Roberto Annoscia
Honolulu Marathon: domina il Kenya, 3° il miracolato Yator
9 Dicembre - E’ il 26enne keniano Titus Ekiru il vincitore della 46^ edizione della Honolulu Marathon in 2h09:01, secondo tempo di sempre della manifestazione (poco più di mezzo minuto in più rispetto al crono del connazionale Lawrence Cherono, 2h08:27, un anno fa), nonostante abbia corso in solitudine più di un terzo del percorso e il forte vento contrario.
Secondo posto per il connazionale Reuben Kerio in 2h12:59; terzo ancora un keniano, Vincent Yator, in 2h15:31. Al quarto posto il debuttante statunitense Don Cabral, finora noto come siepista (due volte finalista olimpico), che ha concluso in 2:19:16.
Una vincitrice solitaria anche per la gara femminile: vince, infatti, la keniana Vivian Jerono Kiplagat in 2h36:22, che si è mostrata, però, insoddisfatta del suo crono. Seconda, staccata, la connazionale Sheila Jerotich, in 2h42:09; terza la giapponese Eri Suzuki in 2h47:53. Ritirata Joyce Chepkirui, per due volte vincitrice di questa maratona.
Più di 25.000 i partecipanti totali alla Maratona e alla 10km, che si è svolta contemporaneamente.
I due vincitori, Ekiru e Kiplagat hanno vinto il premio di $ 25.000; per Eriku il bonus ulteriore di $ 3.000 per essere sceso sotto le 2h10’.
Ma è da raccontare la storia del terzo arrivato, il 29enne Vincent Yator, che a febbraio è sopravvissuto a un terribile incidente a Kikopey, in Kenia, dove sono morte sette persone con le quali viaggiava.
Yator, infatti, lo scorso 18 febbraio stava rientrando a Eldoret da Nairobi, dove si era recato insieme a Francis Kiplagat, per presentare domanda per ottenere il visto necessario a recarsi in Francia per prendere parte alla Mezza Maratona di Parigi.
Poi il terribile impatto, il matatu (il minibus) su cui viaggiava tamponato, la morte dell’amicone Kiplagat insieme ad altre sei persone, tre feriti gravi poi rimasti paralizzati...; per Yator solo la rottura di tre costole e un’emorragia interna.
Il ricovero per una settimana all'Ospedale Reale di Eldoret, poi la ripresa, gli allenamenti, la maratona di Francoforte (10° in 2h12:03) e domenica il gran risultato a Honolulu, un "miracoloso" terzo posto!
Classifiche
Uomini
- Tito Ekiru (KEN) 2:09:01
2. Reuben Kerio (KEN) 2:12:59
3. Vincent Yator (KEN) 2:15:31
4. Donn Cabral (USA) 02:19: 16
5. Cyrus Njui (KEN) 2:29:20
6. Hiroki Haruyama (JPN) 2:31:33
7. Ben Williams (USA) 2:33:18
8. Syoichiro Shimizu (JPN) 2:34:00
9. Yasuo Ito (JPN) 2:35:31
10. Waweru Nganga (KEN) 2:36:04
Donne
- Vivian Kiplagat (KEN) 2:36:22
2. Sheila Jerotich (KEN) 2:42:09
3. Eri Suzuki (JPN) 2:47:53
4. Polina Carlsen (USA) 02:53: 30
5. Akiko Sugo (JPN) 3:03:55
6 Kyoto Matsumoto (JPN) 3:07:10
7. Erika Yamazaki (JPN) 3:07:41
8 Bethany Spector (USA) 3:12:19
9. Lise Friis (DEN) 3:12:30
10. Armanda McEnroe (USA) 3:14:31
Singapore Marathon: i primi 22 arrivati tutti keniani!
9 Dicembre - Caldo e forte umidità hanno accolto i partecipanti alla 17^ edizione della Standard Chartered Singapore Marathon (IAAF Gold Label road race), ricca di atleti di grande spessore tecnico con eccellenti primati personali.
Purtroppo le condizioni meteorologiche hanno condizionato la gara, penalizzando le prestazioni cronometriche dei protagonisti: ha vinto il keniano Joshua Kipkorir in 2h12:19 precedendo i connazionali Felix Kirwa, secondo in 2h13:42, e Andrew Kimtai, terzo in 2h14:29.
Ma la notizia del giorno è che i primi diciassette atleti uomini in classifica sono tutti keniani: Cosmas Matolo Muteti, quarto in 2:15:41; Felix Kiprotich, quinto in 2h16:05; Gilbert Yegon, sesto in 2h16:28; Kibet Collins, settimo in 2h16:27; Dominic Ruto, ottavo in 2h16:48; Paul Matheka, nono in 2h19:34, Benson Kimutai Cheruiyot, decimo in 2:22:23; Micah Kogo, undicesimo in 2h22:33; John Ekiru Kelai, dodicesimo in 2h25:24; Benson Oloisunga, tredicesimo in 2h27:46; Fremon Daniel Losike, quattordicesimo in 2h33:02; John Mugi, quindicesimo in 2h33:19; James Kemboi, sedicesimo in 2:37:22, Charles Kipkorir Kipsang, diciassettesimo in 2h39:53.
Tra le donne, successo per la keniana Priscah Cherono in 2h32:12 che ha preceduto la favorita della vigilia, la connazionale Stella Barsosio, seconda in 2h33:23, e le altre tre keniane Jane Jelagat, terza in 2h35:38; Agnes Kiprop, quarta in 2h39:13, e Naomi Maiyo, quinta in 2h39:57.
