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Giu 05, 2019 padre Pasquale Castrilli 2790volte

Montenegro vietato agli atleti vaticani da un cavillo burocratico

I quattro moschettieri che non hanno potuto incrociare le lame... I quattro moschettieri che non hanno potuto incrociare le lame... P. Castrilli- R. Mandelli

I quattro atleti della rappresentativa vaticana alla diciottesima edizione dei Giochi dei Piccoli Stati d'Europa svoltisi in Montenegro dal 27 maggio al 1° giugno non hanno gareggiato. La rappresentativa podistica ufficiale della Santa Sede, prima associazione sportiva costituita in Vaticano, era stata invitata dal Comitato Olimpico europeo e dal Comitato Olimpico della Repubblica del Montenegro. Una “prima volta”, un fatto storico, che non ha però permesso ai rappresentanti di Athletica Vaticana di prendere parte alle gare di mezzofondo su pista.
La delegazione vaticana che, visti i risultati cronometrici delle gare, poteva anche raggiungere qualche podio, è stata presente dunque in Montenegro solo come ‘osservatore’, in vista di future partecipazioni internazionali. I motivi della mancata partecipazione alle gare sono da ascrivere al fatto che la Santa Sede non ha ancora un suo Comitato Olimpico. Eppure, gli atleti erano stati invitati, e ambivano ad una partecipazione anche fuori classifica che avrebbe gratificato la loro trasferta.
“Eravamo qui per condividere la passione per lo sport, come Chiesa ‘in uscita’; eppure, il sogno di partecipare alle Olimpiadi è oggi un po’ più vicino”, ha affermato in conclusione il presidente di Athletica Vaticana, mons. Sanchez de Toca.
Nessun esordio agonistico, dunque, ma un approccio di conoscenza e co-interesse. Sono stati, infatti, molti gli atleti provenienti dai Piccoli Stati che si sono interessati a questa delegazione ‘speciale’ che faceva la sua uscita per la prima volta in una manifestazione di questo livello. Gli organizzatori, i Comitati Olimpici dei nove Stati europei con meno di un milione di abitanti, hanno accolto la delegazione vaticana nel villaggio degli atleti nella città di Budva, antica colonia veneziana, e vogliono che il Vaticano faccia parte in futuro della “famiglia dei Piccoli Stati”. I prossimi anni saranno necessari per perfezionare le affiliazioni alla IAAF e alla EAF, le Federazioni Internazionali ed Europea di Atletica leggera.
La delegazione comprendeva anche Vittorio di Saverio, commissario tecnico della Nazionale Italiana di atletica di mezzofondo e della squadra vaticana.  I Giochi dei Piccoli Stati d’Europa si disputano ogni due anni e sono nati nel 1985, con la prima edizione a San Marino. Le prossime edizioni sono state assegnate ad Andorra (2021) e Malta (2023).  La strada è aperta, il futuro da scrivere.

 

NdR: Assurdamente curioso che una rappresentativa sia invitata da due Comitati olimpici (Europa e Montenegro), che poi scoprono come la cosa non si potesse fare. Se non hai il timbro non esisti. Viene in mente la vicenda del podista italiano Carlo Airoldi, che dopo aver raggiunto Atene a piedi con un viaggio di 28 giorni, fu escluso dalla maratona olimpica del 1896 (che avrebbe probabilmente vinto) perché accusato di professionismo (aveva ricevuto 2000 pesetas per la vittoria alla Milano-Barcellona di 1050 km, dove era giunto portando al traguardo in spalla il secondo classificato, esausto). 120 anni dopo, il buon senso avrebbe perlomeno suggerito di far partecipare (fuori classifica? e sia pure!) gli atleti giunti fin là. Niente. “Perdona loro perché non sanno quello che fanno” [F.M.]

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