Il Comitato podistico di Bologna minaccia sanzioni agli “indipendentisti”
Con data 21 ottobre è stato diffuso un comunicato del Comitato Podistico Bolognese a firma del presidente Gerardo Astorino, con titolo “Disposizioni per le Società iscritte al Comitato”. Eccolo, come si ricava non dal sito del Comitato (che sorprendentemente lo ignora, oppure l’ha nascosto così bene che non l’abbiamo trovato: http://www.comitatopodisticobolognese.it/comitato/regolamento.html), ma per esempio dal sito claudiobernagozzi.net:
I gruppi podistici iscritti al Comitato, possono partecipare alla domenica SOLO alle camminate organizzate da Società che hanno chiesto ed ottenuto inserimento nel Calendario UFFICIALE pubblicato sul sito. ESCLUSIONE: se un gruppo podistico iscritto al Comitato dovesse partecipare a camminate NON inserite nel calendario UFFICIALE in contemporanea con camminate omologate, il Comitato si vedrà costretto a prendere provvedimenti tipo: la NON omologazione di eventuali camminate proposte.
Come ci scrive “un podista” (che mantenendo l’anonimato ci induce a non pubblicare il suo testo integrale): “Questo significa che il Comitato Podistico Bolognese pretende la massima fedeltà da parte delle società affiliate e promette boicottaggi a chi desidera organizzare manifestazioni podistiche nella Provincia di Bologna che non siano state approvate dal Comitato Podistico. Così com’è scritto, sembrerebbe un atto intimidatorio, e se così fosse sarebbe alquanto grave in quanto viola le libertà del singolo e mette in seria difficoltà le società podistiche. Ritengo ci siano i presupposti per ipotizzare che non sia in linea con l’articolo 13 della Costituzione che dice: La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge. Non è ammessa alcuna forma di restrizione della libertà personale. Il comunicato sottintende che un qualsiasi imprenditore o azienda di organizzazione eventi che volesse realizzare un evento podistico nel territorio Bolognese, troverebbe grosse difficoltà in quanto il comitato podistico glielo boicotterebbe. Inutile dire che a rimetterci sarebbero sempre e solo i runner. Facciamo un esempio: immaginiamo che Linus decida di organizzare la Deejay Ten a Bologna, una delle corse più belle e divertenti d’Italia: le podistiche iscritte al comitato sarebbero invitate (minacciate) a non andarci pena l’esclusione della loro camminata dal calendario podistico. Il mercato è libero, devono essere i runner a decidere a quale corsa domenicale andare e non il Comitato Podistico Bolognese. Inoltre mi chiedo cosa ne pensa il Comune di Bologna di questo comunicato. Non mi sembra che il Comitato abbia un diritto di esclusiva! Per concludere: è cresciuto un forte malumore da parte di tanti podisti che si chiedono cosa stia succedendo. Io da semplice podista dico che non mi piacciono le lettere che hanno il sapore di un diktat e non mi piace che mi venga impedita la libertà di decidere se andare o no alla camminata organizzata da un amico”.
Da parte nostra, aggiungiamo che già l’art. 4 del regolamento del Comitato dice le stesse cose: I Soci del Comitato devono attenersi alle direttive emanate dal Consiglio Direttivo e partecipare solo a quelle iniziative accettate dal Comitato stesso ed inserite nel calendario ufficiale.
Significativa la data di emanazione del 21 ottobre, domenica in cui oltre alle due gare ufficialmente accolte nel calendario del Comitato, in provincia di Bologna si svolgeva la “Tre Monti” di Imola, frequentata da molte società e podisti singoli bolognesi. Le società bolognesi presenti a Imola saranno sanzionate? O basterà che abbiano mandato una decina di affiliati alle gare ufficiali per passarla liscia? E se la scelta invece cadesse su una gara fuori provincia? Il regolamento e l’ultimo comunicato non contemplano il caso, sembrando riferirsi solo al calendario ufficiale, s’intende bolognese. Dunque chi il 21 ottobre andava a Imola sarebbe sanzionato, e chi andava a Modena o Ferrara sarebbe a posto?
