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Nov 18, 2018 Carla Forlani 2389volte

Verona vista di là dalle transenne

I primi verso l'arrivo I primi verso l'arrivo Carla Forlani

18 novembre - Mi sono svegliata piacevolmente tardi, stamattina (alle  9), sapendo che il Lungadige sotto casa sarebbe rimasto bloccato dalle 8 alle 12 per la corsa. Al risveglio, è stato bello vedere il flusso ininterrotto della corsa sotto le nostre finestre, e ho anche invidiato quella gente così varia per sagoma ed età che perseguiva il proprio obiettivo con tutta l'energia a disposizione. Con il passare degli anni il mio diventa sempre più uno sguardo … animale, si concentra sulle diversità che caratterizzano noi umani: non c'è una persona che corra allo stesso modo di un'altra o che abbia lo stesso stile. Queste diversità le trovo di grande fascino, e mi stupisco delle  persone che invece aspirano ad assomigliare a qualcun altro.
Con comodo, io e mio marito siamo usciti (io un po' di malumore), e aggirando le transenne siamo finiti in centro, oltre il ponte sull’Adige. Come un regalo inaspettato, era il momento esatto del passaggio sulla nostra via del primo keniano (Robert Ndiwa), che spingendosi leggero e apparentemente fresco  ci superava per svoltare e raggiungere piazza Bra. Così poi ci siamo mescolati a una folla più gradevole di quella dei soliti turisti cialtroni che  infestano Verona nei giorni festivi e non solo: una folla soprattutto di sportivi con il proprio seguito familiare. Abbiamo assistito all'arrivo degli altri due keniani e del primo italiano, poi della prima donna, la giovane croata Nikolina Sustic.
La gara mi è parsa ben organizzata, con l'arrivo parallelo ma distinto della corsa breve e della maratona. Per me, l'unica nota negativa è sembrata la voce che proveniva dagli altoparlanti, che mi dicono appartenere alla rinomata Rosanna Massari. Perché negativa? Per la chiassosità e la forzatura nelle risate e nei commenti banali. Cosa non si fa pur di parlare... Sarebbe stato più dignitoso, più elevato, più sobrio citare soltanto le persone e, magari, parlare di più della gara o dei suoi trascorsi, anziché tradurre ogni parola in inglese, incitare la folla o aggiungere qualche spiritosaggine.

Informazioni aggiuntive

Fotografo/i: Massimo Villani

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