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Roberto Annoscia

Roberto Annoscia

Mercoledì, 31 Ottobre 2018 12:45

Vento e… record alla 37^ Frankfurt Marathon

28 Ottobre - Doppio successo etiope alla 37^ edizione della Frankfurt Marathon: in campo maschile s’impone Kelkile Gezahegn, secondo un anno fa, mentre tra le donne domina Meskerem Assefa, che stabilisce anche il nuovo record della manifestazione. 

Nonostante il forte vento che ha condizionato la gara si registrano ottimi risultati. 

Il ventiduenne Gezahegn vince in 2h06:37 al termine di un lungo e appassionante duello con il keniano Martin Kiprugut Kosgey, secondo in 2h06:41; terzo posto per l’altro keniano Alex Kibet, debuttante sulla distanza, in 2h07:09. 

Resiste il primato della corsa appartenente al keniano Wilson Kipsang con 2h03:42 nel 2011, anche a causa del vento, malgrado il buon passaggio alla mezza avvenuto in 1h02:27. 

Ancora Kenya al quarto posto, con Amos Mitei in 2:07:28, al quinto, con Kenneth Keter in 2:07:34, e al sesto, con il 42enne Mark Kiptoo in 2:07:50, nuovo record mondiale master che migliora di 48” il precedente limite (2h08:38 a Milano 2016) del connazionale Kenneth Mungara (per Kiptoo è il secondo primato master mondiale dopo quello di mezza maratona, ottenuto con 1h01:04 a Azkoitia- Azpeitia, in Spagna, a marzo). 

Primo europeo e primo tedesco, al nono posto, Arne Gabius che chiude in 2h11:45. Primo italiano Fabrizio Pradetto, 33° in 2h21:19. 

Tra le donne vittoria per la 33enne Meskerem Assefa in 2h20:36, che migliora il limite appartenente sinora alla connazionale Meselech Melkamu, 2h21:01, stabilito nel 2012. 

1h09:55 il passaggio alla mezza, 1h39:30 al 30° km. 

Etiopi anche le altre due componenti del podio, Haftamnesh Tesfay, seconda in 2h20:47 (l’ultima ad arrendersi alla vincitrice, nel chilometro finale) e la 19enne Bedatu Hirpa, terza in 2h21:34 (pb, secondo tempo di sempre per un under 20). 

Ancora Etiopia nelle tre successive posizioni: Belaynesh Oljira, quarta in 2h21:53; Dera Dida, quinta in 2h22:39, e Sintayehu Hailemichael, sesta in 2h22:45. 

Settima la prima keniana, la 39enne Nancy Kiprop, al personale in 2h22:46 (secondo miglioramento stagionale). 

Solo undicesima Mare Dibaba in 2h25:24. 14 le atlete sotto le 2h30, con Katharina Heinig, prima tedesca, appunto 14^ in 2h29:55. 

Maria Bagnati è la prima italiana, 32^ in 2h44:11. 

8316 uomini, 2304 donne per un totale di 10620 finisher.

Le classifiche:

Uomini 

  1. Kelkile Gezahegn ETH 2:06:37
  2. Martin Kosgey KEN 2:06:41
  3. Alex Kibet KEN 2:07:09
  4. Amos Mitei KEN 2:07:28
  5. Kenneth Keter KEN 2:07:34
  6. Mark Kiptoo KEN 2:07:50
  7. Asefa Tefera ETH 2:08:34
  8. Tsedat Ayana ETH 2:09:39
  9. Arne Gabius GER 2:11:45
  10. Vincent Yator KEN 2:12:03

Donne 

  1. Meskerem Assefa ETH 2:20:36
  2. Haftamnesh Tesfay ETH 2:20:47
  3. Bedatu Hirpa ETH 2:21:32
  4. Belaynesh Oljira ETH 2:21:53
  5. Dera Dida ETH 2:22:39
  6. Sintayehu Hailemichael ETH 2:22:45
  7. Nancy Kiprop KEN 2:22:46
  8. Betsy Saina KEN 2:24:35
  9. Stellah Barsosio KEN 2:25:00
  10. Abebech Afework ETH 2:25:17
  11. Mare Dibaba ETH 2:25:24

Attenti a dove mettete i piedi quando correte! Soprattutto alle radici di alberi, alla base di pali tagliati, alle buche e a tutti quei vari ostacoli quasi invisibili, e quindi più pericolosi, che si incontrano correndo.

Perfino Linus, al secolo Pasquale di Molfetta, oramai esperto runner, ne ha fatto le spese sabato scorso, 27 ottobre, quando allenandosi di buon’ora a Milano, è inciampato in una radice riportando la rottura del naso, escoriazioni varie e tre punti di sutura per i vari tagli sul volto.   

"Caduto. In bici? No, a piedi. Come un cretino. Tre punti e naso rotto. Stamattina ho gli occhi neri e gonfi che sembro Rocky Balboa", le sue prime parole su Instagram. Per poi aggiungere, il giorno dopo: “Secondo giorno quello in cui capisci che ti è andata bene. Domani sarà divertente andare in onda con gli occhi pesti e il naso da clown. Buona domenica ragazzi, grazie del supporto!”

Tornato in radio, la oramai famosissima Radio Deejay, legata anche ad una serie di gare non competitive, ha commentato: “Niente di grave, ringrazio l’umanità, dai passanti che mi hanno soccorso agli infermieri”.

Augurando a Linus l’immediata guarigione, ripeto l’invito iniziale: attenti ai pericoli dal basso, cerchiamo di non farci male e di tornare a casa euforici, sani e salvi!

28 Ottobre - Record mondiale al Medio Maratón Valencia Trinidad Alfonso EDP, la mezza maratona di Valencia (IAAF Gold Label road race): è il 29enne keniano Abraham Kiptum a stabilirlo in 58:18, migliorando il precedente limite stabilito dall’eritreo Zersenay Tadese, il 21 marzo 2010 a Lisbona, con 58:23.

