Serata presso DF Sport Specialist, indicazioni utili per correre meglio
Si è tenuto ieri sera, presso il punto vendita di DF Sport Specialist di via Palmanova (Milano), il secondo incontro con alcuni degli esperti più conosciuti del settore; in realtà si tratta di un vero e proprio Week End Run, che comprende la possibilità di effettuare test di valutazione delle soglie anaerobica ed aerobica (19 gennaio) ed un’uscita collettiva al Parco di Monza (20 gennaio).
Sono stati trattati temi di grande importanza per chi corre, per chi vuole migliorare le proprie performance, ma soprattutto cercare di correre “bene”.
Gli onori di casa li ha fatti Giuseppe Zamboni, direttore DF Sport Specialist, moderatore Renzo Barbugian.
Fulvio Massini ha affrontato un tema quantomai attuale, “correre col freddo”, sfatando molti dei miti che vedono la corsa pericolosa nella stagione invernale, spesso preferendo la palestra. Ha spiegato con chiarezza che il corpo umano è più forte di quanto non si creda e capace di difendersi dalle cosiddette “condizioni meteo avverse”, di non confondere le percezioni personali con le realtà oggettive. Ovviamente da prendere tutte le precauzioni del caso: da un riscaldamento più lungo del solito, completato dallo stretching “fatto bene” (cosa che raramente si fa), fino all’utilizzo di capi tecnici adeguati, capaci di espellere il sudore mantenendo ottimale la temperatura corporea.
Sergio Migliorini ripete da tempo, sino alla noia, spesso inascoltato, di adeguare il running alle proprie condizioni e caratteristiche personali: il drop che più basso non si può non migliorerà mai le prestazioni di chi corre la maratona in 5 ore, servirà invece a farsi del male per l’eccessiva estensione del tendine achilleo. Scarpe chiodate per le corse campestri? Anche no, se hai cinquant’anni e le corri due volte all’anno, un buon paio di scarpe da trail andranno benissimo, proteggendoti come si deve. Trail? Forse, però con giudizio se hai sempre corso su asfalto.
Huber Rossi ha trattato un argomento tanto complesso quanto di notevole interesse, “l’economia di corsa”, cercando di spiegare quali sono i possibili vantaggi nel modificare il proprio stile e assetto di corsa, a fronte delle potenziali difficoltà. La sua esperienza dal campo ha portato a conclusioni tutt’altro che univoche, attraverso la sua presentazione ha introdotto quesiti, e dubbi (molto bene, di coach dispensatori di certezze ce ne sono anche troppi) che ogni praticante dovrebbe porsi, fornendo al tempo stesso una serie di elementi utili per capire il proprio modo di fare running, e come migliorarlo. La conclusione è che tutti possono (e dovrebbero) acquisire maggiore consapevolezza dei propri obiettivi, caratteristiche e limiti, questo uno dei percorsi che permette di correre a lungo, cercando di non farsi del male e ……. probabilmente anche più veloce.
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