Recensione scarpe: Brooks Transcend 5
E siamo arrivati alla Transcend numero 5, una scarpa che continuo a considerare ottima nella sua categoria, che ricordo essere quella di massima protezione ed ammortizzamento; per gli affezionati alle sigle ed alle classificazioni, anche se abbondantemente superate, la categoria A3. In realtà Brooks, e con ragione, la classifica come "support", quindi A4, sia pure se il risultato di limitare l'eccesso di pronazione viene ottenuto in modo completamente diverso, grazie ad una particolare struttura (infatti non sono presenti i classici inserti anti pronazione).
Viene sempre il dubbio che la spinta a rinnovare i modelli sia maggiormente generata da necessità di marketing e di essere (a tutti i costi) innovativi, piuttosto che da specifiche e reali esigenze di miglioramento del prodotto. Scrivo questo perché, pur avendo iniziato ad utilizzare le nuove Transcend 5, non ho ancora mandato in pensione la precedente serie 4, una scarpa che mi ha dato ampia soddisfazione. Ho dovuto mettercela tutta per accorgermi e percepire le reali differenze tra il nuovo ed il vecchio modello, qualcosa effettivamente c’è. Mi riferisco in particolare alla conchiglia che avvolge il tallone: quando si parla di caratteristiche delle scarpe si tende a focalizzare l’attenzione sulla capacità di proteggere nelle fasi di appoggio, in particolare quella di limitare gli eccessi di pronazione. Tutto giusto, ci mancherebbe, ma non dimentichiamoci della necessità di mantenere in posizione il tallone, che nell’azione della corsa (in particolare nelle fasi di appoggio e rullata) deve essere ben protetto, evitando eccessive rotazioni. La combinazione del nuovo guide rail e della conchiglia della Transcend 5 fanno sì che questo avvenga in modo naturale. Interessante rilevare che il risultato di tenere in posizione il tallone è stato ottenuto senza eccessive forzature, o scomodi blocchi, evidentemente i materiali utilizzati sono pensati per ottenere il miglior risultato possibile. Obiettivo centrato.
Per ciò che riguarda l’intersuola, altro elemento su cui Brooks ha lavorato per Transcend 5, si promette un maggiore ammortizzamento pari al 25% (precedente BioMoGo DNA vs nuovo Super DNA). Difficile accorgersi, ma certamente faccio atto di fiducia verso Brooks, se la merita. Dopo tutto se sono arrivato al quinto paio di Transcend un motivo ci sarà. La Transcend 5 resta una scarpa da “fare fondo”, “da maratona”, o comunque da molti chilometri, da ritmi lenti o relativamente lenti, per runner di peso medio o comunque non leggerissimi; intendo dire che se pesate 60 chili e correte sotto i 4’/km ci sono certamente modelli più adeguati in termini di prestazione, ma comunque la Transcend 5 resta molto valida per tutte le sedute di scarico e defaticamento, anche per i runner più efficienti.
Una considerazione generale: non è mai esistita, e mai esisterà, una scarpa che vada bene per tutti, ogni runner ha le proprie caratteristiche. Provate a pensarci quando entrerete in un negozio per il vostro prossimo paio di scarpe, in particolare se non avete una lunga esperienza di running: peso, ritmi di corsa, distanze, fondo su cui correte, obiettivi…sono tante le variabili ma con una certezza, la maggior parte dei chilometri (diciamo il 70-80%) si corrono a ritmi bassi. Una convinzione che ho potuto confermare con la mia recente esperienza sugli altopiani in Kenya, stando a fianco (e talvolta correndo insieme) ai fortissimi atleti keniani. Penso che potrebbe stupire la scoperta che Bedan Karoki (recente il suo 58:50 in mezza maratona) fa lunghi riscaldamenti a 5’/km; ve lo assicuro, altrimenti non riuscivo a stargli dietro.
Resta sempre vincente, a mio avviso, la scelta di dotarsi di almeno due paia di scarpe: se restate in casa Brooks potrebbero essere Transcend 5, oppure Glycerin, opure Ghost + Launch, ma quasi tutti i marchi dispongono di scarpe con le quali correre a lungo ed altre invece da utilizzare per le prove corte e veloci, sia in allenamento che in gara. Se ci pensate bene non è una spesa più, e certamente è una spesa fatta meglio. Un principio che vale per (quasi) tutti i runner.
Concludo la recensione e, sperando che Brooks non se ne abbia a male dico che, se trovate in commercio le “vecchie” Transcend 4, non esitate ad acquistarle; probabilmente sono in vendita a prezzi interessanti e se come tipologia fanno al caso vostro, saranno capaci di accompagnarvi con soddisfazione per molti chilometri. Se le conoscete già comprate ad occhi chiusi. Se non le avete ancora provate può essere un’idea cominciare adesso. Se vi trovate bene poi passerete alle Transcend 5. E poi alle 6, alle 7….perchè i brand corrono veloci, anche di più degli stessi runner.
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