Per Kiptum, di passaggio, anche la migliore prestazione mondiale sui 20 chilometri in 55:18, migliorando il 55:21 di Tadese.

Oltre al vincitore, altri due atleti sono scesi sotto i 59 minuti: gli etiopi Jemal Yimer Mekonnen, secondo in 58:33 (quarto agli ultimi Mondiali, terzo tempo di sempre) e Abadi Hadis, terzo in 58:44 (bronzo iridato di cross e ottavo tempo di sempre).

Vittoria etiope tra le donne per la 32enne Gelete Burka in 1h06:11 (migliorato il pb di oltre due minuti), che ha superato in volata  l’ex connazionale, oramai degli Emirati Arabi Uniti, Alia Mohammed Saeed, seconda in 1h06:13, e la keniana Edith Chelimo, terza in 1h06:18.

Da segnalare il 23° posto assoluto per Pietro Riva, che ha chiuso in 1h02:19, personale e migliore prestazione italiana del 2018. Tra gli europei il migliore è stato il britannico Callum Hawkins, 16° in 1h01:00.

La mezza di Valencia si conferma quindi gara da primati; ricordiamo i due record mondiali femminili: nella scorsa stagione la keniana Joyciline Jepkosgei in gara mista con 1h04:51 e quest’anno, nei Mondiali di marzo, l’etiope Netsanet Gudeta in una gara “solo donne” in 1h06:11.

Giornata con condizioni climatiche buone, con leggero vento e 11 gradi di temperatura.

I TEMPI DI PASSAGGIO DI ABRAHAM KIPTUM

 

 

ogni 5 km

min/km

5 km

13:56

13:56

2:47

10 km

28:02

14:06

2:49

15 km

41:38

13:36

2:43

20 km

55:18

13:40

2:44

21,097 km

58:18

 

 


Le classifiche:

Uomini
1 Abraham Kiptum (KEN) 58:18 
2 Jemal Yimer (ETH) 58:33 
3 Abadi Hadis (ETH) 58:44 
4 Amdamlak Belihu Berta (ETH) 59:19 
5 Stephen Kiprop (KEN) 59:21 
6 Bernard Kipkorir Ngeno (KEN) 59:22 
7 El Hassan Elabassi (MAR) 59:27 
8 Simon Cheprot (KEN) 59:28 
9 Abel Kipchumba (KEN) 59:29 
10 Josphat Boit (KEN) 59:42

Donne
1 Gelete Burka (ETH) 1:06:11 
2 Alia Mohammed Saeed (UAE) 1:06:13 
3 Edith Chelimo (KEN) 1:06:18 
4 Pauline Korikwiang (KEN) 1:06:31 
5 Diana Chemtai Kipyogei (KEN) 1:07:07 
6 Bekelech Gudeta (ETH) 1:07:48 
7 Yeshi Kalayu Chekole (ERI) 1:07:58 
8 Helen Bekele Tola (ETH) 1:08:39 
9 Risper Chebet (KEN) 1 : 10: 02 
10 Karoline Nadolska (POL) 1:10:43

 

21 Ottobre - Il nuovo corso etiope domina la Airtel Delhi Half Marathon (IAAF Gold Label Road Race), a Nuova Delhi in India: il quasi 20enne Andamlak Belihu si afferma, infatti, in 59:18, precedendo il 19enne connazionale Amdework Walelegn, secondo in 59:22, che per soli 6” non è riuscito a migliorare la miglior prestazione mondiale U20 realizzata dal purtroppo scomparso Samuel Wanjiru in 59:16 nel 2005 a Rotterdam. La volata finale regala il terzo posto in 59:48 al keniano Daniel Kipchumba, che precede l'eritreo Aron Kifle, quarto in 59:50.

Gara decisa nel finale, quando dopo essere passati al 10km in 28:01 e poi al 15° km in 42:41, con quattro atleti in testa (Belihu, Walelegn, Kipchumba e Kifle), Belihu ha ulteriormente aumentato il ritmo rimanendo in compagnia del solo connazionale Walelegn, poi costretto poi a cedere negli ultimi metri. L’unico rammarico per il vincitore non essere riuscito ad abbattere il primato delle gara, rimasto all’etiope Guye Adola (59:06 nel 2014).   

Dominio della giovane Etiopia anche al femminile con sorprendente successo della 20enne Tsehay Gemechu Beyan, alla prima esperienza sulla distanza: 1h06:50 il suo crono, nuovo record della gara (migliorato di 4” il precedente di Mary Keitany nel 2009). Seconda, la favorita e primatista mondiale, Joyciline Jepkosgei, in 1h06:56, terza l’altra 20enne etiope Zeineba Yimer, in 1h06:59. Quarta la keniana Stacy Ndiwa in 1h07:15, quinta la etiope Ababel Yeshaneh in 1h07:49, solo sesta l’altra favorita della vigilia, ancora etiope, Tirunesh Dibaba in 1h08:36.    

27.000 dollari il premio per la vincitrice e neo-primatista della manifestazione.

Il gruppo di testa composto da otto atlete e guidato dal pacemaker Timothy Kutto, è passato al 10° km in 31:42, ma ben presto si è staccata la Dibaba; al passaggio al 15° km, in 47:51, solo quattro le atlete in testa, Gemechu, Jepkosgei, Ndiwa e l’altra etiope Senbene Teferi. Poco dopo proprio la Teferi ha aumentato il ritmo andandosene in solitaria tanto che al 19° chilometro aveva un vantaggio di 12” sulla coppia Gemechu-Jepkosgei. Ma al 20° km la sorpresa, la Teferi rallenta incredibilmente, per problemi di disidratazione, lasciando la lotta per il successo alle due rivali, risolta come detto a favore della più giovane etiope.

