Garmin Forerunner 745: bene, anche in pista
Un GPS in pista? Che senso ha, le distanze sono precise, omologate, quindi? Ebbene sì, tanti si affidano ai GPS per registrare i propri tempi nel corso delle prove in pista, tipicamente le ripetute. Ammettiamolo, quanti (spero non troppi) chiudono il timer quando il proprio orologio dice 400 metri, oppure 800, e così via, anche se non si è ancora transitati dall’arrivo. Ecco quindi che molto frequentemente per il giro di pista ci si ferma a 390, 392,395 metri. I GPS, nessuno escluso, “regalano” quasi sempre metri, talvolta nemmeno pochi; pensate, in occasione di una maratona, a quanti contestano la lunghezza effettiva perché il proprio GPS “dice” che è lunga 3,4,500 metri in più? Qui chiarisco un punto: all’atto della certificazione e conseguente omologazione del percorso, si sceglie sempre la traiettoria più breve possibile, fino al raggiungimento dei fatidici 42,195 metri (o 21,097 per la mezza maratona, e così via per le altre distanze). Per fare sì che ciò sia possibile, tali misurazioni vengono effettuate ad orari laddove il traffico ed altre circostanze possano impedire tale strategia, tipo le 4 del mattino. Ora, dovrebbe essere chiaro a tutti che nel corso della gara è oggettivamente impossibile seguire tali traiettorie, in particolare nelle gare ad elevata partecipazione; chiaro che per la testa della gara il discorso è diverso. Quanta strada si fa in più grazie a sorpassi, stop ai ristori, allargamento in curva causa traffico, etc? A ciò si aggiunga che i GPS di norma regalano metri, ovvero registrano distanze superiori a quelle effettive. E la frittata è fatta: le mezze maratone sono più lunghe di almeno 100-200 metri, le maratone di 200-300 metri e così via. Quali siano le ragioni che inducono i produttori di GPS a fare questa scelta mi è ignoto, anche se qualche idea in merito l’avrei. Insomma, a qualcuno non piacerà sentirselo dire, ma se il vostro GPS vi dice che la mezza che avete appena concluso (magari con personal best), è lunga 21 chilometri o poco più…. forse non è esattamente lunga come recita il regolamento.
Ma torniamo al Forerunner 745: confido che Garmin non se ne avrà a male se nonostante questo orologio possegga non so quante funzioni, mi concentro sull’aspetto della precisione (ricordandoci sempre dei limiti e delle circostanze sopradescritte) ed in un contesto se vogliamo un po’ particolare, la pista. Già, perché proprio qui abbiamo la misurazione più attendibile che si possa trovare sui campi di gara, un giro è indiscutibilmente 400 metri, difficile obiettare; ecco quindi che il Forerunner l’ho portato proprio in pista, come per altri prodotti testati in passato. Ma quale potrebbe essere il senso di utilizzarlo, in pista? Sforzandomi un tantino penso che non sempre sia possibile, anzi raramente, correre tranquillamente in prima corsia, causa inevitabile traffico, per non ostacolare quelli più veloci. Si potrebbe comunque partire dallo zero delle altre corsie per i nostri 400 metri, ma talvolta anche questo è complicato. Ecco quindi che nei casi in cui sia oggettivamente difficile correre il giro di pista “normalmente”, se si dispone di un GPS preciso abbiamo una valida alternativa. In sostanza: parto dove voglio (o dove posso) e mi fermo al 400esimo metro.
Ecco, nelle successive immagini, come “settare” il Forerunner 745 qualora venga utilizzato in pista; come si nota ci sono delle funzioni dedicate (selezione corsia) per ottenere misurazioni e registrazioni dei tempi più precisi.
Il test del prodotto, per avere ancora più attendibilità, è stato effettuato su due piste diverse, quella recentemente rifatta del Centro Sportivo Saini (Milano), e quella se vogliamo più nota del XXV Aprile (sempre a Milano); totale tre prove effettuate in tre giornate diverse
Confesso di aver parecchio stressato il Forerunner 745, non mi sono limitato al classico giro in prima corsia, ma lo stesso test per verificare la bontà del prodotto (in termini di precisione) l’ho fatto nelle altre corsie. Ma non mi bastava ancora, ho voluto conoscere la lunghezza totale delle singole corsie (con partenza dallo zero per tutte), ne consegue che dovevo avere tutti i dati, perfino i raggi di curvatura delle corsie, che determinano una differenza, sia pure contenuta, da una pista all’altra. Andiamo con un esempio pratico: la sesta corsia del Saini è lunga 438,06 metri, quella del XXV Aprile è uguale a 437,70. Differenza minima? Certo, ma è solo per testimoniare l’accuratezza delle prove, effettuate addirittura non solo da zero a 400 metri, ma anche da 400 metri a zero, corsi quindi in senso contrario. Questa procedura è comunemente utilizzata nella certificazione dei percorsi su strada, in particolare quando i conti dei metri e dei chilometri non tornano.
Le prove, articolate su tre diverse giornate e per un totale di 102 misurazioni, sono state effettuate con sole, temperature comprese tra 14 e 17 gradi e con ventilazione praticamente inapprezzabile. Per avvicinarsi il più possibile alla precisione richiesta, le prove hanno seguito le stesse indicazioni che regolano la certificazione degli impianti, ovvero la posizione in prima corsia tenuta a 35 centimetri dal cordolo, e quella nelle altre corsie pari a 20 centimetri dalla linea di demarcazione interna. Ovviamente le prove sono state effettuate con traffico in pista praticamente uguale a zero.
