Nuova sospensione per Clémence Calvin, la maratoneta che sfugge ai controlli
Si arricchisce di un’altra puntata il caso Calvin: la maratoneta che ha un rapporto, diciamo così, conflittuale con l’AFLD, acronimo di "Agenzia Francese per la Lotta contro il Doping", che ieri 29 aprile l’ha nuovamente sospesa in attesa di ulteriori accertamenti.
Per chi non la conoscesse, non stiamo parlando di un amatore o di una runner di medio livello. La francese è un'atleta di punta della nazionale d’oltralpe, vantando al suo attivo due argenti europei sui 10000 (nel 2014) e maratona (Berlino 2018), distanza nella quale detiene il record nazionale con 2h23’21”. Tempo ottenuto proprio in occasione della recente maratona di Parigi. Già sospesa temporaneamente all'inizio di aprile, l'atleta è stata poi autorizzata dal Consiglio di Stato a correre la gara lo scorso 14 aprile per un cavillo procedurale (non era stata 'sentita' ufficialmente dall'AFLD, il che è avvenuto solo lo scorso martedì 23).
Il “casus belli” tra AFLD e la Calvin risale allo scorso 27 marzo a Marrakech. Nel contesto di una situazione abbastanza grottesca, se si pensa che nelle precedenti settimane la Calvin aveva modificato quotidianamente i suoi recapiti nel programma software di reperibilità che i top runner devono mettere a disposizione per poter essere controllati.
La due versioni dell’accaduto sono contrastanti. Secondo il presidente di AFLD Dominique Laurent, la Calvin ed il marito nonché allenatore Samir Dahmani, anch'egli atleta internazionale francese ("mezzofondista dalle prestazioni in crescita mirabolante", l'ha definito Marco Bonarrigo) sono fuggiti al controllo. Quando hanno visto avvicinarsi gli agenti dell’AFLD che si sono qualificati, sono scappati tra i vicoli della cittadina marocchina, facendo perdere le loro tracce. In una scena che ricordava il più classico dei film d’azione o meglio una spy-story. Per questo ostacolo al controllo, adesso i due rischiano 4 anni di sospensione e la cancellazione dei risultati ottenuti.
L’altra campana è quella di Clémence Calvin che si dichiara una vittima della vicenda. L'atleta denuncia la violenza del direttore dei controlli dell'AFLD Damien Ressiot, precisando come i controllori non si siano presentati come tali. Accuse respinte al mittente da parte degli interessati, che appunto in previsione della replica hanno documentato l'avvenuto mediante una telecamera. Ciò farebbe scattare l'accusa di «mancato controllo», che per la legge sportiva francese equivale alla positività.
Intanto, il presidente della Federazione francese di Atletica, André Giraud, ha annullato uno stage di allenamento federale a Ifrane in Marocco (dove appunto soggiorna abitualmente la Calvin) "tenuto conto dei sospetti su questa località" in relazione a pratiche di doping.
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