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Nov 03, 2018 4623volte

Il dritto e il rovescio della medaglia alla maratona di Venezia

Partite pure, che alle vostre auto pensiamo noi... Partite pure, che alle vostre auto pensiamo noi... C.O. - R. Mandelli

Il mondo intero domenica 28 ottobre ha applaudito gli "eroi" della 33^ Huawei Venicemarathon. Le foto degli atleti con l’acqua alle caviglie ha letteralmente fatto il giro del mondo attraverso televisioni, giornali e social e in tanti potranno dire “quel giorno io c’ero!”. Sono molti i runners che hanno vissuto quest'esperienza in modo esaltante, consci del fatto che solo alla Venicemarathon si può provare l'ebrezza di correre nell'acqua.

Così comincia il comunicato conclusivo della Maratona, che nell’acqua alta ha trovato una imprevista alleata, capace forse di risollevare, l’anno prossimo, il numero dei classificati alla competizione maggiore, che nel 2018 è stato inferiore di mille unità tonde tonde rispetto al 2017 (però, sono sempre 300 in più che nel 2016).

Tralasciando questi dettagli (è abbastanza usuale ‘compensare’ le cifre degli arrivati dei 42 km coi numeri degli altri che hanno corso su distanze inferiori o non competitive), gli organizzatori si dicono giustamente orgogliosi della loro prova di efficienza: Il Venicemarathon Club ha dimostrato di saper affrontare e gestire nel migliore dei modi una situazione d’emergenza, caratterizzata da raffiche di vento fortissime e mare molto mosso che ha reso difficile persino il trasporto delle sacche degli atleti dalla partenza all'arrivo. Ma soprattutto la macchina organizzativa ha dimostrato di essere rapida nell’allestire un percorso alternativo, quello cioè che ha escluso il passaggio in Piazza San Marco, la parte più bassa della città e quindi quella con i livelli più alti d’acqua. Sul percorso, fondamentali sono stati gli oltre 2.000 tra volontari e addetti della Polizia di Stato, dei Carabinieri, della Polizia Municipale di Venezia e dei comuni della Riviera del Brenta, dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile e del Servizio Sanitario che hanno davvero garantito la massima sicurezza di tutti gli atleti. Giusto anche sottolineare le iniziative di promozione sportiva e sociale:

Un'edizione che ha lanciato la nuova iniziativa “Allenati con noi Dai 10K ai 42K in 5 mesi” grazie alla quale molte persone sono riuscite ad arrivare in fondo alla loro prima maratona o a realizzare il loro sogno cronometrico; un'edizione che cotribuirà a fare del bene attraverso la "maratona solidale" del Venicemarathon Charity Program, che ad oggi ha già raccolto oltre 70 mila euro e che resterà aperto ancora per tutto il mese di novembre per raccogliere le ultime donazioni.

E la prospettiva per l’anno prossimo:

Un nuovo obiettivo attende ora la Venicemarathon, quello di diventare un evento ad “Impatto Zero”. L’edizione 2019 è stata, infatti, scelta dalla Regione Veneto come evento pilota per il nuovo progetto di tutela ambientale e del territorio “Zero Waste Blu sport events for territorial development”. Le pratiche “green” messe in atto già da quest’anno dagli organizzatori per incentivare l’utilizzo del trasporto “intelligente” come l’importante accordo sviluppato con Trenitalia e con con BusItalia, sempre del Gruppo FSI hanno dato già grandi risultati e verranno ulteriormente sviluppate in futuro.

Nel frattempo, l’AIMS informa che la maratona e mezza Maratona di Lucerna (Svizzera: circa diecimila arrivati nelle due competizioni, svoltesi lo stesso giorno di Venezia) ha ottenuto il premio come corsa più ecologica del 2018, per iniziative come il viaggio ferroviario gratuito dal confine svizzero alla sede della gara (pratica peraltro già comune in Svizzera), gli accorgimenti ‘ecologici’ ai ristori e la devoluzione di una parte degli incassi al progetto per la riforestazione del territorio. Lucerna ha preceduto nella classifica la Marine Corps Marathon (Arlington, Virginia - USA) e la Silesia Marathon (Katowice -Polonia). Negli anni precedenti il premio era toccato alle maratone di Milano (2013), Francoforte (2014), Houston (2015), alla mezza di Goteborg e infine alla maratona di Città del Capo l’anno scorso.

 

Ma non tutti i podisti sono usciti felici e contenti dalla maratona veneziana: su qualche testata online (dal “Gazzettino” al “Giornale” a http://nuovavenezia.gelocal.it, e altre) si è anche scritto di

 

Furti alla Venice Marathon, i maratoneti assediano il campo rom (Serenella Bettin) o di Rissa tra maratoneti e nomadi per furti alla Venice Marathon (Carlo Mion). In sostanza, una ventina di maratoneti dell’Est europeo, rientrando dalla gara al parcheggio di San Giuliano, hanno trovato i loro mezzi scassinati e ‘ripuliti’: soldi, telefonini, documenti. Ma uno dei derubati, attraverso l'app "Trova il mio iPhone", è in breve risalito al campo sinti-rom (le fonti discordano sulla ‘nazionalità’ degli ospiti) nella vicina via del Granoturco, dove anche in altre occasioni erano stati ritrovati gli oggetti rubati dal parcheggio.

28 ottobre, giorno di “marce”, ed ecco i maratoneti intraprendere, dopo i 42 km e passa della mattinata, un’altra marcia, stavolta ‘armata’ di bastoni, fino al villaggio. Ah, non ci si può far giustizia da sé, e come già accadeva ai tempi di Pinocchio, se sei derubato è facile che in prigione ci finisca tu… Cosicché, pronto arrivo della Polizia con tre volanti e dei carabinieri con due pattuglie che si frappongono tra i derubati e i probabili ladri.

Come avrebbe detto Manzoni commentando l’irruzione dei promessi sposi in casa di don Abbondio per farsi sposare a forza:

 

Renzo, che strepitava di notte in casa altrui, che vi s'era introdotto di soppiatto, e teneva il padrone stesso assediato in una stanza, ha tutta l'apparenza d'un oppressore; eppure, alla fin de' fatti, era l'oppresso. Don Abbondio, sorpreso, messo in fuga, spaventato, mentre attendeva tranquillamente a' fatti suoi, parrebbe la vittima; eppure, in realtà, era lui che faceva un sopruso. Così va spesso il mondo... voglio dire, così andava nel secolo decimo settimo.

 

Bè, nel felice secolo XXI è capitato che alla fine il cellulare sia saltato fuori, i runners siano ripartiti in serata dopo aver fatto denuncia alla polizia, e un residente del villaggio sia stato denunciato per la ricettazione (mi raccomando: a piede libero! Altrimenti come fa a sostenersi per la vita?).

Di tutto questo, ovviamente, la maratona di Venezia non ha colpa, confidando che il Veneto tutto possieda un po’ di anticorpi. Dalla vicina Verona sappiamo infatti (Cristina Pantaleoni - Agenzia MeridianaNotizie) dell’arresto di 7 persone di etnia sinti (stavolta la stirpe è certa) responsabili di numerosi furti su autovetture ed in abitazioni commessi nelle città di Verona, Reggio Emilia, Mantova, Brescia, Modena e Ferrara.

Fino alla prossima imminente scarcerazione e assoluzione per insufficienza di prove, i maratoneti possono stare tranquilli.

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