggi critici, però vario e divertente, in particolare per chi non cerca il proprio personal best; sono le situazioni dove si corre “contro” gli avversari, piuttosto che contro il tempo.
Personalmente le preferisco, forse anche perché il tempo … è meglio che non lo guardo più.
La scelta degli organizzatori per questa edizione è stata quella di non omologare il percorso, facendo comunque gara Fidal, una scelta che condivido perché non ha senso se non si può proporre un tracciato che potenzialmente consenta di migliorare i propri record personali.
Qualche piccola criticità sul percorso c’è stata, del resto ciò può capitare se si vuole proporre un “prodotto” che permetta di apprezzare i tanti punti particolari delle cittadine che si attraversano, basti pensare ai parchi; apprezzamento ricevuto in particolare dai partecipanti in versione non agonistica. In ogni caso ho riscontrato la precisa la volontà degli organizzatori di mantenere, anzi migliorare, la gara competitiva ed, eventualmente, omologarla se ci saranno le condizioni per farlo.
Prossime tappe circuito Running People:
1 maggio, Pam Race, Legnano, gara Fidal, circa 10 km
18 maggio, Rescaldina, Straresca, gara Fidal, circa 10 km
14 settembre, Gallarate, Gallarun, 10 km
26 ottobre, Varese, Varese City Run, 10 km e mezza maratona, gare certificate e omologate Fidal
Segue comunicato stampa della manifestazione
LIUC RUN SPLENDIDA E DA RECORD: IN 1.200 ALLA PARTENZA DI CORSO MATTEOTTI
È stata una LIUC Run da record, vinta da Carlo Luciano Bedin da Laura Menatti . Sotto l’arco della partenza di corso Matteotti si sono presentati 1.200 partecipanti iscritti alle tre prove previste: la competitiva, la non competitiva e la coloratissima Family Run. E la descrizione più bella della corsa è stata quella della prima donna al traguardo, Ilaria Menatti: «Un tracciato divertente, con continue curve, cambi di direzione e di pendenza. Correrla è stato impegnativo è divertente».
Sole, cielo terso e il Liuc Village della Soevis Arena già vivo e vivace a due ore dalla partenza. La LIUC Run ha dato una bella scossa di energia alle città di Castellanza e di Legnano, realtà confinanti e protagoniste di questa seconda edizione della run universitaria organizzata da Sport Più.
Partenza puntuale alle 9.30 con il gruppo dei competitivi che ha subito dato battaglia, con i sei passaggi spettacolari nei parchi cittadini coinvolti. Un tracciato, per la prima volta sotto l’egida Fidal, che ha unito le due città vicine e le due province di appartenenza.
«Oggi è stato bellissimo vedere il gruppone colorato sfilare in corso Matteotti e lungo tutto il tracciato», ha dichiarato un soddisfatto Stefano Colombo, presidente di Sport Più, la realtà organizzatrice della LIUC Run e del circuito Running People. Che poi ha aggiunto: «E la cosa ancor più bella è stato vedere presenti alla partenza tutte le istituzioni e i partner che con un grande gioco di squadra hanno permesso di organizzare la seconda edizione della LIUC Run».
Nel nome di Mirella Cerini
Un anno fa al via della prima edizione della LIUC Run c’era anche il sindaco Mirella Cerini. «Ma anche quest’anno è qui con noi, basta vedere che splendida giornata ci ha regalato», ha detto il vicesindaco di Castellanza Cristina Borroni nel ricordare il primo cittadino scomparso nell’aprile 2024, proprio pochi giorni dopo la prima LIUC Run. E proprio per ricordare Cerini è stato istituito un premio in suo nome assegnato a Solidarietà Famigliare, il gruppo più numeroso alla partenza.
