Shalane Flanaghan: 6 maratone (e quali!) in 6 settimane
Beh, dov’è la notizia? C’è gente che ne corre 50, 100, millanta e più ogni anno. E invece queste prestazioni hanno tutt’altra importanza, perché non parliamo di chi fa raccolta di maratone, bensì di un’atleta di alto livello, che ha deciso di chiudere in un modo quantomeno originale la sua splendida carriera.
Un’atleta che ha vinto la maratona di New York nel 2017, che ha un personale sulla distanza di 2h21:14 (Berlino 2014). E se andiamo un po’ indietro nel tempo scopriamo che correva i 5.000 metri in 15:03; i 10.000 in 30:22, un tempo che le è valso la medaglia di argento alle Olimpiadi di Pechino nel 2008, Olimpiadi alle quali ha partecipato in ben quattro edizioni.
Classe 1981, americana di Boulder (Colorado) prima di questa impresa - difficile non definirla tale - ha scritto importanti pagine nella storia dell’atletica made in USA. Invece poco conosciuta in Europa, dove ha gareggiato raramente.
Diventata mamma nel 2020 attraverso un’adozione, probabilmente ha deciso di chiudere la sua carriera anche per questo, oltre ad una serie di guai fisici. Tuttavia voleva uscire dalla scena… facendo rumore, e non c’è dubbio sia riuscita nell’intento.
Sei maratone in sei settimane, di certo se si vuole fare rumore non si scelgono gare “a caso”, ecco quindi che cinque delle sei sono del famoso circuito “major”. In realtà sono tutte e sei, però la maratona di Tokio è stata corsa virtualmente, per… far tornare i conti. Di certo la scelta è stata facilitata dal fatto che le date corrispondessero ai suoi desideri, sei maratone in sei settimane, ciò è avvenuto per gli spostamenti di date causa Covid (Londra e Boston tradizionalmente vengono corse in primavera). Vediamo nel dettaglio le gare e le prestazioni ottenute.
26 settembre, Berlino, 2h38:32
3 ottobre, Londra, 2h35:04
10 ottobre, Chicago, 2h46:39 ; 11 ottobre, Boston, 2h40:34 . Da notare che queste due maratone le ha corse in 24 ore
17 ottobre: Tokio (virtuale), 2h35:14
7 novembre, New York, 2h33:34
E’ innegabile che in questo modo abbia chiuso col botto; in particolare colpisce la prestazione nell’ultima maratona, proprio a New York, con un tempo notevole che la posiziona al 57esimo posto assoluto e al 12esimo al femminile. Un tempo “solo” sei minuti più alto di quello realizzato sette anni prima, nella maratona che l’ha vista vincitrice.
Voleva dimostrare qualcosa a se stessa? Oppure ci sono ragioni economiche alla base della sua scelta? Probabilmente entrambe le cose, in fondo un‘atleta a fine carriera deve preoccuparsi della sua nuova vita, e di certo ciò che ha fatto la proietta molto bene nel suo futuro; pare infatti che entrerà a far parte dello staff del Bowerman Track Club in qualità di coach: un’associazione che fa capo a Nike, azienda che è stata molto vicina a Shalane Flanaghan prima e durante la sua impresa.
Personalmente non ci trovo nulla di anomalo ed invece dico… chapeau per la sua impresa e ancor più per tutto ciò che è stata capace di fare prima come atleta di alto livello.
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