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Nov 09, 2017 Stefano Severoni 5370volte

Storia della New York City Marathon

Roberto Mandelli e Gary Muhrcke vincitore della prima edizione della NYCM Roberto Mandelli e Gary Muhrcke vincitore della prima edizione della NYCM

Elenco di tutti gli italiani sotto le tre ore postato online da Andrea Benatti su Atletica Live e rielaborato da Roberto Mandelli correggendo alcuni errori nei nomi.

NYM Italiani sotto le 3 ore (PDF)

La New York City Marathon si svolge la prima domenica del mese di novembre. Questa è la gara su strada più famosa del mondo per diverse ragioni: perché si corre a New York; perché milioni di persone la seguono sui marciapiedi e dalla finestre della città; perché è la più popolosa; perché ciascuno vi trova la sua personale motivazione.

L’ideatore  ne è stato Fred Lebow, nato ad Arad in Romania nel 1932 e deceduto all’età di sessantadue anni, quand’era il responsabile della più grande maratona e del più grande clubpodistico del mondo, il New York Road Runners, con 29˙000 iscritti. Nel mese di febbraio del 1990, Lebow apprese di avere un tumore al cervello, e i medici gli comunicarono che aveva ancora appena sei mesi di vita. Dopo tre anni di lotta contro il cancro, nel novembre 1993 egli prendeva parte alla “sua” maratona in compagnia di Grete Waitz.

Fred Lebow è rimasto nella mente di chi l’ha conosciuto direttamente come un uomo timido e un po’ schivo, con una memoria straordinaria e una meravigliosa disponibilità; con il suo cappellino colorato in testa e le sue scarpe da runner, trattava da pari a pari con gli uomini più importanti della terra; il suo cibo preferito erano le verdure. Lo si può considerare come l’inventore della maratona moderna e della maratona come fenomeno di massa. Con la sua voglia di correre e far correre, è riuscito a entrare fra le personalità di spicco dello sport di tutti i tempi.

 

ANNI SETTANTA 
La prima maratona di New York si svolse nel 1970, con al via appena 55 podisti, che coprirono il percorso girando intorno al Central Park, una realtà veramente antica e diversa rispetto a quella odierna; solo nel 1994 si arrivò a ben 27˙000 concorrenti, che attraversarono i cinque distretti di New York. La prima edizione fu vinta da Gary Muhrcke (USA), con il tempo di 2h31’38”. Non ci fu alcuna donna giunta al traguardo. Nella 2a edizione del 1971, fu un altro statunitense a imporsi tra gli uomini, Norman Higgings, con il tempo di 2h22’54”. Tra le donne, vinse un altro nome USA, Beth Bonner, con il tempo di 2h55’22”. Nel 1972 e 1973 tra le donne vince Nina Kuscsik (USA). Il 1974 è l’anno della famosa statunitense Kathrine Switzer (3h07’29). Ancora dominio statunitense tra gli uomini sino al 1982 e tra le donne sino al 1978. Bill Rodgers si aggiudica la gara newyorkese per quattro volte (1975-1979). Il 1978 è l’anno della prima vittoria della norvegese Grete Waitz, che nel 1978 per la prima volta con 2h27’33” vince con un tempo sotto le 2h30’.

 

ANNI OTTANTA
Lo statunitense Alberto Salazar vince tre volte (1980-1982). Di rilievo il suo 2h09’41” (1980), quando la Waitz vince con 2h25’42”. A rompere l’egemonia statunitense fu il neozelandese Rod Dixon, il quale nel 1983 vinse con il tempo di 2h08’59’’. Nel 1984 ci fu la prima vittoria europea, con l’italiano Orlando Pizzolato, che si ripeté l’anno dopo (1985), seguito nell’86 dal connazionale Gianni Poli. Nel 1987 giunse il primo successo maschile africano, con il keniano Ibrahim Hussein (2h11’01”).

