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Giu 19, 2018 5661volte

Ricorso al TAS di Caster Semenya per il “controdoping” forzato

Ricorso al TAS di Caster Semenya per il “controdoping” forzato Foto: Youtube

Da questa storia non ne usciremo mai e di certo, comunque vada a finire, ci sarà qualcuno ingiustamente punito o quantomeno penalizzato. La notizia odierna è che la sudafricana Caster Semenya si è appellata al Tribunale di Arbitrato dello Sport di Losanna, contro la decisione della IAAF di sottoporla nuovamente a trattamenti ormonali obbligatori.

Campionessa mondiale in carica sugli 800 metri, nonché oro olimpico a Londra e Rio, la Semenya ha lineamenti maschili, dovuti ad una sovra-produzione di testosterone. Sottolineiamo come tale caratteristica sia naturale, nulla a che vedere con le atlete artificialmente drogate che la storia dell’atletica tristemente ricorda.

La precitata sovra-produzione fa i suoi effetti anche in termini di orientamenti sessuali, infatti a Caster piacciono le donne ed ha sposato Violet Raseboya, un'altra atleta, incrociata per la prima volta nella toilette femminile di un impianto sportivo. Come vi abbiamo già raccontato, Caster era entrata scortata dai funzionari antidoping per un prelievo, e vedendola, Violet le aveva domandato se non dovesse andare nel bagno degli uomini.

Personalmente ritengo ingiusto ogni genere di trattamento coatto, se non a scopi terapeutici. Da una parte la WADA lotta a tutto campo contro il doping. Qui invece si obbliga ad un contro-doping, con un trattamento innaturale chi è così per natura. Provocatoriamente ci domandiamo perché non segare le gambe ad un giocatore di basket troppo alto oppure rallentare chimicamente un velocista che ha delle doti nettamente superiori alla media dei suoi rivali.

D’altro canto, se si continua a far correre Semenya, a cui è stato verificato tramite esame il sesso femminile, non ci sarà scampo per le donne contro queste iperandrògine. Perché Caster è solo la punta dell’iceberg, in quanto nelle sue condizioni si trovano molte altre atlete.

Secondo uno studio commissionato dalla IAAF, si parla di benefici tra 1,8 ed il 4,5%. Enormi. Caster “naturale” viaggia a 1 e 55” sul doppio giro di pista, mentre durante un precedente trattamento coatto, le sue prestazioni sono decadute di 7 secondi. La differenza tra vincere e stabilire un record mondiale, e ritrovarsi in una posizione di secondo piano.

Concludiamo chiedendo un parere ai lettori. Cosa ne pensate? E’ giusto che le atlete in questione vengano sottoposte a queste cure? E ammesso che debbano essere curate, qual è il giusto “dosaggio”? Forse non quello a cui fu sottoposta la Semenya. Oppure pensate si tratti di un provvedimento contro natura? Sarebbe il caso di creare una nuova categoria di partecipazione, oltre a quella maschile e femminile? Oppure ciò significherebbe ghettizzarle?

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2 commenti

  • Link al commento Rodolfo Lollini Giovedì, 21 Giugno 2018 09:21 inviato da Rodolfo Lollini

    Caro luca1, Semenya ha organi genitali femminili.
    E non lo dico io, lo dice la IAAF che l'ha fatto verificare
    Io non conosco altre caratteristiche più importanti che possano prevalere su questa per definire il sesso.
    Nessuno deve impedirle di gareggiare.
    Il paragone, come indicato nel testo, era una provocazione
    Buone corse

    PS mmm adesso suggerirò ad un mio amico dal fare effemminato di chiedere l'inserimento in classifica femminile...

    Rapporto
  • Link al commento luca1 Mercoledì, 20 Giugno 2018 16:08 inviato da luca1

    Purtroppo per Semenya non può gareggiare con le donne. Al limite potrebbe gareggiare con gli uomini. Doloroso ma inevitabile.
    La natura l'ha dotata di una struttura fisica imponente che sicuramente è un vantaggio. Nello sport, che non è naturale, le categorie devono essere ben chiare e lei ne è fuori.
    Nessuno la obbliga a gareggiare.
    ps il paragone con gli atleti alti è fuorviante perché non esiste la categoria giocatori alti vs giocatori bassi.

    Rapporto

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