Classifiche:

Uomini -
1. Andamlak Belihu (ETH) 59:18 
2. Amdework Walelegn (ETH) 59:22 
3. Daniel Kipchumba (KEN) 59:48 
4. Aron Kifle (ERI) 59:50 
5. Aweke Ayalew (BRN) 1:00:09 
6. Leonard Korir (USA) 1:00:12 
7. Abdallah Mande (UGA) 1:00:34 
8. Betesfa Getahun (ETH) 1:00:47 
9. Emmanuel Bett (KEN) 1:00:48 
10. Alfred Ngeno (KEN) 1:04:07 

Donne -
1. Tsehay Gemechu (ETH) 1:06:50 
2. Joyciline Jepkosgei (KEN) 1:06:56 
3. Zeineba Yimer (ETH) 1:06:59 
4. Stacy Ndiwa (KEN) 1:07:15 
5. Ababel Yeshaneh (ETH) 1:07:49 
6. Tirunesh Dibaba (ETH) 1:08:36 
7. Worknesh Degefa (ETH) 1:11:04 
8. Tejitu Daba (BRN) 1:12:49 
9. Failuna Matanga (TAN) 1:12:51 
10. Sanijvani Jadhav (IND) 1:13:58

21 Ottobre - La temperatura gelida e il fastidiosissimo vento contrario non hanno impedito ottime prestazioni alla 19^ edizione della Toronto Waterfront Marathon (IAAF Gold Label Road Race) che ha registrato i successi di Benson Kipruto in campo maschile e di Mimi Belete, con record della corsa, in campo femminile.  

Il 38enne keniano Kipruto ha vinto in 2h07:24 sul tanzaniano Augustine Sulle, secondo in 2h07:46 (nuovo record nazionale), e sul connazionale Felix Kandie, terzo in 2h08:30.

Importante quarto posto per il canadese Cameron “Cam” Levins, che all’esordio sulla distanza, in 2h09:25, ha vinto il titolo e migliorato il primato nazionale che resisteva da 43 anni (fu stabilito da Jerome Drayton nel 1975 a Fukuoka in 2h10:09).

Quinto il neozelandese Jake Robertson in 2h09:52, sesto l’eritreo Daniel Mesfun in 2h10:23, settimo l’ugandese Stephen Kiprotich, campione olimpico nel 2012, in 2h11:06; nono Philemon Rono, due volte vincitore e campione uscente, in 2h13:37.

Guidato da tre pacer keniani, Luke Kibet, Alex Kibarus e Paul Kiprop, il gruppo di testa è passato al 10° km in 30:01, con Rono già staccato di una trentina di secondi.  Al passaggio alla mezza in 1h03:08, in testa erano Kipruto, Sulle, Kandie e Robertson, con quest’ultimo che è stato il primo a perdere terreno. Al 35° km si è sviluppata l’azione decisiva di Kipruto, che però non è riuscito a migliorare il record della manifestazione (2:06:52 di Rono nel 2017).

Tra le donne, alla seconda esperienza sulla distanza, vince la 30enne ex-etiope, oramai del Bahrain, Mimi Belete, in 2h22:29, col nuovo record della manifestazione (migliorato il 2h22:43 stabilito dalla etiope Koren Yal e dalla keniana Sharon Cherop), piegando la resistenza della etiope Marta Megra, campionessa uscente, seconda in 2h22:35; terzo gradino del podio per la keniana Ruth Chebotek in 2h23:29, seguita dall'australiana Jessica Trengrove, quarta in 2h25:59: per tutte le quattro atlete si tratta del personal best.

Quinta la keniana Celestine Chepchirchir in 2h26:58, sesta la etiope Anane Beriso in 2h28:56. Settima la debuttante canadese, Kinsey Middleton,che si laurea campionessa nazionale in 2:32:09  

Belete, Megra e Chebotek, accompagnate dalla favorita della vigilia Beriso, hanno passato il 10° km in 33:30 e la mezza maratona in 1h10:35 guidate dal terzetto di pacemaker; successivamente ha cominciato a staccarsi la Beriso, mentre con il ritiro delle pacer, Belete ha cominciato a guadagnar terreno, con la sola Megra, ad opporre resistenza, fino a doversi arrendere nel finale.

Per i due vincitori premio di 30.000 dollari canadesi (ventimila euro), ai quali Belete ha aggiunto il bonus di 40.000 (27mila €) per aver battuto il record. Per Lewins premio di 43.000 dollari – 1 a km – per aver stabilito il nuovo record nazionale.

Martedì, 23 Ottobre 2018 23:02

Andria (BT) - 9° Trofeo Federiciano

21 Ottobre - Dopo l’improvviso impedimento della scorsa stagione, mi aspettavo per il 2018 il ritorno al Palazzetto dello Sport, una location che ha sempre garantito la massima comodità e il largo attiguo viale di partenza. Ci siamo ritrovati, viceversa, per la nona edizione del Trofeo Federiciano, come per il 2017, al “Centro Risorse Aldo Moro”, certamente meno accogliente del suddetto Palazzetto e soprattutto con una sede stradale insufficiente per garantire la partenza sicura e ordinata: se, come improvvisata scelta, l’avevo promossa con riserva un anno fa, devo oggi dichiararla inadeguata.
Infatti, Via Moro, pur larga, è divisa in due dallo spartitraffico: si dovrebbe al limite, come avviene in alcune manifestazioni internazionali, sfruttarla interamente; limitandola su una sola metà si mette a repentaglio la sicurezza e l’incolumità di chi corre, tante sono state le spinte e gli involontari scontri tra i partecipanti; per fortuna non si sono verificati incidenti.   