Da segnalare che nelle prime venti edizioni della NYC, il miglior tempo fu quello di Salazar (2h08’12”7), ma il percorso poi risultò leggermente più corto della distanza convenzionale. Così, prima del 2h08’01” di Juma Ikangaa (Tanzania), nella 20^ edizione del 1989, il miglior tempo nel primo ventennio della NYC è stato quello di Rod Dixon (2h08’59”).

Tra le donne, la numero uno del primo ventennio è stata la norvegese Grete Waitz, vincitrice ben otto volte (1978-1981; 1983-1986). La sua serie fu interrotta dalla neozelandese Allison Roe (2h25’28’’8), nell’edizione ‘più corta’ del 1981.     

La partenza della NYC Marathon avviene alle 10.30 da Verrazano Bridge, ove si radunano i maratoneti, con la ripresa dell’ABC e proposta in mondovisione. Si passa nel Central Park e il traguardo è alla Tavern on The Green, ove il fotofinish riprende i maratoneti a braccia alzate, fieri, sorridenti, cui spetta al traguardo: un bacio, una medaglia, una bottiglia d’acqua minerale, la mitica stagnola sulle spalle. Più tardi si svolgono le premiazioni allo Sheraton. Il giorno dopo sui quotidiani newyorkesi appare l’elenco di tutti gli arrivati, un cimelio che ogni classificato conserverà come tra i più preziosi della propria avventura atletica. 

 

1985
Nell’edizione del 27 ottobre Orlando Pizzolato bissava il successo inaspettato dell’anno precedente, giungendo al traguardo davanti al gibutiano Ahmed Salah. Nella stessa gara, in campo femminile, Laura Fogli era 3^ (e 96^ assoluta), mentre Cristina Tommasini, alla sua prima esperienza sulla distanza, era 12^, con il tempo di 2h41’08”.

Alcune cifre e curiosità della gara newyorkese di quell’anno: erano iscritti alla maratona 19320 atleti, di cui 15925 uomini e 3305 donne. La fascia di età più rappresentata era quella dai 30 ai 39 anni, con 6˙563 maschi e 1˙466 femmine. C’erano 215 corridori dai 16 ai 19 anni, 41 dai 70 ai 79 anni, 4 uomini e nessuna donna oltre gli 80 anni. 5˙324 concorrenti erano alla loro prima maratona. Tra gli iscritti, 10˙453 erano sposati, 6514 celibi o nubili, 348 separati, 1˙138 divorziati, 326 conviventi, 2˙546 concorrenti correvano da più di 10 anni. Gli stati americani più rappresentati erano quelli di New York (7346) e il New Yersey (1841), seguiti dalla California (741) e dalla Pennsylvania (534); quelli meno il South Dakota (39), il North Dakota (6), il Wyoming (6), il Montana (9), mentre l’Alaska presentava 18 corridori alla partenza.

Tra le nazioni straniere, la Francia contava 911 iscritti, la Germania Ovest (504), la Gran Bretagna (499), il Canada (349), il Messico (294), la Norvegia (226), la Svezia (220); l’Italia con 193 concorrenti era all’8° posto. La categoria lavorativa più rappresentata era quella degli insegnanti (1˙102 iscritti), seguiti dai manager d’industria (965), dagli uomini di legge (954), dagli ingegneri (837), dagli studenti (712), dai ragionieri (639), dai dottori (569), dai titolari d’azienda (517), dai bancari (439), dai programmatori di computer (346), dai poliziotti (322), dalle babysitter (212 di cui 38 uomini e 174 donne), dai giornalisti (138), dagli artisti (137), dai pompieri (131), dai meccanici (122), dagli autisti (112), dai piloti d’aereo (78), dai preti (66), dai disoccupati (53), dagli uomini della FBI (50), dai baristi (50), dai parrucchieri (41), dai politici (19).