Le dichiarazioni
Grande soddisfazione anche da parte di Guido Bragato, assessore allo Sport di Legnano: «L’anno scorso siamo stati coinvolti per “un centinaio di metri”, questa volta arriviamo lungo l'asse di Corso Garibaldi fino al centro cittadino, al parco Falcone Borsellino che è un parco che stiamo riempiendo di contenuti sempre. Grazie alla LIUC Run e a Sport Più lo riempiamo anche con lo sport».
Tra i gruppi numerosi c’era anche quello di Confindustria Varese capitanato da Silvia Pagnani (Direttore generale Confindustria Varese): «Una bellissima iniziativa, che ci permette di far sentire la nostra vicinanza all’Università e celebra lo sport, lo spirito di squadra».
«Una bella emozione – ha invece spiegato Anna Gervasoni, rettore della LIUC – è molto bello vedere la nostra università così piena di energia, di persone. Crediamo molto nello sport. Proprio quest’anno lanceremo, oltre al nostro corso di laurea, anche un master universitario sul management dello sport».
Le classifiche
Uomini:
1)Carlo Bedin (Vanotti Running); 2)Simone Paredi (Asd Atletica Pidaggia); 3)Andrea Secchiero (Polisportiva Moving SSD Arl); 4)Marco Zanzottera (G.P. Alpi Apuane); 5)Manuel Molteni (Coop Arl Sd Gs Villa Guardia).
Donne:
1)Ilaria Menatti (Bracco Atletica); 2)Chiara Paola Naso (Team Attivasalute); 3)Maria Cecilia D’Andrea (Pro Patria Busto); 4)Serena Arnaboldi (Missulteam Como); 5)Giulia Rovagnati (Team Ondaverde)
Modena – Mezza maratona d’Italia, piuttosto male la prima edizione
Il sottotitolo potrebbe essere “ quando metti in piedi una manifestazione e fai bene tutto tranne… l’organizzazione della gara”.
30 marzo 2025. C’era una grande aspettativa riguardo a questa manifestazione, raccoglieva un’eredità davvero pesante da quelle parti (già, una volta si correva la Maratona d’Italia), però i mezzi c’erano tutti, soldi, sponsor, comunicazione, coinvolgimento gruppi sportivi, capacità organizzative, ma poi le cose all’atto pratico non sono andate bene.
Premesso che la gara ha visto sia in campo maschile sial femminile il successo dei kenioti, con la vittoria in 59:20 di Emmanuel Wafula, seguito da Cosmas Boi e Simon Dudi Ekidor (quarto e primo degli italiani Ahmed Ouhda); tra le donne, di Gladys Cherop (1:08:23), seguita dalla connazionale Ludwina Chepngetich e dall'italiana Sara Bottarelli; per il resto, ci chiediamo perché.
Basta farsi un giro sui cosiddetti “social” per scoprire come sono andate le cose, Già, i social, sono una cassa di risonanza potente, mostruosa, credibile, almeno sino a un certo punto. Ma stavolta sembra davvero aver raccolto testimonianze reali, di chi ha vissuto il delirio di un’organizzazione certamente non all’altezza della situazione, e ha smentito le rituali esaltazioni dal vertice dell'immediato post gara (tra cui una, disinformata e presto irrisa, dell'ex presidente di regione Bonaccini). Aggiungo di aver interpellato una decina di partecipanti, persone che ritengo attendibili, ed aver ricevuto commenti dello stesso tono.
A distanza di 48 ore gli organizzatori tacciono sui problemi capitati, c’è solo una promessa un po' generica:
Relativamente alle medaglie della 21Km, l’organizzazione garantisce la distribuzione a coloro che non l’abbiano ricevuta in quel lasso di tempo in cui sono mancate. Vi chiediamo cortesemente, al fine di potervi recapitare la medaglia meritata e dovuta, di mandarci una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Vediamo se e cosa faranno sapere sul resto.
La (classica) motivazione del numero elevato di partecipanti non regge proprio: da mesi gli uffici stampa riferivano di migliaia di iscritti, se ciò era vero, impossibile non prepararsi di conseguenza. Capitolo medaglie mancanti all’arrivo: secondo un’indiscrezione pare che in realtà ci fossero, però si trovavano ... alla partenza.