Quindi, tra uomini e donne, in classifica generale i primi 22 atleti sono tutti di nazionalità keniana!
Infatti, 18esimo uomo e 23esimo generale è il locale Rui Soh in 2h41:48, davanti all'ucraino Oleksandr Sitkovskyy, uno dei migliori maratoneti europei in circolazione, 19esimo uomo e 24esimo totale, in 2h41:49.
Sesta donna e 25esima assoluta la moldava Lilia Fisikovici in 2h41:50.
50000 i partecipanti totali alla due giorni di gara, 30000 la domenica per mezza e maratona.
I due vincitori, Kipkorir e Cherono, hanno vinto un premio pari a 50.000 dollari americani.
Ziani e Girma vincono la Guangzhou Marathon
9 Dicembre - Pioggia e clima freddino, con temperatura iniziale di 10°, hanno accolto i partecipanti alla Guangzhou Marathon, a Canton in Cina, con vittoria del 25enne marocchino Mohammed Ziani che allo sprint ha avuto la meglio sul compagno di fuga, l'etiope Gadisa Shumie, tanto che il crono finale, 2h10:44, è identico per entrambi.
Neanche partito il favorito della vigilia, il keniano Moses Mosop, la Guangzhou Marathon (evento IAAF Gold Label road race) ha subito visto staccarsi sei atleti, i due pacer, Mohammed Ziani, Gadisa Shumie, l’eritreo Tsegay Tuemay e l’altro etiope Balew Derseh,con passaggi al 10km in 30:28 e al 20 km in 1:00:57.
Usciti di scena i pacer, il primo al 25° e il secondo al 30° km, i quattro fuggitivi sono passati uniti al 40° km in 2h03:59, proseguendo fino al 41°, quando Tuemay ha mollato per primo, mentre Ziani ha accelerato, resistendo poi al ritorno di Shumie, entrambi al pb. Terzo il debuttante Derseh, ventenne, in 2h10:53, quarto Tuemay in 2h10:55
Ha così resistito il record della gara di Abdellah Tagharrafet, stabilito nel 2015, per soli 43”.
Tra le donne, dopo l’abbandono della favorita, la keniana Flomena Cheyech dopo 15 km, la gara ha visto il dominio delle due etiopi Tigist Girma e Zinash Debebe, che hanno comandato insieme fino al 35° km, quando la 25enne Girma ha aumentato il ritmo, andandosi ad affermare in 2:26:44, migliorando il pb di 2:16, ma non il record della gara rimasto alla connazionale Rahma Tusa (2h25:12 nel 2017).
Secondo posto per la Debebe in 2h27:15, che ha migliorato il suo pb di 32 secondi, con la bielorussa Sviatlana Kudzelich, terza in 2h32:04, al debutto sulla distanza. Quarta ancora una etiope, Mulunesh Zewdu Asefa in 2h33:07.
Da segnalare, infine che il 25enne azzurro Yassine Rachik (tesserato per l’Atletica Casone Noceto) ha svolto un test agonistico correndo circa 19 chilometri al ritmo di 3:05 al chilometro, in rodaggio dopo il recente infortunio e in vista del rientro sulla distanza in primavera.
Bitritto (BA) - 12^ CorriBitritto
9 Dicembre - In Puglia, il periodo natalizio porta oramai con sé la CorriBitritto, manifestazione podistica regionale dal percorso certificato di 10 km, giunta alla 12^ edizione.
Bitritto, centro rurale alle porte di Bari, demograficamente cresciuto a dismisura negli ultimi anni per la transumanza dei cittadini baresi a caccia di alloggi accessibili, ha accolto con una giornata freddina, ma soleggiata, i 706 podisti iscritti alla manifestazione.
E si è trattato del terzo miracolo meteo consecutivo in Puglia, la terza domenica che ha visto correre gli atleti in ottime condizioni dopo precedenti giornate di vento e pioggia.
La CorriBitritto è valida come 12^ e penultima tappa del circuito provinciale “Terra di Bari” e al contempo, come campionato provinciale di Bari.
Il raduno è fissato come da tradizione in Piazza Aldo Moro, siamo in pieno centro, ma nei paraggi si parcheggia comodamente.
Presso la sede del Palazzo di Città, si ritirano rapidamente pettorali e chip; 6 euro la tassa di iscrizione, il pacco gara sarà consegnato a fine manifestazione previa restituzione del suddetto chip (premio di partecipazione con prodotti alimentari contenuti in una simpatica sacca in nylon riportante i loghi della manifestazione).
Presenta la manifestazione Claudio Lorusso, speaker oramai specializzato in pista, che non fa certo brutta figura anche su strada…
A disposizione degli atleti alcuni bagni chimici adeguatamente collocati nell’attigua Villa Comunale; piccolo expo per gli sponsor che pubblicizzano i propri prodotti, dalle scarpe ai viaggi-maratone.
Enorme differenza di temperatura tra gli spazi bui e ventosi e quelli soleggiati: come lucertole, si cerca il tepore dei raggi del sole.
Orario di partenza previsto per le 9.45, deve passare l’autobus di linea che porta a Bari per poter dar vita alla corsa, mentre i podisti, oramai abbigliati per correre, hanno già dato vita al lungo riscaldamento.
Uno spettacolo di colori, di risate, di scherzi, si capisce di essere a fine stagione e prossimi alla festa “più bell’anno”, si respira aria di amicizia e rilassatezza.
Pur tra gli iscritti, è assente Veronica Inglese, bloccata da un cambio di programma di allenamenti, con un po’ di delusione per chi la aspettava con gioia; favorite della prova femminile sono Monfreda e Tropiano, in stretto ordine alfabetico.