L’organizzazione della maratona comprendeva 30 unità mediche (una per miglio), 5˙000 volontari, 1˙500 ufficiali di gara, 1˙400 poliziotti, 24 terminali di computer, 177 autobus per il trasporto dei concorrenti. Erano a disposizione degli atleti 1˙000˙000 di bicchieri di carta, 77˙000 spille di sicurezza, 375 toilette portatili. Si sono resi necessari 63 litri di vernice per tracciare la linea blu che indicava il percorso di gara. Sono servite 28˙355 magliette, 1˙300 coperte, 19˙000 medaglie. Sono state rifiutate 22˙000 iscrizioni. Hanno portato a termine la gara 15752 concorrenti. Ultima classificata è stata la 35enne signora Galorza, che ha concluso la prova in 11h50’46”, con 2h13’ di distacco dal penultimo classificato, suo marito. Noel Johnson di ottantasei anni è stato il più anziano partecipante alla maratona; Mayme Bdera, di settanta anni, la più anziana. Il totale dei premi in denaro prevedeva 273˙800 dollari da spartire tra i primi 25 uomini e le prime 25 donne.

La gara era partita alle ore 10.45, con umidità dell’aria del 55% e una temperatura di 20 °C; l’umidità patita in gara penalizzava meno il vincitore Pizzolato di altri concorrenti, poiché questa è stata la sua “compagna” nei numerosi allenamenti svolti a Ferrara, quartiere generale suo e dei vari Magnani, Fogli, Pambianchi, Molinari, Conconi e scuola di maratona. Le condizioni avverse del tempo, nell’edizione del 1985, non hanno ostacolato il meritato successo dell’azzurro, che ha così glorificato una carriera piena di allori, frutto di sacrifici quotidiani, alimentati da un ovvio entusiasmo giovanile. Quelli di New York 1984-1985 non sono stati gli unici risultati di valore di Pizzolato, il quale ha vinto anche la medaglia d’argento ai Campionati Europei di Stoccarda sulla maratona, dietro all’altro azzurro Gelindo Bordin; ancora Pizzolato ha vinto alle Universiadi di Kobe sulla maratona oltre a numerose prove in Italia e all’estero. La maratona l’ha costruito come persona e alla sua famiglia trasmette l’entusiasmo del maratoneta, veloce e riflessivo.

Dopo le due vittorie consecutive di Orlando Pizzolato (1984 e 1985), un altro italiano vince la gara della Big Apple, nel 1986, Gianni Poli con 2h11’06”, mentre l’anno dopo è la volta del Kenya con Ibrahim Hussein in 2h11’01”. Il decennio si chiude con la vittoria del britannico Steve Jones (1988) in 2h08’20”, e del tanzaniano Juma Ikangaa (1989) in 2h08’01”.

 

ANNI NOVANTA
Nel 1990 vince il keniano Douglas Wakiihuri in 2h12’39”. L’inizio del decennio è favorevole al Messico tra gli uomini, che vincono con Salvator Garcia (1991) in 2h09’28, con Andrés Espinosa (1993) in 2h10’04”, German Silva (1994) in 2h11’21 e (1995) in 2h11’00”. L’egemonia messicana è interrotta dall’azzurro Giacomo Leone, che nell’edizione del 1996 vince con 2h09’54”. Tra le donne, nell’edizione del 1994, la keniana Tegla Loroupe, siglando il tempo di 2h27’37”, è stata la prima africana a vincere la gara newyorkese e anche la più giovane vincitrice della corsa, da quando questa si disputa attraverso cinque quartieri (Staten Island, Brooklin, Queens, Bronx e Manhattan). In quella 25^ edizione si segnalava l’italiana Emma Scaunich che, migliore italiana al traguardo (12^) con il tempo di 2h41’52”, era 1^a fra le over 40 e finiva 170^ nella graduatoria assoluta fra uomini e donne. Quattro gli italiani tra i primi 26 classificati: Salvatore Bettiol (9°), Gianni Poli (17°), Leandro Croce (18°), Giacomo Tagliaferri (26°).