Aggiungo che, contrariamente a quanto previsto dal regolamento del Campionato Corripuglia (di cui questa manifestazione costituiva la 19^ prova), non è stata neanche creata la zona pole riservata agli atleti più veloci preventivamente selezionati dalla commissione Master del Comitato Regionale Fidal: ciascun iscritto, anche quelli dal ritmo molto lento, si è sentito autorizzato a porsi nelle prime linee, generando un gran caos, con gli atleti schierati ben oltre la linea di via, il lento tentativo di mandarli indietro sul punto esatto di via, il cordone umano creato dai membri della società organizzatrice (che ha generato ulteriore confusione e rallentamenti, anche perché la maggior parte di essi era in gara), poi – verificata l’impossibilità di respingerli dietro la linea, mentre il soprano cantava l’Inno di Mameli – la quasi costrizione per il giudice capo De Lillo, per evitare ulteriori problemi, nel dover dare il via…
Fasi concitate nei primi metri, numerosi gli scontri, poi finalmente ciascuno riesce a prendere il proprio ritmo, le distanze si consolidano e si corre tranquilli…

Intanto, facciamo un passo indietro, per considerare che Andria ci accoglie con una giornata mite, meteorologicamente parlando: non fa eccessivamente caldo, le nuvole combattono col sole con alterne fortune, anche il vento spira in maniera molto leggera.

Vasti gli spazi per parcheggiare, all’interno del Centro Risorse si definiscono le procedure di iscrizione; in un locale distante circa 200 metri si ritirano i pacchi gara: 8 euro la tassa di iscrizione, gara nazionale, con un premio di partecipazione che regala alcuni prodotti alimentari più un paio di calzini da “libera uscita”.

Lodevole l’iniziativa da parte dei Maratoneti Andriesi, gli organizzatori, di devolvere parte del ricavato all’associazione “Giorgia Lomuscio, tutto per amore”, che combatte il cancro che colpisce i bambini, come capitò alla povera Giorgia, tredicenne scomparsa troppo presto per un fulminante tumore delle ossa.

A disposizione degli atleti i bagni presenti nel Centro Risorse, insufficienti per i 936 iscritti Fidal, ai quali si sommano almeno 200 liberi e i partecipanti alla gara dimostrativa per atleti diversamente abili; l’aggiunta di qualche bagno chimico avrebbe evitato scene poco civili ed edificanti alle quali abbiamo assistito…
Partenza saggiamente fissata alle ore 9.00, si corre prima e meglio, si libera in anticipo la città, si rientra prima a casa.

Frattanto i podisti, già indossati completi e scarpette, cominciano il riscaldamento muscolare: è sempre il momento più bello, dove si sommano ansie, aspettative, risate, selfie, brevi scatti, sfottò… 
Lavora alacremente al suo microfono lo speaker Paolo Liuzzi: la sua voce aggiunge sempre qualcosa alle manifestazioni, tra simpatiche battutine e citazioni competenti.

Il richiamo dei giudici, l’invito ad avvicinarsi e quel accade alla partenza l’abbiamo già descritto, non resta che sottolineare che sull’altra metà di Via Moro partono i diversamente abili; ampliando la sede di via ai competitivi, sarebbero partiti un attimo dopo, ottenendo anche più visibilità.

Il percorso è controllato e blindato al traffico, ottimo il lavoro degli attenti Vigili Urbani, con ristoro di bottigliette d’acqua a circa metà distanza; tracciato di circa 9500 metri, totalmente piatto se si esclude una salitella di oltre 400 metri all’incirca al 7° chilometro, vario e panoramico attraversando la città, compresa l’affascinante parte vecchia.

A presentarsi per primo sul traguardo è il brillante Giuliano Gaeta (Montedoro Noci), molto più disciplinato ultimamente, che chiude in 30:19, precedendo il sempreverde Rino Bonvino (Dynamik Fitness Palo del Colle), secondo in 31:05, e il determinato Luigi Catalano (Barile Flower Terlizzi), terzo in 31:32. Il 1992 è l’anno di nascita di Gaeta, 2000 quello di Catalano: non ha torto la signora Bonvino a dichiarare che il buon Rino (1973) si difende ancora bene tra i figlioli…

Da perfetto capitano della sua Dynamyk, sempre agguerrito, Mimmo Tedone è quarto in 31:35, davanti al sempre più rapido Michele La Vista (Free Runners Molfetta), quinto in 31:47, inseguito dall’irrefrenabile Pino Miglietti (Montedoro Noci), sesto in 32:35, e dal generoso Nicola Muciaccia (Atletica Tommaso Assi Trani), settimo in 32:40. In ottava posizione troviamo il deciso Riccardo Tragno (Pedone Riccardi Bisceglie), al traguardo in 32:48, seguito dal volitivo Giuseppe Mele (Dynamyk Palo), nono in 32:56, con il tenace Matteo Mimma (Montedoro Noci) che, in 33:04, completa la lista dei primi dieci uomini.

Non ancora al top della forma dopo il fastidioso infortunio, Francesca Labianca (Altertletica Locorotondo) vince la gara femminile in 35:58 staccando nettamente le altre concorrenti: sempre decisa, Francesca Riti (Montedoro Noci) è seconda in 38:00; l’indefessa Marie France Zaccheo (Atletica Amatori Corato) è terza in 38:07. Quarto posto per l’indomabile Marisa Russo (Marathon Massafra) in 38:59; 3 secondi ed ecco la brava mamma Rosalinda Pischetola (Nadir on the road Putignano), quinta in 39:02, seguita ad altri 3 secondi dall’irriducibile Milena Casaluce (Bitonto Sportiva), sesta in 39:05. “Solo” settima e ottava le ottime, forse stanche, Raffaella Filannino (Atletica Disfida di Barletta) e Mariantonietta Amatulli (Montedoro Noci), rispettivamente in 39:16 e 39:19; nono posto per la star locale Rosa Di Tacchio (Maratoneti Andriesi) in 39:22, davanti alla capace Marilena Brudaglio (Dynamyk Palo del Colle) in 39:51.

880 gli arrivati: chiudono le graduatorie Eligio Lomuscio (Barletta Sportiva) in 1:25:59 e Doriana Mongelli (Amici del Cammino Barletta) in 1:27:24, lodevolissimi per impegno e costanza.