In campo maschile favoriti della vigilia sono Grieco, Mastrodonato, Gaeta, Catalano e Nazih, non è della disfida, viceversa, Francesco Caliandro, che avremmo rivisto con piacere, mentre Guastamacchia ha deciso di far gara di retrovia.
Sede di partenza ben definita con transenne e nastri, con zona pole riservata ai migliori cinquanta atleti della prova precedente, più alcune wild card, tutti riconoscibili per il bollino posto sul pettorale, per garantire sicurezza in fase di via.
Solite furberie nello schierarsi per la partenza, i giudici a far rispettare il punto esatto di via, con lo sparo dalla pistola del giudice a scatenare gli atleti.
I primi due chilometri del tracciato si sviluppano nell’abitato, con diverse strade ancora piene di pozzanghere, per la pioggia del giorno prima; man mano si prosegue su strade rurali e alberate, in piena solitudine, con tratti anche fangosi, in lieve e costante salita; gli ultimi chilometri, che riportano nel paese, sono viceversa in leggera discesa.
Il percorso è blindato al traffico, non si verifica alcun problema, anche grazie all’efficiente lavoro della Polizia locale, che tiene a bada qualche irrequieto automobilista.
La gara vive sulla fuga a tre di Grieco, Nazih e Gaeta: tra loro uscirà il vincitore; tra le donne, è subito in testa Tropiano, inseguita da Monfreda.
Solo negli ultimi chilometri si decide la vittoria, quando l’azione di Vincenzino Grieco (Barile Flower Terlizzi), maglia azzurra a Rennes ad ottobre, classe 1999, è decisiva: lasciati i compagni di fuga, Grieco taglia il traguardo in 32:41, nuovo record del tracciato, tra gli scroscianti applausi del pubblico.
Secondo posto per Yassine Nazih (Daunia Running San Severo) in 32:55, davanti a Giuliano Gaeta (Montedoro Noci), terzo in 32:59, per un podio di assoluto valore.
Nicola Mastrodonato (Pedone Riccardi Bisceglie) chiude quarto in 33:47, Michele Uva (Free Runners Molfetta) è quinto in 34:11, Mimmo Tedone (Dynamyk Fitness Palo del Colle), quinto in 34:14. Pietro Antonio Tamborra (Free Runners Molfetta) termina settimo in 34:17, con Angelo Pazienza (Dynamyk Palo), ottavo ad un secondo, e Sebastiano Di Masi (Atletica Castellana), nono a tre secondi. Chiude la lista dei dieci uomini più veloci Luigi Catalano (Barile Flower Terlizzi), oggi più lento del solito, in 34:28.
La gara femminile vede trionfare Daniela Tropiano (Atletica Monopoli) che con il suo solito mix di dolcezza e determinazione ottiene vittoria e record del tracciato in 39:36. Applausi anche per Damiana Monfreda (Amatori Atletica Acquaviva), seconda in 39:52, davanti a Filomena Casaluce (Nuova Atletica Bitonto), sempre carica, terza in 40:24.
Annarita Cazzolla (Bitonto Runners) chiude in quarta posizione in 43:18, con Silvia Acquaviva (Martina Franca Running), quinta in 43:31, e Maddalena Carella (La Fenice Casamassima), sesta in 44:22. Seguono: Maria Rosa Valerio (Quelli della Pineta), settima in 44:42; Nicoletta Ramunno (Montedoro Noci), ottava in 45:07; Tiziana Lamacchia (La Pietra Modugno), nona in 45:11 e Serena Barbaro (Athletic Academy Bari), decima in 45:18.
646 gli arrivati regolarmente al traguardo: in campo femminile chiude Annalisa Orofino (Atleticamente Modugno) in 1h32:00 – accompagnata dal marito Rodolfo Guastamacchia; tra gli uomini l’85enne Giuseppe Mirizzi (Amatori Putignano) sancisce la fine della corsa in 1h33:51.
Il ristoro finale, il ritiro del pacco gara e già si è pronti per la cerimonia di premiazione, alla presenza del Sindaco, Giuseppe Giulitto.
Si comincia con i due vincitori, Grieco e Tropiano: per loro premio tecnico, confezione natalizia, il viaggio-pettorale per Maratona di Roma o RomaOstia (a scelta) e, per aver battuto il record del tracciato, un paio di scarpe running (viaggio e scarpe offerti dai due sponsor della manifestazione).
Con l’occasione Vincenzo Grieco il suo trasferimento fuori regione, la sua nuova società sarà l’Atletica Castello di Firenze: buona fortuna, Vincenzino!
A seguire, dopo aver premiato tutti i collaboratori e sponsor con una targa, è il turno dei meritevoli della varie categorie estesi ai primi cinque per tutte (tranne AGM e AGF): confezione natalizia e premi tecnico rendono tutti felici.
Trofeo e bottiglia di spumante per i primi sei Gruppi più numerosi al traguardo: vince la Amici Strada del Tesoro Bari con 51 arrivati su, nell’ordine, Atleticamente Modugno (35), Dof Amatori Turi (32), Atletica Adelfia (31), Runners del Levante Bari (20) e Pedone Riccardi Bisceglie (19).
Ma il momento clou di questa gara è da sempre l’estrazione di una serie infinita di premi, destinati però solo ai presenti, a chi è rimasto in piazza, e il tutto diviene una festa, una festa anche vincente soprattutto per Raffaele De Tommaso (Dof Turi), che si aggiudica un tablet, e Francesca Masi (Atleticamente) che vince il pacchetto per la Maratona di Bucarest.
