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Set 10, 2018 Sebastiano Scuderi 4846volte

Runcard, il perché e il percome, ovvero istruzioni per l’uso

Allegria presidenziale per il successo della Runcard Allegria presidenziale per il successo della Runcard Roberto Mandelli

Quando nel 1999 il CONI regalò alla FIDAL il Podismo col nome di “Corsa su strada”, il primo problema fu come etichettare la categoria dei nuovi inquilini e come inquadrarli in una Federazione agonistica. Fu così coniato il termine Amatori, dal francese Amateur, dilettante, senza altro diritto che la partecipazione alle manifestazioni open.

Entrarono a far parte dello Statuto, in cui figurano tuttora,  e, nei primi tempi, furono inquadrati in un settore Amatori distinto  dal settore Assoluto; moltissimi col tesseramento individuale, liberi, senza Società di appartenenza.

Ma la “libertà” durò poco, furono presto obbligati a tesserarsi con una Società con vincolo di un anno e possibilità di tesserarsi Senior (agonisti) in qualunque momento; gli over 35, diventati Veterani, furono inquadrati nei Master, atleti a tutti gli effetti, e gli Amatori furono ristretti in un ghetto dai 23 ai 34 anni, fino ad arrivare nel 2015 al tesseramento esclusivo come Senior: il cerchio si era chiuso.

Era intanto cominciata la partecipazione di non tesserati come non competitivi alle manifestazioni agonistiche, soprattutto Maratone e Mezze Maratone, e crebbe perché molto gradita agli organizzatori, soprattutto dal 2010 quando nacque la gabella della tassa partecipazione gare a beneficio della Federazione: un euro per ogni tesserato FIDAL, IAAF, EPS e, oggi, anche  Runcard.

Per assicurare una copertura assicurativa nacque il cartellino giornaliero di partecipazione per non tesserati, che nei suoi sette anni di attività non riscosse molti consensi, finché nel 2015 la FIDAL s’inventò la Runcard, riservata al “liberi” dai 20 anni in su.

Doveva essere un’esca per attirare nuovi “pesci”,  con validità solo per un anno; infatti l’ultimo comma (7) stabiliva che “successivamente si devono necessariamente tesserare con una Società affiliata alla FIDAL”.

Ma il contatto con il mondo dei podisti, totalmente sconosciuto, fece cambiare il piano e la Runcard divenne uno strumento di fidelizzazione, che oggi si presenta pomposamente come “La prima community di Runner powered by FIDAL”.

Sul sito appositamente dedicato si trovano offerte, informazioni, servizi convenzionati (visita medica, assicurazioni, Tds, fisioterapia, piani di allenamento eccetera), oltre ad iniziative dedicate, come la Runfest di metà settembre o il corso di formazione  Run Academy. Per far parte del club anche i tesserati con Società FIDAL possono sottoscrivere la tessera a 10 euro.

Le Runcard si sono moltiplicate: oggi se ne contano tre oltre quella originale, costo € 30, 15 per gli stranieri: montagna/trail € 10 , eps e nordic walking € 15, validità un anno dalla data dell’emissione, tranne che per gli Eps dove la scadenza va ad anno solare.

Quello che soprattutto interessa al podista è la possibilità di partecipare alle manifestazioni FIDAL agonistiche, pur con alcune limitazioni rispetto agli altri tesserati: presentazione del certificato di idoneità agonistica atletica leggera in originale in corso di validità, o consultazione del data base o app da parte dell’organizzatore, concorso al montepremi  non in denaro o assimilati, partecipazione alle gare di Campionato Federale senza concorrere al titolo della propria categoria. E’ possibile inviare l’iscrizione on line a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

Il disguido segnalato alla Federazione circa la mancata  registrazione del risultato da parte di un tesserato Runcard non è quindi attribuibile ad una limitazione della Card:, la partecipazione ad una gara omologata comporta necessariamente a pieno titolo che tutti i classificati abbiano il tempo rilevato e questo venga inserito nelle graduatorie federali, a patto però che venga correttamente segnalato all’ufficio Informatica, e qui entra in campo l’iter burocratico.

Dal 2009 la FIDAL impiega per la gestione delle manifestazioni SIGMA (Sistema Informatizzato Gestione Manifestazioni Atletica), dalle iscrizioni alla rilevazione e pubblicazione dei risultati.

Se tutto fosse gestito da SIGMA non ci sarebbero problemi; purtroppo, però, per venire incontro alle richieste degli organizzatori, la Federazione consente che possano provvedere in proprio, assumendosene, naturalmente, tutti gli oneri e le responsabilità; quindi l’invio dei risultati in un formato standard all’ufficio Informatica è di loro  competenza.

Normalmente l’organizzatore scarica l’incombenza al fornitore di transponder (chip), che, talvolta, si dimentica di inviarli entro sette giorni e comunque, tassativamente, non oltre febbraio dell’anno successivo, termine ultimo per il loro inserimento. 

Pensiamo che l’ufficio Informatica della Fidal coi mezzi attualmente disponibili potrebbe monitorare periodicamente la situazione dei risultati senza grossi problemi e sollecitare l’invio ai ritardatari, ma questo non è obbligatorio: richiede solo un’autentica sensibilità verso  il prossimo , “che intender no la può chi no la prova”.

 

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