Zona arrivi ben gestita con corridoio laterale per i liberi; da limitare meglio il lato sinistro con transenne per evitare la presenza di pubblico sul viale di arrivo.

Decisamente ricco il ristoro finale, con gelato, frutta, dolcetti, panna cotta, come da tradizione ad Andria.

Pieno riscatto odierno degli addetti al rilevamento chip che, con l’approvazione dei Giudici, consegnano prontamente le classifiche generali, di categoria e di società, senza suscitare alcuna protesta.

All’interno della Sala Congressi del Centro, un po’ ristretta e dagli spalti insufficienti per le tante presenze, comincia la cerimonia conclusiva, ben condotta dal buon Paolo: si comincia con il premiare le Associazioni di Volontariato che hanno permesso l’effettuazione delle gara dei diversamente abili. Una parola anche per Giuseppe Lomuscio, il papà della suddetta Giorgia, che dedica un pensiero a chi non può correre, chiedendo che lo facciano ogni giorno tutti i podisti.

A seguire, si recuperano le premiazioni della gara di Bitonto, quelle rimaste in sospeso, per poi passare alla vera e propria manifestazione odierna.

Contro la regola Fidal che vieta che sia stilata una classifica delle manifestazioni non competitive e che, quindi, si proceda alla premiazione dei non tesserati, si parte con la consegna dei premi ai primi/e cinque della gara “libera”: normale il mugugno in sala dei competitivi, pur mancando molto alle 11,30, orario previsto sul regolamento per l’inizio della cerimonia.

Finalmente il momento dei competitivi, dopo il saluto dell’Assessore allo sport di Andria, Antonio Lopetuso, che dichiara di aver recuperato e ripristinato la locale pista di atletica: nessun servizio accessorio, ma almeno utilizzabile. 

Con la speranza che tutto sia vero, sul podio salgono i primi tre uomini e le prime tre donne in graduatoria: per loro trofeo, bottiglie di vino, la bandana dell’ “Associazione Giorgia Lomuscio - tutto per amore” e un articolo tecnico (peccato che quest’ultimo sia di taglia eccessiva, come mi descrive il sempre schietto Bonvino…).

A seguire la premiazione dei meritevoli delle varie categorie: i primi cinque delle maschili, fino alla 55, i primi tre delle restanti e di tutte le femminili, con ovvio risentimento delle signore.

Al primo di ciascuna va una coppa, una bottiglia di vino e la suddetta bandana, per i restanti coppa e bottiglia di vino, con numerose lamentele.

La cerimonia si conclude con la consegna delle targhe e confezioni di bottiglie di vino alle prime cinque società per numero complessivo di arrivati: vince l’Atletica Tommaso Assi Trani con 91 finisher su Barletta Sportiva (64), Montedoro Noci (61), Free Runners Molfetta (38), Maratoneti Andriesi (35): i padroni di casa, sportivamente, si escludono e subentra la Pro Canosa (sempre 35).

E’ il momento dei saluti, il bravo Paolo chiude la manifestazione, gli organizzatori procedono alla foto di gruppo di rito, il sottoscritto già pensa che per le prossime edizioni si dovrà necessariamente rivedere la partenza: il Corripuglia, intanto, va in vacanza per una settimana, torna il 4 Novembre a Corato, per la 20^ tappa.

21 Ottobre - Nuova edizione della Maratona di Amsterdam, la quarantatreesima, ma stessi vincitori di un anno fa: il keniano Lawrence Cherono e la etiope Tadelech Bekele.

Il 30enne Cherono si è affermato in 2h04:06 migliorando di 63” il primato della corsa stabilito da lui stesso nel 2017 (2h05:09), 12° tempo di sempre e migliore prestazione sul suolo olandese. A completare il podio, tutti sotto le 2h05 (prima volta in una maratona europea), gli etiopi Mule Wasihun, secondo in 2h04:37, e Solomon Deksisa, terzo in 2h04:40 (miglior terzo di sempre sul suolo europeo).
Quarto Gideon Kipketer in 2h06:15, quinto il turco ex-keniano Kaan Ozbilen (una volta Michael Kipruto) in 2h06:24, sesto Laban Korir in 2h06:33, settimo il 21enne etiope Tadu Abate in 2h06:47, ottavo Jonathan Korir in 2h06:57 (pb migliorato di oltre 7').

Guidato dal fitto numero di lepri, il gruppo di testa è passato al 5° km in 14:33, al 10° in 29:08, al 15° in 44:03, al 20° in 59:00, alla mezza in 1h02:11, al 25° in 1h13:48, per poi progressivamente sfaldarsi.
Il vincitore è passato al 30° in 1h28:58, poi ha corso i 10 chilometri dal 30° al 40° in 28:50 e gli ultimi 2195 metri in 6:18. Da evidenziare il suo negative split avendo corsa la prima metà in 1h02:11, e la seconda in 1h01:55.

“Quest’anno le condizioni di temperatura e vento erano perfette e ho fatto un tempo migliore dell’anno scorso. Tornerò per migliorarmi ancora”, le parole di Cherono dopo aver tagliato il traguardo.

Da segnalare l’ennesimo fallimento sulla distanza per il 36enne Kenesisa Bekele (ritirato l’anno scorso a Dubai e Berlino, 8° a Londra), che al 32° chilometro ha cominciato a staccarsi dal gruppo di testa, per proseguire nell’anonimato fino al 40°, quando ha deciso di fermarsi definitivamente.  

In campo femminile, come detto, bis per Tadelech Bekele in 2h23:14 (meno veloce di un anno fa), che ha ripreso e superato nell'ultimo miglio la sorprendente connazionale Shashu Insermu Mijana, alla fine stremata seconda in 2h23:28 (pb), ma che ha rischiato di essere superata nel finale anche dall’altra etiope, l’esordiente Azmera Gebru, terza in 2h23:31. Quarta l’atleta del Bahrain (ma nata etiope!) Desi Jisa in 2h23:39, quinta la keniana Linet Masai, campionessa del mondo dei 10000 nel 2009 e allenata da Patrick Sang - il tecnico di Eliud Kipchoge - in 2h23:46. Settima la etiope Meseret Defar, al debutto sulla distanza, in 2h27:25.

