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Apr 08, 2018 4452volte

Rocca Malatina (MO) – 5° Trail della Riva (con correzioni...)

Rocca Malatina (MO) – 5° Trail della Riva (con correzioni...) Foto di Teida Seghedoni

Per il terzo anno consecutivo sono andato a questo trail, non solo perché è vicino a casa ma anche per le buone impressioni ricevute negli anni precedenti. Essendomi autoretrocesso al giro ‘corto’ di 20 km (e come me ha fatto Massimo Muratori, che l’hanno scorso si era analogamente misurato sul tracciato lungo di 34 km), il giudizio ridiventa ottimo, dato che le maggiori pecche erano state rilevate nella seconda parte, a volte apparsa inutilmente punitiva per gli atleti non di primo piano.

Forse per dare motivi di partecipazione anche ai non specialisti, quest’anno, oltre alla conferma di un “minitrail” competitivo per giovanissimi (ammesso ora nel Circuito nazionale minitrail), c’era la novità di un trail non competitivo , su percorso “facile e suggestivo di 10 km intorno ai Sassi, al costo di soli 2 € “ (così il comunicato degli organizzatori): in realtà il percorso era stato ridotto alla miseria di 7 km, che ha indotto signore di mia conoscenza (camminatrici di lunga lena) a inventarsi loro un percorso un po’ più dignitoso.

Quanto ai 20 km (confermati dal Gps, che semmai avrebbe da ridire sul dislivello annunciato di 1000 metri, rivelatisi poco meno di 800), come l’anno scorso erano perfettamente tracciati (mai viste tante frecce e bandelle, nemmeno all’UTMB o a Davos-Interlaken che sono il non plus ultra)e si giovavano di 80 (dicono) segnalatori lungo il percorso, aggiunti ai vigili lungo i rari attraversamenti di strade asfaltate. Tra gli addetti, gente che sta facendo la storia dell’ultratrail internazionale, come l’Ermanna Boilini ritratta al rientro della sua fatica nella seconda cartella di Teida Seghedoni (n. 342).

Sul percorso però, i piccoli mutamenti annunciati nella prima parte si sono ridotti a poca cosa, lasciando inalterati i due punti più critici dei primi 6 km, cioè due salite secche su sentiero monotraccia che, vedendo il gruppo quasi compatto (a parte i primi che si erano già involati), ha costretto noi medio-scarsi a fermarci aspettando pazientemente che quelli davanti a noi, scivolando e aggrappandosi agli alberi, arrancassero finalmente verso gli slarghi. È l’effetto "safety car" che Muratori aveva già denunciato l’anno scorso, ma a quanto pare inutilmente. Ammesso che non esistano sentieri alternativi (ne dubito), sarebbe forse saggio invertire la marcia, dato che nell’altro senso l’ultima parte del trail “corto”, di 7-8 km, si svolge quasi tutta per prati e su carraie relativamente larghe.

Ottima la gestione della zona di partenza-arrivo, se si esclude l’inesistenza del deposito borse annunciato (ci siamo fidati a lasciarle nel salone – ho sentito dire di qualche indumento scomparso negli spogliatoi femminili), ed eccettuate le docce tendenti al tiepido/freschino quando le ho fatte io, cioè dopo tre ore e mezzo dal via, dove insomma mancava ancora quasi metà dei partecipanti.

Frequenti i ristori, all’incirca uno ogni 5 km, e suggestivi molti passaggi della corsa, come gli attraversamenti dei due antichi villaggi di Samone e Montecorone, oltre che il periplo e le ascensioni, per quanto faticose, ai caratteristici “sassi”: per la cui durezza (già conclamata l’anno scorso) basti vedere le foto della seconda cartella di Teida, 146-147, 153-158, 178-181, 285-288 ecc.

Grandioso il pacco gara (per cifre di iscrizione iniziali fra i 15 e i 20 euro, senza sovrattasse per pagamenti online): birra, salamino, crescentine ecc. (sebbene non giurerei che il bicchierino di gomma incluso, pardon, la “soft cup speed, che si piega e sta in tasca”, valga davvero i 10 euro dichiarati); c’era però un sovrappiù per chi aveva l’accortezza di recuperare, dai tanti foglietti inclusi nel sacchetto (non nel mio) o disponibili su un tavolone, il buono per ritirare un vino pregiato da una cantina a una decina di km.