E così, gioiosamente, si conclude la CorriBitritto, anche questa volta la locale società Atletica ha fatto le cose per bene, la manifestazione si è confermata una festa sportiva da vivere e da correre.
Vito Intini, record mondiale 12h su tapis roulant
8 dicembre - Nuovo record per Vito Intini che sabato scorso, a Reggio Emilia, è riuscito nell'impresa di battere il record mondiale della 12 ore di corsa sul tapis roulant: per lui 152,500 km che migliorano il precedente primato di 148,120 km stabilito nel 2016 da Daniele Baranzini.
Il 49enne ultramaratoneta di Putignano, in provincia di Bari, e tesserato per l’ASD Amatori Putignano, presso il centro maratona della Maratona del Tricolore nel PalaBigi di Reggio Emilia, dopo il via alle ore 7.00 si è reso protagonista dell’ennesima impresa su tapis roulant della sua carriera, dopo aver già ritoccato per due volte di seguito il primato mondiale delle 24 ore, che gli appartiene con 253,83 km.
Questa la sua tabella di marcia durante le 12 ore:
ORA KM VELOCITÀ MEDIA
1 13,000 4’36” 13,000
2 26,530 4’33” 13,148
3 40,130 4’29” 13,375
4 53,830 4’27” 13,457
5 63,550 4’43” 12,709
6 78,860 4’33” 13,143
7 92,460 4’32” 13,208
8 105,300 4’33” 13,162
9 117,540 4’35” 13,060
10 128,720 4’39” 12,870
11 140,920 4’41” 12,811
12 152,500 4’44” 12,666
In particolare, Vito è passato alla maratona in 3h09’, ai 50 km in 3h43’, ai 100 km in 7h3’04” (record italiano), andando in crisi verso la nona ora, passando a camminare, per poi riprendersi e tornare a correre fino al termine delle 12 ore.
Ecco le parole del protagonista, espresse in suo post apparso sui social il giorno dopo l’impresa: “Ci sono volute più di ventiquattrore prima che io fossi in grado di scrivere qualche mia riflessione sull’ultima prestazione fatta con il Tapis Roulant sulla distanza di 12 ore. Il risultato finale è mostruoso e anche se in apparenza facile in realtà è stato pieno di insidie e grosse difficoltà psicofisiche.
L’idea è nata cinque mesi fa e condivisa solamente con mia moglie Marica. Non avevo ancora chiaro dove e quando provare l’assalto al Record Mondiale ma nella testa c’era. Il detentore era Daniele Baranzini, un caro amico e compagno di viaggio nel mondo delle ultramaratone. Ero presente quando riuscì nell’impresa di fare 148,120 km. Nello stesso contesto che era l’Expo di Milano 2015 ebbi la fortuna di correre con Ivan Cudin ottenendo un risultato che valeva il record del mondo della 12 ore in staffetta di oltre 175 km ( si corre per 12 ore dandosi il cambio ogni 10 km). Ma il merito di quel record va sicuramente ad Ivan che riusciva a recuperare nella sua frazione di 10 km il tempo che perdevo nella mia frazione di 10 km nelle ultime 3/4 ore.
Luglio 2018, inizio la preparazione che durante l’estate è composta principalmente da corsa di fondo lento la mattina sul Tapis Roulant e la sera su percorsi ondulati al ritmo di 5:30”/6:00” al km. Ezio, Stefano, Gianni, Vincenzo e tanti altri compagni di allenamento che si sono dovuti “sacrificare”. Nel mese di agosto sfioro 800km di allenamento e a settembre raggiungo uno streak ( giorni consecutivi) di 80 giorni con quasi 2000 km segnando una media di 25 km al giorno. Le mie vacanze estive sono lì tra mare e corsa.
Ad ottobre cambio tipo di allenamento. Più vicino alla preparazione della maratona.
Il ponte del 1° novembre faccio 4 maratone in 4 giorni sul Tapis Roulant (3:05’/3:02’/2:59’/2:57’) sono pronto... ma non ho ancora la certezza della data ed il luogo.
Solamente il 20 novembre mi viene confermato dal presidente della Maratona di Reggio Emilia ed il CTR del dott. Citarella che si può fare l’8 dicembre durante l’Expo della maratona. Il giorno dopo faccio un test di 6 ore di corsa e mi accorgo che sono in una forma strabiliante. Da lì in poi ho corso pochissimo e l’ultima settimana sono stato completamente fermo.
L’alimentazione è molto importante... sempre tutti i giorni della vita! Niente alcool, niente fumo, niente cibo spazzatura. Ho eliminato nelle ultime settimane caffeina, cioccolato, tutto ciò che stimola la dopamina e abbassa la resilienza psichica.
Questo Record Mondiale è nato sotto la bandiera del NO DOPING, ma ho voluto andare oltre NESSUN MEDICINALE (antinfiammatori, antidolorifici,... ) NESSUN STIMOLANTE (caffè, tè, guaranà,...). Se record doveva essere allora nella forma più pura possibile. È mio figlio Peter l’artefice di questo modo di vedere il mondo.
Acqua di cocco, succo di barbabietola rossa, spirulina e clorella, barrette di cocco e zenzero, latte di mandorla......
Dedico molto tempo ai dettagli ed agli aspetti mentali. Ogni giorno ci lavoro. Non basta allenarsi bene e dirsi sono pronto ce la faccio, ma l’introspezione quotidiana anche se noiosa e apparentemente senza relazione verso il gesto della corsa è la chiave vera che può distinguerci.