Per i colori italiani nel 1998 giunge la vittoria della romana Franca Fiacconi, classe 1965, che vince con un buon 2h25’10”. Mentre tra gli uomini rivince per la seconda volta consecutiva il keniano John Kagwe in 2h08’45”. Nel 1999, è un altro keniano a prevalere, Joseph Chebet in 2h09’14”.

 

XXI SECOLO 
L’inizio del nuovo Millennio vede la vittoria del marocchino Abdelkhader El Mouzaziz  in 2h10’09” e della russa Ludmila Petrova in 2h25’45”. Il 10 aprile 2005 si è corsa la NY More marathon, la prima maratona newyorkese riservata alle donne, organizzata dal NYRR in collaborazione con la prestigiosa rivista americana More. La gara si corre tutta tra i colori primaverili di Central Park, con 3˙000 partecipanti da ogni parte del mondo.

Nell’ultimo decennio (2007-2016), tra gli uomini, c’è stato il dominio africano con Kenya, Etiopia ed Eritrea, come pure tra le donne a eccezione delle due vittorie di Paula Radcliffe (Regno Unito) nel 2007 e 2008, con tempi sempre sotto le 2h30’. Tra gli uomini il vincitore è solo due volte con un tempo sopra le 2h10’. Tuttavia rimangono gli Stati Uniti, in campo maschile, la nazione con maggior successi dall’edizione inaugurale del 1970 (14), in virtù dei 13 consecutivi, ai quali si è aggiunta nel 2009 la vittoria di Mebrahtom Keflezighi (2h09’14”). Al 2° posto il Kenia (13), seguito da Italia (4) e Messico (4). Tra le donne invece 10 vittorie per Norvegia e Kenya, seguiti dagli Stati Uniti (7) e dal Regno Unito (5). Giova ricordare che delle 10 vittorie norvegesi, 9 portano il nome di Grete Waitz, la prima donna nel 1978 a rompere l’egemonia statunitense.

Il record femminile della manifestazione è della keniana Margaret Okayo (2h22’31”) nel 2003. Mentre quello maschile è del keniano Geoffrey Mutai (2h05’06”) nel 2011. Nello scorso 2016, tra i 39˙098 italiani che hanno concluso almeno una maratona (di cui 32˙704 uomini e 6˙934 donne), 2708 erano a New York. La gara newyorkese, giunta alla 46^ edizione, ha avuto nel 2016 un totale di 51˙360 finisher, di gran lunga superiore ai 41˙708 di Parigi del 3 aprile e ai 40˙608 finisher di Chicago del 9 ottobre.

Con 2h07’51” il ventenne eritreo Ghirmay Ghebrselassie, campione del mondo a Pechino 2015 e 4° alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016, è stato il più giovane vincitore della storia della gara a livello maschile. Mentre tra le donne la keniana Mary Keitany con 2h24’26” ha vinto per la terza volta consecutiva con il più ampio distacco (3’25”) inflitto alla 2^ classificata dal 1984 in poi, riscattando così la mancata convocazione alle Olimpiadi di Rio.

 

CONCLUSIONE
Vincitori illustri hanno esaltato New York, quali il plurivittorioso Alberto Salazar, nelle prime edizioni, e gli italiani Orlando Pizzolato, con due vittorie, Gianni Poli, Giacomo Leone, Franca Fiacconi, la famosa Grete Waitz, Tegla Loroupe e tanti altri. Ogni atleta che calpesta le strade delle maratone appartiene alla famiglia dei corridori, e và giustamente sostenuto e applaudito come fanno i newyorkesi, nella loro città, in occasione della maratona della Big Apple. Nonostante un percorso non proprio velocissimo, per la non linearità del tracciato e il selciato non proprio ideale, a motivo del sostegno del pubblico lungo le strade  molti maratoneti riescono a conseguire lì tempi anche di rilievo. 

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