Confermato il meraviglioso pranzo finale (per 5/8 euro di supplemento): tortellini alla panna o spaghetti al sugo; tre crescentine con possibilità di scegliere tra cinque farciture; tre tipi di insalatoni; crostate e torte casalinghe; acqua fresca frizzante erogata da un’attigua serie di rubinetti (più birra e altri generi da bar a pagamento).

Insomma, si spendeva meno a venire a correre e a mangiare che a stare a casa: eppure, sono stati rilevati una decina o più di ‘portoghesi’: uno (foto di Teida, km 3, n. 417-418; per altri casi sospetti vedi 302, 404, 428) mi ha passato dopo qualche km, poi l’ho ripreso, poi mi ha ripassato e si è presentato al traguardo festeggiatissimo dallo speaker Brighenti. La sua maglietta biancoverde con tanto di scritta (per niente occultata da un pettorale che non esisteva) non lasciava dubbi sull’appartenenza alla Polisportiva Madonnina, che un tempo era la società più seria ed esemplare della provincia modenese, e adesso a quanto pare alleva partenti anticipati e podisti a ufo. Gli ho chiesto come mai non avesse il pettorale: mi ha risposto che anche due anni fa qui aveva corso senza, perché queste corse non gli piacciono un granché. Cioè: io vado a un ristorante che non mi piace, mangio e poi non pago perché il cibo offerto non era di mio gradimento.

Se a voi organizzatori e speaker va bene così, continuate pure nella tolleranza. Si squalifica gente che corre con pettorale altrui, ed è giusto; ma almeno quel pettorale è stato pagato. Allora, che fare per chi non si sogna nemmeno di pagare? È forse troppo chiedere agli addetti ai ristori di negare il bicchiere a chi non ha i requisiti; ma ad esempio la società per cui l’atleta è tesserato potrebbe sospenderlo. E lo speaker (di cui si ricorda, in anni passati, una frase all’indirizzo della stessa società modenese: “mi vergogno di avere concittadini così”) potrebbe non farsi ammaliare dai riccioloni e dalla parlantina di un personaggio poco festeggiabile.

Rispetto all’anno scorso, si era rinunciato (per evidenti motivi di bilancio) ai chip della Tds; col risultato che malgrado l’impegno dei volonterosi giudici e cronometristi, dopo oltre 24 ore non c’è traccia di ordine d’arrivo sui siti dell’organizzazione e dell’Uisp. Peccato perché quest’anno le due gare valevano quale prova unica del campionato regionale Uisp di trail, che aveva attirato podisti da tutta la regione (in particolare, per quanto ho visto direttamente, dal parmense), senza però ‘scacciare’ buongustai fedelissimi come Lolo Tiozzo della Ovunque, in partenza per Boston e (tra qualche mese) per New York con Podisti.net (foto 479 della prima cartella).

Nella serata di domenica 8 appaiono le classifiche, da cui si nota la stazionarietà degli arrivati nei 34 km (153 contro i 150 del 2017), e invece un deciso aumento per i 20 km, con ben 330 atleti contro i 265 dell’anno scorso. PS: Salvo che le classifiche contengono evidenti errori, e se sulle prime non avevo segnalato (data l'irrilevanza del fatto) che il mio tempo ero stato peggiorato di oltre un minuto, e la ragazza giunta appena dietro a me risultava invece dietro di un altro minuto, all'apparire delle classifiche vere (speriamo), una settimana dopo, non solo i classificati della 20 km aumentano di 6 unità, e di 3 unità quelli della 34 km, ma soprattutto va segnalata la 'cancellazione' della presunta vincitrice dei 34 km, tal Righi Silvia che sembra avesse fatto i 20 km e comunque adesso è sparita. Il suo tempo di 3.55 adesso è attribuito alla ex seconda, ma legittima vincitrice; dunque aggiorno qui sotto le prime posizioni (invariate, per fortuna, le altre classifiche 'da podio').