Se non avessi lavorato su questi aspetti mi sarei fermato sicuramente durante le ultime 3 ore di corsa. Il senso di fatica e a tratti di dolore fisco erano tali da spezzare ogni buona volontà di propositi ...mi scende una lacrima al pensiero di aver superato una tale situazione.
Dunque è fatta 152,500 km, passiamo ai ringraziamenti: il mio unico grande amore, mia moglie Marica ...quanta pazienza; mio figlio Peter per i confronti sul cibo ( non ditelo a nessuno non vuol essere nominato); gli Amatori di Putignano simbolo di un paese compatto e di gente meravigliosa, in particolare Francesco Ricchi sempre disponibile ai miei capricci; il dottore Robert Citarella del CTR di Reggio Emilia (anche suo figlio) ed il suo staff attentissimi sulle mie condizioni di salute; Paolo Mandelli, presidente della maratona di Reggio Emilia; tutti i concittadini di Putignano che ancora un volta hanno dovuto seguirmi da lontano senza poter essere presenti... ma vi ripagherò presto; Alessandro Annovi di Isodrops per le sue proteine liquide senza zuccheri d’aiuto negli allenamenti lunghi; a tutti voi che mi avete incitato per tutte queste ore. Mi venivano letti i vostri messaggi: GRAZIE!; al caro amico Pasquale Tria che ci osserva dall’alto; Pietro Trabucchi psicologo dello sport; infine l’associazione IUTA che mi ha avvicinato alla ultramaratona
Mi perdonino coloro che ho dimenticato ma non ho ancora ripristinato tutti gli zuccheri nel cervello”.
Da parte mia, non posso che chiudere con i complimenti al mio corregionale Vito!
EurocrossTilburg: oro under 20 alla Battocletti, bronzo a squadre per gli azzurri seniores
9 Dicembre - Un oro under20 vinto alla grande da Nadia Battocletti e il bronzo a squadre senior maschile: ecco il bilancio italiano ai Campionati Europei di corsa campestre a Tilburg, in Olanda, su un tracciato duro e fangoso.
La 18enne trentina Nadia Battocletti, figlia d’arte, tesserata per le Fiamme Azzurre, vince la medaglia d’oro nella competizione under 20, con una gara autoritaria condotta sempre tra le primissime, per prodursi in uno splendido e vincente allungo finale all’ultima curva. 13:46 il crono della nostra rappresentante (4,3 km la lunghezza dell’impegnativo tracciato, diviso in tre giri) che, sotto la pioggia, precede la svizzera Delia Sclabas, seconda in 13:47, la turca Inci Kalkan, terza in 13:48, e l’olandese Jasmijn Lau, quarta in 13:51.
È il primo titolo continentale di cross tra le donne ed è anche il primo podio italiano individuale al femminile nelle 25 edizioni dell’evento, il trentesimo in totale.
“E’ un sogno, non me lo aspettavo! Negli ultimi 300 metri sentivo di avere una spinta di più e ho voluto dare tutto. Ma prima mi ero resa conto che all’uscita dal bosco recuperavo maggiormente rispetto alle altre. Nel secondo giro era come se il mio corpo mi dicesse di fare la selezione piano piano, non di colpo, e vedevo che le avversarie diminuivano. Non pensavo di rimanere davanti così tanto, ma è andata bene. La dedica è per i miei genitori che sono stati vicini a me, fino a qui”, le parole della neo campionessa europea.
Le altre italiane: la piemontese Elisa Palmero è 18esima (14:19), la genovese Ludovica Cavalli, 22esima in 14:23, la torinese Francesca Marangi Agostino è 42esima (14:40), l’emiliana Martina Cornia è 50esima (14:45 dopo una caduta in avvio) e la trentina Angela Mattevi è 75esima (15:15).
Nella classifica per nazioni l’Italia è quinta con 41 punti; vince la Gran Bretagna (23) su Olanda (28) e Turchia (39).
Tra gli under 20 maschili, sul tracciato di 6,3 km, il primo italiano è l’andriese Pasquale Selvarolo, trentesimo in 19:12, seguono il bresciano Enrico Vecchi, 34esimo (19:14), il piemontese Pietro Arese, 39esimo (19:15), il brianzolo Luca Alfieri, 41esimo (19:18), il bergamasco Alain Cavagna, 49esimo (19:23) e l’altro bresciano Nesim Amsellek, 77esimo (19:52). Vince il norvegese Jakob Ingebrigtsen, al terzo successo consecutivo, in 18:00, lasciandosi alle spalle nell’ultimo chilometro lo spagnolo Ouassim Oumaiz, secondo in 18:09, e il serbo Elzan Bibic, terzo in 18:11.
La Norvegia è la prima nazione con 28 punti su Gran Bretagna (30) e Germania (38), con l’Italia al nono posto.
Tra le Under 23, sul tracciato di 6,3 km, è 19esima la 22enne vicentina Rebecca Lonedo, dopo essere stata nel gruppo di testa nella prima parte, in 21:24; le bresciane Federica Zanne e Mara Ghidini si piazzano rispettivamente 23esima in 21:31 e 36esima in 21:49. Vince la gara la siepista danese Anna Emilie Moller in 20:34 che supera allo sprint la tedesca Anna Gehring (20:36); terza la polacca Weronika Pyzik (20:46).
Tra le nazioni, vince la Germania con 22 punti, su Spagna (25) e Gran Bretagna (33), con l’Italia settima.
