Per uno sport migliore, un convegno internazionale in Vaticano
Il convegno “Sport: ripensando il futuro” organizzato dal Dicastero vaticano per i laici, la famiglia e la vita e dalla Fondazione San Giovanni Paolo II per lo Sport ha visto un’ampia partecipazione da tutti i continenti. Il seminario di studio si è svolto nel mese di ottobre sulla piattaforma ZOOM in quattro tappe con le seguenti tematiche:
- 1 ottobre: “Lo sport dopo la pandemia: cambierà qualcosa?”
- 8 ottobre: “Dare il meglio di sé: lo sport come modello di vita”
- 15 ottobre: “Sport inclusivo: un'opportunità da non perdere”
- 22 ottobre: “Proposte per una migliore ripartenza: un'ecologia antropologica”
Ciascuna sessione prevedeva un'introduzione, una testimonianza, una relazione principale e una parte conclusiva ‘aperta’, con domande e risposte. A fare gli onori di casa Santiago Pérez de Camino, responsabile della Sezione Sport del Dicastero pontificio incaricato dell’organizzazione.
Tre erano le finalità del convegno: analizzare i valori di cui lo sport può farsi portatore, favorire l’incontro e la conoscenza tra atleti, allenatori, manager e operatori dello sport di vari continenti, condividere esperienze sul campo che promuovono uno sport umano e in stretta relazione con la società.
Concludendo i lavori Santiago Perez ha provato a fare una sintesi sottolineando la ricchezza degli interventi e ringraziando i partecipanti. Ha ribadito l’impegno del Dicastero vaticano, che desidera dare un contributo nell’approfondire il valore educativo dello sport “strumento per la formazione integrale della persona.”
Ha poi indicato tre parole-chiave per costruire lo sport del futuro: Inclusione favorendo partecipazione a tutti i livelli; formazione, il contributo dello sport alla formazione integrale della persona; sostenibilità, appoggiando le sane pratiche sportive. Ha poi parlato del progetto di un futuro convegno sul tema Sport e fragilità. “Lo sport sarà migliore in futuro? - si è chiesto Perez in conclusione. Invitando i partecipanti alla riflessione personale e condivisa, perché “senza pensiero non ci sarà innovazione”.
Una delle idee che è emersa in varie occasioni nel corso del seminario è che lo sport del futuro non deve ripetere quello del passato, ma provare ad essere migliore. Dunque il periodo di crisi che viviamo con la pandemia va visto come opportunità e non solamente nelle sue dimensioni limitanti.