Forse (lo diciamo all’anonimo lettore) non è il caso di scomodare la Costituzione o la legislazione italiana, se pensiamo che alle Federazioni sportive è consentito, più o meno tacitamente, di vivere al di fuori della giurisdizione comune, ad esempio mediante la cosiddetta “clausola compromissoria”, che vieta ai tesserati di adire la giustizia ordinaria . Questo sebbene tale clausola sia considerata “vessatoria se prevista nei contratti predisposti unilateralmente (ossia solo una delle due parti predispone il contratto e le sue clausole)”. Ma è un periodo in cui la Fidal perde i pezzi (cioè sempre più gare, anche maratonine e maratone, pure a Bologna, sono fatte omologare dagli organizzatori agli Enti di propaganda e non alla Federazione), e anche i comitati tradizionali perdono società e praticanti: quanto al feudo amministrato da Gerardo Astorino, dopo Imola (che da anni è uscita dal coordinamento bolognese) anche altre corse storiche si sono tirate fuori; mi viene in mente la classica Camminata Petroniana, che a quanto pare si è svolta lo scorso 7 ottobre con successo, oscurando le due gare programmate ufficialmente dal calendario.
Forse il podismo amatoriale come l’abbiamo conosciuto è al tramonto, e il suo calo è favorito anche da altre pratiche che, pur ufficialmente vietate dal regolamento, sono consentite e a volte incoraggiate: ad es. l’art. 22 del citato regolamento stabilisce “apertura ristoro e consegna premi di partecipazione singoli dopo la partenza ufficiale della camminata”, “obbligo di esposizione del pettorale per tutti i partecipanti”. Cose regolarmente disattese; e non parliamo delle partenze anticipate che a Bologna sono ormai la regola.
Vedremo se basteranno le gride manzoniane a sanare il declino e a tenere insieme gruppi che spesso appaiono separati in casa.
2 commenti
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Martedì, 06 Novembre 2018 20:04
inviato da Fabio
Quindi da come leggo in questo articolo, se una società del comitato bolognese una domenica, con gara Ufficiale, decide di andare a correre, ad esempio, a Solignano Nuovo, cosi perché e una bella corsa, vicina, per fare una gita e non per strane ritorsioni o perché e "autogestita" oppure perché quella ufficiale non gli piace, vengono fucilati?
Non so perché ma sento puzza di autoritarismo ed ho la strana sensazione che non finirà bene (per il comitato ovvio). -
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Mercoledì, 31 Ottobre 2018 18:44
inviato da piero parmeggiani
Buonasera, sono Piero Parmeggiani presidente della Polisportiva Porta Saragozza di Bologna. Leggendo l'articolo mi sono sentito parte in causa e esprimo alcune considerazioni sulla nostra esperienza. Noi siamo usciti dal Comitato podistico bolognese lo scorso anno, alcuni giorni prima dello svolgimento della nostra "Petroniana", che confermo, si è svolta anche quest'anno il 7 ottobre con la presenza di 700 podisti e il cui ricavato abbiamo interamente bonificato all'onlus Bimbotu che segue i bambini in cura all'ospedale Bellaria e i loro familiari (stanno costruendo una casa di accoglienza per chi viene da fuori Bologna, vicina all'ospedale). Noi abbiamo provato a cambiare le cose dall'interno, inserendo un nostro rappresentante nel consiglio direttivo del comitato, in occasione del rinnovo delle cariche circa tre anni fa; poi vedendo l'impossibilità di dialogare il nostro ha dato le dimissioni e per coerenza ce ne siamo usciti come società: questo ripeto pochi giorni prima della Petroniana 2017. L'abbiamo organizzata a scopo benefico facendo pagare il pettorale 5 euro tutti dati a Bimbotu e abbiamo avuto 900 partecipanti e zero società del Comitato (l'unica società presente è stata il Passo Capponi non iscritta.....). La cosa "brutta" è stata che il Comitato ha organizzato una sua manifestazione in tutta fretta nella stessa data e ha sparso la voce che la Petroniana non c'era!!! Sarebbe stato un bel gesto da parte delle società partecipare ugualmente, considerate le finalità benefiche e anche per rispetto della Polisportiva Porta Saragozza che è stata sempre nel Comitato. Ho scritto queste righe perchè molte società ci accusano di essere scappati anzichè combattere dall'interno: noi ci abbiamo provato!!!
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