Campioni olandesi si sono laureati: Michael Butter in 2h17:18 e Miranda Boonstra in 2h42:07.

Mercoledì, 17 Ottobre 2018 19:22

Bucarest (RO) - 11^ Bucharest Marathon

14 ottobre - Una giornata di sole, ma ventilata, ha accolto i partecipanti all’undicesima edizione della Raiffeisen Bank Bucharest Marathon, evento Bronze Label IAAF, organizzato dal locale Running Club. 

Oltre alla classica distanza olimpica, erano in programma la mezza maratona e la 10 km; da segnalare le manifestazioni di contorno non competitive e giovanili su varie distanze. 

Con partenza e arrivo dal celeberrimo Palazzo del Parlamento, il percorso si è sviluppato sui viali cittadini, su un tracciato quasi interamente pianeggiante, con tanto pubblico ad applaudire.

A vincere la maratona, stabilendo anche il record della corsa, il keniano Hosea Kipkemboi in 2h11:31 che ha preceduto il connazionale Joel Kipkogei Kimutai, secondo in 2h11:59, e l’etiope Kaleb Kashebo, terzo in  2h13:22. Primo europeo il locale Sorin Mineran, nono in 2h27:51.

In campo femminile, successo della etiope Almaz Gelana Erba in 2h41:29 sulle romene Adela Paulina Baltoi, seconda in 2h50:06, e Nicoleta Ciortan, terza in 2h27:56.

967 i finisher.

La mezza maratona registra il successo del moldavo Maxim Raileanu in 1h06:54 sul romeno Marius Busca, secondo in 1h09:53, e sull’italiano Daniel Emanuel Ghergut (Toscana Atletica Futura), terzo in 1h11:52.

Tra le donne, tris romeno con Maria Magdalena Veliscu che si afferma in 1h27:04 su Raluca Teodorescu, seconda in 1h34:08, e Loredana Andreea Stoian, terza in 1h34:49.

2303 gli arrivati.

Nella 10 chilometri, successo per Nicolae Soare in 30:35, tra gli uomini, e per Adriana Nelson tra le donne in 35:03. 2690 gli atleti che hanno tagliato il traguardo.

14 ottobre - Importante risultato per Sara Dossena che domenica scorsa ha corso e vinto la Trenta2 km nell’ambito della Parma Marathon, giungendo seconda assoluta alle spalle del bresciano Nicola Venturoli (Atl. Rodengo Saiano Mico), al traguardo in 1h51:09. La 33enne bergamasca tesserata per il Laguna Running continua nel suo percorso di avvicinamento alla New York City Marathon: 1h52:06 il suo crono (migliorato nettamente il crono di 1h54:23 ottenuto un anno prima), precedendo la compagna di nazionale e di team, Valeria Straneo, seconda in 1h58:13, e Laura Brenna (Maneranners), terza in 2h15:14.

Completano il podio maschile Mohamed Moro (La Fratellanza Modena), secondo in 1h52:10, e Francesco Mascherpa (ASD Calcaterra Sport), terzo in 1h55:43.

La maratona è stata vinta da Alberico Di Cecco (Vini Fantini Pescara) in 2h35:56 davanti a Matteo Merluzzo (O.R.S.T. 2.0), secondo in 2h40:14, e Armando Gabetta (Atl. Lambro Milano), terzo in 2h41:57. In campo femminile successo per Fulvia Corbella (Novara che corre) in 3h03:51, primato personale, su Sarah Martinelli (GP Quadrifoglio), seconda in 3h04:45, e Claudia Marietta (GS Lammari), terza in 3h07:27.

La 10 km registra le vittorie di Pietro Bomprezzi (Nuova Atletica Astro) in 31:23 e di Isabella Morlini (Atletica Reggio) in 37:07. 

Impegno invece all’estero per la 30enne Giovanna Epis che ha corso la Meia Maratona de Portugal a Lisbona: l’atleta veneziana dei Carabinieri (che risiede a Legnano – Milano) ha chiuso in decima posizione in 1h12:49, sfiorando il personale di 1h12:27 stabilito quest’anno ai Mondiali di Valencia, su un percorso in salita dal 17° al 19° chilometro, con parziali di 34:10 al 10° km e di 1h09:02 al 20°. La vittoria è andata all’etiope Yebrgual Melese Arage in 1h07:18, davanti all’israeliana (ma keniana di nascita) Lonah Chemtai Salpeter, seconda in 1h07:55, e alla keniana Betty Lembus, terza in 1h09:49.

Nella gara maschile, successo per il marocchino Mustapha El Aziz in 1h00:16, davanti all’etiope Abdiwak Tura Seifu, secondo in 1h00:41, e all’eritreo Amanuel Mesel, terzo in 1h00:45. Primo europeo, 16°, il portoghese Andrè Pereira in 1h06:18.

Nella maratona vittoria dell’etiope Limenih Getachew in 2h07:34 davanti ai keniani Samuel Ndungu Wanjiku, secondo in 2h07:51, e Justus Kipkosgei Kimutai, terzo in 2h07:58.

Tra le donne, vittoria per l'etiope Kuftu Dadiso in 2h24:56 davanti alla keniana Monica Jepkoech, seconda in 2h27:35, e alla connazionale Tigist Memuye, terza in 2h28:35. 

Al rientro dopo la lunga pausa causa polmonite, che l’ha costretto anche a saltare gli europei di maratona, il 33enne ingegnere pisano Daniele Meucci, tesserato per l’Esercito, conclude in seconda posizione la Pisa Half Marathon, in 1h06:00, tempo assegnatoli dopo aver perso il chip, alle spalle del keniano Paul Tiongik (GP Parco Alpi Apuane), vincitore in 1h03:43, e davanti all’altro keniano Jonathan Kosgei Kanda (Atl. Castello), terzo in 1h07:52.