Deposito borse: qui c’è poco da discutere, disorganizzazione totale, sembra, tra le altre cose, che si trovassero sui camion nell’ordine sbagliato. Chi aveva avuto la disgrazia di consegnarla in anticipo, all’arrivo ha dovuto attendere tempi biblici, e magari si trattava proprio di quelli più veloci. Le scene viste sui social fanno veramente male, con tanto di intervento delle forze dell’ordine a placare la rabbia dei podisti (giustamente) arrabbiati.
Ristoro finale inesistente, mancava soprattutto l’acqua. Come è possibile che non ce ne fosse? Ricordo qualche anno fa ad una gara, per un disguido il camion era in ritardo, il bravo organizzatore ha sguinzagliato i volontari a requisire tutta l’acqua disponibile nei negozi dei dintorni. Era così difficile rimediare in questo modo?
Non si può discutere sulla bravura del gruppo podistico di riferimento, La Fratellanza, una storica ASD con una tradizione lunga addirittura 150 anni, e un’importante impronta nel settore giovanile ma, forse, ha pagato l’inesperienza nell’organizzare una gara di questa portata. Oppure, più semplicemente, avrà posto i problemi al comitato organizzatore, magari sottovalutati. Sarebbe un classico.
Poi ci sono altri dettagli.
Omologazione: qui gli organizzatori hanno giocato un tantino sulle definizioni. La distanza era certificata? SI. Il percorso era omologato? NO, o quantomeno possedeva un’omologazione di tipo B, che non è la stessa cosa di un’omologazione completa. Perché? Era in discesa, secondo i parametri Fidal, i quali prevedono una massimo di 1 metro/chilometro di pendenza negativa (quindi a favore), esempio: se in una mezza maratona parti a 22 metri di altitudine e arrivi a zero metri, non è omologabile, e qui la pendenza a favore è ben più di 22 metri (dislivello partenza/arrivo oltre 100 metri). Aggiungo che non rispondeva nemmeno ad un altro requisito, altrettanto importante: le gare possono dirigersi in un’unica direzione al massimo per il 50% del percorso totale: la logica è molto semplice, le condizioni (ad esempio del vento) devono favorirti, o sfavorirti, allo stesso modo. Questa è la ragione per cui certe gare prestigiose come la mezza maratona Roma-Ostia o la maratona di Boston non hanno un’omologazione totale (tipo A).
Costo di iscrizione. Prezzo medio di 33,5 euro ma ormai ho capito che non è un parametro attendibile per indurre o meno la gente a partecipare, almeno così pare: ci si lamenta di una mezza maratona a 25 euro magari super premiata, ottimamente organizzata e con tutti i servizi come si deve e poi si partecipa in massa a gare che non soddisfano i tradizionali (aggiungo io, doverosi) requisiti ma costano 40/45 euro. Ebbene sì, prendiamo atto che questo nostro mondo sta cambiando.
Insomma, al bravo Ivano Barbolini, che ho avuto il piacere di conoscere, comunque si trovi oggi, spero non arrivino gli echi di questa mezza maratona (i cui organizzatori peraltro l'hanno totalmente 'dimenticato'), ci rimarrebbe molto male. Di lui il prof. Giancarlo Chittolini mi disse molto tempo addietro “ha insegnato a tutti come si organizzano le maratone, ha tracciato un solco che dovrà essere seguito nel tempo”. Mah, forse le cose non sono andate proprio come auspicato.
Infine, davvero un ultimo dettaglio, a puro titolo di curiosità: Ferrari, malgrado le batoste regolarmente beccate in F1, festeggia in Borsa con un rialzo del 2,42%, con l’indice generale (MIB) cresciuto di 1,33%. Ma questo è un altro discorso.