Risparmiare va bene, ma se saltano fuori pasticci del genere (tanto più in un campionato regionale), allora sarebbe meglio chiedere qualche euro in più agli iscritti, oppure far pagare la quota agli abusivi, e non si farebbero queste figuracce [aggiunto il 15 aprile 2018]

 

CLASSIFICA MASCHILE TRAIL 34 KM

Pos Tempo Cognome Nome Società Anno Ente Sex

1 3:05:38,15 MODENA CHRISTIAN TEAM MUD AND SNOW ASD 1984

2 3:14:27,33 GALEATI GIANLUCA A.S.D. Leopodistica 1983

3 3:23:37,95 VILIOTTI ROBERTO TEAM MUD AND SNOW ASD 1985

 

CLASSIFICA FEMMINILE TRAIL KM 34

1. 3:55:41,89 CONTI ANNA ATLETICA PARATICO 1980

2. 4:20:07,39 GOLINELLI GIADA A.S.D. Leopodistica 1987

3. 4:25:52,23 MUZZI FRANCESCA A.S.D. Leopodistica 1977

 

 CLASSIFICA MASCHILE TRAIL 20KM

Pos. Tempo Cognome Nome Società Anno

1 1:45:02,39 GHEDUZZI ROBERTO MUDANDSNOW 1995

2 1:49:56,56 BINDA MASSIMILIANO ASD RUNNERS VALSERIANA 1992

3 1:50:30,53 VENTURELLI ALESSANDRO ATLETICA MDS PANARIA GROUP 1977

 

CLASSIFICA FEMMINILE TRAIL 20KM

Pos. Tempo Cognome Nome Società Anno

1 2:13:02,15 BIGNARDI ANTONELLA Stone Trail Team 1970

2 2:16:42,10 ROSSI SIMONA Podistica Correggio 1973

3 2:19:26,37 MUNARI ROSSELLA road runners club Poviglio asd 1978

 

 

http://foto.podisti.net/p276436653

http://foto.podisti.net/p312409471

 

 

 

Informazioni aggiuntive

Fotografo/i: Teida Seghedoni

1 commento

  • Link al commento Massimo Muratori Lunedì, 09 Aprile 2018 19:42 inviato da Massimo Muratori

    Concordo con Fabio nello stigmatizzare taluni comportamenti da " mentecatti ", come a suo tempo vennero definiti sul suo sito da Giuliano Macchitelli , di coloro che si intrufolano in gare di vario tipo senza acquistare il pettorale. Sabato alla partenza tra le ultimissime file della " gabbia " dove mi trovavo, giusto uno di questi personaggi ipertricotico , per dirla alla Bonolis, disquisiva con un amico dicendo che la gara sarebbe stata per lui un allenamento e " come va va ". Ma perbacco se devi fare allenamento perché non prendere uno delle decine di sentieri sparsi in Appennino e farsi una bella corsa in solitudine ? Sicuramente almeno la dignità ne guadagnerebbe se non il rilievo cronometrico.
    D'accordo ancora sulla qualità della gara e dopo tre partecipazioni al lungo aver corso sabato la gara " minore " mi ha permesso di gustare il pranzo ( pasta party è riduttivo) finale in allegra compagnia e non come solitamente avviene in quasi solitudine visti i miei tempi di gara, mentre in questa occasione ho centrato il mio modestissimo obbiettivo di tre ore di gara arrivando poco prima di metà classifica.
    Due sole considerazioni: perché non distanziare le due partenze ( visto i numeri dei concorrenti) onde evitare il citato effetto safety car del sesto km e il più pericoloso rallentamento nella prima discesa al Mulino della Riva da parte di molti che costringe a sorpassi un pò azzardati. La seconda è che non mi vede d'accordo nel consentire la partecipazione di concorrenti con il cane, da felice "tutore " ( il cane non si possiede ma ci si convive) di cani per buona parte della mia vita penso che la soddisfazione più grande sia di passeggiare/correre con il nostro amico in totale autonomia senza imporgli ritmi che forse non gli sono consoni. A onor del vero di cani non ne ho visti a differenza di un'altra edizione dove un simpatico animale correva avanti e indietro sui single track aspettando il proprietario e rompendo notevolmente ..... il ritmo!

    Rapporto

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