Stefano Mei rieletto presidente FIDAL con 12 “suoi” consiglieri su 12
8 Settembre - L’atletica italiana conferma la piena fiducia a Stefano Mei, rieletto presidente della Federazione Italiana di Atletica Leggera per il secondo mandato, fino al 2028. Mei ha ottenuto il 72,47% delle preferenze nel corso dell’Assemblea elettiva di Fiuggi (Frosinone) totalizzando 36120 voti: “Farò di tutto perché l’atletica vada avanti unita e più compatta possibile”, le prime parole del presidente rieletto. Mei, 61 anni, campione d’Europa dei 10.000 metri a Stoccarda nel 1986, può dunque proseguire il proprio percorso alla guida della FIDAL iniziato nel 2021.
Al suo fianco una squadra molto solida: tutti i componenti eletti nel nuovo Consiglio federale (12 su 12) erano candidati a supporto di Mei. La più votata è l’ex velocista azzurra Manuela Levorato (24686 voti), a seguire Alessio Piscini (24298), Simone Rocchetti (23391), Alberto Milardi (23344), Salvatore Gebbia (21985), Alessandra Palombo (21887), Matteo Redolfi (16580) e Maurizio Affò (15741), in quota atleti Carlo Cantales (147) e l’ex martellista azzurra Ester Balassini (56), in quota tecnici Domenico Di Molfetta (113) e l’ex giavellottista azzurra Zahra Bani (71). Carlo Cinotti eletto presidente del Collegio dei revisori dei conti (34081 voti).
Nel suo intervento per presentare il programma dei prossimi quattro anni, il presidente Mei ha toccato tanti temi tra cui l’obiettivo dei 400mila tesserati, l’incremento della quota di autofinanziamento attraverso l’ingresso di nuovi sponsor, il sostegno al territorio e ai giovani, la formazione dei tecnici, la ristrutturazione della Runcard, la crescita dei meeting italiani sul modello del Golden Gala. “Cercherò di essere costruttore di ponti”, ha detto Mei. “Ringrazio principalmente le società che sono venute in gran numero, nonostante una data ‘strana’ per tanti. Ma questa data serviva perché il Consiglio federale potesse cominciare a lavorare già da domani, per cambiare tutto quello che c’è da cambiare, in termini di sedi, di regolamenti, di competizioni. Già a novembre vorrò presentare tutto quello che serve per un quadriennio ottimale. Ringrazio tutti i votanti e tutto il personale della Federazione per queste giornate impegnative. Grazie a tutto il mondo dell’atletica perché abbiamo dato una dimostrazione di capacità e di fair play”.
COMMENTO di Rodolfo Lollini
Unico candidato alla Presidenza, ovvero il Presidente uscente Stefano Mei, quindi sapevamo già che sarebbe stato rieletto. Il suo contendente, Giacomo Leone, è stato estromesso dal Tribunale Federale e dalla sua Corte d’Appello. Notizia di un paio di giorni fa, il tentativo di rivolgersi al TAR del Lazio, chiedendo la sospensiva della summenzionata Assemblea Nazionale Ordinaria, non ha avuto successo.
Lasciatemi esprimere un parere personale. Oggi a Fiuggi hanno perso tutti.
Ha perso il candidato dell’opposizione che non ha controllato attentamente alcune deleghe per la candidatura.
Ha “perso” chi ha deciso che tali deleghe non erano regolari anche quando i tesserati che le avevano compilate (che si contavano sulle dita d'una mano) hanno inviato una successiva dichiarazione firmata per confermare che tali deleghe, consegnate direttamente al candidato, esprimevano la loro effettiva volontà di candidarlo. Un errore di compilazione. Nessuna truffa, nessuna firma falsa.
Ha perso chi ha elaborato e rielaborato di recente un “regolamento medioevale” per deleghe, voto in assemblea, sede e data della stessa che forse avevano senso in un’era pre-internet.
Ha perso la mancanza di un confronto di idee con tutti gli stimoli che da ciò vengono generati.
Ha perso il “vincitore”, in quanto anche in caso di un suo successo nella conta dei voti ai consiglieri dei due schieramenti, non esiste la controprova qualora fosse stato votabile anche il suo contendente alla presidenza. E' oltremodo evidente che schierarsi contro il "candidato unico", ben sapendo che avrebbe vinto, ha "consigliato" molti presidenti di non esporsi e li comprendiamo per la scelta.
Hanno perso coloro quelli che potendo votare il contendente, si aspettavano i cambiamenti e le riforme presentate nel suo programma elettorale. A migliorare l’organizzazione e la struttura delle finali nazionali, la situazione dei master, il supporto alle società e tanto altro.
Insomma, in una elezione a candidato unico e senza bisogno di paragonarla ad altre analoghe situazioni in contesti differenti, oggi a Fiuggi han perso tutti.