Monza (MB) - Volano i numeri alla Run For Life
Sarà stato anche l’effetto autodromo di Monza e Formula Uno ma il successo numerico della manifestazione è davvero enorme, con numeri complessivi quasi triplicati dal 2024 al 2025.
9 marzo 2025. Partenza col semaforo, proprio come nelle gare automobilistiche, provoca una sensazione particolare anche a chi, come me, non è appassionato del mondo della Formula Uno; griglie bene organizzate e podisti tutto sommato diligenti; corro la 10 k, anche troppo, di questi tempi, ma se ti invita una donna a correre … il sacrificio vale tutto. Il percorso, direi proprio veloce, è totalmente all’interno dell’autodromo. Tento di seguire i palloncini della Laura Galli (pacer della mezza, 1h40’), la sua presenza è stimolante, ma il passo di 4’45/km non è proprio nelle mie corde, di questi tempi. Verso il km 3 c’è la separazione, la 5 k (non competitiva) tira diritto verso l’arrivo, la mezza si dirige verso il Parco di Monza (conoscendolo non sarà velocissimo, però molto bello), noi della 10 k ci immettiamo nella vecchia pista, quella con la parabolica, per intenderci. Uno strappetto poco dopo il km 9, breve ma cattivo, ci immette nel rettilineo di arrivo.
Speaker Gianni Mauri, in un’intervista mi chiede come è andata e cosa ne penso della manifestazione: recuperato il fiato non posso che fare i complimenti a Beatrice Di Virgilio, alias “forza della natura”, che da sempre dirige la baracca con bravura e passione davvero contagiose, altrimenti … e chi aveva voglia di rimettersi le scarpette in gara?
I numeri dei classificati, tra parentesi quelli del 2024, dicono: 10 K = 767 (375), mezza maratona = 1030 (524), a cui vanno ad aggiungersi i 1585 della 10 k non competitiva , però coi tempi registrati e non so quanti sulla 5 k, però anche questi davvero tanti.
Una Run for Life che a me piaceva già prima, se vogliamo un po’ spartana ma assolutamente efficace ai fini del gradimento; certo che il salto di qualità è notevole, certamente per la sede dell’autodromo, ottima anche per festeggiare la decima edizione, che offre una logistica perfetta. Però credo che i meriti siano soprattutto di un’organizzazione capace di crescere nel tempo, offrendo prodotti e servizi all’altezza delle aspettative del mondo dei podisti.
Ma il salto di qualità è ancora più evidente se si pensa che era una gara non competitiva, poi regionale Fidal, poi nazionale e ora addirittura inserita nel “Global Calendar”, il prestigioso calendario di World Athletics. Un autentico triplo salto mortale, ben riuscito.
E ora, chissà dove può arrivare questa manifestazione.
E per una volta diamo visibilità anche anche al colorato gruppo dei bravi pacer ( e all'intruso)
Liévin (FRA) - Battocletti al record italiano 3000 metri indoor
13 febbraio 2025. Ancora una grande prestazione per Nadia Battocletti, si comincia a capire come sia un esercizio sempre più complicato quello di definire i limiti di questa atleta.
Con 8:30.82 è record italiano battuto di 11 secondi, record che peraltro deteneva lei stessa (2022- 8:41.72), un crono che testimonia la sua crescita pazzesca; quarto posto e prima europea, ma questo ormai non fa più notizia. Un tempo che tra le altre cose avvicina il record europeo di Laura Muir (2017- 8:26.41).
I passaggi di Nadia: 1000 mt = 2’50”81, 2.000 metri 5’41”47, ultimo mille in 2’29”25.
Vittoria in 8:19.98 alla etiope Hailu Freweyni, a tre secondi dal record del mondo Genzebe.