Tra le donne successo per la ruandese Primitive Niyirora (Gs Orecchiella Garfagnana) in 1h17:20 su Laura Giachi (Atletica 2005), seconda in 1h25:51, e Ilaria Bianchi (La Galla Pontedera), terza in 1h26:26.

 

Martedì, 16 Ottobre 2018 21:40

Bitonto (BA) - 3^ Run Bit One

14 ottobre - Davvero ben organizzata, la Run Bit One festeggia la terza edizione ottenendo l’incondizionato gradimento dei partecipanti. E, in effetti, per quanto mi sia sforzato nel cercare difetti, devo confessare di non averne trovati, apprezzando il lavoro fatto dagli organizzatori della Bitonto Sportiva in un territorio non certamente “facile” come la città che ci ha ospitato, che pure – mi piace subito scriverlo – ha accolto e “sopportato” la manifestazione con grande educazione e rispetto.

Ottimo Damiano De Palma, il presidente, e ottimi tutti i suoi collaboratori, a cominciare dall’allestimento della vasta area parcheggio a disposizione degli atleti, con tanto di annessi bagni chimici. Bagni chimici che sono tati posti anche in Villa, in aggiunta alle strutture fisse della stessa Villa e del Palazzo Comunale.

Palazzo Comunale che ha ospitato la segreteria della manifestazione con il perfezionamento delle iscrizioni degli atleti Fidal (la stragrande maggioranza è oramai in possesso di pettorale e chip unici per l’intero campionato) e dei cosiddetti liberi, che si sono impegnati sul percorso ridotto di 3,5 chilometri.

Sette euro la tassa di iscrizione con consegna, presso l’originale rimorchio di camion adibito a base logistica inizialmente e poi a palco per le fase finali di premiazione, di pacco gara contenente la simpatica maglia tecnica celebrativa (consegnata in due colori, oro e bianco-grigia, oltre ad un monoporzione di tarallini e un brick di succo di frutta).

Giornata soleggiata, per fortuna dalla temperatura non caldissima, da felpetta per chi sta fermo, ma che  induce gli atleti a sudare anche per la presenza di alto tasso di umidità.

Presenta big Paolo Liuzzi, per i podisti la sua voce è una sicurezza, una guida, una certezza da ascoltare e seguire; la popolazione locale impara, invece, presto ad amarlo, le sue continue battute sono frutto di risate e coinvolgimento nel seguire la manifestazione.

Orario di partenza intelligentemente fissato alle ore 9.00, quando ancora metà popolazione dorme e la temperatura è anche più fresca.

Siamo in pieno centro cittadino: Corso Vittorio Emanuele è oramai una pista di atletica, adibito a sede di via con tanto di transenne e archi gonfiabili di via, i podisti colorano con i loro variopinti completi le strade tutt’intorno, invadendo anche la villa.

1010 gli iscritti Fidal, lievissima la diminuzione rispetto ai 1027 del 2017, almeno a Bitonto il Corripuglia ha tenuto, anche se questa manifestazione meriterebbe ben altri numeri. Numeri confortati dagli almeno 200 liberi, dai ragazzini che hanno partecipato alla dimostrazione per far capire alla gente l’importanza del gesto atletico e che a Bitonto si fa atletica giovanile (la Bitonto Sportiva è da sempre impegnata su questo fronte), e dai diversamente abili dell’Associazione Road, all’avanguardia nell’integrazione di questi ragazzi meno fortunati di noi.

Tornando all’agonismo, con giusto anticipo gli atleti sono richiamati sul punto di partenza, in avanti è stata creata la zona pole riservata agli atleti più veloci muniti di apposito bollino distintivo, in base alle selezione operata dalla Commissione Master della Fidal Puglia per una partenza intelligente.

Anche oggi, tra i meritevoli, non mancano i furbetti, gente che deve - per forza e senza motivo -  stare nella prime fila, gente che dimostra di non essere sportiva non rispettando le regole. Personalmente sono anche contrario ai cordoni umani formati dagli atleti delle società organizzatrici, soprattutto, quando gli stessi (o buona parte di loro) è in gara.

Comunque, dopo il minuto di silenzio in ricordo dei due giovanissimi bitontini deceduti il giorno prima in una tragico e assurdo incidente automobilistico, il buon Giudice Luigi De Lillo può sparare il colpo che apre le ostilità.

Subito in testa i più capaci, a seguire il lungo fiume degli atleti: anche qui da lodare la Bitonto Sportiva che per il terzo anno consecutivo dà vita al progetto “0-21”, iniziativa che raccoglie podisti inesperti, ma vogliosi di impegnarsi, e nel giro di qualche mese, li conduce a tagliare il traguardo della mezza maratona, a Monopoli, a inizio dicembre, nella fattispecie.  

Tornando alla manifestazione, il tracciato prevede dopo la circumnavigazione della Villa, il passaggio laterale rispetto al punto di partenza (1° km) su Via Verdi, per poi attraversare la città  (con passaggio davanti alla famosa Chiesa dei Santi Medici), almeno fino al 5° chilometro, quando comincia la parte più periferica, percorrendo strade che costeggiano le campagne coltivate con alberi d’ulivo, per poi gradualmente rientrare in città e prima su via Berlinguer e poi su via Traetta muovere in direzione Corso Vittorio Emanuele, per giungere, magari con incredibili allunghi, al traguardo, posto, in senso contrario rispetto alla partenza.

Tracciato blindato al traffico, con ristoro a metà distanza, quasi interamente pianeggiante e veloce, peccato che non sia certificato, che i gps abbia segnato all’incirca 9600 metri e chi si è illuso di aver realizzato il personale sui 10 chilometri deve riprovare…

Manifestazione da subito dominata da due compagni di squadra, maestro e allievo per un certo periodo, due atleti di gran valore e storie differenti: Francesco Minerva e Giuliano Gaeta.