Tra gli under 23, sul tracciato di 8,3 km, il 22enne emiliano Simone Colombini rimonta fino alla 12esima posizione in 24:13; 40esimo il modenese Alessandro Giacobazzi (25:03), 45esimo il brianzolo Riccardo Mugnosso (25:10), 58esimo il bergamasco Ahmed Ouhda (25:33), 69esimo il friulano Jacopo De Marchi (25:55, dopo aver perso una scarpa in avvio). Vince il francese Jimmy Gressier, al secondo titolo consecutivo, in 23:37, autore di un’incredibile caduta proprio mentre tagliava il traguardo con tanto di bandiere transalpine in mano. Secondo il tedesco Samuel Fitwi in 23:45 sull’altro francese Hugo Hay, terzo in 23:48.
Tra le nazioni vince la Francia con 11 punti davanti a Gran Bretagna (30) e Spagna (42); decima l’Italia.
La gara senior femminile (8,3 km) vede le tre nostre rappresentanti nelle retrovie: la piemontese, capitana Valeria Roffino è 39^ in 28:02, l’emiliana Christine Santi è 47esima in 28:12, la veneziana Giovanna Epis è 49esima in 28:15. Vince la turca di origine keniana Yasemin Can, al terzo successo consecutivo, prima della storia a fare tripletta: si afferma in 26:05 precedendo di un solo secondo la svizzera Fabienne Schlumpf (argento europeo dei 3000 siepi) , al termine di un appassionante duello; terzo posto per la norvegese Karoline Bjerkeli Grovdal in 26:07, al quarto bronzo di fila. A seguire due olandesi: Susan Krumins, quarta in 26:16, e Jip Vastenburg, quinta in 26:45.
A livello di nazioni, è prima l’Olanda con 20 punti, su Gran Bretagna (24) e Germania (50); 13esima l’Italia.
Nella prova senior maschile (10,3 km), grande Italia che si piazza sul terzo gradino del podio a squadre, a quattro anni dall’ultima volta (quinta medaglia della storia dopo l’oro nel 1998, l’argento nel 2004, il bronzo nel 2009 e 2014), in virtù del sesto posto del 22enne Yeman Crippa in 29:14 (dopo essere stato con i migliori fino al 7° km), dell’undicesimo di Daniele Meucci in 29:26, in rimonta, e del 20esimo di Nekagenet Crippa (29:47), fratello maggiore di Yeman. Gli altri italiani: 29esimo Ahmed El Mazoury in 29:54, 48esimo Andrea Sanguinetti in 30:31, ritirato Marouan Razinesi.
La gara è vinta dal norvegese Filip Ingebrigtsen in 28:49, fratello del campione under20, che precede il belga Isaac Kimeli, secondo in 28:52, e il turco Aras Kaya, terzo in 28:56. Quarto il campione uscente, l’altro turco Kaan Kigen Ozbilen in 29:04. A livello di nazionali è prima la Turchia (14), che bissa il titolo, su Gran Bretagna (34) e Italia (37).
“Oggi è stata più dura del previsto. Ero venuto qui per una medaglia, ma gli avversari hanno corso più forte, onore a loro. Si vede che non ero ancora pronto per prenderla, ma ci riproverò l’anno prossimo. Ho fatto la volata sul traguardo anche per la squadra e sono contento per loro, per me un po’ meno. Non riuscivo praticamente a correre nelle curve nei tratti dove c’era più acqua, poi cercavo di recuperare nelle altre parti, ma gli altri hanno guadagnato. Si impara anche da questo e non c’è niente di facile, c’è solo da lavorare”, le parole di Yeman Crippa.
“Sono contento perché era una scommessa. La condizione è migliorata nelle ultime due settimane, ci ho creduto e ho fatto leva anche sull’esperienza. Davanti sono partiti forte e quei ritmi non potevo tenerli, dopo essere rimasto a casa in estate per la polmonite e aver ripreso solo a settembre. Ma non ho rimpianti e guardo avanti, era importante rientrare. Ho dato volentieri una mano alla squadra per arrivare a una medaglia”, le parole di Daniele Meucci.
Infine, nella staffetta mista 4x1,5 km, l’Italia è undicesima in 16:51 con Mohad Abdikadar, Eleonora Vandi, Ala Zoghlami e Giulia Aprile. Vince la Spagna (Saul Ordonez, Esther Guerrero, Victor Ruiz e Solange “Soli” Pereira) in 16:10 sulla Francia, seconda in 16:12, e sulla Bielorussia, terza in 16:21. Quarta la Gran Bretagna (16:24).
Nel medagliere chiude in testa la Norvegia con 3 ori e 1 bronzo, davanti a Francia (2-1-1) e Turchia (2-0-3), mentre l’Italia è all’ottavo posto (1 oro e 1 bronzo).
Per chiudere, ecco le parole del Direttore tecnico, Antonio La Torre: “Era difficile immaginare che potesse andare meglio di così. Brilla l’oro di Nadia Battocletti ottenuto con una grande prestazione, non solo per la vittoria ma per come è stata padrona della situazione e ha trascinato anche le compagne di team al quinto posto, a soli due punti dal bronzo. Mi è piaciuto molto l’atteggiamento complessivo di tutta la squadra senior maschile, con Yeman Crippa che non solo ha imparato tanto, ma ha dato tanto. Nove mesi fa si ritirava al campionato italiano, oggi è quello che con i suoi compagni è salito sul podio europeo, recuperando una posizione in volata che ha dato la medaglia. Insieme a lui un ritrovato e combattivo Daniele Meucci: ieri nel discorso 'da capitano' aveva detto che era venuto per dare una mano alla squadra e ha mantenuto totalmente l’impegno. Splendidi anche Neka Crippa e Ahmed El Mazoury. Meno bene alcuni della formazione under 23 maschile, di quella senior femminile e la parte finale della staffetta. Ma possiamo festeggiare due medaglie, che in buona parte mi aspettavo, e giudico comunque positiva la gara di Yeman Crippa, almeno da otto come voto finale”.