Segue comunicato stampa Fidal.it
Super serata per l’atletica azzurra a Liévin. È strepitosa Nadia Battocletti che firma il nuovo record italiano indoor dei 3000 metri in 8:30.82 superando ampiamente, di quasi undici secondi, il suo 8:41.72 stabilito sempre in Francia, a Val-de-Reuil, dopo tre anni meno un giorno: era il 14 febbraio del 2022. Entusiasmante la corsa dell’argento olimpico nei 10.000 a Parigi, due volte d’oro agli Europei di Roma e campionessa continentale di cross, che aggiunge un’altra perla alla sua collezione. La trentina delle Fiamme Azzurre diventa l’ottava europea di ogni epoca nei 3000 indoor, a poco più di quattro secondi dal primato di 8:26.41 realizzato nel 2017 dalla britannica Laura Muir. Un crono nettamente migliore anche del record italiano all’aperto, 8:35.65 di Roberta Brunet datato 1997. Al traguardo è quarta, in una gara condotta a lungo da sola, e riesce a chiudere forte: parziali di 2:50.81 al primo chilometro e 5:41.47 al secondo. Davanti c’è il terzetto etiope con Freweyni Hailu (8:19.98) seguita da Gudaf Tsegay (8:25.12) e Birke Haylom (8:25.37), quinta l’olandese Maureen Koster (8:33.47).
Vittuone (MI) – Mezza del Castello a Grisoni e Baronchelli
9 febbraio 2025. Oggi si sono festeggiate venti edizioni di una corsa sempre più apprezzata nel tempo, lo dice la storia, lo dicono i numeri.
Gara maschile combattuta (podio racchiuso in 39 secondi) vinta da Nathan Baronchelli (Azzurra Garbagnate), suo il tempo di 1:11:09; secondo posto per il piemontese Marco Broggi (1:11:32 – Daunia Running) e terzo per Tommaso Gatti (1:11:47).
Eva Grisoni (Atletica Paratico) vince con discreto su Nadia Nasri (QT8-Run), questi i rispettivi tempi, 1:23:01 e 1:23:44. Terzo gradino del podio del podio per Ana Capustin (1:24:10 – Giannone Running).
Viene da dire che è stata la solita mezza del Castello, bene organizzata, costi di partecipazione equilibrati, ristoro all’altezza delle tradizioni, così come il “gadget” , sempre un po’ diverso dal solito. Dopo ombrelli, accappatoi, giubbotti antivento, etc… quest’anno è stata la volta degli occhiali.
Una corsa dedicata anche (soprattutto) al mondo amatoriale, che ama vedersi riconoscere anche attraverso le premiazioni di categoria, e qui premiavano addirittura i primi 5. Amatori che rispondono alla grande con prestazioni di assoluto rilievo, basti pensare a Vincenzo Adinolfi (Atletica Trecate), classe 1955, che chiude in 1:34:47, quindi sotto i 4’30/km; ma anche Chiara Milanesi (Runners Bergamo), categoria SF50, quarta assoluta in 1:26:42.
Ma la principale chicca di questa corsa a mio avviso resta il tracciato, estremamente scorrevole, la mezza lombarda più veloce in assoluto, e pure a livello nazionale non è facile trovare di meglio .
Solita organizzazione, ottima, a cura dell’Atletica Vittuone, società molto impegnata nel settore giovanile; Pietro Guerrato e il suo staff riescono sempre a offrire un “prodotto” all’altezza delle aspettative; i numeri continuano a crescere, sono stati 783 i classificati (912 gli iscritti), nonostante una giornata davvero poco clemente, con pioggia incessante per tutta la gara. Numeri che sono ancora più importanti perché “netti”, solo mezza maratona, solo competitiva, niente 5 K, 10 K, staffette in versioni agonistiche e non, ed altre fantasiose soluzioni.