I risultati sono lusinghieri, siamo quasi sempre all’interno dell’1 % di errore comunemente dichiarato, non riporto tutte le singole misurazioni ma solo alcuni esempi (ricordo, con partenza dallo zero per tutte le corsie), i dati rilevati sono la media di tutte le misurazioni effettuate.
Saini, prima corsia, lunghezza effettiva 400 metri, rilevata 405 metri (4 prove).
Saini, terza corsia, lunghezza effettiva 414,83, rilevata 420 metri (7 prove)
Saini, sesta corsia, lunghezza effettiva 438,06 metri, rilevata 440 metri (8 prove).
XXV Aprile, prima corsia, lunghezza effettiva 400 metri, rilevata 403 metri (5 prove)
XXV Aprile, seconda corsia, lunghezza effettiva 407,04 metri, rilevata 410 metri (8 prove).
XXV Aprile, quarta corsia, lunghezza effettiva 422,37 metri, rilevata 426 metri (10 prove).
XXV Aprile, quinta corsa, lunghezza effettiva 430,03 metri, rilevata 435 metri (12 prove).
Premesso che ho avuto riscontri positivi nel corso di questi test, resta la curiosità di sapere per quale ragione il Forerunner 745 in pista è, o dovrebbe essere, più preciso. Insomma, dov’è il “trucco”? Lo abbiamo chiesto a Matteo Bortesi, Product Manager in casa Garmin.
Il Forerunner 745 è dotato di un chipset satellitare (sistema satellitare integrato) di ultima generazione, con memorizzazione delle effemeridi (almanacco di satelliti di riferimento), e ciò significa che l’orologio “si abitua a fare il Fix Satellitare da un luogo memorizzato in precedenza con maggiore rapidità e precisione”; in aggiunta l’algoritmo di Lock on track (fissaggio della traccia su pista) consente di ottimizzare il disegno della corsa sulla pista di atletica (che ha una sua specificità di tracciato) in base alla cartografia in overlay presente su Garmin Connect, senza sbavature. Certamente tutto è perfettibile, ma ad oggi è il massimo della concretezza ottenibile. Si parte col presentare questa funzione che poi continuerà ad aggiornarne la sofisticazione, favorendo il confronto con i nostri utenti, così come siamo abituati a fare.
E ancora … sulla precisione del sistema, perché “si ferma prima” dei 400 metri:
Nel profilo Track Run, la distanza intorno alla pista nella corsia 1 viene bloccata a 400 metri. Sebbene un singolo giro di 400 metri possa ancora avere un piccolo errore a causa dell'errore GPS (di solito inferiore a 5 metri), questo metodo garantisce che la distanza risultante per un numero intero di giri sia sempre entro pochi metri da un multiplo di 400 metri. Essenzialmente questo significa che non c'è accumulo di errori. L'errore di distanza totale per una corsa in pista sarà solo, qualunque sia, il leggero errore nell'ultimo giro o nel giro parziale.
A richiesta di ulteriori precisazioni, il passaggio sopra evidenziato significa che l’errore del primo 400 metri non si ripete successivamente, esempio pratico: se il primo giro dice 407 metri, i successivi corsi in continuazione porteranno il totale a 807 metri, 1207 metri e così via.
Le conclusioni della prova
Il Garmin Forerunner 745 ha mostrato una buona precisione, entro i limiti delle specifiche del produttore, da tenere presente la severità dei test, perché effettuati su distanze assolutamente precise, in quanto omologate e certificate. Le piste di atletica, oltretutto, sono un test probante, perché è noto che se una distanza point-to-point, assolutamente lineare (quindi perfettamente diritta, con assenza di curve) presenta minori possibilità di errore, la stessa distanza in pista ha maggiori criticità, proprio per le curve e per la tipologia del tracciato. Quest’ultima, proprio per la sua forma, può incidere in maniera sostanziale nei rilevamenti con GPS. Un altro dato riscontrato che trovo molto interessante è l’accuratezza dei risultati, quindi la ripetibilità dei dati rilevati, sempre molto vicini tra loro; ciò testimonia, a prescindere dalla specifica precisione (comunque buona) la qualità del sistema di rilevamento.
Infine un suggerimento, basato sulle prove e sulle note dei diversi produttori: gli smart watch per il rilevamento dei dati si basano sui satelliti, il più noto è il GPS (Global Positioning System), poi c’è GLONASS (GLObal NAvigation Satellite System) e Galileo. Nei limiti del possibile, e delle disponibilità del vostro orologio, cercate di attivarli tutti, o comunque almeno due, la precisione risulterà più elevata.
2 commenti
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Mercoledì, 11 Agosto 2021 14:46
inviato da Marco Baldini
Il problema è quando non hai a disposizione una pista, diciamo, regolare, ma di diversa metratura, nel mio caso di 300 metri alla corda 320 al bordo esterno. In questo caso come si procede?
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Domenica, 08 Novembre 2020 02:19
inviato da Rodolfo Lollini
Ciao Maurizio,
capisco il tuo "stupore" nel vedere utilizzare il GPS anche in pista, ma tieni presente che non tutti sono della "vecchia scuola" ed hanno la sensibilità di capire a che ritmo corrono. O un allenatore che li segua, in allenamento come in gara... Poi se fai delle ripetute è facile che tu sia vicino al limite e quindi poco lucido per calcoli e registrazione dei tempi. Meglio avere uno strumento che ti aiuti a ricapitolare la seduta. Chiaro che poi non devi credere al 100% alle distanze indicate, o meglio da quello che dici con questo GPS vai tranquillo anche relativamente a questo parametro.
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