Kipserem e Yeshaneh vincono la 1^ Abu Dhabi Marathon
7 Dicembre - Parte col botto l’Adnoc Abu Dhabi Marathon: la prima edizione è, infatti, vinta dal 30enne keniano Marius Kipserem in 2h04:04, pb, quarta prestazione mondiale dell’anno e dodicesima di sempre, che batte in volata il connazionale, favorito della vigilia, Abraham Kiptum (reduce dal primato mondiale della mezza maratona con il 58:18 del 28 ottobre a Valencia), secondo in 2h04:16 (pb).
La fuga dei due keniani è cominciata non appena superato il cartello del 30° chilometro: Kiptum non ha mai però collaborato, affidando le sue speranze allo sprint finale, dove ha dovuto arrendersi al più veloce Kipserem.
Terzo posto per la sorpresa etiope Dejena Debela Gonfa in 2h07:12 (pb), davanti a due altri papabili vincitori della vigilia, i keniani Thomas Kiplagat Rono, quarto in 2h07:12, e Stanley Biwott, quinto in 2h09:18.
Ottavo il grande Emmanuel Mutai in 2h12:38, che dopo quattro anni di infortuni è riuscito a concludere una maratona.
In campo femminile, successo per la 27enne etiope Ababel Yeshaneh Brihane in 2h20:16 (che migliora di quasi tre minuti il pb realizzato a Milano nel 2013 quando vinse da… lepre), davanti alla rappresentante del Bahrain (ma keniana di nascita) Eunice Chumba, seconda in 2h20:54, e alla connazionale Gelete Burka, terza in 2h24:07.
Quarta ancora una etiope, Chaltu Tafa Waka in 2:25:09, sulla keniana Caroline Cheptpnui Kiliel, quinta in 2:29:14.
Kipserem e Yeshaneh, entrambi nella scuderia di Federico Rosa, con la loro vittoria si sono aggiudicati il premio di 100.000 dollari; 25.000 dollari ai secondi classificati e 15.000 ai terzi.
Velocissimo e piatto il percorso, disegnato da Paul Tergat, che, dopo la partenza – alle 7 locali, le nostre 3 del mattino - dal quartier generale di ADNOC (la compagnia petrolifera major sponsor dell’evento), ha costeggiato il celebre lungomare della città (la cosiddetta Corniche), raggiungendo l’Emirates Heritage Village, il Marina Mall, la King Abdullah Bin Abdulaziz Al Saud Street, il Qasr Al Hosn (uno degli edifici in pietra più antichi e meglio conservati di Abu Dhabi), Mina Zayed, per fare ritorno e concludersi alla sede di ADNOC, sul tracciato composto da lunghi rettilinei, con sole quattro curve, i giri di boa, forse troppo bruschi a detta di qualcuno.
Abu Dhabi è così subito entrata nel novero delle grandi maratone, lanciando la sfida alla “vicina” Dubai, ancora avanti cronometricamente per pochi secondi (a gennaio vinse l’etiope Geremeh in 2h04:00 davanti al connazionale Leule Gebrselassie in 2h04:02).
Una settimana dopo, Floriana è maratoneta ufficiale!
Non poteva arrendersi, non lo sa fare e così dopo aver corso la sua maratona non ufficiale, la nostra Floriana Piarulli non riusciva a darsi pace.
Moralmente era una maratoneta, ma dov’era scritto, dov’era il suo diploma, dov’era la sua medaglia?
Nella mente le parole scritte dai tanti amici per consolarla: “Domenica c’è la Maratona del Barocco a Lecce, vai a correrla…”
L’indecisione, le iscrizioni scadute lunedì, ma una telefonata val sempre la pena farla, la disponibilità degli organizzatori, del patron Simone Lucia, memori anche di aver letto quanto successo la domenica prima a Floriana, come potevano dirle di no?
E così Floriana è iscritta, non ne parla con nessuno (o quasi), è il suo piccolo segreto…
La domenica mattina è il gran giorno, la stazione, il treno per Lecce, sul quale già viaggiano numerosi atleti della Barletta Sportiva.
Tutto calcolato, tutto perfetto, Floriana finalmente ha il pettorale spillato alla canotta, l’arco di partenza questa volta c’è, ci sono i tanti compagni di avventura, c’è il giudice a sparare il colpo di via.
E Floriana parte, con lei due angeli custodi d’eccezione: il supermaratoneta Francesco Cannito, che oggi corre la 150^ maratona della sua carriera, e la sempre generosa Emma Caputo Fortunato.
Lecce è bella, Lecce è ospitale, per Floriana Lecce è oggi ancor più bella ed ospitale.
I chilometri passano, Floriana sa ormai gestirsi, rispetta la distanza ma non la teme, pian piano il suo sogno diventa sempre più realtà…
Finalmente, quasi troppo presto, quasi la voglia di non interrompere il sogno, ecco il traguardo, le mani si uniscono, Floriana taglia il traguardo insieme ad Emma e Francesco, si aggiunge anche Pietro Sapio, gioia e commozione sono un tutt’uno, sudore e lacrime non si distinguono più...