Pietra Ligure (SV) -Val Maremola Trail
2 febbraio 2025. Gli organizzatori nel promuovere e raccontare la manifestazione sintetizzano in “Val Maremola Trail: sport e natura ai massimi livelli”, e in effetti mi sento di condividere l’affermazione: tutti i percorsi, anche quelli più “facili”, offrono uno spaccato dell’entroterra ligure, un bel mix tra la tipica vegetazione dove l’ulivo la fa da padrone e scorci panoramici che fanno sentire la fatica … meno faticosa
Non me ne vorranno i trailer duri e puri per quanto sto per raccontare, del resto per un milanese il cui massimo della corsa in salita sono i cavalcavia… chiedo quindi indulgenza.
Con un filo di incoscienza avevo ipotizzato di correre (meglio dire partecipare) alla versione “15 km, 800 metri D+” (la meno dura, secondo le descrizioni), poi purtroppo, o per fortuna, i pettorali dal sito wedosport erano esauriti. Ecco, quindi, che scalo volentieri per la non competitiva di 8 chilometri, forse un po’ meno, ci hanno fatto lo sconto (grazie); invece i 300 metri di dislivello positivo c’erano tutti, eccome.
Un paio di chilometri scarsi di riscaldamento e poi ci si butta nei boschi: si fatica tanto in salita, alcuni tratti sono veramente ripidi, non si resta in piedi in discesa; un percorso che, complice la pioggia dei giorni precedenti ma anche quella che ci accompagnava, diventa un po’ più complicato. Però bello, ben presidiato e perfettamente indicato; gli organizzatori suggerivano “se non vedete segnali per 200 metri… tornate indietro”. In effetti era difficile perdersi.
Un “trailino”, così come l’ho sentito definire da qualcuno in zona arrivo, credo avesse proprio ragione; tuttavia, mi piace di più pensare ad un’esperienza sportiva utile a conoscere questa specialità, un assaggio per poi misurarsi su distanze e dislivelli più impegnativi, magari proprio qui al Val Maremola Trail. Mi sa che ci penso per il 2026, però meglio allenarsi come si deve.
Corsa preceduta dalla Endurance Dog, sulla distanza di 14 chilometri e 700 metri di dislivello: non so come funziona in questo genere di gare ma ho trovato furba la soluzione delle partenze scaglionate, onde evitare zuffe tra i quattro zampe.
Il giorno successivo, domenica 2 febbraio, si faceva sul serio, con un menù davvero ampio:
53 chilometri, dislivello 2500 mt D+; 34 chilometri, 1800 mt D+; 23 chilometri, 1200 mt D+; 15 chilometri, 800 mt D+.
Quale scelta è migliore? Ovviamente dipende da molti fattori. La domanda posta a Yai (lo avrò scritto giusto?), un’appassionata e frizzante componente del comitato organizzatore, ha generato una prima risposta, scontata ...tutti! Messa alle strette ha detto che già la 23 chilometri consente di passare dai punti più belli, quelli per cui vale decisamente la pena di esserci, oltretutto è anche alla portata di molti stradisti desiderosi per una volta di mollare l’asfalto.
Numeri in netta crescita (650 nel 2024), certamente grazie proprio all’inserimento della 23 chilometri, apprezzata dai 269 atleti classificati; complessivamente 900 i finisher, a fronte dei quasi 1000 iscritti.
Un dettaglio, tutto sommato di poco conto: i partecipanti alla non competitiva erano dotati di chip, addirittura con l’obbligo di punzonatura, però i tempi non sono registrati.
Ringrazio, oltre a Yai, Alberto e Cecilia, per le preziose informazioni fornite.
Cross Alà dei Sardi: vince Nadia Battocletti
26 gennaio 2025. Battocletti ancora vincente, che così doppia il successo ottenuto recentemente al cross del Campaccio.
Anche qui, come a San Giorgio su Legnano, una vittoria senza apparente difficoltà, al punto che viene da chiedersi quanto sia forte lei e quanto invece deboli le avversarie, o quantomeno è la sua forza a renderle tali; per dovere di cronaca giusto riportare che mancavano le grandi specialiste africane, ma la facilità con cui vince è davvero entusiasmante.
