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Ott 12, 2024 324volte

Mangiare naturale per stare bene… e correre meglio!

Mangiare naturale per stare bene… e correre meglio! Roberto Mandelli

Modena, 12 ottobre – AIMO, sigla con molti significati, comprendendo anche i Medici Oculisti, Osteopati, Olistici e forse altri ancora: ma in questo giorno che una volta celebrava la scoperta dell’America, nell’aula magna di Medicina dell’università di Modena è stata la volta di scoprire l’Accademia Italiana del Microbiota Orale.

E che ci fa un podista, tutt’al più letterato, ad ascoltare medici esperti di flora batterica (il nome che un tempo si dava all’insieme di microorganismi che popolano il nostro apparato digerente, specialmente nell’intestino)? Confesso che l’attrattiva numero 1 è stata ascoltare dal vivo Luca Speciani, bi-dottore lombardo-ticinese, a suo tempo eccellente podista e oggi (senza aver smesso per niente la frequentazione di piste, “siepi”, sentieri e asfalti) fautore di una medicina-zen, ovvero della “deprescrizione”, che si contrappone alla “cultura bellica” della medicina asservita alle case farmaceutiche (come il caso recente del covid ha dimostrato): per usare una sua figura, è come voler liberare un prato dalle erbe cattive bombardandolo col napalm.

Antibiotici su antibiotici, antinfiammatori appena ti gocciola il naso o ti fa male un ginocchio, disinfettanti se hai una gengiva rossa o un “rospetto” sulla lingua, e poi gastroprotettori o “inibitori di pompa” per rimediare ai guai delle medicine, e analisi infinite fondate su parametri talmente ristretti (citati la densitometria ossea o i valori di colesterolo) che ne veniamo fuori tutti malati e bisognosi di medicine, in un inseguimento folle che arricchisce soprattutto Big Pharma.

Cosa propongono invece Speciani e i suoi (vale la pena di citare almeno la rivista “L’altra medicina”, giunta al fascicolo 40 con la promessa di altri due entro l’anno)? Cominciare a star bene mangiando bene, con calma, senza l’ansia di dover rincorrere gli impegni della giornata, secondo una “dieta” che recupera il valore etimologico del termine, “stile di vita” (e qui il discorso di allargherebbe a un altro dei temi topici di Speciani, quella dieta “gift” o “di segnale” che ‘convince’ l’organismo di essere sazio e lo dissuade dall’abbuffarsi, a differenza dei cibi salatissimi o zuccheratissimi che invece ‘costringono’ a mangiare sempre di più).

E poi: gustarsi i cibi, sceglierli naturali - meno industriali e raffinati che si può -, variarli (un altro intervento congressuale ha detto che i piatti d’oggi sono grigi, scoloriti, mentre dovrebbero avere colori sgargianti; un  successivo relatore ha notato che il tuorlo d’uovo ci darebbe la vitamina K2 oggi dichiarata fondamentale, ma solo se il tuorlo fosse ben rosso, come invece accade sempre più raramente); masticarli a lungo, insalivarli permettendo così al “microbiota” della bocca di avviare una digestione che lo stomaco e l’intestino completeranno, anziché dover combattere con cibi ancora non “smontati”, producendo cortisonici e mettendo in circolo i famigerati radicali liberi.

Quanto all’osteoporosi, vera e spesso presunta, le tradizionali cure mediante vitamina D e calcio ("mangiare le Dolomiti") potrebbero essere integrate, quando non sostituite, dalla camminata o corsetta al sole, in ogni stagione. Senza dire che altri farmaci che oggi vanno per la maggiore (anche come prezzo), a fronte di un miglioramento istantaneo dei dati della MOC, presi in continuazione finiscono addirittura per favorire le fratture. “I farmaci sopprimono i sintomi, non guariscono”, è un altro aforisma di Speciani, che può anche non convincere al cento per cento (in fondo – dico da profano – la chimica farmaceutica ci ha prolungato la vita…) ma va sempre tenuto presente e accostato al vecchio adagio ippocratico secondo cui il buon cibo è la medicina migliore.

Tornando al tema del giorno, cioè il microbiota orale (sapevate che ogni giorno deglutiamo un litro e mezzo di saliva, spostando così il microbiota, e le sue eventuali alterazioni, fino all’intestino?), il suo equilibrio è da perseguire non estirpando i batteri o funghi “cattivi” (la candida, l’helicobacter ecc.) ma rafforzando i loro antagonisti “buoni”. E le sue degenerazioni vanno seguite con molta attenzione: si può dire che non solo, come dicevano i latini, la prima digestione avviene in bocca, ma anche la nostra salute, il sistema immunitario, le capacità riproduttive, la salute dei nascituri e dei neonati, cominciano dalla bocca: dunque le mamme in dolce attesa visitino… spesso il dentista e l’igienista dentale. Senza dimenticare poi (ma questo vale per tutti) una costante attività fisica che vada dalla “ginnastica dolce” fino (perché no?) alla corsa.

L’infiammazione è il nostro vero nemico: non in sé (in quanto sarebbe una risposta del nostro organismo a un patogeno che si è intrufolato), ma quando la produciamo noi con pratiche alimentari scorrette, e poi ci illudiamo di sopprimerla con medicinali che spesso producono o favoriscono altre infiammazioni.
E noi podisti, o almeno quelli di noi che pur di non perdersi la maratonina mandano giù la pillolina o la pozione magica, ne sappiamo qualcosa.

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