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Feb 07, 2021 Fausto Dellapiana 3022volte

Pettorale: passaporto del podista

Pettorali della Maratona di Reggio Emilia Pettorali della Maratona di Reggio Emilia Foto Dellapiana

31 gennaio - La “Bergamo21 Half marathon” e tutti gli eventi della Bergamo City Run sono rimandati. La motivazione è la solita in questo periodo: “Le attuali condizioni sanitarie richiedono tuttavia la necessità di fermarsi ancora, mettendo davanti a tutto la sicurezza e la salute di partecipanti e staff”. 
Personalmente non sono d'accordo nel rimandare una gara nell'arco del 2021, anche se gli eventi potranno “...essere ricollocati nel calendario nazionale”. “Ricollocarli” vuol dire in pratica farli disputare in data … già occupata da un'altra manifestazione, con il rischio di togliere atleti alla manifestazione programmata regolarmente; meglio sarebbe spostare la corsa all'anno successivo, mantenendo la stessa collocazione temporale.

Vista l'impossibilità di partecipare alla gara, è stata lanciata l'idea dai Runners Bergamo di correre “individualmente” la gara, insomma correre “divisi” per essere “uniti” come gruppo, ripetendo quanto già fatto con la “Sgambada RB” dell'8 dicembre e con la nostra “Mezza sul Brembo” il 6 gennaio. 

Un collage fotografico avrà il compito di “unire” il gruppo. La scelta del percorso della “mia mezza” è una scelta obbligata, non potendo uscire dal comune: l'anello ciclopedonale del Parco Callioni. Per la mezza, su percorso omologato FIDAL: 10 giri e qualche metro. Lo so che lo sapete già, in quanto lo ripeto in ogni post, ma tanto per la precisione. Anche il termine “gara virtuale” non compare, ma oggi sarà gara “individuale, come già detto. Sapete come la penso sul termine “virtuale”... ok, ok, mi fermo qui, avete capito il concetto. Scendo dalla macchina, controllo che sia chiusa, vista l'esperienza del 6 gennaio, parto. Dopo qualche decina di metri mi sembra che manchi qualcosa. Eh, sì, corro senza pettorale. Generalmente, anche se sono solo in gara ed è una “mia gara”, ho sempre il pettorale per dare dignità alla corsa.
In questa occasione i Runners Bergamo non hanno preparato, come per la Sgambada, un pettorale. Ma non tutti i mali vengono per nuocere: non ho il pettorale da appuntare sul petto durante la corsa, ma ho l'argomento per il post: il pettorale!

Il pettorale identifica in modo univoco l'atleta durante tutte le fasi della gara. In pratica il pettorale diventa il passaporto per poter accedere a tutti i servizi. Potrà sembrare strano, ma anche il pettorale, come abbigliamento, scarpe, alimentazione, etc. ha avuto una sua evoluzione nel tempo. All'inizio il pettorale aveva solo il numero. Numero scritto a caratteri molto grandi per facilitare il compito dei giudici di gara che dovevano stilare la classifica. Le aziende di materiale sportivo operanti nel campo dell'atletica iniziarono e fornire i pettorali gratuiti in cui oltre al numero inserivano il loro marchio. Il passo successivo fu quello di aggiungere al numero e al nome dello sponsor tecnico, il nome della gara. In questo caso il costo della stampa quasi sempre gravava sull'organizzazione. Per azzerare questo costo o meglio per scaricarlo su altri, ecco comparire sul pettorale, oltre al numero, al nome dello sponsor tecnico e al nome della gara, anche i loghi di sponsor non tecnici. Con il passaggio delle iscrizioni dalle società sportive alle società di rilevazioni tempi, ecco un'aggiunta che ha raccolto l'approvazione di tutti gli atleti: il nome dell'atleta. In questo caso la stampa del pettorale è contestuale all'atto dell'iscrizione. 

A questo punto l'evoluzione del pettorale potrebbe sembrare terminata: che si può aggiungere? Beh, si potrebbe fare diventare il pettorale “smart”, hanno pensato i tecnici delle società di rilevazione tempi. Ecco comparire quindi i pettorali intelligenti, dotati di chip per la rilevazione dei tempi. Finalmente il pettorale ha raggiunto l'apice della sua evoluzione: con il pettorale l'atleta non deve fare più nulla, a tutto pensa il “pettorale intelligente”, nessun rischio di scambiare il chip con un compagno di squadra, nessun rischio di dimenticare il chip nella borsa. Beh, non tutti i problemi sono stati risolti. Il pettorale intelligente spesso si affezionava all'atleta con cui aveva diviso la fatica della corsa (Uhmm... il pettorale ed il chip non avevano fatto nulla, si erano fatti trasportare), per cui si manifestava solo quando la maglietta andava in lavatrice. 

Ecco quindi le “grane” dell'atleta che doveva spedire il chip alla società, oppure pagare una penale per mancata consegna del chip. Ecco quindi l'ultima evoluzione del pettorale: il chip diventa parte integrale del pettorale e quindi pezzo unico, utilizzabile solo per quella determinata manifestazione. In realtà si potrebbe considerare come evoluzione del pettorale anche la diversa colorazione dello stesso, che serve per facilitare l'ingresso nelle griglie di partenza, cosa che prima veniva fatta con la numerazione. Il vantaggio di questa novità fa sì che non ci siano “buchi” nella numerazione dei pettorali di gara; all'atto dell'iscrizione proseguo la numerazione corrente, ma stampo il numero con il colore corrispondente al tuo tempo. Personalmente il pettorale di gara è la cosa che più mi lega alla gara che ho disputato e che conservo. Ho anche una predilezione per un numero, il 42, naturalmente. Ho corso diverse volte con il “mio” numero, anche se qualche volta mi ha creato dei problemi. Nel 2013 ho avuto alla “Maratona di Padova” il numero 42, ma ho avuto difficoltà a consegnare la borsa in quanto i furgoni per i “top” stavano davanti al loro albergo, lontano dalla partenza. Per fortuna è stata accettata su altro furgone. L'anno successivo ha chiesto (ed ottenuto) il numero 195. Questo è stato possibile grazie alla cortesia ed alla disponibilità della segretaria Silvana Santi. Ma la soddisfazione più grande la devo al mio amico Paolo (Manelli), con la collaborazione degli amici della TDS che, in occasione della mia 642^ maratona corsa a Reggio Emilia, mi ha permesso di correre con il pettorale UFFICIALE numero 42195. In quell'occasione i pettorali furono addirittura due: uno con il mio nome ed uno con il nik name “Sir Marathon”!

Forse mi sono dilungato un po' troppo; oltre alla “storia” del pettorale ho aggiunto anche qualche ricordo personale e quindi mi fermo qui.

Ah, dimenticavo, solo per la cronaca, la “Mezza di BG x RB” (beh, non ho trovato un altro nome) l'ho terminata con il tempo di 2h 42' 21”.

P.S. Anche nel tempo finale mi piace giocare con in numeri. Lascio a voi il compito di interpretarli. 

 
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