Dopo un fantastico 2024 è chiaro che sta continuando a volare e ciò fa molto ben sperare per gli obiettivi dell'anno in corso.
Segue comunicato Fidal.
Tutti in piedi per Nadia Battocletti. È la campionessa europea a trionfare nel Cross di Alà dei Sardi conquistando un altro successo di fronte al pubblico italiano, venti giorni dopo il Campaccio di San Giorgio su Legnano. Anche stavolta l’argento olimpico dei 10.000 metri festeggia con un assolo vincente e si gode il calore degli appassionati in una classica della campestre. Nei 6 chilometri del percorso alle pendici del Monte Acuto, la trentina delle Fiamme Azzurre prende il largo poco prima di metà gara per chiudere in 20:17 con mezzo minuto abbondante di vantaggio sulla spagnola Marta Forero (20:48), argento continentale under 23, che si era aggiudicata la scorsa edizione. Al terzo posto l’ungherese Lilla Bohm (20:58), quarta la burundese Micheline Niyomahoro (21:08) che precede Sara Nestola (Calcestruzzi Corradini Excelsior Rubiera, 21:12) mentre è settima Linda Palumbo (Us Quercia Dao Conad, 21:28) in una giornata ventosa ma con uno splendido sole nella nona edizione del Memorial Elisa Migliore.
“Felice di essere qui - le parole di Nadia Battocletti - ed è bello vedere tantissimi spettatori a fare il tifo. Mi è piaciuto molto il tracciato, finalmente ho corso questa gara dopo aver dovuto rinunciare un anno fa”. Prima della rassegna tricolore di cross, a metà marzo a Cassino, la regina del mezzofondo ha in programma un’incursione sui 3000 indoor a Liévin, in Francia, il 13 febbraio.
Molto più combattuta la sfida maschile nella località in provincia di Sassari e anche qui riesce a imporsi il vicecampione dei 10.000 a cinque cerchi. Nella volata finale l’etiope Berihu Aregawi si sbilancia dopo un contatto, ma trova comunque lo spunto decisivo per battere l’ugandese Harbert Kibet, 29:46 contro 29:47 nei 10 chilometri. Più dietro il burundese Emile Hafashimana, terzo in 30:21. Il migliore degli italiani, come al Campaccio, è Iliass Aouani (Fiamme Azzurre) che si piazza quarto con 30:39, sesto invece Pasquale Selvarolo (Fiamme Azzurre, 31:00) e ottavo Daniele Meucci (Esercito, 31:22).
Siviglia (ESP) - 2° Medio Marathon de Sevilla
26 gennaio 2025. Condizioni meteo non ottimali a questo “Medio Marathon de Sevilla”, con la pioggia a fare da cattiva compagna ai partecipanti; 13633 i classificati, a ulteriore testimonianza della crescita delle gare da quelle parti, basti pensare a Valencia.
Vittoria con un ottimo crono per il keniano Vinicient Nyamongo Nyageo, 59:33 che significa un miglioramento di oltre due minuti rispetto al precedente personale; secondo e terzo posto ai francesi Felix Bour (1:00:00) e Valentin Gondouin (1:00:17). Buona prova di Eyob Faniel (Fiamme Oro), quinto in 1:00:51, suo terzo miglior risultato cronometrico, in precedenza 1:00:07 (primato personale) e 1:00:44 ottenuto proprio qui a Siviglia nel 2020.
Secondo italiano è Alberto Mondazzi (Casone Noceto) un tempo di 1:02:38 che rappresenta il nuovo personal best (precedente Roma 2021, 1:03:22). Podio italiano che si chiude con Riccardo Mugnosso (Sicilia Running), 1:06:12, un tempo certamente alto per le sue ambizioni e aspettative, tuttavia condizionato da un infortunio nella prima parte di gara.
