Recensione scarpe: Brooks Levitate
Leviteranno davvero le prestazioni dei runner che calzeranno le Levitate? La traduzione dall’inglese all’italiano, a dire il vero un po’ forzata, serve per introdurre il nuovo prodotto di casa Brooks, da poche settimane in vendita sul mercato italiano.
Un prodotto decisamente nuovo, cambiano i materiali, le caratteristiche costruttive; per queste ultime mi limito a riportare alcune principali note del produttore, che trovate in fondo all’articolo, mentre preferisco concentrarmi sugli aspetti più facilmente percepibili e comunque più importanti per chi corre.
A mio avviso nella gamma Brooks le Levitate si inseriscono molto bene tra Ghost e Glycerine, scarpe protettive, per tanti chilometri e sostanzialmente adatte a tutti (salvo problemi di accentuata pronazione) e le Launch, scarpa più reattiva e più idonea per ritmi più veloci e/o runner più leggeri. In realtà la suddivisione non dovrebbe essere così netta tra il primo e il secondo caso, dato che anche per i podisti più pesanti e/o meno veloci sarebbe una buona cosa effettuare le prove corte e/o veloci con scarpe che favoriscono la spinta, fermo restando che la maggior parte dei chilometri andrebbe percorsa con scarpe più protettive. Al tempo stesso anche i più podisti più efficienti e performanti dovrebbero correre buona parte dei chilometri, tipicamente quelli a ritmo lento, con scarpe più ammortizzate.
Il differenziale, o drop (la differenza da terra in termini di altezza tra tallone e avampiede), è di 8 mm, a mio avviso il giusto compromesso per salvare tendini ed articolazioni (un drop medio-alto limita l’estensione del tendine ed il carico del tricipite surale), senza sacrificare in modo eccessivo spinta e reattività (un drop medio – basso favorisce la corsa sull’avampiede).
La conchiglia è piuttosto morbida, ad esempio rispetto ad un altro prodotto Brooks top di gamma, le Transcend, di questo beneficeranno in particolare i runner che privilegiano la calzata "morbida" a livello del tallone. Più in generale questo prodotto è davvero azzeccato da questo punto di vista, in quanto a confort e comodità siamo ai massimi livelli, la calzata risulta subito facile, nessuna particolare necessità di adattamento. In corsa la sensazione è ampiamente confermata, si potrebbe quasi dire che dimentichi di avere le scarpe ai piedi. Tutto questo non vuole dire che le scarpe più rigide, e secche, non vadano bene, sono due diverse concezioni costruttive, poi è il podista che decide.
Ritorno di energia: su questo aspetto Brooks ha puntato molto nel progettare e costruire le Levitate. Secondo le prove effettuate in laboratorio si ha un ritorno pari al 70%, in pratica si ha una dispersione delle forze impresse solo del 30%, un dato davvero ragguardevole. Nella corsa è difficile misurare questi parametri, però con le Levitate si percepiscono nettamente flessibilità e morbidezza, unite ad un discreto effetto “rimbalzante”. Proprio per questo effetto l’impressione è che per godere al massimo del ritorno di energia (ma è più corretto dire minore dispersione di energia) si debba correre a ritmi elevati, o relativamente elevati. Quindi bene per i runner più efficienti ma anche per tutti gli altri, in particolare se utilizzano le Levitate per prove veloci, sia in allenamento che in gare brevi.
I lacci sono elasticizzati, il che potrebbe far pensare ad un’allacciatura non ferma e salda come si vorrebbe, tuttavia credo si tratti soprattutto di abitudine, un fatto mentale, dato che la maggior parte delle scarpe presenti sul mercato hanno lacci rigidi. E’ ovviamente sempre possibile sostituirli, ma suggerisco di provare prima ad abituarsi con quelli “di serie”.
Inusuale il colore dell’intersuola (completamente nuova), argentata, un look che conferisce un carattere “tecnologico” alle Levitate. La tomaia Fitknit è molto diversa da qualunque altro prodotto di casa Brooks, l’idea è quella di garantire maggiore traspirabilità. Credo che l’obiettivo sia centrato, ma lo vedremo meglio nella prossima estate.
Le Levitate pesano 344 grammi nella mia misura, US 10,5 (44,5). Non avevo fatto caso al peso prima di usarle, sono rimasto sorpreso perché l’impressione, piuttosto netta, è stata subito quella di una scarpa decisamente più leggera. A questo concorre una struttura molto morbida e flessibile.
Per Brooks si aggiunge quindi un nuovo, nuovissimo prodotto ad una gamma già molto completa, difficile non trovare la giusta soluzione per …i propri piedi e le proprie caratteristiche di runner.
Brooks Levitate è la prima scarpa a disporre dell’esclusiva intersuola con tecnologia DNA AMP. Creata da Brooks in collaborazione con BASF, questa rivoluzionaria tecnologia consiste in un nuovissimo sistema di ammortizzazione con base in poliuretano (PU), espressamente studiato per garantire un ritorno di energia mai provato prima. La base del DNA AMP è una schiuma in poliuretano che si espande in modo naturale, restituendo l’energia nel momento stesso in cui viene applicata la forza. Per garantire un’esperienza amplificata, Brooks ha inserito la schiuma in una pellicola in poliuretano termoplastico (TPU), che resiste all’espansione orizzontale per restituire l’energia direttamente al corridore. Il risultato è un composto tecnico che garantisce un eccezionale ritorno di energia, impreziosito da un’affascinante finitura cromata.
Oltre all’esperienza energizzante della scarpa, Brooks Levitate è dotata di una tomaia integrata in Fit Knit che avvolge delicatamente il piede, assecondandone i movimenti e adattandosi costantemente alla sua forma. Il Fit Knit di Brooks utilizza un processo di cucitura a maglia circolare per dare vita a una tomaia tecnica progettata per garantire la traspirabilità dove ce n’è più bisogno e la struttura dove è necessario. La suola della scarpa è flessibile, grazie al design a forma di freccia, e aiuta i corridori a passare rapidamente dal tallone alla punta, senza disperdere energia.
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