4:46:25, il crono ufficiale, ma il crono è solo un dettaglio, Floriana ha al collo la sua medaglia, questa volta nessuno le potrà dire nulla, ora è davvero maratoneta. La sua gioia è incontenibile.
Per me, per noi che la conosciamo bene, che sappiamo la sua forza morale, la sua determinazione, alcuna meraviglia, ma la soddisfazione di sapere che ce l’ha fatta e, sicuramente, sarà la prima di una lunga serie.
Concludo riportando il post pubblicato da Floriana sul suo profilo Facebook: “Che dire! Sono ancora senza parole! Piangevo già dal 40° km! Stavolta in silenzio ho fatto la mia prima Maratona! Due maratone in una settimana con il mio grande amico, nonché idolo Francesco Cannito che mi ha guidato passo passo alla fine della mia prima maratona ufficiale! Per lui 150^ maratona, per me la prima!
Dovevo farla e un grazie alla mia collega Donata Spilotros che in silenzio mi ha fatto questo regalo!
A parte Emma Caputo Fortunato che sapeva tutto e piangeva con me per la gioia, è stata una grande sorpresa per tutti, anche e soprattutto per il mio amico sostenitore, grande Luca Falco che mi ha fatto il servizio fotografico e sostenuto l'ultimo km.....forse la gioia più grande è stata proprio vedere la sua gioia per me. Ora non sto più sognando sono sveglia ed ecco la mia medaglia conquistata col cuore! P.S. e ora vado a lavorare.....Non è finita qua!”
Già, non è finita qua, ma intanto goditi la tua impresa, complimenti Floriana, complimenti maratoneta ufficiale!
Yuma Hattori vince la Fukuoka Marathon
2 Dicembre - Dopo 14 anni la maratona di Fukuoka rivede affermarsi un giapponese: è Yuma Hattori a vincere in 2h07:27 (ottavo crono all-time nipponico), che a sei chilometri dal traguardo riesce a liberarsi dell'etiope Yemane Tsegay, vicecampione del mondo 2015, e alla fine secondo in 2h08:54, e dell’eritreo Amanuel Mesel, poi terzo in 2h09:45.
Quarto posto per l’ex detentore del record nazionale Yuta Shitara in 2:10:25, quinto per Hayato Sonoda, in 2:10:31.
Decimo Yuki Kawauchi, all'undicesima maratona stagionale (con cinque vittorie, tra le quali spicca Boston) in 2h12:03; ritirati il campione del mondo 2015, l’eritreo Ghirmay Ghebreslassie, e il keniano Vincent Kipruto.
Fukuoka, che sorge sulla costa settentrionale dell’isola di Kyushu, non vedeva un vincitore di casa dal 2004, quando s’impose Tsuyoshi Ogata, ultimo maratoneta nipponico a salire su un podio mondiale od olimpico, terzo ai mondiali di Helsinki.
Nell’albo d’oro della Fukuoka Marathon, giunta alla 72^ edizione, troviamo grandi nomi come i campioni olimpici, l'etiope Abera e il keniano Wanjiru, o i primatisti mondiali come Haile Gebrselassie.
Classifica:
- Yuma Hattori, JPN, 2:07:27
- Yemane Tsegaye, ETH, 2:08:54
- Amanuel Mesel, ERI, 2:09:45
- Yuta Shitara, JPN, 2:10:25
- Hayato Sonoda, JPN, 2:10:31
- Hiroki Yamagishi, JPN, 2:10:42
- Jo Fukuda, JPN, 2:10:54
- Satoru Sasaki, JPN, 2:11:40
- Ryo Hashimoto, JPN, 2:11:40
- Yuki Kawauchi, JPN, 2:12:03
Passaggi:
5km - 15:04
10Km - 30:08 (15:04)
15km - 45:12 (15:04)
20km - 60:16 (15:04)
Mezza - 63:37
25km - 1:15:19 (15:03)
30km - 1:30:54 (15:35)
35km - 1:46:12 (15:18)
40km - 2:00:52 (14:40)
Finish - 2:07:27 (6:35)
IAAF: Eliud Kipchoge atleta mondiale 2018
Il maratoneta keniano Eliud Kipchoge è stato nominato atleta mondiale dell’anno 2018 nel corso del gala degli IAAF Athletics Awards a Montecarlo; in campo femminile, il premio è andato alla saltatrice colombiana Caterine Ibarguen.
Stelle nascenti sono state elette l’astista svedese Armand Duplantis e l’ostacolista statunitense Sydney McLaughlin.
Si tratta della prima affermazione per un maratoneta: il trentaquattrenne ha quest’anno realizzato il record mondiale a Berlino in 2h01:39 demolendo il precedente di un minuto e 18 secondi; da tener presente, inoltre, che Kipchoge ha finora vinto dieci delle maratone su undici disputate, tra cui quella di Rio, che gli è valsa il titolo olimpico.
“Ringrazio il mio allenatore Patrick Sang e la società Global Sport che si occupa del mio management. Desidero ringraziare tutti gli atleti e quelli che sono venuti stasera per applaudirci e auguro un grande 2019. Il record del mondo è il frutto del duro lavoro e della pazienza sia in allenamento sia in gara. Si impara ad essere pazienti quando ci si allena duramente. Non sono appagato e voglio essere un modello per i più giovani e un esempio al quale ispirarsi”, le parole di Kipchoge.
Ricordiamo, infine, che il Consiglio IAAF ha assegnato a Budapest i Mondiali 2023 che tornano in Europa dopo Doha 2019 e Eugene 2021.