Minerva, vittorie in maratona all’attivo e titoli italiani ed europei master, classe 1978; Giuliano Gaeta, un gran recente passato da ciclista, disciplina abbandonata perché gli allenamenti durano troppo e bisogna lavorare, classe 1992…

Sempre potente e dotato di grande intelligenza tattica, Francesco ha la meglio nel finale e va ad imporsi in 30:42; soddisfattissimo anche Giuliano, che secondo me deve ancora comprendere a fondo le potenzialità del suo motore e a gestire perfettamente le risorse, secondo in 31:13: comunque, il trionfo è tutto dalla Montedoro Noci, con ovvia soddisfazione del presidente Bianco.

Assenti i due compagni di squadra, Selvarolo e Grieco, impegnati a Rennes con la nazionale, tiene alto i colori sociali Luigi Catalano (Barile Flower Terlizzi), ottenendo il terzo posto in 32:39, davanti al miglior frutto di stagione, Michele… Uva (Free Runners Molfetta), quarto in 32:46. Due secondi ed ecco i primi atleti della corazzata Dynamyk Palo del Colle, il maratoneta Vincenzo Trentadue, quinto, e il capitano Mimmo Tedone, sesto. L’intermezzo dell’ottimo Antonio “Tony” Esposito (Amatori Atl. Acquaviva), settimo in 32:55, e riecco i Dynamyc, con l’arrembante Dino Masciale, ottavo in 33:08, e mister Angelo Pazienza, nono in 33:15. A chiudere l’arrivo dei primi dieci uomini, il sempre combattivo, Denis Greco (Tommaso Assi Trani), decimo in 33:36.

Al femminile, come da mia previsione, ritorna al successo in 39:46, Daniela Tropiano (Atletica Monopoli), regalandoci il suo coinvolgente sorriso; a soli quattro secondi, riprovando la sua terribile rimonta, chiude seconda Francesca Riti (Montedoro Noci), in 39:50, dieci secondi prima di Marie France Zaccheo (Atletica Amatori Corato), sempre decisa, terza in 39:49. Bravissima Marisa Russo (Marathon Massafra), quarta in 40:22, con Mariantonietta Amatulli (Montedoro Noci), che gestisce forze e posizione di categoria, quinta in 41:18, e la piacevole novità Marika Mastrapasqua (Road Running Molfetta), ottima sesta in 41:34. Simpaticissima e potente, Rosa Di Tacchio (Maratoneti Andriesi), è settima in 41:53, davanti alla costante Tiziana Lamacchia (La Pietra Modugno), ottava in 42:00, e alla maratoneta Silvia Acquaviva (Martina Franca Running), che reduce dalla bella prestazione di Budapest, è nona in 42:02. Sempre brillante, dal trail alla strada, Nicoletta Ferrante (Atletica Talsano), è decima in 42:05.

A chiudere la graduatoria, un trio di atleti ammirevoli per impegno e dedizione, Mario Buonsante (Amatori Putignano) in 1:12:00, Nunzia Cannillo (Atletica Amatori Corato) in 1:12:06, Katjuska Massafra (Bitonto Sportiva) in 1:12:07.

Ben organizzata anche la zona arrivi, transennata la pubblico, con i liberi che hanno aumentato la distanza fino a correrla tutta, indirizzati in un corridoio laterale, e gli atleti che “tornano sul percorso” obbligati a salire sui marciapiedi.   

930 gli atleti presenti in classifica, dato da confermare perché l’improvvida mancanza di energia elettrica ai sensori chip ha sfalsato graduatorie e relativi tempi; determinante il rilevamento dei giudici, ma ovvio non è mai la precisione dell’informatica e dell’elettronica.

Dopo l’organizzato ristoro finale in villa con gelato, frutta ed acqua, proprio il suddetto inconveniente nei rilevamenti caratterizza negativamente la fase finale della manifestazione.

Dopo i giusti ringraziamenti del presidente Damiano De Palma a tutti i collaboratori della manifestazione con consegna di relative targhe, si passa a premiare i due vincitori, Minerva e Tropiano, con trofeo e ricco cesto di prodotti alimentari; a seguire la consegna dei riconoscimenti ai meritevoli delle varie categorie che ritirano un cesto di prodotti alimentari (il primo) e una latta di 5 litri di vino (i successivi).

Il problema è che le premiazioni proseguono fin quando ci sono le classifiche, fin quando i meritevoli sono arrivati e rilevati prima del blackout…

Comincia una lunga attesa, fin quando, appurato che completare le classifiche avrebbe comportato un attesa oltre i trenta minuti e considerato che eravamo già venti minuti dopo mezzogiorno, si decide di completare le premiazioni alla prossima tappa di Corripuglia, domenica prossima ad Andria.

L’iniziale delusione di chi aspetta il premio è lenita dal desiderio di tornare a casa per l’orario di pranzo e dal sapere che fra sette giorni ritirerà quanto meritato…

Inutile dire che tante sono state le proteste da parte di chi ha fatto notare che ogni domenica si verifica un problema sui rilevamenti, che qualcosa quest’anno non sta funzionando, disfunzioni che allontanano sempre più la gente dal Campionato Corripuglia, già indebolito dalle troppe prove, dalla ripetizione annuale delle stesse e dalle tante concomitanze domenicali in regione e fuori.

In attesa di tempi migliori per le rilevazioni, non posso che tornare a chi ha organizzato, lo ha fatto bene e col il cuore, una società impegnata nello sport e nel sociale, una società che fa, farà e può fare ancora tanto, noi staremo a seguirli con interesse… 

PS: Fra le Società, per numero complessivo di arrivati, si è imposta l’Atletica Tommaso Assi Trani con 85, su, nell’ordine, Montedoro Noci (69), Bitonto Sportiva (54), Atl. San Giovanni Bosco Palagianello (37), Atletica Monopoli (36).

   

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