Anche nella gara femminile la vincitrice, l’ugandese Rebecca Chelangat, con 1:07:18 ha polverizzato il primato personale (precedente 1:10:34). Secondo posto per la connazionale Annet Chemengich Chelangat (1:08:12) e terzo per l’etiope Yalganesh Eskamech Gedefa (1:08:50).
Prima italiana è Giovanna Epis (Carabinieri), 1:11:58, seconda Rebecca Lonedo in 1:12:11.(Fiamme Oro).
Cross della Vallagarina, al via il 9 febbraio
21 gennaio 2025. Una storia lunga 46 anni ed infatti il prossimo 9 febbraio si correrà per la 47esima volta una manifestazione che vanta eccellenti tradizioni, basti pensare che da queste parti hanno corso tanti campioni della corsa campestre, e non solo: Serghij Lebid, Paul Kosgei, Giuliano Battocletti, Francesco Panetta (vincitore di 4 edizioni), ma anche Gabriella Dorio e Sara Dossena.
Organizzazione a cura dell’Unione Sportiva Quercia Rovereto, una delle più antiche e prestigiose società nel mondo dell’atletica leggera, sono infatti ben 75 i suoi anni di storia, con alcuni fiori all’occhiello come il Palio Città della Quercia, il giro Podistico di Rovereto e la Quercia d’oro. E, naturalmente, il Cross della Vallagarina.
Una gara davvero inclusiva, perché prevede la partecipazione di tutte le categorie Fidal, a partire dagli esordienti e fino ai master di tutte le età. Il clou della manifestazione sarà tuttavia con le gare internazionali, inserite nel circuito internazionale “World Athletic Cross Country Bronze”.
Nel 2024, gara maschile, è stato lo spagnolo Ibrahim Ezzaydouni a prevalere su Cesare Maestri (Atl. Valli Bergamasche), terzo il burundiano Lionel Nihimbazwe.
Burundiane anche la prima e le terza classificate della gara femminile, rispettivamente Francine Niyomukunzi e Micheline Niyomahoro; secondo posto alla tunisina Marwa Bouzayani.
EDIZIONE 2024, ATLETE IN AZIONE, IL PODIO DELLA GARA, DA SINISTRA A DESTRA
Giornata delle gare preceduta da un convegno tecnico che si preannuncia molto interessante: relatore è Massimo Magnani, già direttore tecnico Fidal ed allenatore di atleti di alto livello. Valido per acquisizione di crediti formativi Fidal.
Programma orario manifestazione
- ore 09.45:Ritrovo e conferma iscrizioni
- ore 11.00:MASTER Donne con SM60 e oltre (1 giro piccolo + 2 giri grandi = 3.140m)
- ore 11.25:MASTER SM35-SM55 (1 giro piccolo + 4 giri grandi = 5.340m)
- ore 12.00:RAGAZZE, U12 F.(2 giri piccoli = 1.610m)
- ore 12.15:RAGAZZI, U12 M.(2 giri piccoli = 1.610m)
- ore 12.30:CADETTE, U14 F.(1 giro piccolo + 1 giro grande = 2.040m)
- ore 12.45:CADETTI, U14 M.(2 giri grandi = 2.470m)
- ore 13.00:ALLIEVE, U18 F.(3 giri grandi = 3.570m)
- ore 13.25:ALLIEVI, U18 M.(4 grandi = 4.670m)
- ore 13.25:JUNIOR M., U20 M.(4 giri grandi = 4.670m)
- ore 13.55:ESORDIENTI FEMMINILE (1 giro piccolo = 670m)
- ore 14.05:ESORDIENTI MASCHILE (1 giro piccolo = 670m)
- ore 14.20:INTERNAZIONALE FEMMINILE/WOMEN JUNIOR F + PROMESSE F + SENIOR F (1 giro piccolo + 4 giri grandi = 5.340m)
- ore 14:55:INTERNAZIONALE MASCHILE/MEN(7 grandi = circa 8.000m)
SERVIZIO FOTOGRAFICO EDIZIONE 2024