Commento di Roberto Annoscia
Nello sport, da sempre, chi sbaglia, chi non segue le regole è destinato a perdere.
E nello sport c’è sempre un vincitore.
E la scelta dell’Assemblea che ha eletto dodici consiglieri su dodici a favore di Stefano Mei dimostra che comunque ci sarebbe stato un netto vincitore.
Il resto sono solo pareri personali, peraltro già espressi in altro pezzo già pubblicato su queste pagine.
A chiarire alcun fatti precedenti riporto il comunicato di Orgoglio Atletica, associazione che sostiene Stefano Mei, pubblicato sui social appena due giorni fa dopo che il Tar ha respinto la richiesta di sospensiva dell’Assemblea nazionale:
Travolta o Travolto?
“La motivazione dell’esclusione della mia candidatura riferita al ricorso pendente innanzi al Tar è stata travolta dal Tribunale Federale”!
Questo leggevamo qualche giorno fa su un quotidiano a fronte della sentenza emessa dall’organo di giustizia Federale e arricchite da un: “Parte delle motivazioni che hanno portato alla mia esclusione sono state smontate ma prosegue la strada per far valere le mie ragioni”.
Parliamo, ovviamente, del candidato alla presidenza federale Giacomo Leone, escluso dalla Commissione Elettorale Nazionale, per due motivi:
1) Un contenzioso in corso contro la FIDAL ed il CONI (un ricorso al Tar legato alla convocazione dell’assemblea elettiva)
2) Una raccolta firma irregolare e carente di alcuni elementi fondamentali (alcuni moduli non ripotavano il nome del candidato ed erano stati presentati “in bianco”)
Cosa è successo dopo?
Leone il 26 agosto ha prodotto un ricorso a dispetto di quel “ho pieno rispetto della decisione del Tribunale”, non accettando invece la sentenza di primo grado e ricorrendo in Appello.
Il 02/settembre la sentenza.
Risultato?
La Corte d’Appello non solo ha confermato l’esclusione, ma ha riconosciuto che entrambi i motivi di esclusione originariamente considerati dalla Commissione Elettorale sono validissimi ed entrambi motivo di esclusione.
Ottimo lavoro!
Che è successo dopo?
Le speranze erano riposte nel ricorso al TAR.
Cosa era richiesto al TAR? L’annullamento delle modifiche allo Statuto, modificato dal CONI attraverso la nomina di un Commissario ad acta, e la conseguente richiesta di sospensione dell’assemblea elettiva di Fiuggi.
Il 06/settembre la sentenza.
Risultato?
Il TAR ha respinto la richiesta di sospensione dell’assemblea di Fiuggi, nel merito poi chissà, le motivazioni che riportano ad un primo esame, essere stato conforme, lasciano intendere il finale.
Ottimo lavoro!
Riepilogando:
- Presentazione candidatura a presidente federale: ERRATA E INCOMPLETA!
- Ricorso al TRIBUNALE FEDERALE: PERSO!
- Appello alla CORTE D’APPELLO FEDERALE: PERSO (e confermata l’incandidabilità)!
- Richiesta al TAR di sospensione dell’assemblea: RESPINTO!
Non capiamo a cosa porti tutto questo, leggere su una sentenza (quella del rigetto dell'appello) frasi del tipo:
“..si ritiene che allo stato, al Sig. Giacomo leone sia preclusa la facoltà di ricoprire cariche federali e pertanto di richiederne la candidatura”
“..ritiene questa Corte che la domanda di candidatura risulti viziata in radice di nullità insanabile, per carenza dei requisiti di eleggibilità così come specificatamente prescritti dalla normativa regolamentare..”
Non sarà mica che le cose siano state fatte bene e che tutti questi ricorsi siano solo il segno della debolezza del progetto politico alla base?
Serve a qualcosa tutto questo?
Non riteniamo tutto questo faccia bene al nostro movimento, rischiando di lasciare una profonda traccia di litigiosità purtroppo riconducibile esclusivamente all’??????? segnato, quando l’unica cosa da fare sarebbe stata quella di argomentare una proposta politica, affidarsi alla valutazione dell’elettorato ed attendere il responso delle urne.
Semplice!
Auspichiamo che il confronto della politica federale nazionale si sposti ora sul terreno di Fiuggi e non in ulteriori aule di tribunale, sperando che la squadra di candidati di ciascun schieramento possa proporre in assemblea le proprie ragioni e guadagnare il consenso dell’elettorato al fine della composizione di un Consiglio Federale equilibrato e motivato.
Dal nostro punto di vista sosteniamo il progetto di Stefano Mei e dei 12 candidati al consiglio, squadra di cui condividiamo la solidità progettuale e l’armonia.
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